29/01/10

Il Duca e la Webatletica Revolution

Propongo qui sotto l'ultima esternazione del Duca, in merito ad una modifica del mondo master. Ancora una volta il Duca, con i suoi modi molto diretti e accattivanti, ci invita a riflettere su alcuni aspetti del nostro piccolo universo: pensare le cose è già il primo passo per migliorarle. Così ritengo. L'aspetto più importante, a mio parere, è comunque non essere passivi, essere fattivi, propositivi, creare le condizioni per migliorare e migliorarsi. Per cosa? Per potersi divertire "meglio", ed essere comunque incastonati in una realtà di cui essere fieri.

"A due anni dal suo lancio on line, Webatletica è ormai pronta per scatenare ogni tipo di rivoluzione. Il presupposto è che, in questo momento, siamo ormai l’unico vero riferimento per un mondo master, e mi riferisco a quello che concerne l’attività in pista, che anno dopo anno sta sempre più crescendo da un punto di vista numerico, ma soprattutto da un punto di vista qualitativo. Come piu’ volte evidenziato, sino ad una decina di anni fa per un atleta di buon livello il pensare di poter continuare la propria attività agonistica nella categoria master veniva considerato alla stregua di un disonore perché si era creata quella cultura, derivata da “
Scommettiamo Che ?”, che il mondo master fosse di pertinenza di persone anziane che lodevolmente si mettevano in gioco per mantenere una discreta condizione fisica. Poi, all’inizio del nuovo millennio, l’entrata di alcuni personaggi tra cui in particolare colui che, a mio avviso, rimane l’icona dell’atletica master in Italia, Enrico Saraceni, hanno contribuito ad uno sviluppo notevolissimo del movimento ed al raggiungimento di grandissimi risultati cronometrici di cui, anche nelle ultime settimane, abbiamo avuto grandi esempi. Mi ricordo di come nel 2002, a Napoli, pur su un anello da 160 metri, vinsi il mio unico titolo Italiano indoor, da M45, con un tempo superiore ai 26 mentre quest’anno, nella stessa categoria, si contenderanno il titolo scendendo sotto i 23. A questo punto, però, è tempo che il grande cambiamento dell’ultimo decennio si trasformi in vera e propria rivoluzione, dando al movimento ulteriori stimoli e gratificazioni. Ritengo che la creazione delle graduatorie AGC, ideata dal nostro grande editore, sia stata veramente una genialata, forse l’uovo di Colombo, ma qualcosa a cui nessuno aveva mai pensato. Tra l’altro, dopo aver creato uno spazio dedicato sul sito, arriveranno tutta una serie di ulteriori varianti che il nostro immenso editore sta studiando e che daranno, sicuramente, ancor maggior interesse e stimolo per poter entrare in tali classifiche.
Ma una rivoluzione è tale se sconvolge gli schemi e se crea qualcosa che ancora non esiste e che si voglia essere i primi a sperimentare. Ed allora voglio lanciare, tramite Webatletica, quello che da mesi, in tutti i modi, più o meno provocatori, sto scrivendo e argomentando.
La divisione della categoria master.
Sono, infatti, convinto che sia, contro ogni logica sportiva agonistica, raggruppare in un’unica categoria persone che vanno dai 35 ai 90 anni per il semplice fatto che, inevitabilmente, al raggiungimento di una certa età non è più possibile sottoporre il proprio fisico a determinati stress muscolari e, quindi, l’attività si trasforma. Ora, da una facile analisi delle tabelle di punteggio, si evince chiaramente come sia certificato che sino alla categoria M65 c’è una logica di tempi o misure costanti che aumentano per categoria crescente, a parità di punti, mentre a partire dagli M70 tali tempi o misure si amplificano notevolmente. Credo, quindi, che le tabelle stesse indichino la soluzione più semplice ed evidente. Tiriamo una riga e creiamo due categorie una di master che va sino ai 65/69 anni e una di veterani che va dai 70 in avanti. Vale a dire che sino agli M65 tutto rimane come prima, mentre dai 70 anni in poi si chiameranno V70 V75 V80 etc…
Il vantaggio di tale distinzione è che non si creeranno piu’ discussioni di alcun genere sul fatto che la prestazione di un novantenne possa essere equiparata ad una di un quarantenne, in quanto i due apparterrebbero a due categorie diverse. Ci sarebbe l’AGC Master e l’AGC Veterani e alla fine dell’anno il premio per l’atleta Master dell’anno e l’atleta Veterano dell’anno. Chiaramente a livello di campionati italiani non cambierebbe niente e si farebbero sempre tutti insieme chiamandoli “Campionati Italiani Master e Veterani”. I Campionati di Società Master rimarrebbero, ovviamente, tali e si potrebbe dare la possibilità ad ogni società di schierare un massimo di 2 Veterani con il grande vantaggio, tra l’altro, di non dare più adito a discussioni e rimostranze in merito alle tabelle che, così concepite, avrebbero appunto la logica di delineare due categorie ben distinte. Per finire prevederei anche la possibilità che se un atleta, compiuti i 70 anni, si sentisse ancora così forte da poter gareggiare con i master, possa decidere di iscriversi nell’ultima categoria dei master appunto, la M65.
Credo, oltretutto, sia un’innovazione, sicuramente migliorativa ma, soprattutto, basata su principi di equità, per far crescere ancor di più il movimento master e dare, in ogni caso, il giusto riconoscimento a chi, pur avendo raggiunto una certa età, voglia continuare a gareggiare. In tutto il mondo non esiste questa distinzione e questa è la vera rivoluzione, ma siccome sono straconvinto che sia la strada giusta da seguire, sono orgoglioso di lanciare tale proposta da questo sito, sperando che il nostro editore voglia sposarla e girarla direttamente all’area master della Fidal. Per cominciare, intanto, mi auguro che si voglia cominciare ad instaurare queste nuove categorie nelle graduatorie AGC che stanno sempre più diventando il nostro grande must.

IL DUCA

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