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27/12/09

Un nuovo caso di doping a Lahti?

Da Masterstrack si apprende che a Lahti-09, dopo il famoso caso del lanciatore finlandese (Pekka Viippo), che ha fatto pubblicamente ammenda dei suoi peccati (ma tanto tra i master, tanti sono gli anni per poter gareggiare, che potrà tornare senza particolari problemi tra un paio di anni), ci sarebbe un secondo caso di doping. Stavolta non sarebbe finlandese... quindi il campo di ricerca si allarga. al resto dei paesi partecipanti. Contattato dallo stesso Ken Stone, il Presidente della WMA, Stan Perkins, avrebbe detto che ci sono stati due casi con risultati "dubbi" a Lahti. Uno era appunto il finnico. E l'altro...? Non si sa. I risultati sono stati spediti alla federazione d'appartenenza dell'atleta, e non sapremo mai se ne sarà svelato il nome... o quando. Pensate a quanto sia ambito un titolo per un campionato mondiale master...

10/11/09

Pekka Viippo: le scuse del dopato di Lahti

Leggendo Masterstrack, si viene a conoscenza anche di fatti invero kitsch, come un'intervista rilasciata ad un organo di informazione finlandese di tale Pekka Viippo, fino a ieri emerito carneade dal nome disneyano poi assurto agli onori della cronaca mondiale come unico atleta trovato positivo ai Mondiali Master di Lahti. Tra l'altro non una sostanza dopante, ma ben tre: testosterone, norandrosterone e methylphenidate. Qualcuno l'ha tradotto dal finlandese all'inglese, io provo a tradurla liberamente in italiano.
  • Lei è stato trovato positivo in agosto a Lahti. Come si sente ad essere stato beccato?
  • Mi sento dispiaciuto, certamente, di aver fatto una cosa simile, ma ormai non c'è più niente da fare. Ciò che fatto è fatto.
  • Che cosa l'ha spinta a doparsi per questo tipo di gare?
  • Ho avuto una miriade di dolori alle spalle e ai muscoli, e di conseguenza la preparazione durante la stagione si è interrotta. Dopo i Campionati Finlandesi ho cominciato a credere in una medaglia a Lahti. Così ho preso la scorciatoia, ma l'unica cosa che ho guadagnato è che il mio corpo ora si è completamente spaccato.
  • E' stato molto pericoloso prepararsi per una gara del genere con un simile cocktail di steroidi, testosterone e diuretici...
  • Per il diuretico avevo la prescrizione: quindi è stato un errore inserire nelle news che mi additavano anche quella sostanza. Ho un farmaco per curare la pressione arteriosa, in cui è contenuta quella sostanza. Quindi non mi era vietato utilizzarlo. Per gli altri non avevo alcuna prescrizione.
  • Non hai paura che ormai la tua reputazione sia naufragata con tutta questa vicenda?
  • Beh, basta ritornare tra due anni e lanciare le stesse distanze, sia che ti testino che, di contro, se non dovessero farlo. Per quanto riguarda la reputazione, penso che ormai sia andata, ed ora, probabilmente, nessuno crederà più al fatto che io mi sia allenato da pulito...
  • Tu sei stato molte volte campione finlandese di boxe. Non hai paura che questo incidente possa gettare un'ombra anche sulle tue medaglie da boxeur?
  • Bè, chi conosce questo sport (la boxe) sa bene che quelle sostanze che mi hanno trovato non hanno nulla a che fare con quello sport. Non so nella boxe professionistica, ma in quella dilettantistica credo che pensino ancora che io mi sia allenato in maniera pulita.
  • E' stata una sorpresa per te essere sottoposto al controllo antidoping a Lahti?
  • Effettivamente ho avuto l'impressione che ci fosse qualche tipo di controllo in corso su di me, sebbene i miei risultati non fossero cambiati da anni. Ma naturalmente quando uno fa spettacolo in mezzo al campo e monta uno show, c'è evidentemente qualche cosa sotto.
  • E' rimasto sorpreso di essere stato "beccato"?
  • Non ci sono sorprese da momento in cui tu sai quello che hai fatto.

22/10/09

Due pagine dedicate ai master su Atletica Leggera

Non dovrei farmi prendere dalla foga della lamentela ad ogni costo, ma è più forte di me. Mi dà quella piccola soddisfazione fugace che poi razionalmente realizzo essere, appunto, effimera. Ho fatto questa riflessione dopo aver letto l'ultimo numero di Atletica Leggera scaricabile dal sito della Fidal a questo link. Sulla copertina per la prima volta non appare nessun atleta italiano: un must da collezionisti. Forse però dovevano mettere una foto con la scritta "Ausgang" ("uscita") con la mascotte Berlino tutta sorridente sotto, oppure un dagherrotipo di Arese in posa da mensile "Capital", con la giacca firmata sulla spalla, l'orologio sul polsino su sfondo rigorosamente nero e soprattutto con le scarpe da tennis ai piedi. Sorridente verrebbe meglio. Di conseguenza l'editoriale di Arese, sul quale Atleticanet ha scritto un fondo, manco l'ho letto: ha probabilmente ancora voglia di scherzare con tutti quel simpaticone baffuto. Così mi sono concentrato su altro e ho preso atto che al mondo master, relativamente ai Mondiali di Lahti, sono state dedicate ben due pagine (la 74 e 75). La cronista non era partita poi tanto male, raccontando con frugalità quello che è stato il consuntivo di Lahti per la spedizione italiana in generale. Poi è arrivata una bella intervista alla Signora Gabric e l'articolo è... finito! Ma come? E gli altri? Lo rileggo, magari mi è sfuggito qualche cosa... Macchè: degli "altri" ci sono solo tre foto (una sarebbe potuta essere un pò ridotta per dare spazio ad un pò di cronaca, no?) e uno specchietto riassuntivo delle varie medaglie italiane con i record abbattuti durante i mondiali finlandesi (tra l'altro con alcune imprecisioni). Per favore, amici, a questo punto insultatemi se lo ritenete, censuratemi, o terminate in questo preciso punto la lettura dell'articolo. Ho voglia di essere polemico. Invito così la giornalista a seguire il nostro sito o il nostro blog, se del caso, per capire alcuni aspetti sulla spedizione italiana di Lahti che forse sarebbero dovuti essere sottolineati e che invece sono rimasti colpevolmente taciuti. Sicuramente aveva un budget di "cartelle" da utilizzare e ha deciso questo taglio. Ma (diamine!) attraverso l'esclusiva intervista (interessantissima, per carità!) della Gabric ancora una volta si è data questa immagine folkloristica e non completamente agonistica. Che poi, per tratteggiare (eventualmente) questa idea dello sport della terza età c'è sicuramente spazio e troverebbe noi per primi a sostenerne l'idea, ma se c'è un avvenimento che esula da questi presupposti è sicuramente un mondiale. Ma tant'è. Ma io mi chiedo: persone come Valerio Brignone, Enrico Saraceni e Vincenzo Felicetti, che di medaglie d'oro mondiali ne hanno vinte 3 a testa, dopo diversi turni eliminatori e non certo per intercessione divina, non meritavano forse un breve cenno? E gli over-90 Ugo Sansonetti e Giuseppe Rovelli che di medaglie ne hanno portate a casa a palate? E gli altri ori (almeno quelli)!? Non si sono portate a casa 300 auree medaglie da poterne scivere un libro, ma "solo" una ventina. Purtroppo il senso ultimo dello sport, non nascondiamocelo, è la vittoria, la celebrazione, il pubblico riconoscimento. Non credo molto a chi si presenta in pista ad una grande manifestazione mondiale od europea master col solo intento di "fare sport": per quello c'è tutta l'attività nazionale se vogliamo. Non ho mai vinto un mondiale individuale e sicuramente mai succederà, ma mi colpirebbe molto se anche quella eventuale medaglietta (che poco vale evidentemente) non avesse quel minimo di riconoscimento di un paio di righe sul giornale che io stesso finanzio con le mie quote di tesseramento e di partecipazione alle varie manifestazioni. Ed è forse per quello che quest'anno dopo Lahti ho deciso di raccontare atleta-per-atleta le sue gesta finlandesi. Comunque, i master+amatori rappresentano il 50% del totale dei tesserati a questa federazione: sulla rivista ufficiale vengono dedicate 2 pagine su 82, il 2,43% che quantifica l'esatta considerazione che hanno Arese e C. del Mondo Master. Si passasse a 3 sarebbe già un successone senza precedenti... lavoreremo per quello.

16/09/09

La Amigoni su Newsrimini.it

E’ una dirigente della Riccione 62, la società d’atletica della Polisportiva Comunale, ma ad appendere le scarpe al chiodo non ci pensa proprio. Lei è Cristina Amigoni, atleta over 40 che in questi giorni sta disputando i mondiali master di atletica leggera che si tengono a Lahti, in Finlandia, dal 28 luglio all’8 agosto - si legge in una nota della Polisportiva Comunale di Riccione -. Cristina si divide fra i due ruoli di dirigente (per la Riccione 62) e atleta master (tesserata per l’Asd Romatletica). E lo fa molto bene visto che ieri si è laureata campionessa del mondo nei 400 ostacoli over 40 col tempo di 1’06”13. La riccionese ha preceduto la finlandese Katrin Kreen (1’06”84) e la portoricana Wanda Velazquez Roman (1’07”38).

Grande soddisfazione in casa della Riccione 62. “Cristina è una ‘istituzione’ per la nostra società – ha detto il presidente, Angelo Ferrara – siamo molto soddisfatti sia per lei che corona un anno di intenso lavoro con questa vittoria, sia per Dan Mitirica, uno dei nostri allenatori che l’ha seguita passo a passo in questi mesi di preparazione”.

Roberto Vaghi: trovato sulla rete pillola di Lahti

SONDRIO – Si chiude con il botto l’esperienza finlandese di Roberto Vaghi ai campionati mondiali master di atletica leggera. Non pago del bronzo individuale nei 200 metri categoria master 70, il sondriese volante è arrivato in finale anche nei 400 metri, ottenendo il 5° posto con il tempo di 1′06″85, nuovo record italiano sulla distanza nei master 70.

Ecco il suo racconto appena tornato a casa: ”Per la medaglia di bronzo nei 200 metri sono felicissimo. Avevo già vinto altre medaglie ai mondiali nella staffetta, ma salire sul podio individualmente è un’altra cosa. Quando dopo le semifinali ho visto che avevo il 5° tempo ed il 4° e 3° non erano tanto lontani ho capito che questa era la mia occasione, e così è stato. Anche nei 400 metri sono andato bene, facendo segnare il nuovo record italiano. Un pizzico di rammarico perché il 4° mi ha preceduto di soli 7 centesimi, ma io ho corso in seconda corsia e lui in settima, quindi non mi sono proprio accorto che era così vicino”.

Ai mondiali master di Lahti hanno partecipato 288 atleti italiani, conquistando 65 medaglie di cui 25 ori, 19 argenti e 21 bronzi. “E’ stata una bellissima esperienza – conclude Vaghi – l’organizzazione è stata perfetta, com’è nello standard dei paesi nordici, l’impianto era stupendo e complessivamente hanno gareggiato 5000 atleti provenienti da tutto il mondo”.

La stagione del velocista sondriese si concluderà ora con la finale dei Campionati italiani di società in cui gareggerà con la canottiera dell’Atletica Ambrosiana.

Cristina Speziale (Addetto stampa C.P. Fidal Sondrio)

07/09/09

Doping: ci sono positivi a Lahti?

Leggevo su Masterstrack un interessante articolo di Ken Stone, il quale segnalava come Dieter Massin, il "crociato dell'anti-doping" nonchè presidente della Federazione Europea Master, avesse lanciato uno "stuzzicante indizio" sul fatto che qualcuno a Lahti sarebbe finito nella rete dell'Antidoping. A tutto ciò Ken Stone sarebbe arrivato per deduzione dalla risposta che lui stesso avrebbe ottenuto da Massin alla sua esplicita domanda "ci sono stati positivi a Lahti?". Massin avrebbe risposto: "Si stanno ancora analizzando i tests di Lahti. Una dichiarazione al proposito verrà pubblicata sul nostro sito". Con acume logico Ken Stone si chiede perchè se tutte le 50 analisi fossero state negative, ci sarebbe la necessità di pubblicare "una dichiarazione" sui test antidoping. Naturalmente in caso positivo il nome del "dopato" non sarebbe pubblicato immediamente ma verrebbe comunicato alla Federazione d'appartenenza. Staremo a vedere: Stone consiglia di rimanere sintonizzati sul sito della WMA per gli sviluppi. Intanto aggiungo che ho carpito informazioni tramite amicizie comuni e che la positività di Jamel Chatbi ai Mondiali di Berlino sarebbe dipesa da un farmaco per respirare assunto in seguito all'intervento chirurgico effettuato qui in Italia dall'atleta marocchino proprio al naso per una rinite cronica. Il dottore nella terapia post-chirurgica non si sarebbe premurato di avvertire l'atleta della cosa... rischierebbe se così fosse una squalifica di pochi mesi.

16/08/09

Lahti 2009: le foto del nostro amico Tom Phillips

(foto tratta da www.masterstrack.com) - Sul sito di Tom Phillips (all'indirizzo www.tomphillipsphotos.co.uk) sono disponibili già i primi scatti relativi ai Mondiali Master di Lahti 2009. Tantissime foto, molte delle quali dedicate anche agli italiani. Proprio per gli italiani Tom ha dedicato una cartella dove si potranno vedere tutti gli scatti da lui acquisiti in quei 10 giorni dai portacolori azzurri. Purtroppo non ci sono le foto del giorno 3 agosto, perchè in quella data, Tom, dovendo correre la finale dei 200 metri M55, è rimasto comprensibilmente inattivo sul fronte fotografico (però sarebbe stato interessante vedere delle foto dall'interno, mentre correva!). Se conoscete l'inglese, in questa pagina invece, potrete leggere quella che io chiamo "una storia", cioè il racconto di Phillips degli ultimi metri della sua finale: un thriller che finisce con una medaglia di legno. Un racconto quasi centimetro per centimetro... Anche chi arriva quarto, o quinto, o non arriva può raccontare sempre qualcosa di memorabile.

15/08/09

i 12 (+4...) record italiani di Lahti

Ha ragione il Duca quando parla di "confusione" sui record. Mi sono preso la briga di verificare i record italiani stabiliti a Lahti, ed è così che ne sono emersi 12 che andrebbero bene per l'Ufficio Statistico della Fidal, e 4 che invece sarebbero quelli che a livello internazionale varrebbero (ma che in Italia non valgono, proprio per la discrasia regolamentare tra le norme Fidal e quelle WMA). Ricordo (per chi ancora non lo sapesse) che il tutto nasce da una diversa configurazione del mondo master, per la quale in Italia (e non so in quali altri stati) si entra in una categoria al primo gennaio dell'anno di compimento dell'età "giusta" (anche se si è nati il 31 dicembre di quell'anno). A livello internazionale l'ingresso nella categoria avviene solo al compimento dell'età anagrafica... Ergo, chi per esempio quest'anno compisse i 45 anni al 31 dicembre, sarebbe per tutto l'anno un M40 (ma la Corrida di San Silvestro la potrebbe correre come M45...). Chi ha ragione? Cui prodest? Sono sostenitore della regole relativa all'anno (e non alla data), ma avanzando la proposta nel forum di Masterstrack le voci contro sono state nettamente superiori a quelle a favore. Naturalmente c'è chi si è fatto due rapidi conti in tasca: chi è nato verso l'inizio dell'anno (fino a giugno) ha tutto l'interesse a competere con la data di nascita come border-line (verrebbero esclusi un sacco di "giovani", soprattutto a livello indoor). Chi nasce dopo vuole naturalmente il contrario. Certo è che così non si può andare avanti: necessita un'omogeneizzazione a livello internazionale. In un modo o nell'altro. A proposito: la Fidal che si era impegnata a perorare questa causa (così come ho letto nel programma elettorale 2004-2008) cos'ha fatto concretamente?
Ma torniamo a Lahti. 12 record italiani dicevo (validi sia per la Fidal che per la WMA). Un record del mondo (quello di Sansonetti nei 400 m90, che lo risarcisce di quello perso sugli 800) ed un record europeo (quello della Gabric nel disco w90, così come riporta Ivar Soderlind nel suo report sul sito della EVAA). Vediamo nello specifico:
  • Marinella Signori ha migliorato ancora il suo record italiano spostandolo in batteria nei 100 dal 13"46 (ottenuto a Cattolica agli italiani master) a 13"42 corso in batteria.
  • Vincenzo Felicetti ha abbassato invece i suoi record sui 400 in due occasioni: in semifinale ed in finale: prima 57"26, quindi il 56"77 che gli ha consentito di vincere l'oro. Anche per Vincenzo il record risaliva a Cattolica con 57"31. E' la 5^ volta che nella stagione Felicetti abbassa il record. Sfortunato invece nei 200, dove il record è resisitito nonostante la vittoria mondiale al 25"55 corso a San Benedetto.
  • Ugo Sansonetti: il nuovo record italiano (1'35"04) polverizza la sua stessa miglior prestazione di 1'39"20 corsa a Cattolica. Ma la novità è che viene polverizzato anche il precedente record mondiale di 1'38"69 del tedesco Mahlo del 2002. Ben 3 secondi e mezzo in meno.
  • Luigi Ferrari: un pò a sorpresa mi sono trovato pure questo record italiano: 2'04"83 sugli 800 M50. In realtà quello precedentemente tabellato risulta essere un 2'04"8 manuale ottenuto da Enrico Greppi nel 1983, uno dei più antichi record italiani in circolazione (dovrebbe essere il 10° record master al momento più datato, il 4° degli M50). Un'impresa, insomma, che valica il tempo, ma che non gli ha consentito di andare a medaglia (5°).
  • Nadia Dandolo: non poteva essere più roboante l'entrata nel mondo master di una delle più forti mezzofondiste italiane di sempre. Argento e record italiano con 17'23"08 (precedente 18'03"90 di Maria Pia D'Orlando risalente al 1991, l'anno della tripletta mondiale: cross, 5000 e 1500).
  • Gabre Gabric ha invece migliorato portandolo a 12,55 il record del disco, che a lei stessa apparteneva con 12,14. Anche questo record ottenuto a Cattolica quest'anno. Particolarità: in Italia i record della Gabric rientrano tutti nella categoria F95, ed il record europeo è invece classificato nella categoria w90.
  • Ingeborg Zorzi è stata invece la prima italiana W60 della storia a cimentarsi sugli 80 hs (durante l'eptathlon): 15"76.
  • Giuseppe Rovelli: il più medagliato italiano di Lahti 2009, ha migliorato di una manciata di punti (12), il suo stesso record M90 ottenuto a Macerata l'anno scorso: 4005 contro 4017.
  • Brunella Del Giudice: le grandi prestazioni mondiali della Del Giudice si sono concluse con il record del pentathlon/lanci. Sfiorati diversi record, ma oltrepassato solo quello delle prove multiple nei lanci: 4471 punti. 4369 il precedente record della stessa Del Giudice risalente a Lubiana 2008.
  • 4x400 M60: 4'00"78. Sensazionale record, che abbassa addirittura di quasi 3"50 il precedente di 4'04"10 della formazione schierata a Riccione 2007. Ma visti i 3 finalisti della gara individuale, con il 4° nella finale dei 100hs, il record era nell'aria.
  • Enrico Saraceni: a livello internazionale Saraceni avrebbe abbassato i record sia dei 100 che dei 200 (11"22 e 22"61 con -1,5), ma per la Fidal Mario Longo, nella sua condizione di pre-45enne, di fatto ha già riscritto la storia delle migliori prestazioni italiane nella categoria.
  • Roberto Vaghi: infine l'ottimo campionato del mondo di Roberto Vaghi si è concluso con un record "ad età compiuta" nei 400 M70: 1'06"85 contro l'1'08"90 di Ludovico Bonvecchio del 2001. Il record "pre" era invece di 1'06"90: quindi meglio anche di questo. Di fatto c'è un record indoor dello stesso Torre che ha corso in 1'06"16.
Assoluto (record Fidal)
  • 100 W45: 13"42 (1,0) - Marinella Signori
  • 400 M60: 57"26 - Vincenzo Felicetti
  • 400 M60: 56"77 - Vincenzo Felicetti
  • 400 M70: 1'06"85 - Roberto Vaghi
  • 400 M90: 1'35"04 - Ugo Sansonetti (WR)
  • 800 M50: 2'04"83 - Ferrari Luigi
  • 5000 W45: 17'23"08 - Nadia Dandolo.
  • disco W90: 12,55 - Gabre Gabric (ER)
  • 80HS W60: 15"76 - Ingeborg Zorzi
  • Pentathlon lanci M90: 4017 - Giuseppe Rovelli
  • Pentathlon lanci W65: 4471 - Brunella Del Giudice
  • 4X400 M60: 4'00"78 - Frei, Montaruli, Del Rio, Felicetti
Ad età compiuta (non riconosciuto dalla Fidal)
  • 100 M45: 11"31 (1,2) - Enrico Saraceni
  • 100 M45: 11"22 (0,0) - Enrico Saraceni
  • 100 M90: 17"82 - Ugo Sansonetti
  • 200 M45: 22"61 (-1,5) - Enrico Saraceni.

14/08/09

"Il giornale" on-line linka il mio blog...

Bè, quando il tuo lavoro viene utilizzato un minimo di soddisfazione arriva. Nell'articolo a firma di G. Mer. (Gianni Merlo?), il medagliere è quello che ho costruito giorno per giorno io...

13/08/09

Bilanci finlandesi: prime riflessione

Tracciamo un bilancio della trasferta a Lahti della compagine italiana? A caldo, col rischio di dimenticare qualcosa o qualcuno, mi arrischio io per primo partendo dai freddi numeri, che volenti o nolenti sono il nostro pane. Le 65 medaglie vinte dagli atleti italiani, innanzi tutto, sono tante o sono poche? A Lahti alla fine si sono presentati 218 atleti italiani dei 292 inizialmente iscritti: il 74%. Il 26% ha invece deciso di starsene a casa per le motivazioni più varie. Principale: il costo della trasferta. Nel medagliere finale l'Italia è giunta settima. A Riccione si arrivò secondi dietro la Germania (nonostante il rapporto di 3 atleti ad 1). L'Italia rientra probabilmente nel novero delle nazioni con una delle tradizioni master più comprovate, ma è anche quella che vive un fenomeno singolare: gli ultimi posti. Cioè, se scorrete le classifiche di diverse specialità, noterete che in fondo ad alcune di esse si trovano diversi italiani che "agonisticamente" parlando, sono stati poco performanti. Altra riflessione: su Masterstrack leggevo che gli americani a Lahti erano 220. Gli italiani, come dicevo, 218: più o meno lo stesso numero. Ma gli USA hanno poi portato a casa la bellezza di 147 medaglie di cui 63 d'oro (1 ogni 4 atleti, praticamente). Più del doppio dell'Italia, e soprattutto un rapporto di vittorie notevolmente maggiore. Spiegazione fin troppo facile: a Lahti sono venuti più master americani convinti di far bene, mentre in Italia l'idea della mera partecipazione è ancora prevalente rispetto a quella del risultato a tutti i costi. Difficile dire chi possa avere ragione. Certo è che le voci che si sollevano da diverso tempo chiedono un innalzamento qualitativo degli standard prestativi dei master, proprio come investimento su una quota di atleti che (soprattutto delle categorie più "giovani") deve vincere prima di tutto il proprio pregiudizio sul mondo master. Dall'altra parte non dimentichiamo che un mondiale master è un'opportunità non marginale di guadagno per una città e il suo circondario: fare tagli o imporre minimi (io ritengo che dovrebbero essere imposti almeno fino ai 55/60) probabilmente taglierebbe parte dei guadagni e la WMA a Lahti, invece di intervenire a difesa degli atleti, ha semplicemente scrollato le spalle. Quindi teniamoci il mondiale oceanico.
Ma torniamo alla domanda iniziale: che peso diamo alle nostre medaglie? Mi sono preso la briga di verificare in quante categorie erano presenti gli italiani: 18, 11 maschili e 7 femminili. Tra gli uomini sono mancati gli M85 (uno su tutti, Bruno Sobrero); tra le donne addirittura nessuna F55! Quindi un buco dalle F70 alle F90: 20 anni, 4 categorie, senza nemmeno un'atleta italiana! Dividendo il numero di medaglie, per il numero di categorie si arriva ad un valore: 3,61. Vale a dire che ogni categoria ha vinto poco più di tre medaglie e mezzo. La categoria più prolifica è stata la M40 con 10 medaglie (5 ori, 2 argenti e 3 bronzi). Poi gli M90 con 7 ori ed un argento: 8 medaglie. Se aggiungiamo la Gabric la categoria degli ultranovantenni italiani arriva a 11 medaglie: l'incidenza sul totale è forse troppo pesante: dimostra come il resto del movimento si sia un pò arrestato. Del resto solo quattro vittorie femminili (nelle 35, 40, 45 e 65).
A me francamente, in questa prima riflessione a caldo, mi sembra che l'Italia master non possa essere quella di Lahti: o, almeno, mancava qualcosa. Volevo inizialmente fare un paragone con San Sebastian 2005: da allora c'è stata indubbiamente un miglioramento, ma come dimenticare le 3 incredibili opportunità che ci sono capitate? Riccione ha fatto esplodere il fenomeno master in Italia; Lubiana è stata un pò la consacrazione fuori dai confini, in considerazione della vicinanza all'Italia; Ancona è stata l'apoteosi finale. Ma se guardiamo San Sebastian da Lahti, soli 4 anni, in realtà è come se parlassimo del periodo giurassico. Riccione non è minimamente paragonabile con nulla: rimarrà un evento sui generis e quella opportunità di far crescere tutto il movimento, come si è sempre detto, la si sta perdendo a poco a poco. Per questo i risultati di Lahti (per qualcuno positivi, per altri meno) sono duplicemente interpretabili.
Da un punto di vista ottimistico, quello di Lahti è un mondiale che si pone tra i più prolifici della nostra nazionale. Dall'altra il clima (soprattutto) sembrava quello di un'incipiente lenta agonia. Werther Corbelli su Atleticanet scriveva giusto oggi che si è forse fatto un passo indietro (o due...) rispetto al recente passato: concordo pienamente. Diversamente da Corbelli ritengo però che il problema non sia tanto la lontananza del luogo in cui avviene l'avvenimento internazionale: i master che hanno ambizioni sportive, secondo me sono anche disposti a sforzi economici non indifferenti per raggiungere le varie destinazioni. Francamente se poi tutto costa come a Lahti, con gli stessi prezzi si vola tranquillamente fino a Kamloops. Ecco, secondo me il vero problema è che la nazionale italiana non sembra una nazionale. Ognuno si deve arrangiare dall'inizio alla fine: prenotazioni, viaggi, alberghi, orari delle gare, premiazioni. E' come fare una vacanza fai-da-te. Solo che te la fai in Finlandia, al freddo, sotto l'acqua quotidiana e senza nemmeno la possibilità di viverti "il clima della nazionale": Non c'è alcuna condivisione con gli altri: poi chiaro, succede che ci si conosce, vedendo uno che gira con la stessa maglietta.
Sulle tribune finlandesi gli australiani facevano gruppo; gli americani idem; gli inglesi si erano piazzati dall'altra parte dello stadio. Qui mi riallineo con Corbelli: deve essere la Fidal (qui il primo suggerimento) che deve muoversi per tempo e creare "gruppo", cercando (e poi proponendo) le opportunità logistiche già con mesi e mesi di anticipo. Poi ce le paghiamo noi, naturalmente. Se poi uno non vuole vivere in compagnia, insomma, sono fatti suoi. Ma come non credere che questo non sia il primo passo per favorire la crescita numerica (e di conseguenza prestativa) dei master italiani quando vanno all'estero? Ma dei problemi organizzativi delle trasferte master, lasciatemi parlare nel prossimo intervento più organico e, spero, propositivo.
Ritorniamo agli aspetti prettamente tecnici. Mancavano alcune punte: Mario Longo, Emma Mazzenga, Bruno Sobrero, Tiziana Bignami solo per fare i primi nomi che mi vengono in mente. Ma assolutamente emblematico è il vuoto trasversale tra le categorie femminili nella velocità/ostacoli: 5 presenze totali su un potenziale di una dozzina di categorie e 5 specialità: 5 atlete su 60 gare, 1 atleta ogni 12 gare: forse bisogna interrogarsi sul perchè.
Sapete cosa penso? Che quando una persona decide di far parte di un'organizzazione attraverso il pagamento di una tessera, questa stessa organizzazione deve far in modo di fornire un minimo di servizi ai propri iscritti. In Italia, scusatemi, questa stessa organizzazione che conosciamo come Fidal, non sembra aver alcun interesse a che il fenomeno master venga diffuso. Il volto della Fidal (il sito internet) è emblematico: 3 articoli sui mondiali master, tra l'altro su alcune giornate "random", prese a caso, e guarda caso parlando solo dei soliti volti noti. Ma non fraintendetemi: non è che non si debba parlare dei volti noti, anzi, ma perchè forse ciò denota una scarsa conoscenza del mondo master nella sua globalità e della sua eterogeneità.
Ora secondo me, dobbiamo cominciare ad essere seriamente preoccupati: il mondo master cresce in termine di numeri (e sarà una tendenza continua, così come l'età media della popolazione sta crescendo) ma la sua forza è annichilita dal fatto che la visibilità data nei grandi appuntamenti risulta vieppiù frustrata e non considerata da questa Federazione.

11/08/09

Lahti, day-10: staffette e maratona riserva di medaglie

  • STAFFETTE
  • 4X100 M40 (Ceriani-Zanelli-Graziano-Scarponi): oro con 42"96 - La 4x100 M40 è un pò come il quattro di coppia nel canottaggio: il fiore all'occhiello di una Federazione, la riprova dello stato di salute di un movimento (certo, limitato alla velocità). E questo raramente tradisce. Imbattuta dal 2005 la 4x100 ha inanellato 3 mondiali consecutivi (San Sebastian 2005, Riccione 2007 e Lahti 2009), oltre all'oro di Lubiana 2008. A San Sebastian quello che appare un tempo incredibile: 42"57. A Lahti nemmeno tanto lontani: 42"96. Leit Motiv dei 3 ori mondiali Marco Ceriani, presente in tutte le circostanze. Del resto un "treno" TAV composto dal Campione del Mondo dei 200 (Scarponi), dal vice campione della stessa specialità (Graziano), e dal duo Zanelli-Ceriani, semifinalisti dei 200.
  • 4X400 M60 (Frei-Montaruli-Del Rio-Felicetti): oro con 4'00"78 - Dopo il dominio sui 400 piani (3 italiani nei primi 4) di Lahti, era davvero difficile non pensare al conseguente dominio nella staffetta del miglio. Un quartetto completato da Antonio Montaruli, un'altra icona dei master italiani (nella fattispecie negli ostacoli). E così non solo l'oro, ma anche il record italiano triturato di oltre 3 secondi con il resto del mondo ad arrancare distante. 10^ medaglia d'oro vinta ad una manifestazione internazionale master da una 4x400 italiana, ma solo la terza ad un mondiale (gli altri due ori sono stati vinti con la M35 e la M40 nell'abbuffata di Riccione). 5^ staffetta M60 italiana ai mondiali: il miglior risultato storico prima dell'oro mondiale di Lahti era stato il bronzo di Riccione (dove c'era lo stesso Aldo Del Rio).
  • 4X400 M35 (Romano-Poeta-Barcella-Gulino): argento con 3'23"34. In circa il 66% delle staffette nazionali italiane schierate ad un mondiale/europeo sulla 4x400 è arrivata una medaglia. 5^ apparizione internazionale di sempre per una 4x400 M35 italiana: il tempo è il secondo di sempre dopo il fantastico 3'20"43 di Riccione 2007 (Barcella, Poeta, Luccioli, Biffi). Allora arrivò l'oro mondiale e il quasi-record del mondo. La staffetta varata quest'anno era davvero una delle migliori di sempre. Pensare che scendevano contemporaneamente in pista il Campione del Mondo 2007, il Campione Europeo outdoor 2008 e quello indoor 2009 poteva mettere davvero in difficoltà tutti. L'inghilterra ha però trovato un'ossatura davvero solida, schierando due sub-50", e un finalista dei 200 (Jim Tipper). Gara alla pari decisa forse dalla corsia iniziale, con l'Inghilterra interna all'Italia.
  • 4X400 M40 (Ceriani-Zanelli-Salvador-Scarponi): bronzo con 3'26"60. Rispetto alla staffetta veloce entra Fausto Salvador al posto di Mauro Graziano. Arriva il terzo posto, molto vicino all'argento. A Riccione arrivò l'oro con 3'26"01 (quindi non tanto distante dal tempo di Lahti), ma stavolta gli USA erano davvero in-shape. A San Sebastian argento con 3'26"18. Sempre a medaglia nelle ultime tre edizioni. Nelle 7 volte complessive tra Europei e Mondiali in cui la staffetta è stata schierata, in 5 ha vinto una medaglia.
  • 4X400 W35 (Lacava-Amigoni-Pagliacci-Tiselli): bronzo con 4'14"90. Una medaglia nell'unica staffetta femminile italiana a Lahti è da catalogare alla voce "miracolo". Miracolo perchè, come dicevo nei giorni scorsi, tra 100, 200, 400, ostacoli alti e bassi, in tutte le categorie femminili (dai 35 a 95) si sono presentate solo 5 atlete azzurre (di cui una, Lusia Puleanga, si è pure infortunata). Così la classe operaria si è tirata su le maniche è si è tagliata una fetta di paradiso con un bronzo davvero pesante. 17^ staffetta italiana femminile 4x400 nella storia internazionale master, ottava mondiale. Nei due precedenti mondiali, le W35 avevano conquistato due argenti. In totale, 3 staffette W35 e sempre una medaglia portata a casa. Solo in 5 edizioni dei mondiali master (su 18) è stata presentata una staffetta 4x100 italiana, mentre in soli 3 mondiali (Lahti compreso) è stata presentata almeno una staffetta 4x400 femminile.
  • 4X100 M35 (Orlandi-Barcella-Poeta-Pistillo): 5^ con 45"57. Storicamente è la quinta volta che l'Italia presenta una 4x100 M35 ad una grande manifestazione master. Nelle altre 4 circostanze arrivarono un oro (Lubiana-08), un argento (Riccione-07), un 4° a San Sebastian-05 e il mancato arrivo al traguardo a Poznam-06. Di fatto il 45"57 è un risultato cronometrico modesto. Si è forse sentita la mancanza di velocisti puri.
  • 4X100 M50 (Carniato-Coco-Rapaccioni-Cipriani): con 48"39 - sesta piazza per la formazione M50. Mai vinta una medaglia ad un mondiale, e solo due bronzi conquistati agli europei (l'ultima a Lubiana 2008). Quella di Lahti è la quinta volta che la 4x100 M50 vede la luce: il 48"39 è il miglior tempo ottenuto ad un mondiale, mentre agli europei a Potsdam 2002, la formazione nazionale era riuscita a correre in 47"76.
  • 4X400 M60 (Bastiglia-Cipriani-Coco-Rapaccioni): con 3'55"28 - Altro sesto posto per la seconda formazione M50. Bastiglia sostituisce Carniato nello scheletro della formazione. E' la seconda volta ad un mondiale che vede la luce una quadriga di M50 nella staffetta: la volta precedente, a Riccione, finì 4^ con 3'50"75. Quarta volta (compresi gli europei) della 4x400: 3'43"79 il tempo più veloce, ottenuto agli europei di Potsdam nel 2002, e che gli permise di vincere il bronzo.
  • 4X100 M45 (Furia-Saraceni-Bianchi-Zuliani) - DNF - Sulla carta la squadra non era affatto male. Furia semifinalista nei 100 e 200, il tricampione del mondo, Zuliani semifinalista sui 200 e Bianchi semifinalista su 200 e 400. Così, su due piedi penso che avrebbero potuto correre in 45"/45"5, cioè una medaglia assicurata. Poi, si sa, nelle staffette veloci le variabili indipendenti legate all'atletica aumentano vertiginosamente, e ci può stare di perdere il testimone. E' la prima volta che capita ad un mondiale, mentre due volte era successo agli europei alla M65 e alla M35. Senza togliere nulla a nessuno, pensare che in Italia sono rimasti Mario Longo, Ferido Fornesi e Giancarlo D'Oro (ci aggiungo anche Salvino Tortu, 49 in pectore), si poteva pensare addirittura di abbassare il record del mondo M45 (il decennale 43"42 inglese).
  • 4X400 M45 (Zuliani-Bianchi-Manfredi-Saraceni) - DNF - E' la seconda volta nella storia che una 4x400 italiana non fa classifica: la volta precedente era stata una squalifica a Brisbane 2001 della staffetta M60. Non conosco i motivi del ritiro, quindi mi astengo dal commentare. Sulla carta, si poteva pensare ad un tempo (per difetto) di 3'36" solo considerando i tempi ottenuti sui 400 a Lahti (Zuliani e Manfredi 55"9, Bianchi 53"9 e Saraceni 50"2). L'oro è stato vinto con 3'35"61, l'argento con 3'36"71 e il bronzo con 3'37"11. La 4x400 M45 non ha mai vinto un oro in alcuna manifestazione internazionale... continua la maledizione.
  • MARATONA
  • ANNA MARIA CASO (oro - maratona W45 - 3h13'53") - Unico oro dalla maratona italiana, su ben 8 medaglie conquistate (1 oro, 2 argenti e 6 bronzi). A prenderne possesso Anna Maria Caso, nuova campionessa mondiale W45 della maratona. 25^ medaglia d'oro mondiale proveniente dalla maratona per l'Italia (maschile e femminile, comprese tutte le categorie), la sesta tra le donne, la terza a livell0 individuale. Le prime due erano state vinte nel 1985 da Silvana Acquarone e nel 2007 da Monica Alvoni Tamburini a Riccione 2007. Anna Maria Caso è anche l'unica italiana ad aver mai vinto medaglie tra le W45 italiane ai mondiali, essendo sua l'unica altra medaglia presente (il bronzo di Riccione 2007). Il 3h13'53" rapresentano infine il miglior risultato cronometrico ottenuto da una W45 italiana ad un mondiale.
  • IPINO MICHELA (argento - maratona W40 - 3h02'05") - La famiglia Ipino non finisce mai di stupire: alla fine conteranno 5 medaglie (2 Michela, 2 Stefano e una Alessandro). Michela guadagna un meritato argento che difficilmente sarebbe potuto essere oro (la vincitrice, l'irlandese Pauline Curley ha corso nel tempo siderale di 2h43'56"!!). E' questa la 5^ medaglia individuale conquistata da un'italiana nel binomio a livello internazionale, la terza ad un mondiale. Una sola donna W40 italiana, ad un mondiale master, è riuscita a scendere sotto le 3 ore: Silvana Acquarone nel 1985 con 2h49'28 (tempo che le consentì di vincere l'oro). Il tempo della Ipino è il terzo di sempre di una W40 italiana ad un mondiale.
  • MARATONA M35 (argento - Stefano Ipino, Alessandro Ipino, Georg Aichner) - L'Italia che corre (M35) non scende dal podio mondiale dopo Riccione 2007. Argento per soli 34" su quasi 29.000" a favore della Finlandia (la somma dei tre tempi dei tre maratoneti). Un niente. Seconda prestazione di sempre della formazione italiana.
  • IPINO STEFANO (bronzo - maratona M35 - 2h44'40") - Prestigioso bronzo nella maratona M35 di uno dei tre Ipino presenti a Lahti. Gara vinta dal tedesco Schneider in 2h40'01". Nella storia della specialità, questa è la 5 ^ medaglia vinta da un italiano (2 ori: Alessandro Di Priamo nel 2007 e la squadra composta dallo stesso Di Priamo, Brugè e Legumi sempre nel 2007; 1 argento e 2 bronzi). Il 2h44'40" è la sesta prestazione cronometrica di sempre nel binomio M35/matratona di un italiano. Migliore ancora una volta Alessandro Di Priamo che corse in 2h32'34" sempre a Riccione.
  • ANTONIO DI SOMMA (bronzo - maratona M55 - 2h54'59") - Alla messe di medaglie italiane provenienti dalla maratona ha contribuito anche Antonio Di Somma, classe 1954. Il duo polacco Cichonczuk-Barewski) ha dominato la gara: difficile pensare di fare meglio nella giornata della gara. Il risultato di Di Somma fa il pari con il bronzo di Antonio Trabucco, bronzo a Riccione 2007: al momento sono i migliori risultati mai ottenuti da un italiano M55 ad un mondiale outdoor. Nel carnet anche l'oro conquistato dalla formazione nazionale a Riccione 2007.
  • MARATONA M45 (bronzo - Gianfranco Mocellin, Mario Cristofaro, Stefano Ciotti) - bronzo a squadre per la maratona italiana M45. Specialità taboo, visto che nonostante le oltre 300 presenze italiane nel binomio nel corso di tutte le edizioni dei mondiali master, non è mai arrivato un oro. Migliori risultati 5 argenti e un bronzo: 6 medaglie complessive. Il miglior tempo mai ottenuto da un M45 è ancora quello di Federico Nogara nel 2004 ad Aarhus con 2h35'39". Mocellin a Lahti ha corso in 2h49'21", 17° tempo italiano di sempre nel binomio che gli ha consentito di raggiungere il 10° posto individuale.
  • MARATONA M50 (bronzo - Pietro Balbo, Claudio Ongaro, Daniel Polla) - altro bronzo dalla maratona: alla fine questa specialità si dimostrerà una di quelle che apprterà più medaglie. Altra medaglia che arriva laddove a Riccione nel 2007, nel concorso a squadre aveva portato l'oro. Miglior posizione per Pietro Balbo giunto 6° con 2h49'58", in una specialità che nel passato ha visto la conquista di due ori mondiali (Roma 1985 con Luciano Acquarone e Riccione 2007 con Claudio Ongaro). Ongaro presente anche a Lahti, ma giunto solo 24° con 3h17'21". Sicuramente qualche problema per lui.
  • MARATONA M55 (bronzo - Antonio Di Somma, Vincenzo De Feo, Antonio Esposito) - bronzo, sempre bronzo. 5° nella maratona in giornata. Ancora una volta la medesima formazione nel binomio, aveva conquistato l'oro a Riccione 2007. Ad un mondiale è la 4^ volta che l'Italia viene "classificata": un oro, due bronzi ed un ottavo posto a Turku nel 1991.
  • MARATONA W40 (bronzo - Michela Ipino, Laura Ertani, Stefania Borin) - sesto bronzo dalla maratona a Lahti (e due argenti, per un totale di sette medaglie). A conquistarlo la formazione W40 condotta dalla Ipino, splendida seconda. Nell'unico precedente in cui si presentò la squadra W40, a Riccione, arrivò l'argento.
  • GIOVANNA MONDINI (5^ - maratona W60 - 3h54'08") - 9^ italiana W60 a correre una maratona mondiale, la Mondini con il 5° posto ha ottenuto il 2° piazzamento di sempre, Una sola medaglia conquistata nel binomio storico, quello della squadra nazionale a Riccione 2007. Quindi nessuna medaglia individuale fino ad ora.
  • MARATONA M35 (gli altri italiani): Alessandro Ipino giunge 5° (2h49'18") e 6^ prestazione di un italiano M35 ad un mondiale. Cronometricamente invece il tempo fatto segnare è il 9° di sempre di un italiano. Georg Aichmer giunge 10° con 2h53'54", 18° italiano di sempre (come M35) a stare sotto il "muro" delle 3 ore ad un mondiale.
  • MARATONA M40 (6^ - Vojko Bratina, Emanuele Antonio Gaio, Fabio Longo) - Brusco passo indietro per la maratona M40. Il migliore della spedizione, Vojko Bratina, giunge 38°. Per avere un mondiale con il primo italiano messo peggio, bisogna tornare indietro di 20 anni, ad Eugene-1989, dove Giorgio Fracchia giunse, primo italico al traguardo, al 78° posto. E' la terza volta che la squadra riesce a definirsi (fu oro a Riccione 2007): il sesto posto è migliore comunque del 7° di Turku 1991.
  • SIEPI
  • MARTINO CUDER (4° - 2000 siepi M80 - 13'08"98) - 8° mondiale per Martino Cuder, che partecipò al suo primo mondiale nel 1985, a Roma da M55. Da allora sono passati 24 anni: adesso da M80 giunge 4° nei 2000 siepi. Un bronzo nel suo carnet mondiale: era il 2005 a San Sebastian, come M75. Cuder fu 4° anche a Myiazaki 1993 e Gateshead 1999.
  • ROSARIO RUGGIERO (4° - 3000 siepi M50 - 11'01"29) - Medaglia di "legno", purtroppo per Ruggiero. Ma probabilmente nulla da recriminare visto che il bronzo era lontano 30" circa. 12^ medaglia di "legno" sulle siepi nella storia dei mondiali master italiani. Tra gli M50 italiani ai mondiali, il 4° posto è il miglior piazzamento di sempre nella categoria M50 (il precedente miglior piazzamento era il 5° di Silvano Gottardo a Roma 1985). A Riccione 2007, unica presenza ad un mondiale di Ruggiero, l'atleta era giunto 16°.
  • FRANCESCA RAGNETTI (4^ - 2000 sipei W40 - 8'26"57) - siepi sfortunate, quelle italiane a Lahti. Terzo legno conquistato, stavolta per piede di Francesca Ragnetti. La stessa atleta è la 16^ italiana che corre sulle siepi ad un mondiale, in una specialità che ha dato molte soddisfazioni ai colori azzurri fra le donne. Si pensi che su 16 atlete, 7 hanno conquistato una medaglia (due d'oro). La Ragnetti è anche la sesta atleta W40 a cimentarsi sulla gara (3 medaglie conquistate). Il massimo risultato "mondiale" per Francesca rimane così il bronzo sui 2000 siepi a San Sebastian 2005 (unica medaglia individuale da lei vinta).
  • FRANCESCO RUSSO (6° - 3000 siepi M35 - 11'34"70) - Nei 3000 siepi è la terza partecipazione internazionale. Un sesto a Lubiana ed un 18° a Riccione i suoi risultati. Di fatto migliora la propria classifica nonostante il tempo sia il peggiore di quelli fatti registrare sin oggi tra mondiale ed europei. Un solo oro l'Italia ha vinto nella propria storia-master sui 3000 siepi (considerando tutte le categorie e le manifestazioni internazionali): quello di Franco Gnoato a Riccione 2007 (M40). La sesta posizione di Russo è anche la seconda prestazione assoluta (come classifica) di un italiano, dopo il bronzo di Riccardo Baggia nel 2007.
  • MENTO GIUSEPPE (10° - 3000 sipei M40 - 12'38"38) - Dopo l'esperienza di Riccione sui 5000 (56°), Giuseppe Mento si cimenta sui 3000 siepi giungendo 10°. Dopo il già citato oro di Gnoato nel binomio a Riccione 2007, il 10° posto si colloca all'ottavo posto come posizione ottenuta da un italiano.
  • ROBERTO MIGLIA (11° - 3000 siepi M55 - 13'26"92) - Miglior posizione ad un mondiale master outdoor per Roberto Miglia, che a San Sebastian, negli M50, giunse 12°. A Riccione, sempre M50, giunse invece 14°.
  • SALVATORE CRISCUOLO (11° - 2000 siepi M60 - 10'41"76) - 2 medaglie vinte nel passato nel binomio M60/2000 siepi ai mondiali, ma mai un oro. A Riccione 2007 Criscuolo giunse 17°.
  • TRIPLO
  • GIULIANO COSTANTINI (06° - triplo M60 con 10,85) - 4° partecipazione internazionale di Costantini: due quarti posti (Riccione-07 e Ancona-09) e un 5° a Lubiana-08. Nella storia del masterismo italiano, nel binomio è stato vinto anche un oro, con il leggendario Amelio Compri, che vinse a Roma 1985 con 11,45 (miglior prestazione ad un mondiale di un italiano M60 nel triplo).
  • PENTATHLON LANCI
  • VINCENZO RUISI (19 con 2489 punti M55) - Specialità difficile per gli italiani: un solo oro nella storia tra tutte le categorie e in tutte le manifestazioni prese in considerazione. Miglior posizione tra gli M55 ad un mondiale è un ottavo posto a Myiazaki nel 1993 da Angelo Giumanini. Ruisi fu 19° a Riccione nel 2007.

10/08/09

Lahti, day-9: pioggia d'oro dai 400. Sansonetti, Felicetti e Saraceni - Ciceri oro nel triplo

  • UGO SANSONETTI (oro - 400 M90) - Terzo oro per l'Ugo nazionale al mondiale finlandese. Avete qualche altro aggettivo da aggiungere? Bè, adesso metteteci che Sansonetti ha stabilito anche il nuovo record del mondo M90 sui 400 con 1'35"04, abbassando l'1'38"69 del tedesco Mahlo ottenuto nel 2002 a Potsdam. Un 'altra pagina di storia scritta: 3 ori come il lombardo Rovelli da M90 nella stessa edizione dei mondiali (mai nessuno vi era riuscito prima: adesso addirittura in due in un colpo solo). Ora: se vincere due titoli allo stesso mondiale master nella velocità (100, 200, 400) risulta un'impresa epica in sè stessa, vincerne addirittura tre è qualche cosa che sfocia nel mito master. Solo grandi atleti come Collins, Muller, Peters (quelli che mi vengono in mente alla rinfusa di primo acchitto) sono risuciti. E poi Sansonetti, che ottiene la seconda tripletta italiana della storia dopo San Sebastian 2005: unico italiano a riuscire (poi vedremo a fine giornata che non rimarrà da solo sull'olimpo). Quanto a doppiette, sono "solo" 4 gli italiani a vincere due medaglie nella velocità master. Ricordo quella di Sobrero (2003, 100 e 200), Saraceni (2005, 200 e 400, e secondo sui 100) e Mario Longo (100 e 200 nel 2007 a Riccione). A fine giornata si aggiungerà quella di Felicetti (200 e 400). Volete impallidire? Ebbene: quella sui 400 rappresenta la 54^ medaglia internazionale a me nota vinta da Sansonetti. Di sicuro è la 28^ vinta ad un mondiale master, la dodicesima d'oro.
  • GIANCARLO CICERI (oro - triplo M50) - tanto tuonò che piovve. Giancarlo Ciceri porta a casa il suo medaglione di metallo pregiato, ed entra così di diritto nell'empireo dei più grandi triplisti italiani di sempre a livello master. La gara di Lahti si infiamma tutto d'un tratto al 3° salto: il norvegese Klungland 12,64 (ventoso), l'italiano 12,69 (regolare). Sarà poi la misura che gli darà l'oro. 7^ medaglia d'oro italiana nel salto triplo ad un mondiale master e 5° atleta italico a riuscire nell'impresa, dopo Amelio Compri (1985), Crescenzio Marchetti (1993 e 2007), Vittorio Colò (1997) ed Elisa Neviani (2005 e 2007). Dal triplo M50 erano comunque già arrivate 4 medaglie nel passato: 2 argenti (grazie ai "piedi" di Crescenzio Marchetti) e 2 bronzi (Bortolozzi e Fassio). Primo oro nella categoria quindi. Quello di Ciceri è anche l'ottavo oro complessivo vinto dalla categoria M50 ai mondiali master (3 dalla maratona, 2 dalla marcia, uno dai 10000 e uno dal martello). Primo dai salti. Per concludere: questo è anche il primo oro conquistato in assoluto in una competizione internazionale da Ciceri, anche tenendo conto dei Campionati Europei. Al suo attivo aveva infatti 2 argenti e 2 bronzi (oh, ricordatevi delle mie tare "europee" pre-2000).
  • VINCENZO FELICETTI (oro - 400 M60) - Non ho statistiche relative ai distacchi tra il primo e il secondo, certo è che 2"21 sono davvero tanti tra la medaglia d'oro (56"77) e l'argento (58"98) ad un campionato mondiale sui 400. Soprattutto in categorie "intermedie", dove l'affollamento crea comunque standard di prestazioni abbastanza livellati. Ma tant'è: Vincenzo Felicetti dopo l'oro nei 200, bissa il titolo mondiale accoppiandolo con quello dei 400. Non aveva mai vinto ori mondiali nonostante l'affitto pluriennale delle zone alte dei podi internazionali già a partire dalla metà degli anni '90. 36^ medaglia sovranazionale (a me note, Europei compresi), ma "solo" la quinta mondiale (2 ori, 1 argento e 2 bronzi). Prima di Lahti, a Brisbane 2001 vantava la sua miglior prestazione mondiale, con l'argento sui 400. Come nella "recensione" di Sansonetti, Felicetti è il 4° italiano di sempre ad ottenere una doppietta nella velocità. Come invece detto ieri, l'oro di Vincenzo è la prima medaglia nel binomio mondiale M60/400.
  • ENRICO SARACENI (oro - 400 M45) - Tripletta per Enrico Saraceni ad un mondiale con questo 400 corso in 50"29. Come detto in precedenza è la terza volta che accade ad un italiano in un mondiale master nella velocità. Secondo uomo a riuscire nell'impresa (dopo le due triplette di Sansonetti). Tripletta sfiorata da Enrico già a San Sebastian 2005, dove l'oro sfumò di un niente nei 100 nonostante il 100 metri più veloce della storia del masterismo italiano corso durante una manifestazione internazionale (10"79). Allora vinse Tony Noel. Come detto a Lahti 50"29, che sfiora per la seconda volta durante l'anno il mondiale di 50"20 di Fred Sowerby (aveva corso già 50"27). Difficile alla nova prova in pochi giorni ottenere il massimo: certo che sarebbe stata una bella ciliegina, di fatto solo rimandata ad una gara secca. Il sub-50" porrebbe Saraceni come il primo uomo sopra i 45 anni sotto i 50". Dovrebbe essere la 36^ medaglia internazionale: imbattutto nei 400 da master dal 2004, con 11 vittorie tra Europei e Mondiali, all'aperto e al chiuso. 8° oro mondiale (staffette comprese). Nel suo incalzante ruolino di marcia possiamo parlare di "sole" 3 sconfitte internazionali in 5 anni da master: il 200 di Riccione 2007 (causa infortunio), l'argento di San Sebastian 2005 sui 100 (ma con 10"79) e il 4° di Riccione sui 100 metri. Concludendo: l'oro di Saraceni è la decima perla sui 400 vinta da un italiano ad un mondiale master: 3 dallo stesso Saraceni (2005, 2007 e 2009) 3 da Ugo Sansonetti (1999, 2005 e 2009), 1 da Noemi Gastaldi (1993), 1 da B. Bianchi (1979), 1 da Vincenzo Felicetti (2009) e una da Edgardo Barcella (2007).
  • GIORGIO BORTOLOZZI (bronzo - triplo M70) - Altra medaglia per uno dei più grandi triplisti italiani di sempre in ambito master: Giorgio Bortolozzi (assieme ad Amelio Compri, Crescenzio Marchetti, Vittorio Colò, Giancarlo Ciceri ed Elisa Neviani, così come mi vengono in mente). Bronzo conquistato con una misura di 9,37, che arricchisce l'italia della 54^ medaglia conquistata in una grande manifestazione internazionale nel salto triplo master. 21^ medaglia ad un campionato del mondo master, la seconda della categoria M70: l'altra, un argento, l'aveva conquistata lo stesso Bortolozzi a Riccione 2007 con 10,14 (misura che se conseguita a Lahti gli avrebbe dato l'oro). Per Giorgio Bortolozzi è il settimo podio internazionale (tutti nel salto triplo): sei di queste sette medaglie sono arrivate ai campionati mondiali: 3 argenti e 3 bronzi. Naturalmente, come dico sempre, i miei dati relativi agli Europei, sono purtroppo parziali.
  • RUDOLF FREI (bronzo - 400 M60) - Esordire ad un mondiale a 60 anni e tornarsene a casa con una medaglia. E' questa la breve storia sportiva di Rudolf Frei, terzo nei 400 M60 dominati da Vincenzo Felicetti. Il suo tempo 59"08, era davvero vicino a quello dell'australiano Howden (58"98). Ma va bene così. I 400 M60 sono stati una terra di conquista italiana, con due medaglie su 3 ed un quarto posto. Frei aveva esordito a livello internazionale solo quest'inverno ad Ancona giugendo terzo proprio nei 400 con 1'00"85.
  • MASSIMILIANO SCARPONI (bronzo - 400 M40) - Max riesce a correre il suo 400 più veloce della stagione (50"09) e porta a casa un ottimo bronzo: poteva essere argento (l'indiano Rawat, noto sperperatore di energie nei turni preliminari, ha corso in 50"01), ma poteva anche essere legno, visto il 50"13 del britannico Ward. Non ricordo quando (e se) Scarponi abbia corso più veloce negli ultimi anni, ma non penso siano state tante le volte. Se dovessi sbilanciarmi, avrei detto che l'oro gli sarebbe venuto più facile sui 400 che sei 200: smentito. Ha vinto la gara l'americano Robert Thomas con 49"62 (spauracchio italiano degli ultimi anni nella categoria M40). Secondo bronzo consecutivo nel binomio M40/400 per Scarponi ai Mondiali, anche se a Riccione gli bastò correre in 50"65. 5^ medaglia conquistata nel binomio nella storia (2 ori di Saraceni, uno di Bianchi e 2 i bronzi di Scarponi). Solo 4 italiani della categoria M40 sono risuciti ad accedere alla finale dei 400 M40 ad un mondiale. Oltre ai 3 già citati, Danilo Bertaggia a Riccione 2007.
  • ANTONIO MONTARULI (4° - 100hs M60) - Parlandoci insieme, al TIC di Lahti, Antonio mi diceva di alcuni persistenti problemi (mi sembra tendinei) che non gli consentivano di concentrarsi sulla prova più lunga sugli hs, dove è campione europeo in pectore. Ecco così il "ripiego" sui 100hs, che solo per qualche centesimo non si è tramutata nella scelta giusta. 4° con 16"47. Il terzo 16"18. Da M55 arrivò il bronzo a San Sebastian (correva l'anno 2005). Migliorato il suo risultato di Riccione (7° con 17"45). L'unico vincitore di medaglie sugli ostacoli (alti e bassi) nella categoria M60 ai mondiali rimane così Sandro Urli, bronzo a Riccione 2007. Il 4° posto di Montaruli eguaglia invece la miglior posizione mai ottenuta da un italiano nella specialità 100hs M60: l'altro era stato Enzo Bertolissi a Gateshead 1999.
  • ALDO DEL RIO (4° - 400 M60) - 59"62, che è tra i suoi migliori tempi dell'anno, avendo corso 59"58 a Rovellasca poco prima di partire per la Finlandia. Purtroppo qualche problemino fisico l'ha tenuto lontano dalle competizioni nel periodo "delicato" della stagione, facendogli perdere la coincidenza col treno che aveva preso con le indoor (59"48 agli Europei di Ancona, argento europeo). 4° come a Riccione 2007 (dove corse in 59"40) che è la sua miglior posizione ottenuta individualmente ad un mondiale nei 400. Manca la staffetta, dove i tre della finale dovrebbero costituire l'ossatura di un dream-team senza precedenti tra gli M60 (ma è facile parlare... dopo).
  • CARLA FORCELLINI (5^ - 80HS W45) - inserita per data di nascita ancora nella categoria W45, Carla Forcellini conclude la sua gara sugli ostacoli al 5° posto in 13"10. Difficile chiedere di più, visto il divario delle prime 4 rispetto al resto del mondo. La Forcellini con la finale di Lahti si è andata ad aggiungere al novero delle 9 atlete italiane che nella storia dei mondiali master hanno partecipato ad una finale negli ostacoli alti. Nelle 8 precedenti puntate, erano arrivate 4 medaglie e il solo oro di Lia Masotti a Roma '85. L'unico precedente nella categoria W45 era sempre della stessa Forcellini che a Riccione arrivò sesta: il quinto posto è quindi la miglior posizione mai ottenuta nel binomio storico W45/80hs.
  • CRISTINA AMIGONI (5^ - 400 W40) - (1'01"34) Devo ancora fare i calcoli meglio, ma penso che difficilmente si possano annoverare così poche italiane tra velocità ed ostacoli ad un campionato internazionale master nell'ultima decade. Come dicevo nei giorni scorsi: un brusco ritorno al passato, solo in parte giustificabile con i prezzi adottati dal "Cartello di Lahti". Mi sembra infatti solo di ricordare Marinella Signori (arrivata in semifinale nelle W45), Lusia Puleanga (fuori per infortunio nei 100 W35), Carla Forcellini (negli 80hs W45) ed appunto la Amigoni (presente e vittoriosa nei 400hs e 5^ nei 400). 5 presenze-gara, su circa 12 categorie e 5 specialità: approssimativamente 55 eventi nella velocità/ostacoli senza presenze italiane femminili. Comunque sia, buon 5° posto della Amigoni, che storicamente risulta essere il secondo risultato di sempre ottenuto da un'italiana sui 400 W40 ad un mondiale. Come dicevo ieri, solo due finaliste nel binomio, e l'unica fino a ieri, Rosa Marchi, conquistò l'argento a San Sebastian nel 2005. A Riccione la Amigoni non risucì a raggiungere la finale tra le W35, mentre solo pochi mesi dopo, a Clermont, conquistò il bronzo sui 400.
  • ROBERTO AMERIO (6° - 110HS M40) - Dopo l'accesso in finale nei 400hs, arriva anche il sesto posto sugli ostacoli alti per il piemontese Roberto Amerio. 16"82 per lui. Proprio nell'ultimo anno per Amerio erano arrivate dalle prove corte due medaglie: l'argento sui 110hs a Lubiana, ed il bronzo sui 60hs ad Ancona. Comunque pareggiata la prestazione di Riccione 2007 (6° anche allora con 16"16) e quella di San Sebastian (ancora 6° con 15"70). In estrema sintesi: 3 campionati del mondo sui 110hs, 3 sesti posti. L'unica medaglia conquistata nel binomio 110hs/M40 è stata fin'ora ad appannaggio di Alessandro Petroncini a Riccione 2007. Questa rimane anche l'unica medaglia assoluta conquistata da un master italiano sulla distanza (quindi considerando storicamente le categorie dalla M35 alla M55).
  • ROBERTO VAGHI (6° - 400 M70) - Dopo il bronzo sui 200, sesto posto in 1'06"85 per Roberto Vaghi. Non troppo distante il 4° (1'06"17) ma va bene così. Il risultatone era già stato portato in Valtellina. La gara l'ha vinta l'extraterrestre Guido Muller (volto da pensionato tedesco della turingia, fisico da 25enne bavarese). Una corsa di un'eleganza senza pari: pensare che abbia 70 anni è davvero difficile: 59"34, nuovo record del mondo (primo uomo sotto il minuto sopra i 70 anni, anche se c'era già riuscito durante l'anno). Tornando agli italiani: continua l'anemia di medaglie nel binomio M70/400. Il miglior risultato è un quinto posto di Sergio Palma a Gateshead 1999. Solo 5 finalisti in 34 anni. Difficile chiedere di più a Vaghi, quando è la stessa storia a mettersi contro.
  • 400 M35: ALESSANDRO GULINO 5° - MASSIMILIANO POETA 7° - Riflettendo ante-quo sui 400 M35 e guardando le liste degli iscritti, ritenevo che anche quest'anno le medaglie erano a disposizione su tempi a cavallo dei 50". Del resto così erano andate le cose negli ultimi campionati internazionali: gli unici a scendere sotto i 50" erano stati proprio i nostri, con Barcella a Riccione e Gulino a Lubiana. Poi la tradizione sembrava essere diventata "italiana", con le 3 vittorie di Mondiali Outdoor, Europei indoor ed outdoor e il secondo posto di Biffi a Clermont. L'unico ad interrompere la soluzione di continuità era stato di fatto l'olandese Jenssen ai mondiali indoor del 2008. Queste le basi del problema. Lo svolgimento non ha però tenuto conto dell'americano Terrance Spann, del danese Jorgensen (il primo iscritto senza tempo, il secondo considerato "fittizio") e degli inglesi. Risultato: i due campioni d'Europa uscenti (outdoor ed indoor) che l'Italia schierava in finale sono arrivati rispettivamente 5° e 7° con 50"18 e 51"44. Probabilmente Gulino, senza infortunio di maggio, avrebbe potuto correre vicino al danese e all'inglese Rubenis (quest'anno il ligure ha corso già vicino ai 49"5), mentre un pò più difficile pronosticare una medaglia per Poeta (viste le semifinali), che ha di fatto infranto la barriera dei 51" solo a Lahti, dopo un SB di 51"10 a Cattolica. Impossibile vincere con gente come Spann: 48"14.

09/08/09

Lahti, day-8: Paola Tiselli oro nei 1500. Altre 8 medaglie vinte

  • PAOLA TISELLI (oro - 1500 W35) - Finalmente, dopo la consacrazione continentale, arriva per Paola Tiselli quella mondiale. Il terreno di battaglia i 1500, dove a marzo si era già laureata campionessa europea indoor in 4'43"35. Stavolta corre in 4'48"97 per battere le resistenze dell'australiana Suzy Cole. Impressionante il ruolino di marcia di Paola: 8 eventi internazionali a cui ha partecipato da Lubiana 2008 ad oggi, e 8 medaglie: 4 ori, 3 argenti e 1 bronzo. Più le due medaglie nelle staffette di Lubiana (ed eventualmente quelle che dovessero arrivare dalle staffette di Lahti). E' questa la 17^ medaglia d'oro nella storia dei mondiali delle W35 italiane (solo Maria Tranchina ed Elisabeth Moser sono riuscite a vincerne due in questa categoria). Primo oro assoluto dai 1500 W35 e terzo assoluto tra le donne master italiane tra tutte le categorie sempre sulla medesima distanza: prima della Tiselli, erano arrivate sul gradino più alto del podio la D'Orlando nel 1981 a Christchurch e Waltraud Egger a Riccione nel 2007. Infine, la miglior posizione prima dell'oro di Lahti di un'italiana nel binomio, era stato un 5° posto di Carla Villani a San Sebastian 2005.
  • NATALIA MARCENCO (argento - 20 km marcia W50) - Con la 20 km di marcia arriva la 21^ medaglia internazionale della Marcenco. Tempo: 2h06'58. La prima assolutamente inarrivabile: parlo della australiana Lynne Ventris che ha vinto con quasi 19' di vantaggio proprio sulla Marcenco. 21 medaglie internazionali, di cui 6 mondiali: un oro, tre argenti e due bronzi. L'oro è arrivato con la squadra della 10 km a Riccione-2007. Nella stessa località romagnola, sulla 20km la Marcenco giunse 4^ (seppur marciando in 2h02'). 5^ presenza italiana nella gara nel binomio mondiale: l'argento di Lahti rappresenta la miglior prestazione di sempre (il precedente risultato di riferimento era proprio il 4° posto di Riccione-07).
  • CRISTIANO ZANOLLI (argento - 20 km marcia M40) - 4 ^ medaglia di giornata (in ordine cronologico) proveniente dalla marcia oggi. A portarla Cristiano Zanolli, che nulla può contro lo strapotere dell'australiano Kollmorgen (1h44'39"), ma che chiude in 1h54'13" col secondo posto. Prima medaglia individuale a livello internazionale di Zanolli (che come career best aveva un 4° posto a Lubiana-08. 3° mondiale per lui (dopo San Sebastian-05 e Riccione-07) sempre presente sui 20 km di marcia, e miglior risultato, prima di Lahti-09, risultava essere il 6° guadagnato in Romagna. Zanolli vinse l'oro a squadre sempre a Riccione. Nel binomio storico, 37 atleti italiani hanno partecipato alla 20 km di marcia M40: 4 ori (due dei quali vinti da Fabio Ruzzier prima di gareggiare sotto egida slovena), 2 argenti (compreso quello di Zanolli) e due bronzi.
  • LORELLA PAGLIACCI (argento - 10000 W40) - seconda in 36'10"71, per un niente battuta dalla portoghese Rosa Oliveira in volata. 36^ medaglia conquistata da una W40 ad un mondiale master. Con Lahti 2009 le finaliste sui 10000 italiane nel binomio passano a 15 e nessune di queste è mai riuscita a vincere l'oro: si contano infatti tre argenti. Il già citato secondo posto della Pagliacci, quello di Roberta Boggiatto a Riccione 2007, e quello di Silvana Acquarone a Roma 1985. Per chi non lo sapesse, la Pagliacci è una decana del masterismo italiano: con quella di Lahti, le sue partecipazioni alle manifestazioni internazionale salgono a 9 in 5 anni (non ha partecipato solo a Clermont 2008 ed Helsinki 2007). 17^ medaglia internazionale (15 individuali) con 2 ori europei (Lubiana ed Aarhus). A Riccione fu ancora una volta argento sui 10000, ma W35.
  • GIUSEPPE ROVELLI (argento - pentathlon lanci M90) - Non riesce al lombardo il fantastico poker di medaglie d'oro. Tutto per "colpa" del finlandese Holgo Lonnroth, capace di batterlo nelle ultime due prove. Niente male: se ne torna a Biassono con 3 ori ed un argento: bottino senza precedenti. 9° italiano in assoluto nella storia a vincere una medaglia nel pentathlon lanci ai mondiali master (comprese tutte le categorie maschili e femminili): 4017 punti per Rovelli. In attesa di conoscere i risultati di Sansonetti, è l'M90 ad aver vinto più ori in una sola edizione di campionati mondiali. In senso lato, quello che ha vinto più medaglie sempre negli M90.
  • BRUNELLA DEL GIUDICE (argento - pentathlon lanci W65) - Quelli di Lahti sono stati per molti aspetti dei grandi mondiali per Brunella Del Giudice. Oro del martellone a parte, sono arrivati gli argenti nel martello e, appunto, nel pentathlon lanci con 4471 punti. 10^ medaglia di sempre (dopo la 9^ di Rovelli) in questo circuito di 5 lanci per un italiano/a nella storia del mondiale master. L'argento è la miglior prestazione complessiva di una W65 ad un mondiale: prima di lei vedo solo un 4° posto di Maria Surza a Buffalo 1995. 23^ medaglia internazionale per la Del Giudice (con beneficio di inventario sugli Europei), ma le uniche mondiali le ha vinte solo quest'anno a Lahti. Tutte le altre agli Europei.
  • PAUL ZIPPERLE (bronzo - triplo M45) - gara incredibile quella del triplo M45. Dopo il primo turno di salti è proprio Zipperle a prendere il comando: 12,71 contro il 12,69 dello slovacco Gavenciak. Al 4° turno Zipperle sembra aver chiuso la gara: 12,90 (ventoso) ma al 5° il norvegese Viulsrod piazza il 12,96 dell'oro. All'ultimo anche Gavenciak supera Zipperle: 12,95. Il podio in 6 centimetri, ma Zipperle "solo" bronzo. Seconda medaglia internazionale per l'altoatesino, argento ad Ancona-2009. A Riccione giunse 7° con 13,14 (negli M40) mentre a San Sebastian 6°, quindi miglior risultato "mondiale". 8° finalista italiano nel binomio M45 /triplo ai mondiali master: meglio di lui nei 34 anni di storia dei mondiali solo Giorgio Bortolozzi, argento a Roma 1985.
  • ALFREDO TONNINI (bronzo - 20 km marcia M75) - seconda gara e secondo bronzo per Alfredo Tonnini, terzo con 2h17'58". 127^ medaglia italiana conquistata ad un mondiale master outdoor nella marcia (5, 10, 20 km). 5^ medaglia ad un campionato internazionale vinta da Tonnini (3 europee e 2 mondiali). Sulla distanza lo stesso atleta è Campione Europeo in carica. 5^ medaglia nel binomio M75/20km-marcia vinta da un italiano ad un mondiale outdoor (su 10 presenze-gara).
  • ITALIA (bronzo - 20 km di marcia M55) - Pierangelo Fortunati, Sergio Fasano e Sergio Domizi portano a casa la medaglia di bronzo nella competizione riservata alle squadre nazionali e basata sulla somma dei tempi ottenuti nella prova individuale. 30^ medaglia conquistata nella competizione a squadre da una formazione italiana nella marcia master. 4^ medaglia tra gli M55 con 1 oro (a Riccione), 1 argento e 2 bronzi.
  • PAOLA BETTUCCI (4^ - 20 km marcia W45) - primo legno della giornata, per mano di Paola Bettucci. Il suo tempo di 2h00'21" non le ha infatti consentito di giungere a medaglia, distante 3'40" circa. Questa era la seconda volta che la Bettucci si presentava nella gara più lunga nel programma mondiale: a Riccione giunse seconda con 1h56'12 (ma tra le W40), tempo che le avrebbe consentito anche in questa edizione di vincere il bronzo. 5^ presenza ad un mondiale master per Paola, ma prima senza medaglie: nelle altre quattro circostanze infatti era sempre arrivato il podio (2 ori a San Sebastian e 2 argenti a Riccione). Quella della Bettucci è anche la terza presenza-gara nel binomio W45/marcia 20 km. Nelle altre due circostanze l'oro della Marchiori a Riccione, e il 5° di Nadia Rossi nella medesima edizione dei mondiali.
  • GIANNI BRUZZI (4° - 1500 M40) - Sfortunato epilogo per il Campione italiano di Cattolica sui 1500. Medaglia di legno e invece bronzo al tedesco Luck per pochi centesimi (4'08"14 contro 4'08"59). Visti i tempi, probabilmente fuori portata i primi due. A Riccione 2007 era arrivato l'argento con 4'02"12. Gianni Bruzzi è stato anche il 14° italiano nella storia dei mondiali master ad accedere alla finale del 1500 M40: dei primi 13 erano arrivate solo 3 medaglie: la fantastica tripletta di Riccione 2007: Giorgio Gennari-Litta oro, Franco Gnoato argento e lo stesso Bruzzi bronzo. A destra la foto.
  • BRUNELLA DEL GIUDICE (5^ - disco W65) - Nella gara vinta dalla russa Danilova con oltre 33 metri, 24,31 per la Del Giudice all'ennesima prova della trasferta finlandese. Podio a 27,07. La 5^ posizione è la migliore di sempre conquistata da un'italiana nel binomio W65/disco ad un mondiale. Prima della gara della Del Giudice, il miglior risultato era il 6° posto di Maria Surza conquistato a Myiazaki 1993, 16 anni fa. A Riccione-07 la stessa atleta giunse 11^.
  • ADRIANO SPOSATO (5° - triplo M45) - con 11,90 non poteva chidere di più al suo mondiale, visti i risultati dei tre a podio (vedi il commento su Paul Zipperle). La sua mi risulta essere la quarta prestazione mondiale colta da un italiano nel binomio. Pensate che nella classifica avulsa delle prestazioni metriche degli M45 italiani ai mondiali, il migliore, Giancarlo Ciceri (13,35 a Riccione 2007) non risucì nemmeno a vincere la medaglia. A Lubiana Sposato giunse terzo (career best), mentre a livello mondiale a Riccione giunse 9°.
  • FRANCO VENTURI DEGLI ESPOSTI (5° - 20 km marcia M50) - 1h55'47", per un quinto posto più che soddisfacente. Il bronzo era posto a 1h53'52" (un paio di minuti sotto). Storicamente il 5° posto per questo atleta è un numero ridondante in una competizione mondiale master: 5° a San Sebastian 2005 nei 3 km di marcia; 5° a Brisbane sia nella 5 che nella 20 km di marcia. Il suo carnet vede all'attivo 3 medaglie, tutte di bronzo e tutte vinte durante i campionati europei indoor in Scandinavia (Helsinki-2007 ed Elskilstuna-2005).
  • ALBANO MONTERSOR (5° - 20 km marcia M35) - altro quinto posto dalla marcia: stavolta con Albano Montresor, che ha camminato in un tempo di 1h53'31". A quasi 4' il podio. Montresor era stato settimo a Riccione (con 1h44'44"). 10 atleti M35 italiani si sono cimentati nel binomio storico ai mondiali master: miglior risultato un oro conquistato da Bernardo Cartoni a San Sebastian 2005. Poi l'argento di Defendenti a Riccione 2007. Quello di Montresor è il 4° risultato di sempre.
  • TATIANA BIANCONI (5^ - 10000 W40) - con l'argento della Pagliacci arriva anche questo quinto posto (ma questa è la giornata dei quinti posti) della Bianconi, che corre i 10000 in 38'16"74. Prima partecipazione su questa distanza a livello internazionale master. Prima un caps a Riccione nella maratone (9^) e una nella mezza maratona di Clermont 2008 (4^).
  • IVO MASSERANO (7° - 10000 M70) - 47'38"15 - 9^ posizione di sempre conquistata da Passerano nel binomio, in una "storia" che vede due argenti vinti dall'hall-of-famer Acquarone nel 2001 a Brisbane e nel 1989. Bruno Baggia giunse 4° a San Sebastian nel 2005.
  • FRANCESCA PINI-PRATO (8^ - 1500 W40) - 5'05"74, e ottava posizione mondiale. La Pini-Prato è l'ottava finalista italiana di sempre ad un mondiale nel binomio. Un solo bronzo all'attivo, quello di Rosita Pirhofer a Durban 1997. Quella della Pini-Prato è la quarta posizione di sempre di una italiana.
  • STEFANO FOZZATI (10° - triplo M40) - Giorgio Federici non si presenta, e i colori nazionali rimangono sulle spalle di Stefano Fozzati. Alla fine otterrà 12,28 che non gli consentirà l'accesso alla finale a 8 (serviva 12,76). Pazzesca la misura del vincitore, il russo Byzov: 15,03! Seconda apparizione internazionale per Fozzati, quinto ad Ancona-09. Storicamente il triplo M40 ai mondiali master ha una tradizione positiva per l'italia, che ha inanellato 19 finalisti su 26 partecipanti. Un oro conquistato da Crescenzio Marchetti a Myiazaki 1993, due argenti (Bortolozzi e ancora Marchetti).
  • PIERGIORGIO ANDREOTTI (15° - 20 km marcia M65) - 2h21'44" - 23° atleta italiano presente ad un mondiale come M65 nella 20 km di marcia. 4 medaglie vinte totali (due argenti e due bronzi), l'ultima delle quali a Brisbane 2001. Sono 8 anni di astinenza. Andreotti migliora di una posizione il 16° di Riccione-07 sempre sulla 20 km di marcia. 36 gare totali per Andreotti ad un mondiale. Nella foto a destra.
  • DANIELE PEDRINI (15° - 1500 M50) - 4'39"85 e quindicesimo rango. A Riccione 2007 non riuscì a qualificarsi per la finale. Pedrini è anche il 6° atleta italiano di sempre (su 30) a partecipare ad una finale nel binomio M50/1500.
  • PAOLO MUSCAS (20° - 20 km marcia M60) - 20^ posizione (dopo la 28^ nei 10 km di marcia). 31° atleta italiano che partecipa al binomio mondiale 20km/M60. Nessuno di loro è mai riuscito a conquistare l'oro (best result il bronzo di Mario Sciarretta a Buffalo-95).
  • MARCIA M55 - 3 atleti italiani al via. Migliore della squadretta Pierangelo Fortunati (11° con 2h08'13"). Poi Sergio Fasano (13° con 2h09'04") e Sergio Domizi (22° con 2h32'09"). 31 presenze italiane nel binomio storico che conta a livello individuale 1 oro e 3 bronzi. L'oro lo ha vinto il mitico Graziano Morotti a Riccione 2007. Nessuno dei 3 ha migliorato la propria miglior prestazione ad un mondiale master. Per Fortunati rimane così il 5° posto conquistato a Durban nel 1997.Per Sergio Fasano un 10° a San Sebastian 2005, mentre Domizi 13° sempre a San Sebastian.
  • PENTAHLON LANCI: (non medagliati) 6^ Maria Grazia Bortolozzi con 3031 punti tra le W40; 8° Massimiliano Remus con 2421 punti tra gli M35; 11^ posizione per Sabrina Cipolla nelle W35 (1722 pt), laddove Campionessa uscente era la nostra Patrizia Aletta. 19° Vincenzo Ruisi con 2489 punti con gli M55, 23° Francesco De Feo con 2357 punti tra gli M50.
  • 400 (semifinali)
  1. Negli M60 Vincenzo Felicetti domina anche la propria semifinale in 57"26. Nessuno sembra poterlo ostacolare nella corsa verso il secondo oro. Rudolf Frei vince anche lui la propria semifinale in 58"55: secondo tempo del seeding dietro a Felicetti. Un pò più di difficoltà per Aldo Del Rio che si qualifica con il quinto tempo totale in finale, con 59"60. In finale gli toccherà una corsia defilata rispetto ai due italiani capolista, ma lotterà anche lui per le medaglia. 3 italiani in finale nei 400 mondiali non sono certo una novità: nei 400 M35 di Riccione furono addirittura 4 (Barcella, Poeta, Biffi e Palla). Sempre a Riccione negli m40 furono invece 3 (Saraceni, Scarponi e Bertaggia). Quello di Lahti è sicuramente il record per gli M60. Fino a Lahti solo due italiani (Augusta Radames e lo stesso Aldo Del Rio) erano riusciti ad entrare in finale tra gli M60 ad un mondiale.
  2. Negli M50 dopo l'accesso per il rotto della cuffia, Alessandro Cipriani si migliora ma non a sufficienza: 57"65 (si entra in finale con 54"28). Dal 2001 nessun italiano riesce ad entrare in questa finale: l'ultimo fu Felicetti (poi argento) a Brisbane.
  3. Negli M45 Enrico Saraceni è alla 8^ fatica. Sul giro di pista si limita a correre in 51"89 (superato dal canadese Sherar): probabilmente la voglia di fare il record del mondo in finale gli fa amministrare questa semifinale. Ma 8 gare in pochi giorni sono tante e la finale prevista per il giorno dopo non potrà di certo essere corsa al 100%. Nella stessa semifinale Fausto Bianchi si migliora di oltre un secondo rispetto alle batterie: 53"94. Risultato che non è sufficiente per la finale (urgeva un 53"08).
  4. M40: incredibile semifinali. La porta per la finale si apre solo sotto i 50"88! Livelli impennatisi a forza nove, tenetevi stretti alle sartie! Max Scarponi deve spendere parecchio per domare l'americano Robert Thomas (50"49 vs 50"56). L'indiano Rawat (leone sino alle semifinali sia sui 200 che sui 400) dall'altra parte corre in 50"04. Ma qualcuno doveva dirgli che la finale si corre alla terza prova, e non alla seconda.
  5. M35: si deve correre in 50"72 per entrare in finale. Non ricordo bene, ma a Riccione bisognava correre forse vicino a 51" per raggiungere lo stesso risultato. Nella prima semifinale il danese Jorgensen abbatte il muro dei 50" (49"91). E' facile? Sembra di sì, sui 200 è giunto 4° con 22"31. La Spagna dopo l'era Velasco negli M35, sfodera il nuovo Jose Ortubia, un cagnaccio che parte veloce: 50"30. Alessandro Gulino si infila: 50"55. Devo apsettare gli altri per entrare in finale: come nello sci. Salvatore Romano non finisce. Seconda semi: il duo inglese Rubenis-Ward davanti: 50"07 e 50"24. Poi Massimiliano Poeta e Edgardo Barcella: 50"72 e 50"99. Tutti e due arrivati alle semifinali con tempi molto prossimi alle loro miglior prestazioni stagionali (se non meglio). Nulla da recriminare, anche loro devono attendere i repechage. Nella terza semi l'americano Spann impressiona ancora una volta 49"48. L'oro sarà una questione americo-danese. Due italiani in finale (Poeta e Gulino), Barcella non ce l'ha fa ma esce a testa alta.
  • triplo (qualificazioni)
  1. Giancarlo Ciceri (M50) si qualifica facilmente alla propria terza finale mondiale outdoor nel triplo dopo Gateshead 1999 e Riccione 2007. Gli basta il primo salto a 11,40. 8° finalista italiano del binomio M50/triplo al mondiale (massimo risultato raggiunto, due argenti di Crescenzio Marchetti).
  • ostacoli corti (qualificazioni)
  1. L'astista Carla Forcellini (W50) accede alla finale degli 80hs con 13"34, 5° tempo. 9^ italiana di sempre ad accedere ad una finale mondiale master negli ostacoli corti (fra tutte le categorie). 2^ italiana tra le W50 a correre una finale mondiale.
  2. Fuori nella serie di qualificazioni inceve Giuseppa Lacava (17"66) sempre sugli 80hs. L'unica atleta W40 italiana che ha corso una finale mondiale master outdoor, l'ha poi vinta. Era Lia Masotti nel 1985 a Roma.
  3. Antonio Montaruli, M60, accede alla finale sui 100hs correndo in 17"00. Secondo italiano a riuscire in finale dopo Enzo Bertolissi (entrato in finale a Gateshead 1999 e Brisbane 2001). Miglior posizione, il quarto posto.