13/10/09

Chi ha paura del master cattivo?

L’angolo del Duca: Chi ha paura del master cattivo?
La stagione agonistica in pista è ormai finita, sono passati quasi due mesi dall’ignobile prestazione della spedizione italiana ai campionati del mondo di Berlino e le critiche, le polemiche e quant’altro nei confronti di Arese stanno sempre piu’ attenuandosi anzi, il simpatico faccione piemontese ha fatto anche pace con Howe per cui, tutto sommato, l’opinione pubblica non puo’ che essere soddisfatta.
Adesso, coloro che seguono l’atletica dall’esterno si sentiranno piu’ tranquilli, ma sicuramente negli ambienti degli addetti ai lavori, i vari tecnici federali, collaboratori, organizzatori e quant’altri staranno architettando, per il rilancio dell’atletica italiana, chissà quali rivoluzioni. Questo potrebbe pensare qualsiasi appassionato ed invece pare che, nei cosiddetti ambienti che contano, uno dei problemi maggiormente sentiti sia quello di quanto rompono le balle i master, in altre parole la parola d’ordine è: parlare male dei master! E’ un argomento che avevo già introdotto quando dissertai sulla famosa lettera aperta di Felicetti pubblicata da Atleticanet ed in tal senso tutti si erano soffermati a commentare il contenuto della lettera in sè, ma non la premessa che aveva stimolato la mia critica, il crescente dissenso, per non parlare di astio vero e proprio, nei confronti del movimento master in pista, da parte di tutti coloro che fanno parte del mondo dell’atletica in pista.
Credo che questo sia veramente un tema delicato e mai come in questo caso sarebbero utili le opinioni e le esperienze personali di tutti. Ora, devo sinceramente dire che io riporto le esternazioni di chi frequenta certi ambienti quasi quotidianamente e che mi riporta di tale crescente insofferenza nei confronti del nostro movimento, ma che stiamo parlando principalmente di situazioni legate all’atletica lombarda. Le stesse impressioni, pero’, mi dicono essere state raccolte anche nell’ambito di manifestazioni nazionali.
Ho cercato di capire quale fosse il motivo di tale astio, ma non sono riuscito a capirlo, di certo c’è solo l’effetto ma non la causa della situazione e l’effetto l’abbiamo potuto, peraltro, constatare in Lombardia con l’assurda introduzione dei minimi solo per i master ai campionati regionali o con altre discriminazioni puntualmente riportate dal nostro sito. Credo, quindi, che il problema esista, vorrei capire se è così diffuso in tutta Italia ma, al di là della sua reale portata, mi sembra importante trovare una risposta. Certo, io sono stato il primo ad attaccare gente come Felicetti per un intervento che poteva evitare, ma in fin dei conti aveva solo scritto una lettera ad un sito specializzato in atletica su pista. Certo, talora alcuni atleti, specie quelli piu’ anziani, hanno avuto delle pretese un po’ assurde in relazione alla portata reale dei loro risultati, ma che fastidio hanno procurato? Certo, talora si vedono atleti master in manifestazioni importanti fare tempi molto alti, ma quanti sono poi gli atleti master che arrivano ultimi in una gara? Direi pochissimi, perché c’è sempre qualche allievo o addirittura senior che fa peggio di lui.
Certo…. ma con tutti i problemi che ha l’atletica italiana, di immagine, di visibilità, di cultura sportiva, di strutture, di avviamento dei ragazzi, di credibilità dei dirigenti, di competenza dei tecnici e potremmo andare avanti, è normale che si debba parlare male dei master? Io non so chi lo fa, anzi qualcuno lo conosco pure, ma dico solo che chiunque si permette di infarcirsi la bocca di insulti nei confronti di un atleta master si deve semplicemente vergognare e lo esorto ad andare a sfogare le proprie frustrazioni altrove, non permettendosi piu’ di parlare gratuitamente di persone che hanno scelto di dedicarsi a questo sport con tutta la passione che hanno dentro. Se questa stessa passione l’avesse realmente chi gestisce l’atletica che conta, sicuramente i risultati finali sarebbero ben diversi da quelli sotto gli occhi di tutti.
Ma se qualcuno di questi bensanti, che poi quando li incontri ti sorridono pure, avesse il coraggio di esporre pubblicamente il suo dissenso lo faccia pure, questa è l’occasione, ma dubito che succederà e non perché non leggerà questo articolo, ma perché il coraggio appartiene solo a chi vive realmente di passione.
IL DUCA

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