09/10/10

Oggi e domani finale del Grand Prix di Pentalanci

Oggi a Macerata grande appuntamento di fine stagione per i Master: vanno in pedana infatti gli amici del Circus del Pentalanci, un'allegra brigata itinerante di lanciatori che inseguono il titolo nazionale del pentathlon dei 5 lanci previsti dalle categorie over-35 (disco, peso, giavellotto, martello e martellone) oltre che contendersi la Golden League del circuito loro dedicato composto da nove prove. L'evento viene incredibilmente ripreso anche dal sito Ufficiale della Fidal, quindi ha ricevuto il supremo imprimatur. Per la classifica del grand prix era necessario contabilizzarsi in tre prove alle quali sarà sommato il punteggio della finale di Macerata. In alcune categorie, classifica in bilico, mentre in altre verdetti già stabiliti ante quo. Ho appena fugato il mio unico dubbio con una telefonata in diretta alla Catapulta Ale Valsecchi: il regolamento prevede che la classifica si debba stilare su 3 prove, con l'obbligo di conteggiare il punteggio ottenuto in finale. Se così fosse si aprono diversi scenari. Vediamoli.
  • M35: il capriolo Ale Valsecchi ha praticamente il vantaggio di un prova (3 a 2) contro l'unico diretto avversario, Francesco Longo: oltre 2300 punti di distacco. Ma... I due viaggiano con punteggi quasi simili sui 2500 punti nelle prove precedenti, ma Longo nell'ultima prova ha piazzato un 2642 punti che fa inclinare la bilancia dalla sua parte. Sempre con il gioco degli scarti, naturalmente. Valsecchi infatti scarterà un 2407 punti, portando il distacco virtuale ad una 90ina di punti: sfida al cardiopalma.
  • M40: Massimiliano Remus contro Emanuele Tortorici. Remus sembra avere i due titoli in tasca. Scartato il peggior punteggio, viaggia infatti a 2950 punti di media, mentre Tortorici a 2550 circa di media (l'unico che può permettersi di scartare una prova). Max Nerozzi e Gaetano Marchese (entrambi con due prove all'attivo) potrebbero rientrare nella lotta per il secondo posto, visto che viaggiano entrambi sui 2400-2300 punti come Tortorici. News dell'ultimo minuto: Remus non sembra essere iscritto.
  • M45: Massimo Benedetti sembra aver già in tasca il "lingotto d'oro" (magari, eh?). 2400 punti di distanza con il più diretto inseguitore, Francesco Cazora. Come Grand Prix il vantaggio di Benedetti sembra abissale (togliendo il peggior risultato di Benedetti, che ha 3 prove all'attivo): 393 punti virtuali sembrano davvero tanti da colmare. Più "agio" invece per il titolo individuale, visto che Cazora ha ottenuto un punteggio all'altezza di Benedetti nella stagione.
  • M50: sfida pazzesca con tanti pretendenti al titolo. I dubbi nascono dagli alti e bassi dei vari interpreti durante la stagione: in 3 hanno avvicinato o superato i 3000 punti. Per il titolo direi che se lo giocano Michelangelo Bellantoni, Marin Mileta e Riccardo Innocenti. Nel Grand Prix, Bellantoni contro Innocenti con quest'ultimo con un vantaggio virtuale di soli 10 punti (dopo 10 prove!!). Decideranno tutto i 5 lanci di Macerata.
  • M55: Xhavit Derhemi sembra favorito per la doppietta. Nelle ultime due prove di pentalanci ha staccato nettamente la concorrenza, superando in entrambe le prove i 3300 punti. Si presenta così alla finale con un bottino di 599 punti virtuali di vantaggio su Angelo Moiraghi, il quale ha 300 punti su Sandro Sangermano. Sangermano potrebbe contendere a Moiraghi il secondo posto, visto che in una prova il divario è stato di soli 3 punti.
  • M60: Luciano Occhialini bi-favorito. Nettamente più forte in tutta la stagione. Mai un risultato inferiore al migliore dei risultati di tutti i suoi avversari. Si presenta all'atto conclusivo con un dote di 365 punti su Roberto Sagoni (6630 a 6265). Lotta per il podio anche per Francesco Bettucci e Francesco Cacciatori, entrambi veleggianti sui 6000 punti. News: Occhialini non risulta iscritto.
  • M65: anche qui altro favorito d'obbligo per i due allori, cioè Giuseppe Di Stefano. A 6952 è fissata la sua "pole position". Dietro scontro probabile per il posto d'onore tra Giorgio Schiavoni e Giuliano Vannini, rispettivamente a 6115 punti e 6164 punti estrapolati dalle loro migliori prestazioni.
  • M70: solito leit-motiv. Uno solo davanti a tutti, e gli altri a "sperare" in qualche passo falso. Franco Bechi guida infatti la classifica avulsa con addirittura 1031 punti sul secondo (7940 contro 6909). Il secondo è Umberto Benevenia, mentre proprio per il posto d'onore ci potrebbe essere la sfida con Umberto Laganà (6855) distanziato da lui di soli 54 punti. 
  • M75: basta la parola: Carmelo Rado. Punto. Probabilmente con tre prove avrà già vinto il titolo nazionale. Già ottenendo 5 zeri (solo presentandosi in pedana) vincerà il Grand Prix. Ha infatti 9378 punti in soli due appuntamenti!! 
  • M80: Silvano Pierucci unico ad aver partecipato al Grand Prix.
  • M90: presente Giuseppe Rovelli, ma solo per il titolo italiano di pentalanci.
  • F35: Elisa Assirelli ha già praticamente il titolo in tasca nel grand prix. Netto vantaggio su Anna Maria Garofoli. Bottino di 1103 punti di vantaggio. Più difficile il titolo indivduale, vista la presenza di Maria Letizia Bartolozzi.
  • F40: Santa Sapienza ha mostrato per tutta la stagione una superiorità difficilmente scalfibile nell'atto finale. Oltre 1000 i punti di vantaggio nella finale su Antonella Bevilacqua.
  • F45: Anche qui Marzia Zanoboni parte davvero con un vantaggio abissale: quasi 1300 punti. Impossibile pensare a stravolgimenti dell'ultimo minuto. Bititolo?
  • F50: E' scappata praticamente dalla prima prova Paola Melotti, che vanta oltre 6500 punti di dote. Sulla doppietta col titolo individuale bisogna vedere se sarà d'accordo Raffaella Bolzonella, che proprio nell'ultima prova di San Benedetto riuscì a sopravanzare la pugliese di un'80ina di punti. Sospetto però che la Melotti non si sia presentata in una specialità in quella circostanza. Attenzione anche ad Anna Magagni, che non ha partecipato al grand prix.
  • over F55: nella categoria F55 Rosanna Grufi parte nettamente favorita nel Grand Prix e per il titolo. Iolanda Centioni unica presente nel circuito per le F60. Maria Lategana e Adele Bonetta si contendono il titolo fra le F65. Germana Poggiolini e Maria Luisa Mazzotta punto a punto per il titolo F70, mentre Nives Fozzer è l'unica che ha totalizzato le presenze necessarie tra le F80. La pluri campionessa mondiale-europea Brunella Del Giudice non ha partecipato al Grand Prix ma sarà presente per il titolo italiano. Stessa cosa dicasi per Anna Flaibani e Gabre Gabric.

07/10/10

Mondo Master: nel Weekend Regionali Master Lombardi - Alessandro Tifi analizza i c.d.s. master

(l'Arena di Milano in una foto di Stefano Gusmeroli) - Diciamocelo: questa stagione per i master sembra non terminare mai. C'è chi è partito a fare gare nella prima settimana di gennaio, ed è ancora in ballo con l'estenuante ed interminabile litania di gare. I master lombardi, dopo la finale dei c.d.s dove erano impegnate ben 6 società (la sorprendente Daini Carate, il Road Runner, l'Ambrosiana, la Virtus Castenedolo, la Cento Torri e la Capriolese) ora sono attesi dei Campionati Regionali Indviduali master proprio all'Arena civica di Milano, che già fu teatro della prima fase dei c.d.s. over-35. Nel frattempo molti hanno già iniziato la preparazione invernale, purtroppo e... per fortuna. Sarebbe forse il caso di "ripensare" meglio  tutto il calendario, senza parcellizzarlo in milioni di gare provinciali e regionali: che si facciano riunioni regionali open nei weekend (in due giorni) con tutte le specialità. Che si creino grand-prix che coprano tutte le gare tabellate, di modo che ogni gara abbia una sua importanza. Bisogna cambiare per non morire, e non morire per cambiare. I provinciali di Milano nei primi giorni di settembre hanno insegnato proprio che gli atleti preferiscono gareggiare quando ci sono tanti avversari, non manifestazioni frequentate da 4 gatti spennati. Quando avrò tempo (che è poco) vi farò una simulazione di come sia più semplice per la Fidal poter organizzare weekend "regionali" collegati ad un circuito che attribuisca punti agli atleti chiunque essi siano, dagli allievi ai master. Unificare tutti sotto un'unica bandiera non può che fare bene al movimento ed incrementare sensibilmente la partecipazione, che dovrebbe essere la mission della Fidal (a meno che sia cambiata e viva di autoreferenzialità legata alla propria sopravvivenza). Comunque sia: diamoci appuntamento tutti all'Arena nel fine settimana. Per la prima volta i Regionali Indivudali varranno anche come Trofeo delle Province lombarde, con un regolamento molto semplice. In pratica per ogni specialità verrà preso da ogni provincia il migliore secondo le tabelle Fidal. La somma di tutti i punteggi di tutte le specialità fornirà la classifica finale. Si preannuncia una sfida intestina tra i master Milanesi e quelli Bresciani. A proposito di Master Bresciani: è incredibilmente lodevole l'iniziativa del Responsabile Fidal provinciale per i Master, Virginio Soffientini. Per l'occasione ha infatti diramato le convocazioni dei master bresciani per Milano, oltre che fornire un pullman che partirà da Brescia alla modica cifra di 7 eurelli. Niente. Contando una 50ina di posti, diciamo che verrebbero coperte praticamente tutte le spese di noleggio, lasciando sul conto della Fidal una cifra che si aggira tra i 50 e i 100 euro. Ebbene, sapete che nonostante a Brescia i tesserati master compongano una percentuale superiore all'80% dei tesserati, qualcuno (persone davvero dai mezzi mentali limitati) si sarebbe appunto lamentato di quella irrisoria uscita, perchè (anche quella) sarebbe dovuta finire a favore delle categorie giovanili. Per la serie: l'indecenza non ha prezzo. Diciamo che su 2500 tesserati master bresciani (ma saranno anche di più), che versano alla Fidal 25.000 euro (un tesseramento master ci costa 10 euro), nemmeno un misero contributo di 50 euro dovrebbe essergli ritornato a lor favore. Nemmeno la dignità è riservata ai master. Continua così Virginio, lotta per noi, contro quegli ottusi. Cambiamo discorso: un'altra novità sarà comunque la possibilità di imbastire staffette "provinciali", vere e proprie selezioni a carattere locale, una novità assoluta. Rimane in cantiere probabilmente il vero cambiamento epocale: così come per le finali dei c.d.s. master, sarebbe da introdurre una volta per tutte una sola classifica per specialità, per non ingolfare lo speaker per tutta la durata della manifestazione di elenchi di podi sulle mille categorie. Così come viene fatto anche in Val d'Aosta. 

Cambiamo argomento e torniamo alla finale dei c.d.s. Master con alcune considerazioni molto interessanti effettuate da Alessandro Tifi sui podi. Qualche altro numero sui recenti cds.
Fa impressione la media punti delle due squadre vincitrici del 2010: per batterle bisognerebbe allestire una squadra capace di piazzare sul podio un atleta in ognuna delle 13 specialità!!! Ma come sono composti questi podi? Quanto influiscono i più “anta”? Incuriosito ho provato un “gioco”. Ho buttato giu quanti podi sono stati conquistati dagli atleti di ogni categoria e questo in relazione a quanti atleti gara hanno gareggiato, il tutto staffette escluse. Partendo dai maschi (seguono la categoria, i podi conquistati in quella categoria e gli atleti totali presenti in quella fascia d'età a Cagliari):

M35: 1/35 – M40: 2/76 – M45: 7/76 – M50: 7/70 – M55: 2/59 – M60: 6/39 – M65: 3/23 – M70: 5/28 – M75: 0/8 – M80: 1/2 – M90: 4/4 – M95: 1/2
continuando con le donne:
F35: 0/37 – F40: 8/74 – F45: 10/101 – F50: 6/59 – F55: 3/38 - F60: 2/26 – F65: 6/16 – F70: 2/3 – F75: 0/3 - F85: 0/1 – F95: 2/2
a parte qualche sicuro errore di conteggio, da dire che i numeri fanno più “statistica” più grandi sono!!!! Fanno l’en-plain gli M90 e le F95 (facile indovinare i loro nomi!), da dire anche che lo fanno distaccando i rivali di molti punti. La media presenze/podi dagli 80 in su farebbe venir voglia di dire: ne porto 6-7 e vinco i cds. Ma c’è da trovarli, e di neanche fiacchi, lo stesso Riboni (mica pizza e fichi) è SOLO quarto nel disco M95! Si nota poi la difficoltà di fare podi tra i 35 (nei maschi anche tra i 40), sarà colpa solo delle tabelle o manca qualche risultato di spicco in età che ancora permettono grandi prestazioni in senso assoluto? Fiacchetti sono poi gli M55, non è che la pensione è ancora lontana? Sono solo 6 le prestazioni che hanno portato a più di 1000 punti, ma a podio si va anche con meno di 800: una volta tra i maschi e ben 14 tra le femmine. I podi più “giovani” sono quelli dei 200hs, quelli più “datati” quelli del peso e questo sia tra i maschietti che tra le femminucce. Il podio con i migliori punteggi (tra l’altro 3 in 16 punti) quello dell’alto maschile e dei 400 femminili (3 in 21 punti). I più bassi gli 800 maschi ed il giavellotto donne. Giocando con i numeri e scrivendoli mi accorgo che ad ognuno di essi associo una o più persone e mi accorgo ancora di più quanto è bello e variegato il mondo dell’atletica master.

05/10/10

C.d.S. master di Cagliari: titoli come da pronostico e 8 record italiani


Stavolta non vi scrivo dall'aeroporto di Cagliari come mi successe a Budapest, anche se la tentazione sarebbe stata forte. E anche se vi ho dovuto bivaccare diverso tempo. Probabilmente girerò il sequel del film  "Terminal" di Spielberg con Tom Hanks, per dare modo al mio soggiornare per aeroporti di trovare uno sbocco nello spettacolo. Nel frattempo ho visto passare nei grandi spazi aeroportuali società, atleti, dirigenti, e con loro ho scambiato di volta in volta quattro chiacchiere. Stavolta il clima non è autunnale come allora in Ungheria (pioveva) ma a Cagliari si era in piena estate, mentre qui al nord irrompeva fragoroso l'autunno. Insomma, tutto perfetto.

La Location
Parto subito dagli assenti, che inopinatamente si è dimostrato come avessero torto. Marcio. Quanto meno nel ritenere la sede inadatta o la trasferta "onerosa". Non so come abbiano fatto i conti: a noi "Caprioli" il viaggio è costato davvero poco (personalmente meno di 40 € andata-ritorno in aereo con Ryanair, prenotando all'indomani del passaggio del turno regionale), oltre che pagare pochissimo in un bed&breakfast. Poco più di 100 euro a testa pro capiti. Siamo proprio sicuri che il problema era Cagliari? Ad ottobre, lo stiamo vedendo, è improponibile gareggiare al Nord (pensate ai poveri cadetti che avranno il loro criterium in questo fine settimana a Cles, in Trentino: se non ci sarà il sole rischiano il congelamento, poveri ragazzini!). E nonostante questo, petizioni, abiure, rinunce: non si è fatta una bella figura. O meglio: non HANNO fatto una gran figura. Noi ci siamo sempre schierati a favore di Cagliari, o, se fosse stato, anche di Pantelleria, le Isole Eolie, Reggio Calabria, Quartu Sant'Elena. Se noi Caprioli non fossimo riusciti a sostenere la trasferta, semplicemente non vi saremmo andati, non avremmo cercato di creare una cordata per cambiare ciò che già era stato stabilito. Le cose si fanno prima. E quel che più conta si è mostrato pochissimo rispetto degli amici sardi che tutti gli anni devono venire nel continente ad ogni manifestazione di carattere nazionale. Chi è venuto a Cagliari ha trovato un clima incredibilmente accogliente (oltre che temperature estive) il Responsabile dei GGG che già nel discorso introduttivo ha mostrato di essere dalla parte dell'atletica e non come spesso avviene in Lombardia (non tutti, eh) dalla parte loro. Poi durante queste manifestazioni si crea un clima di festa che va oltre: chi c'era ha capito quello che sto dicendo, no?

L'organizzazione
Puntuale, efficiente, con molto buon senso. Lo vado dicendo da tempo che fintanto che si tratta di "gara" non deve esserci spazio a interpretazioni. La gara è sacra, non ci possono essere punti deboli, aiuti, suggerimenti, favoritismi. Ma in tutto il resto ci deve essere un minimo di spazio per "mediare", laddove sia possibile. Tipo gli orari: se qualcuno arriva con 30" di ritardo alla chiusura della conferma della propria presenza, ma i fogli sono ancora lì sul tavolo in bella mostra, non gli si chiude la porta in faccia. Glielo si fa presente cordialmente del suo ritardo, e lo si accetta. Buon senso. A Cagliari tutto è filato via liscio: certo c'è chi vorrebbe fare gli allunghi in pista prima della propria gara, ma questo è proprio difficile. Dimostrato. E c'è da capire chi prende questa decisione: è anche una questione di carattere "etico" e di rispetto per chi in quel momento è in pista. Ci pensate se al Colosseo, mentre qualcuno stava lottando contro i propri leoni per la vita o per la morte, da qualche parte del campo di battaglia ci fossero stati una decina di altri gladiatori intenti ad allenarsi per la propria successiva pugna? Non sarebbe stato bello. L'arena è di chi lotta: l'attenzione di tutti deve essere su di loro. Poi si aveva a disposizione un super rettilineo coperto al sole. Cosa volere di più? Da apprezzare anche i pranzi-cene a ridosso della pista (prima della 4x400 ho notato di fianco all'addetto ai concorrenti delle salamelle ai ferri che mi hanno tentato come le Sirene attirarono Ulisse).

Il titolo femminile al Cus Romatletica
Partiamo dalle donne. La vittoria è andata alle romane del Cus Romatletica con 1274 punti, che vuol dire 98 punti su 100 a gara. Impressionante. Il settore statistiche della Fidal ha fornito anche la tabella con ila somma dei punteggi per prestazione (sulle 13 a disposizione). Anche in questo caso vantaggio abissale sulle seconde: 798 punti di differenza con un totale di 10874 punti. Troppa differenza quest'anno con il resto della concorrenza. Nello specifico, nella classifica "a punti" 4 vittorie, 1 secondo posto e 4 terzi. 14 risultati su 15 tra le prime 6 posizioni finali. Un invincible armada. Al secondo posto sono riuscite a giungere le ragazze dell'Asi Veneto, campionesse uscenti. Purtroppo molto rimaneggiate e con qualche atleta infortunata o al ritorno da un infortunio (come il caso Ferrarini e Dandolo). Terza l'Ambrosiana di Milano, che ha fatto incetta di punti soprattutto nella velocità ma che in qualche specialità tecnica vanta qualche piccola lacuna. Due punti e mezzo sono la distanza dalla quarta, la sorprendente Assi Giglio Rosso di Firenze, che coi punteggi sarebbe arrivata addirittura terza. Qui la classifica a punti, qui invece quella a punteggi sommati per prestazione.

Il titolo Maschile all'Olimpia Amatori di Rimini
Titolo davvero scontato. 1278,5 punti, cioè 98,3 punti a gara... praticamente un secondo posto di media su 13 gare. Numerose vittorie, come quella di Riboni, Segatel, le due di Boranga, Ferrari, la staffetta 4x100. Poi diversi secondi posti (Acquarone, Clemementoni). Impossibile battere il puzzle di atleti creato ad arte per vincere i c.d.s. Gli altri, molto più modestamente, hanno lottato per conquistare un pò di spazio sugli altri posti del podio. Seconda in classifica il Cus Romatletica con 1240,5 punti, a distanziare di soli due punti la vera sorpresa di questi campionati: la Daini di Carate Brianza.

Le prestazioni femminili
Sui 100 vince nettamente Denise Neumann (1971) con 13"14, battendo Marinella Signori (1963) (13"69) che ha sorpresa ha battuto una appannata Kathy Seck (1970) con 13"70. Di fatto la campionessa italiana F45 che batte quella F40. Mi sorprende però di più il risultato della 51enne Susanna Giannoni (prima apparizione su questo sito) con il suo 14"26, e un record italiano fissato dalla Contini a 13"99. Chi è Susanna Giannoni? Si sa solo che gareggia per l'Assi Giglio Rosso di Firenze e secondo le classifiche Fidal è al suo esordio. Di sicuro è un nome nuovo del masterismo italiano di gran spessore. Sui 200 replica la Neumann con 27"01, battendo Giuseppina Perlino (1965) che ha corso in 28"25. Ma c'è un effetto "Assi Giglio Rosso" anche sul mezzo giro, di nome Gianna Lanzini (1960). Anch'essa F50 come la Giannoni, unica sua apparizione nel 2010 risaliva a giugno con 30"4. A Cagliari la Lanzini ha corso in 29"74 (record della Zucchi 28"97) battendo tra l'altro la pari-categoria e quotata Mirella Giusti e Gabriella Ramani (F45), e soprattutto si è portata a casa l'overall come punteggio finale (905 punti). La F55 Anna Micheletti giunge invece terza nei punteggi correndo in 31"79. Nei 400 metri vince Bizia Malatesti (1971, nostra amica forumista) che si limita ad un 1'01"95 (ma quest'anno era scesa sotto il minuto) davanti a Cristina Amigoni (1968, 1'02"86). Terza ancora Peppa Perlino (1965) che ottiene 1'03"73 e 961 punti. Ma con 963 punti, e soli due punti, in realtà ha portato a casa il malloppo Mirella Giusti (1960) con 1'06"91. Negli 800 solo due atlete sotto i 2'30", ma una sola sopra gli 800 punti: Jocelyne Farruggia (1962) che ha vinto la gara sia reale che virtuale: 2'26"65. Nei 1500 si è assistito ad uno scontro tra titani: la stessa Jocelyne Farruggia (1962) e Nadia Dandolo (1962). Per una volta, vittoria alla portacolori del Cus Romatletica con 4'55"27 contro il 5'00"84 della veneta, che secondo alcune voci era reduce da un lungo infortunio. Si è però dovuto attendere l'arrivo della F70 Maria Antonietta Fadda (1938) per sapere della vincitrice virtuale: 6'55"13 e 989 punti, che è anche il nuovo record italiano di categoria, ad abbassare proprio il suo stesso primato di 7'02"41 ottenuto proprio a Cagliari a giugno.  Prima donna over-70 a scendere sotto i 7' nei 1500. 3000: stavolta Nadia Dandolo non lascia spazio alle avversarie e vince in 10'45"08, unica atleta sotto gli 11'. Ma anche qui la F70 Fadda strappa la vittoria con 960 punti grazie al suo 14'58"91, ad una manciata di secondi dal record della Miniotti (14'44"24). Nell'alto assistiamo a quella che forse è stata l'atleta della manifestazione: Giuliana Deromedi (1965). Ebbene la F45 ha vinto la gara con 1,56, cioè ben 4 centimetri in più dell'accoppiata Zanni-Costenaro che si divideva il record: quindi altro record italiano. Nella gara si registrano anche 3 tentativi a 1,59. Costenaro tra l'altro presente allo show della Deromedi (seconda con 1,41). Lungo: gara vinta dalla mantovana dell'Ambrosiana Susanna Tellini (1966), con 4,78, unica atleta a oltrepassare la soglia dei 700 punti delle tabelle Fidal (733 points). Triplo: altro giro, altro record italiano per Giuliana Deromedi (1965). 10,26 con 1,4 di vento a favore: 4 centimetri in più del suo record ottenuto a Rovereto a giugno: unica atleta sopra gli 800 punti. Peso: naturalmente non poteva non dominare la gara Gabre Gabric virtualmente: 4,72 e una botta di 1015 punti. Sfiora i 1000 punti (990 pt) anche Maria Luisa Finazzi (1944) con 8,40. Disco: la Gabric addirittura ottiene un punteggio "doppio": 1238 punti frutto di un 12,08. Solo Maria Luisa Fancello (1943) oltre gli 800 punti (e i 700 a dire il vero): 24,07 e 825 punti. Giavellotto: Solo tre atlete di poco superiori ai 700 punti. Miglior risultato "a tabella" il 21,52 di Elvia Di Giulio (1947). 200hs: Ottima Cristina Amigoni (1968). 30"46, vittoria virtuale e reale insieme ad due soli decimi dal suo record nazionale.  4X100: l'Ambrosiana femminile continua a mietere record italiani ogni volta che viene schierata. 51"45 per demolire stavolta il record italiano F40 (quest'anno aveva abbattutto già 3 volte quello F45): è bastato inserire la F35 Denise Neumann per trovare il nuovo equilibrio e cancellare il 52"16 dell'Atletica Brescia risalente al 2007. 4x400: anche qui cade un record di società. E' quello della 4x400 F50. Il Cus Romatletica ha infatti fatto fermare i cronometri a 4'38"71, cioè 10" in meno del precedente record dell'SC Meran Forst del 2006.

Le prestazioni maschili
100: la gara va al Capriolo Roberto Gangini (1970) con 11"86, ma sul podio più alto ci va il super-Antonio Rossi (1950, avevo contato non molto tempo fa i suoi titoli italiani: una cifra molto alta, ma non ricordo quanto). Il suo tempo necessario per la vittoria è stato 12"70. 200: altra vittoria Capriolese con Daniele Biffi (1972, 24"09), giunto a pari con il campione del mondo dei 60 di Sindelfingen '04, Donato Cipullo (1968) e 3 centesimi in meno di Roberto Gangini (1970). La vittoria è andata però a Ugo Sansonetti (1919, e non poteva essere altrimenti) che ha piazzato "solo" 1258 punti con il suo 41"37. Per batterlo gli M35 avrebbero dovuto piazzare tempi alla Bolt, per intenderci. Forse una piccola riparametrazione sarebbe necessaria. La butto lì: ma perchè non si prende come "base" il record mondiale master di categoria e su quello si stendono le tabelle? Percentualizzando la prestazione proprio sul mondiale master si otterebbe un punteggio più "di mercato". Più concorrenzialità. Più spettacolo. Certo, sarebbero rari gli over 100%, ma chissenefrega! 400: la nostra politica anti-autoreferenzialista mi impone di citare ancora il solo Ugo Sansonetti che varca ancora la soglia dei 1000 punti. 1079 punti con 1'44"45. Buona prestazione anche di Aldo Del Rio (1946) capace di sfiorare la barriera del minuto con 1'00"49 e 840 punti. 800: il doppio giro di pista è ormai diventato un lombard-affaire quest'anno. Abbiamo talmente romanzato le sfide, che poi proprio i nostri beniamini diventano sempre protagonisti delle gare più importanti. Ennesima sfida in Sardegna tra Francesco D'Agostino (1966) e Giuseppe Romeo (1963), una sfida che si rivedrà negli M45 l'anno prossimo. Stavolta l'ha spuntata D'Agostino con 2'03"65, ma ad impensierlo è stato Cosimo Sguera (1971) che gli è arrivato a 6 centesimi. Chiaramente Romeo con 2'04"18 ha totalizzato 814 punti, ma chi ha portato a casa il tesoretto è stato l'altro mostro sacro degli 800 master italici: Luigi Ferrari (1959). 2'08"91 e tutti dietro nelle tabelle. 1500: nel mezzofondo ha sicuramente mostrato di avere una marcia in più il marocchino Noureddine Makhloufi (1968). Sui 1500 prevale su Giuseppe Romeo di pochi centesimi: 4'18"57 a 4'18"98. Complicato stabilire il vincitore tabellare. Così dovrebbe essere Dario Rappo con 4'48"13 (960 punti). Piccola sorpresa nella bagarre: Giancarlo Mereu (1960) batte il molto più quotato pari-categoria Franco Maffei (1958): 4'27"69 a 4'29"04. 3000: replica alla vittoria il marocchino Makhloufi, con 9'23"33. Ma è ancora Dario Rappo ha portarsi a casa l'oro con 10'21"81 e 888 punti. Pensate: due soli punti su Luciano Acquarone (1930), 13'35"46 e, pensate un pò, nuovo record italiano M80. Primo uomo sotto i 14' in Italia sopra gli 80 anni. Per lui, udite-udite, 33 record italiani all'attivo. Alto: gara pirotecnica, che vedeva sulla pedana vedette come Marco Segatel, Daniele Pagani, Emanuel Manfredini, Marco Mastrolorenzi. Probabilmente i migliori risultati tecnici in chiave "assoluta". La vittoria urbi et orbi è andata al ritorvato lombardo Marco Segatel (1962) con 1,90, cui ha risposto il mantovano Daniele Pagani (1966) con la stessa misura. Con il gioco dei punteggi, l'ottimo 1,78 di Manfredini (1959) gli è valso il secondo posto di giornata, pareggiato anche in questo caso da un grande Marco Mastrolorenzi (1960). Lungo: gara vissuta sul dualismo tra Michele Ticò (1966) e Diego Zambelli (1971). Alla fine sarà il primo a spuntarla con 6,29 contro il 6,26 dell'emiliano-romagnolo. La gara è stata poi vinta dall'M65 Lamberto Boranga con 4,87 e 974 punti. Triplo: ancora Boranga. 10,70 e jackpot conquistato con oltre 1000 punti (1007 per l'esattezza). Gara vinta ancora da Michele Ticò con 12,97. Nel peso vale lo stesso discorso di Sansonetti e della Gabric. Stavolta protagonista è Mario Riboni (classe 1913) che lanciando il peso a 5,54 ottiene 1054 punti e tutti a casa. Dovremmo ritornare ancora sulle tabelle e la mancanza di competitività con questi "grandi anziani" del nostro mondo sportivo. Dobbiamo necessariamente ritornarci. Secondo, tanto per cambiare, Giuseppe Rovelli, classe 1918, M90: 7,10 e 978 punti. La gara è invece stata vinta davvero da Aldo Bandini (1958) con 12,52. Disco: Ci credete? Stavolta Riboni non ha vinto e ottiene solo 822 punti. A vincere la gara è stato Roberto Sagoni (1947) con 39,72 anche se il vincitore morale-virtuale è stato Piero Macrino (1940) con 36,83 e 911 punti. Giavellotto: il Solito Giancarlo Ballico si dimostra senza avversari: 48,78 e 883 punti. 200hs: grandissimo record italiano per Paolo Citterio (1975). 25"39 e 16 centesimi in meno rispetto al record di Colin Stefano Longoni (25"55 corso con 2 metri di vento contrario). Lorenzo Muraro (1969) sfiora invece quello M40 (26"12 contro 26"05).  4x100: gara vinta dalla Giovanni Scavo 2000 con 47"14. La staffetta dell'Olimpia sfiora invece il record M55 dell'Ambrosiana chiudendo in 49"26 (49"18 il record milanese). Il record italiano invece non sfugge alla stessa Ambrosiana versione M60: 51"51 e 7 centesimi in meno del record del Cus Palermo (51"58) corso a Siracusa a giugno. 4x400: gara emozionante con sportellate e emozioni fino all'ultimo centimetro. A spuntarla la Capriolese con 3'35"02. Di fatto vittoria alla Giovanni Scavo come M40 con 3'36"80.

Gli 8 record italiani
  • 1500 F70: 6'55"13 - Maria Antonietta Fadda (1938)
  • alto F45: 1,56 - Giuliana Deromedi (1965)
  • triplo F45: 10,26 (1,4) - Giuliana Deromedi (1965)
  • 4x100 F40: 51"45 - Ambrosiana
  • 4x400 F50: 4'38"71 - Cus Romatletica
  • 3000 M80: 13'35"45 - Luciano Acquarone (1930)
  • 4x100 M60: 51"51 - Ambrosiana
  • 200hs M35: 25"39 (0,2) - Paolo Citterio (1975)

04/10/10

La crema delle parti intime di Belen è doping: e noi tutti c'abbiamo scritto Giocondor...

In attesa del reportage dei c.d.s. di Cagliari (uscirà nei prossimi giorni), vi lascio in compagnia del Duca e della sua denuncia, che diventerà presto quella del nostro sito.

L'angolo del Duca: e noi tutti c'abbiamo scritto Giocondor!

Mi perdoneranno i più giovani, ma da anziano atleta quale sono ho spesso reminiscenze di vecchi spot degli anni 60 e, leggendo quanto poi sotto riportato, mi è venuto in mente “Giocondor” un mitico cartone animato di un Carosello fatto per una nota azienda alimentare. Il corvaccio diceva sempre una frase “ecchè ciò scritto Giocondor” che , in estrema sintesi, voleva significare: "ma che mi hai preso per scemo…?". Una simpatica vignetta e un’espressione ormai da decenni nel linguaggio comune, per introdurre ancora una volta l’argomento DOPING. Il Doping nello sport è un problema gravissimo che, a mio avviso, è assolutamente sottovalutato per tantissimi motivi, il più evidente dei quali l’esigenza smodata di spettacolarizzare sempre di più il gesto atletico oltre gli estremi limiti fisiologici. Ho spesso parlato delle motivazioni che spingono un atleta professionista ad aiutarsi con sostanze chimiche cercando di dare, pur disapprovando nella maniera più assoluta, un senso dettato da esigenze monetarie.
Ma il fenomeno ancor più inquietante è quello del doping a livello amatoriale: il prof Sandro Donati, paladino praticamente sconosciuto, perché quasi mai citato dai media, della lotta al doping in Italia e nel mondo, ha dichiarato, tramite l’Associazione Sport di Libera, che è stato stimato come, solo in Italia, circa 500.000 sportivi non per professione abbiano assunto sostanze dopanti almeno una volta in un anno. (rif. 2008).
E’ un dato impressionante. Anche se si parla ovviamente di qualsiasi tipo di attività fisica svolta a livello amatoriale (dalla palestra al volano), quante persone su un universo di 60 milioni di abitanti praticano uno sport? Vogliamo esagerare, 5 milioni… il 10%, ma se anche fossero 10 milioni, parleremmo comunque di un 5% di una intera popolazione che assume sostanze dannose per la propria salute, solo per praticare un’attività sportiva che, di per se, dovrebbe essere praticata proprio per stare bene di salute. 
Un assurdo nell’assurdo.
E attenzione, quando si parla di attività amatoriale, si deve chiaramente comprendere tutto l’ambito delle categorie preprofessionistiche, gli adolescenti per intendersi, che molto spesso, in maniera totalmente inconsapevole, vengono costrette ad usare determinate sostanze con la prospettiva di non poter progredire nel proprio ambito sportivo. E’ un problema gravissimo e come si fanno campagne istituzionali contro le droghe, il fumo, l’alcol, la guida spericolata, l’aids, allora bisogna farle anche contro il doping nello sport a tutti i livelli.
Il doping è una piaga sociale, identica a quelle appene citate e in quanto tale va evidenziata e combattuta con la prevenzione, raccontando la verità in merito e non avendo paura a dichiarare che: IL DOPING UCCIDE.
Noi di Webatletica, nel nostro piccolissimo ambito, daremo il buon esempio e cominceremo, in un prossimo futuro, a creare delle nostre campagne preventive per ricordare quanto appena detto. E giusto per stemperare appena la crudezza di quanto appena scritto divertiamoci con alcune delle giustificazioni più banali da parte di chi era stato beccato e che sono state riportate qualche giorno fa da Tgcom. E’ solo un piccolissimo campionario; di scuse ridicole e patetiche ne abbiamo sentite di ogni tipo e saremmo ben felici se voleste segnalarci quelle che più vi hanno colpito e maggiormente indignato.

Doping, le scuse degli sportivi - Ciclisti e calciatori i più fantasiosi (Tgcom del 01/10/2010)

"Ho mangiato troppa carne", questa è stata la fantasiosa risposta di Alberto Contador, il ciclista spagnolo reputato il migliore al mondo, all'Unione Ciclistica Internazionale che aveva annunciato la sua positività ad un test antidoping, parlando di una "piccola concentrazione di clenbuterolo"(sostanza utilizzata per accelerare crescita nelle bestie da macello). Ma Contador non è l'unico a possedere una fertile creatività nel mondo dello sport...

A reputare "assai improbabile", infatti, la spiegazione di Contador ci pensa Andrew Franklyn Miller, medico dello sport presso il Centre for Human Performance di Londra e responsabile dello staff sanitario della nazionale britannica di canottaggio, che ha commentato la difesa del ciclista affermando: "I quantitativi di clenbuterolo trasmessi nell'organismo umano attraverso carne contaminata sono incredibilmente contenuti, a meno che non si consumino enormi quantitativi di carne": "E' assai improbabile", ha aggiunto Miller, "che alla vigilia di una tappa di montagna qualcuno consumi tre o quattro bistecche".

Ma non c'è fine all'invenzione dell'intelletto umano, alcune storie sono così paradossali che sembrerebbero, lasciatecelo dire, inventate. Storica, ad esempio, la giustificazione del romeno Adrian Mutu, positivo alla cocaina ai tempi del Chelsea, disse di averla presa ''per migliorare le prestazioni sessuali''. Aveva infatti conosciuto una connazionale pornostar e voleva essere all'altezza.

La madre di tutte le positività nel calcio italiano fu, nel settembre del 1990, quella al Lipopill di Angelo Peruzzi ed Andrea Carnevale della Roma. ''Il Lipopill ce l'ha dato mia madre per smaltire una cena troppo generosa cucinata da lei dopo la gara con il Benfica'', raccontò il portiere. Vennero squalificati per un anno.

Numerosi i casi di positività anche al nandrolone, spesso cancellati a colpi di spugna, ovvero sentenze con pene non superiori ai 4 mesi. Christian Bucchi e Salvatore Monaco del Perugia dissero di aver ''fatto una abbondante grigliata di carne di cinghiale, che ci ha fatto venire fuori valori sballati''.

Per Fernando Couto, portoghese del Parma, fu invece ''tutta colpa di quello shampoo che conteneva nandrolone. E con la chioma che ho, io devo usarne molto''.

Famoso infine il caso di Marco Borriello, sospeso tre mesi per positività a prednisone e prednisolone (metaboliti del cortisone) dopo un Milan-Roma (allora il centravanti giocava nel Milan). La corte fu clemente perché tenne conto della spiegazione fornita dalla fidanzata del calciatore, Belen Rodriguez. ''Dopo un rapporto sessuale non protetto - spiegò la pin-up argentina - Marco s'è preso la mia stessa infezione vaginale e senza pensarci gli ho consigliato di usare la crema al cortisone che il mio medico mi aveva prescritto''. (Fonte TgCom 1 ottobre 2010)

01/10/10

C.d.s. Master: a Cagliari per lo scudetto

Ci siamo: weekend "decisivo" per il mondo master nazionale con la finale dei C.d.s. che si tiene a Cagliari. Appuntamento che arriva sull'onda di molte polemiche sterili (a mio modesto modo di vedere). Uno degli organizzatori è pure "comparso" nel nostro forum a spiegarci i dettagli dell'organizzazione, cosa per la quale ringrazio pubblicamente. La manifestazione sta comunque sempre più assumendo un certo spessore: molte società si attrezzano ogni stagione per poter accedere alla finale, e questo porta numerosi over-35 a cimentarsi nelle varie fasi regionali. In altra occasione cercheremo di aiutare a far comprendere che  in alcune realtà sarà necessario accorpare i c.d.s. di più regioni, per non vedere un atleta-gara cimentarsi tristemente. Ma adesso siamo a Cagliari, parliamo di questo. Favorite d'obbligo le due società vincitrici uscenti, l'Olimpia Amatori Rimini tra gli uomini e l'atletica Asi Veneto tra le donne. Per i romagnoli l'eventuale vittoria costituirebbe el triplete, mentre le venete sono arrivato al loro primo titolo l'anno scorso. Tra gli uomini la società Riminese si è addirittura rafforzata, colmando le lacune che aveva palesato negli scorsi anni nella velocità. Pensate che potrà schierare contemporaneamente Massimo Clementoni appunto nella velocità, Lamberto Boranga nei salti in estensione, Luigi Ferrari sugli 800, Marco Segatel e Emmanuel Manfredini nell'alto, Mario Riboni nei lanci, Luciano Acquarone nei 3000. Sulla carta pronostico chiuso. A cercare di contrastare il previsto dominio dell'Olimpia ci penserà il Cus Romatletica, che rivestirà il doppio ruolo anche tra le donne. Molte meno individualità rispetto ai romagnoli, anche se al primo turno avevano girato per primi con 10955 punti contro 10815: troviamo infatti Ugo Sansonetti nella velocità, Mario Vaiani Lisi nel mezzofondo, Claudio Rapaccioni nei 200hs, Marco Mastrolorenzi nell'alto. Attenzione alla squadra del momento, però: la Daini Carate Brianza. Dopo la grande sorpresa di aver battuto nella fase regionale l'Ambrosiana, si è insediata al 4° posto nazionale proprio davanti ai "cugini" (terza a Cagliari vista la defezione della Tortellini Voltan di Martellago). Tra le vedette dei brianzoli sicuramente Giuseppe Rovelli nei lanci, Giuseppe Romeo nel mezzofondo veloce, i fratelli Mauri nella velocità, Paolo Citterio negli ostacoli. Ma non sottovalutiamo mai l'Ambrosiana, un pò la "vecchia signora" dell'atletica master italiana. Una specie di Juventus over-35, che presenta la solita squadra molto quadrata, basata su alcune punte del masterismo italiano come Galdino Rossi (nei salti), Antonio Montaruli negli ostacoli, Giancarlo D'Oro nella velocità, Luigi Brolo nel giavellotto. Purtroppo non li vedo come possibili avversari di Olimpia e in subordine di Cus Romatletica: un gradino sotto, nonostante un paio di anni fa avessere vinto sul campo lo scudetto salvo poi vederselo sottratto nel viaggio di ritorno per un errato calcolo di punteggio.
Tra le donne tutte le prime società del seeding post-fase regionale sono presenti. Sono previsti fuochi d'artificio. Le campionesse uscenti dell'Asi Veneto presentano il solito squadrone molto affiatato, con vedette Nadia Dandolo nel mezzofondo. Barbara Ferrarini sarà impegnata nel lungo, Chiara Passigato nell'alto, Gabriella Ramani e Rosa Marchi. Stando alla fase regionale bisognerà stare attenti al Cus Romatletica, capitanato da Anna Micheletti. Squadra molto competitiva (e non poteva essere diversamente), con Cristina Amigoni (campionessa mondiale dei 400hs M40), Jocelyne Farruggia nel mezzofondo, e Khaty Seck nella velocità. Così, ad impressione, un gradino sotto le venete. Che poi alla fine la cosa difficile è mettere insieme una società equilibrata: tutti volenti o nolenti presentano "buchi" con atleti improvvisati specialisti in gare non loro. L'Ambrosiana appare molto forte nella velocità (con Marinella Signori, Rosa Anibaldi, Denise Neumann e Giuseppina Perlino), nei salti con Susanna Tellini e Mery Greceanu, ma paga probabilmente le altre specialità. Queste le tre società in predicato di lottare per il titolo. Webatletica sarà naturalmente presente con audio e video, e quanto raccoglieremo sarà poi pubblicato su questo sito. Mi è stato suggerito che se qualcuno dei partecipanti ci girasse le sue foto (o i suoi video) potremmo creare un bell'album fotografico qui sul nostro sito. Rimanete collegati per i prossimi aggiornamenti sui c.d.s. 

    30/09/10

    La settimana over-35: Paolo Camossi 15,77 (triplo) - Pamela Del Terra 58"35 (400)

    (Paolo Camossi, Foto Fidal.it) - Dopodomani vanno in scena le finali dei c.d.s. Master a Cagliari: la maggior parte dei master stessi sono di conseguenza sul trampolino di lancio per uno dei momenti più importanti della stagione. Nella nostra rubrica "La Settimana degli over-35", quella passata, la copertina va invece ad altre finali, quelle dei Campionati di Società Assoluti, che ad ogni anno si arricchiscono disempre più  neo over-35. Del resto mancano i ricambi generazionali e i top-team nazionali stanno diventando sempre più "anziani" o quanto meno, devono ricorrere a tutto quello che passa il convento (lasciamo perdere per una volta la stupidità del regolamento dei c.d.s., sul quale abbiamo già ampiamente discusso): guardate per esempio i 1500 o i 5000 della Serie Oro o Argento. Sembrava un campionato keniano... mah. Potere della nuova formula, no? Tutti giovani... stranieri. Nel fine settimana ci tengo a sottolineare alcune prestazioni (poi come al solito in allegato i migliori risultati della settimana scorsa ottenuta dai master in pectore) oltre che a dedicare uno spazio tutto loro ad una delle prove del Pentalanci tenutosi a San Benedetto del Tronto sul quale ha scritto una nuova penna di Webatletica, Alessandro Tifi. La prima prestazione "notevole" è quella fatta registrare dall'ex primatista italiano Paolo Camossi (1974) che è tornato a saltare per la sua società nel salto triplo: 15,77 ad Orvieto che equivale a 88,29% AGC (il record italiano M35 è ancora un 16,00 di Buttiglione... manca davvero poco). Molti risultati buoni anche da altri "saltatori" come Giacomo Befani (1970) 4,90 nell'asta (88,15%), mentre ancora un over 2,00 da parte di Francesco Arduini nell'alto (86,90%). Nel mezzofondo ha svettato Marco Biondani (1962) nei 1500 con il suo 4'13"68 e ben 93,26% (3° risultato al maschile AGC): ci credete che parterre de roi si è messo alle spalle? Prima il poliziotto Lorenzo Lazzari (14'36"08 sui 5000, cioè 88,81%), mentre sul podio virtuale di giornata niente-popo-di-meno-che l'altro cop Andrea Longo (1975): 1'56"40 e 87,12%. Avevo letto una sua intervista nella prima primavera sul suo "rilancio", che purtroppo l'ha portato a 1'51"14 ottenuto a Firenze il 6 giugno, quando probabilmente si aspettava tempi sotto gli 1'50". Ma questo è l'anno del "ritorno", l'anno prossimo sarà quello in cui molto probabilmente attaccherà anche la MPI M35 (probabilmente non gli importa più di tanto... a noi un pò di più): l'1'50"66 di Stefano Parma che recentemente abbiamo rivisto all'opera nei 1500 di "celebrazione" del ventennale del record di Genny Di Napoli. Nei 3000 siepi di Borgo Valsugana all'opera anche il campione europeo di Nyiregyhaza Stefano Vercelli: 9'43"07 (84,57%). Se passiamo agli ostacoli domina dall'alto del suo 13"7 sui 110hs (manuale!!!) di Andrea Alterio ad Orvieto (94,27%, seconda prestazione AGC della settimana tra gli uomini).  Probabilmente il record italiano "manuale" sulla distanza, quando quello elettrico tabellato è il 13"81 sempre del friulano (ma non so se la nostra amica Giusy Lacava lo inserirà nella tabella dei record nazionali). Naturalmente show nei lanci: ormai tutti i migliori lanciatori nazionali hanno più di 35 anni: lassù, in testa, c'è l'argento europeo di Barcellona Nicola Vizzoni (1973) con il suo 73,35 nel lancio del martello e 87,13% agc. Mostruoso, anche se a Barcellona (79,12) ha sfiorato la sua stessa MPI di 79,74. Paolo Dal Soglio (1970) è secondo invece nella classifica virtuale AGC del lanci: 17,70 e 78,63% AGC. Ma pensate chi c'è nei posti di rincalzo: Diego Fortuna, Giorgio Tubini, Stefano Lomater, Corrado Fantini... molti dei migliori lanciatori italiani degli anni '90. Per  i loro risultati, naturalmente vi rimando al file allegato. Di fatto, però, il miglior risultato AGC l'ha ottenuto il marciatore Graziano Morotti: un treno! 47'25"37 nei 10 km di marcia: 96,19%. 
    Nelle donne grande fermento tra 400 e 800 F35. Nelle ultime settimane le ragazze scese sotto i 59" nei 400 (e ancor di più sotto il minuto) si stanno moltiplicando. Prima Maria Sgromo un paio di settimane fa, quindi Mara Cerini la settimana scorsa, adesso Lucia Pollina che ha corso 58"91 (84,34%) a Comacchio. Ma soprattutto è esplosa (possiamo parlare di esplosioni a 36 anni??) di Pamela Del Terra (1974): 58"35 ad Orvieto (86,08%). Sono curioso: vado a vedere le liste dell'anno... ollalla! Pensata che aveva come SB un 59"0 corso a Pistoia ad aprile, mentre a luglio aveva corso in 1'00"31! Grande miglioramento! L'anno scorso aveva comunque corso in 58"2: è nei suoi "numeri" correre quei tempi. La migliore velocista è stata comunque la siciliana Maria Ruggeri (1969) 26"22 (con -0,6) a Comacchio: 87,30%. Passando al mezzofondo si dimostra ancora in forma strepitosa Maria Vittoria Fontanesi (1974) di cui avevo parlato una settimana fa. Stavolta impressiona sui 1500 dove riesce a correre in 4'25"49 (89,67%) nella finale Oro di Borgo Valsugana. Nei primi 5 posti virtuali la Fontanesi si colloca anche al terzo con il 2'09"54 sugli 800 (87,45%), mentre Silvia Casella (1972) piazza il secondo posto (4'29"57 sui 1500) e al quinto con 17'10"94 sui 5000. Nei salti, punteggi pirotecnici di Barbara Lah (1972) e Roberta Bugarini (1969): la friulana 12,94 nel salto triplo e 92,63%, mentre la Bugarini 1,74 nell'alto e 92,55%.

    Segue l'articolo di Alessandro Tifi sulla riunione di Pentalanci di San Benedetto Del Tronto. 


    A San Benedetto il 25 e 26 settembre si sono svolti i campionati Regionali (open) di pentathlon lanci master 2010 validi come ottava prova del gran prix lanci che si concluderà con la nona e ultima prova, che verrà disputata il 9 ottobre a Macerata, in concomitanza con il campionato italiano individuale di specialità.
    45 sono stati gli atleti a prendere parte alla competizione, 33 uomini e 12 donne appartenenti a 25 diverse società dalle diverse regioni italiane.
    La gran parte dei risultati di rilievo arriva dalla categoria più “partecipata”, quella degli mm55, con 11 atleti, tra cui spiccano i risultati di Berhemi Xhavit (Liberatletica Aris Roma), primo con 333011,41 e nel disco con 40,99); di Moiraghi Angelo (Atletica Rovellasca), secondo con 3100 punti (distintosi nel martello con 39,22 e nel martellone con 13,32); e di Locati Lorenzo (Ginn. Monzese Forti e Liberi) con 11,35 nel peso. punti (ottimo nel peso con
    Tra gli mm60 troviamo Sagoni Roberto (Giovanni Scavo) primo con 3136 punti ed autore di un ottimo 45,22 nel disco; Cacciatori Francesco (Cus Roma) secondo con 3068 punti (40,66 di giavellotto); Bettucci Francesco (Sef Macerata), terzo con 3021 punti ed un probante 41,88 nel disco. Tra gli mm70 si segnala Cartechini Italo (Sef Macerata), primo con 3201 punti (11,22 nel peso e 33,24 nel disco).
    A livello femminile i migliori risultati arrivano tra le mf50: Magagni Anna (Acquadela Bologna) prima con 2645 punti (10,27 nel peso); Melotti Paola (13,59 nel martellone). Unica partecipante tra le mf65, ma con un eccellente punteggio (3853) Del Giudice Brunella (Nuova Atletica dal Friuli) (29,157,64 nel peso, 13,59 nel martellone). Ottima anche la mf 80 Fozzer Nives (Nuova Atletica dal Friuli) mf 80 con 6,15 nel peso. nel martello
    Un gran prix di nove prove durante il corso dell’anno, tutte dedicate ai lanci master, è una gran bella iniziativa, chissa che non sia possibile allargare “la cosa” anche ad altre specialità!
    Quindi appuntamento a Macerata per gli italiani di specialità del 9 ottobre.

    Alessandro Tifi

    27/09/10

    L'angolo del Duca: Levorato, Marani... due esempio agli antipodi

    Le accalorate dissertazioni di Andrea sulla formula dei c.d.s. si sposano perfettamente con i risultati tecnici che sono scaturiti dalla due giorni di gare, appena conclusesi a Borgo Valsugana in provincia di Trento. Certo, a piccolissima giustificazione di prestazioni non esaltanti, va evidenziato il periodo dell’anno in cui l’esimia federazione ha deciso di assegnare gli scudetti dell’atletica e questo è sicuramente il quarto punto che aggiungerei alle tre proposte fatte, in concreto, da Andy: la scelta di una data diversa, nel cuore della stagione agonistica. Ma tant’è, questo è quello che oggi passa il convento e questo è quello che bisogna commentare. La vittoria è andata, forse contro pronostico in campo maschile, alla Bruni Vomano Teramo che ha battuto, di soli 8 punti, i campioni uscenti dell’Atletica Riccardi Milano. In campo femminile conferma della Sai Fondiaria Torino che l’ha spuntata, in maniera meno evidente delle previsioni, sulla Italgest Milano. Tantissimi complimenti ai vincitori perché, in ogni caso, chi vince merita sempre il massimo degli encomi ma, come detto, non si può non ribadire la pochezza tecnica dei risultati di una manifestazione che dovrebbe essere il fiore all’occhiello di tutto il movimento nazionale, il vero stimolo per i giovani ad avvicinarsi a questo sport. Il bello di questa competizione, infatti, dovrebbe essere l’opportunità data ad atleti, per cosi’ dire minori, di poter gareggiare con i grandi campioni, ma di questi, a Borgo Valsugana, se ne sono visti pochissimi e, mi sia consentito, il loro impegno, in taluni casi, è stato abbastanza discutibile.
    Un Gibilisco che salta 5,20 e se ne va in tutta fretta senza neanche partecipare alla festa finale della sua società che, per la prima volta vince lo scudetto; una Grenot che viene sbandierata nel trafiletto di presentazione dalla Gazzetta e poi non si presenta proprio al campo di gara, sono, in estrema sintesi il senso del totale fallimento o, se vogliamo, del non senso di una manifestazione che, cosi’ concepita, fa piu’ male che bene a tutto il movimento.
    Ma come sempre mi piace entrare nel merito di approfondimenti particolari e dopo aver comunque fatto il doveroso plauso alla miglior prestazione tecnica della giornata, il 7.98 nel lungo di un ritrovato, da mille infortuni, Da Castello, voglio raccontare due brevi storie.
    Manuela Levorato e Diego Marani sono due atleti, velocisti ( 100, 200 mt e staffetta veloce). Tutti conoscono la Levorato, molti, credo ormai, conoscono Marani, promessa di belle speranze, classe 1990, che quest’anno ha avuto l’onore di gareggiare al Golden Gala di Roma nella serie dei più  forti sui 200 mt. stabilendo, tra l’altro, il suo personale con 20”91.
    Bene, il baldo giovanotto di Mantova, personaggio di poche parole e molta sostanza, almeno sino ad ieri, rappresentava certamente una delle frecce migliori nell’arco della famiglia Tamaro. Sabato ha contribuito alla vittoria della 4x100 ed ieri, sui blocchi di partenza, vantava la miglior performance stagionale tra i partecipanti, in ogni caso 4° tempo dell’anno dopo l’irraggiungibile Howe, Galvan e Donati. Il risultato finale recita 21”73, nono posto ex aequo in classifica, un punteggio gara di 15,5 punti, neanche a farlo apposta 8,5 in meno di quelli ottenuti dal triplista Greco della Bruni, buon velocista ma non specialista della distanza, che ha vinto con 21”24. Casualmente la Riccardi ha perso il titolo di 8 punti ma, per un gioco di scarti, quelli dei 200 potrebbero anche non essere stati decisivi. Rimane il fatto che la prestazione ha del clamoroso, c’erano condizioni climatiche piuttosto buone, vento a favore anche in curva, si gareggiava in leggera altura, insomma tutto per fare bene ed invece… Mi sono ovviamente ben documentato sul fatto che il ragazzo potesse essersi fatto male, ma pare proprio di no anche se, alla fine della gara, qualcuno ha sentito dirgli che gli doleva leggermente dove si era infortunato proprio nel corso del Golden Gala….. e quindi, aggiungo io, non ha voluto rischiare per non compromettere il prosieguo della stagione….
    Ma come? La tua società lotta punto a punto per riconquistare un titolo italiano a cui tiene tantissimo e per cui ha fatto sacrifici economici notevolissimi e tu, giovane di belle speranze, ti spaventi, ammesso che sia vero, per un dolorino e tiri i remi in barca per paura di farti male nell’ultima gara dell’anno. Personalmente, e chi mi conosce sa che non ho alcun tipo di relazione con la Riccardi, sono rimasto indignato per questa cosa, per questo scarso attaccamento ad una maglia, alla passione di chi sta dietro e di tutti quelli, suoi compagni di squadra, che hanno invece dato l’anima per ottenere un risultato che è sfuggito per un soffio. Veramente un esempio negativo che viene ancor più amplificato da colei che ha,invece, illuminato questi oscuri campionati di società. 
    Lo so, qualcuno penserà che sono fissato nell’encomiare ed esaltare le gesta di Manuela Levorato, ma sono fatto così, sono solo per gli estremi: grandi passioni o grandi ostilità. Tanto mi era invisa la signora Levorato nella prima parte della sua carriera agonistica per certi atteggiamenti fuori dalle righe che, a mio avviso, la rendevano antipatica e di cattivo esempio, tanto mi appassiona adesso con il suo entusiasmo, la sua voglia di rivalsa, il suo grande amore per l’atletica.
    Forse esageravo prima, forse esagero adesso, ma quel che ha fatto la Principessa di Dolo nei due giorni dei c.d.s. è, a mio avviso, spettacolare. Ha vinto i 100 in 11”59, fatto vincere la 4x100 e vinto ancora sui 200 che ha corso, per la prima volta nell’anno, in 23”68 e rifilando 90 centesimi all’allieva di Di Mulo, la ormai famosa, grazie a WebAtletica e forse solo per WebAtletica, Tiziana Grasso.
    L’ira agonistica di Manuela mi ha ricordato la sposa di Kill Bill ed in tal senso ho voluto questa copertina, intesa come la vendetta di un’atleta assurdamente bistrattata agli Europei di Barcellona con l’esclusione dalla staffetta di cui tanto abbiamo parlato. Come gli atleti veri ed autentici, Manuela ha voluto subito reagire, dimostrando a tutti che Lei è ancora la numero 1 e lo sarà sicuramente ancora per tanto. Un’atleta di 33 anni che prepara, con il massimo dello scrupolo, un appuntamento invero di poco prestigio, che si sacrifica, facendo tre gare in 24 ore, dando il massimo in ciascuna e sapendo, oltretutto, quanto le possibilità di vittoria per la sua squadra fossero minime, rappresenta una delle poche speranze per un’atletica italiana allo sbando. Credo veramente che Manuela Levorato sia, meglio di chiunque altro, in questo momento, il punto di riferimento per tutti quegli atleti che amano questo sport, per quelli che vogliono intraprenderlo e per quelli che non sanno se continuarlo o meno.
    Manuela Levorato è l’atletica italiana,per il suo passato, per il suo presente e per il suo futuro che, sono stracerto, sarà ancora molto luminoso…..e mi raccomando, ripassa bene l’inglese nei prossimi due anni.

    IL DUCA

    26/09/10

    Toh, c'era la finale dei C.d.S. assoluti...

    (Una Manuela Levorato sfavillante in Trentino) - Quanto percepisce uno statale "al giorno"? Il calcolo è facile definirlo: diciamo che un livello basso percepisca circa 1300 euro, comprensivo di contributi pensionistici arriviamo a circa 2200 euro (calcolo in grande difetto). Dividiamo per 26 giorni (quelli lavorativi medi) e ci viene il totale che quello statale costa a tutti noi contribuenti ogni giorno: circa 84 euro. Ora, nel fine settimana (calcolo effettuato solo sulla serie Oro) 101 militari (la "carica dei 101") sono tornati a gareggiare per le società d'origine (secondo voi tutti gratis?) ai Campionati di Società: per le tasche dei contribuenti, il colpo di genio di "offrire" la possibilità di far rientrare impiegati dello Stato a servizio di soggetti privati, comporterà un esborso di quasi 17.000 euro (calcolato sulle due giornate di c.d.s.). Probabilmente pochi nell'oceano degli sperperi nazionale. Vediamola da un'altra prospettiva: noi italiani paghiamo 101 persone sotto forma di tassazione diretta ed indiretta, affinché queste persone anziché portare una divisa con tutto quello che comporta l'investimento di immagine verso l'esterno (come può essere anche la tuta delle Fiamme Oro, dei Carabinieri o della Finanza) indossino la casacca di soggetti privati affinché questi perseguano i loro fini (sportivi). Questi sono i Campionati di Società oggi. Almeno un tempo questa pratica chissà quanto giuridicamente ammissibile (esistono combinati normativi abbastanza severi sulla possibilità di svolgere attività esterne alla propria nelle Forze dell'Ordine... oltre che ai codici di regolamentazione delle pubbliche Amministrazioni) si limitava alla Coppa Italia, e il numero di "militari" era davvero limitato. Si poteva chiudere un occhio, a fine stagione: adesso la pratica è talmente diffusa che non ci si può non soffermare a riflettere sul fenomeno. Ma è passata pure questa: un regolamento di una Federazione sportiva risulta "a scavalco" delle norme che regolano la vita di uno Stato in barba alla gerarchia delle leggi.
    Naturalmente le società civili hanno sempre messo sul piatto il mancato introito degli indennizzi sui trasferimenti degli atleti migliori alle società militari: ma come faceva (o come fa) lo Stato a fare compra-vendita di atleti? E' eticamente inammissibile. Quindi nella mancata risoluzione di questo annoso quesito (le società civili rinvendicano investimenti sugli atleti, come il costo degli allenatori utilizzati, le cure mediche, l'abbigliamento, le diarie, i premi... che poi svaniscono nel nulla, visto che un giorno si presenta l'emissario di una società militare e si porta via il frutto del tuo "lavoro") oggi ci troviamo quello che (sapete già come la penso) è un "papocchio", o come altre volte meglio definito, il calar di braghe dell'attuale Fidal a chi materialmente l'ha eletta senza pensare evidentemente agli sfacelli che avrebbe portato a tutto il movimento. La soluzione peggiore a quel problema che sicuramente non è da sottovalutare: se investo, è giusto che venga risarcito per poter domani continuare la mia opera di ricerca del talento a livello capillare. Do ut des. E' innegabile invece che per decenni è stato un solo "dare" senza ricevere mai nulla da parte delle società civili. Questo è il problema, e la montagna ha così partorito il topolino. Il problema è diventato un'occasione per qualcuno (tipico di noi italiani) di favorire qualcuno (troppo), penalizzare qualcun'altro (troppo) senza trovare poi quello che dovrebbe essere la vera mission del sistema-atletica: favorire la diffusione dell'atletica stessa.
    A questo, ve lo ricordate, si arrivò con un blitz normativo di una scorrettezza davvero disarmante a fine novembre 2008, all'indomani delle figuracce olimpiche, mondiali ed europee dell'Arese I, che per essere rieletto evidentemente doveva fare qualche regalo sostanzioso ai suoi grandi elettori. L'esclusione delle società militari in effetti ha privato di qualsiasi interesse questa manifestazione, che ogni anno diventa sempre più triste, nonostante l'accanimento terapeutico su di lei praticato. Tutti tentativi di agghindare un cadavere. Rimane sempre morto, purtroppo, anche col vestito migliore.
    La Gazzetta dedicava ieri un piccolo trafiletto di 5 righe ai C.d.S. vaticinando lo scontro tra la Grenot, la Milani e la Spacca sui 400. La Grenot, che chi la capisce è bravo (deve essere proprio un peperino), invece non si è nemmeno presentata (ha pure la convinzione che i 400 metri siano in realtà 395 metri; ma poi, qualcuno l'ha mai vista sorridere? Dai, Libania, ci si deve divertire!) sbugiardando pure quelle due righe della Gazzetta che su di lei puntavano per far attirare un pò l'attenzione sulla manifestazione.
    Nel frattempo i meccanismi propri delle società civili hanno portato ad ulteriore "elitarismo": già ieri potevamo dire che i C.d.S. erano di fatto finiti, ma chiunque avrebbe detto la stessa cosa prima che tutto fosse iniziato: pochissime società in lotta per gli scudetti: un paio tra gli uomini e una sola tra le donne. Il famoso utilizzo di allievi, junior e promesse ha inopinatamente sbugiardato la federazione che aveva reclamizzato la cosa come la panacea all'emoraggia di giovani dall'atletica. Le società civili  (dopo l'epurazione di quelle militari... ma che servono a fare adesso?) fulminate sulla Via di Damasco avrebbero iniziato a cercare i giovanissimi campionicini del domani, dando nuova linfa all'atletica italiana partendo dalle scuole. In realtà alle grandi società civili non gliene è importato assolutamente nulla dei giovanissimi, visto che si è registrata una inopinata corsa ad accappararsi i migliori in circolazione solo a partire dagli allievi (quelli che portano punti ai c.d.s.) che altri soggetti (i più meritevoli) piccoli allenatori di provincia si sono sbattuti per trovare. Nessun investimento sulle categorie cadetti, ragazzi, ma solo cash per gli allievi e gli junior. Se fossimo in un sistema evoluto, la cosa sarebbe anche auspicabile. Gli atleti passerebbero dalle società più piccole a quelle più grandi, fino a finire a quelle "professionistiche" (da noi quelle militari). Purtroppo a tutto manca il primo anello: la solidità delle piccole società, la mancanza di fondi previsti per esse (anche con 100.000 atleti tesserati, non valgono nemmeno 1/100 a livello di voti, di una società che arriva davanti a loro ai C.d.S. ma con 10 atleti), ed in generale l'assoluto menefreghismo sulle loro sorti.
    Il famoso discorso che facevo prima sugli indennizzi alle società civili da parte dello Stato, a questo punto assume un'altra prospettiva, molto meno nobile: le società civili che lottano per lo scudetto oggi, in realtà non si sono cresciute la stragrande maggioranza dei campioncini in casa nel corso degli anni. Quasi sempre non li hanno trovati loro. Li hanno "presi" giusto un paio di stagioni (in molti casi una sola) prima che gli stessi fossero accapparrati dalle società militari!
    Cosicchè con la nuova formula dei c.d.s., una volta diventati "militari" e stipendiati dallo Stato, i giovani si sarebbero trovati professionisti: da crisalidi a farfalle. Cioè lo Stato aiuta le metamorfosi degli atleti (grazie ai privilegi, stipendio incluso, che l'appartenere ad un gruppo con le stellette fornisce) che poi le società civili sfrutteranno per la loro piccola battaglia settembrina. Capite cosa voglio dire? In generale è un pò come il discorso sullo "scudo fiscale": puntare su un obiettivo minimo, nascondendo gli incredibili nonsensi morali di cui la cosa si è macchiata. Ma pensavate che avremmo avuto qualche cosa di meglio dopo quello cui abbiamo assistito in questi anni?
    Sui risultati sportivi in sè, sarà il Duca stesso ha produrre una delle sue ormai leggendarie emanazioni. I risultati, comunque, non sono stati proprio a livello di uno dei massimi appuntamenti dell'atletica su pista in Italia: mi piace solo ricordare Manuela Levorato che ha stampato un notevole 11"59 sui 100 (penso che ci fosse parecchio freddo lassù in Trentino), mentre per il resto un bel campionato regionale stile-Lombardia.
    La proposte (perchè non si può solo criticare)?
    • Reintrodurre le società militari alla finale dei c.d.s. come punto primo. Volenti o nolenti, l'entusiasmo e la fattività delle società militari determina il campione statistico tra il quale emergono gli atleti di caratura internazionale. L'umiliazione cui sono state sottoposte, invece, ha prodotto tutto questo: davvero, a cosa servono oggi le società militari oggi? Chiuderle, come in molti si auspicano, in realtà sarebbe la soluzione peggiore se teniamo all'immagine dell'atletica nazionale: nessuno sponsor oggi fornisce a nessun atleta che può essere un campione domani, certezze quali quelle di un posto fisso finita la propria carriera: si rinuncia di fatto a 10/15 anni della propria vita professionale per allenarsi... proprio quelli dove si entra nel mondo del lavoro. Come indennizzare questa "perdita"? Se invece vogliamo che non vi siano militari, non dobbiamo nemmeno pensare che l'Italia possa avere un'atletica decente a livello internazionale. Facciamo i nostri campionati nazionali, regionali e provinciali e godiamo di quel poco.
    • Togliere le assurde regole sulla presenza di allievi, junior e promesse ai c.d.s.: gareggiano solo i migliori della società. Più regole ci sono, più una manifestazione perde di fascino e allontana sponsor, media e pubblico. Scarti di punteggi, calcoli astrusi, e alla fine un titolo che si vince con troppi punti. Troppo complicato. 
    • Prevedere una forma di indennizzo per le società civili che non vincolino a vita gli alteti (militari) ad esse, situazione che dà vita ai meccanismi perversi sopra descritti. Adesso, trovare quali formule per indennizzare chi fa l'opera più importante (portare i ragazzi in pista) non è certo un compito facile. Ognuno dovrebbe dire la propria, tipo... iscrizioni gratis alle gare?
    Vi rimando comunque per l'analisi tecnica dei c.d.s. all'articolo del Duca che comparirà presto su questo sito

    24/09/10

    Cos'è: uno scherzo? Una pista indoor a Montichiari... l'ennesimo sogno

    Oggi sfogliando il Giornale di Brescia, la mia attenzione viene catturata dall'immagine a tutta pagina di una pista indoor. Chi fra di noi non ne sarebbe stato attratto? E' così raro leggere notizie sull'atletica al giorno d'oggi su qualsiasi pubblicazione che non tratti esclusivamente di questo sport, che addirittura vedersi una foto "dedicata" su un quotidiano è introvabile come un Gronchi Rosa. La notizia è sostanzialmente questa: a Montichiari, tra le province di Brescia e Mantova, è stato inaugurato in questi l'anno scorso (a maggio) un velodromo avveniristico (l'unico in Italia) dove il ciclismo indoor nazionale ha finalmente trovato una più che degna sistemazione. Dopo circa un anno dalla sua apertura gli amministratori sollevano un problema: la struttura è gigantesca, mastodontica, spaziale (nel senso che esternamente sembra proprio una maxi-astronave), ma di fatto viene utilizzata "relativamente" poco dal ciclismo. Inevitabile la necessità di sfruttarne gli spazi e i tempi per altre attività,  per ammortizzare gli sprechi gestionali che una tale struttura richiede. L'articolo che cito di Paolo Valentini dice espressamente "impensabile infatti... che la struttura possa reggere il peso gestionale economico basandosi unicamente su eventi legati alla bicicletta". Non so spinto da chi, l'ingegnere che ha progettato l'impianto (Eliseo Papa) presenta a questo punto un ulteriore progetto in maniera tale da dotare il velodromo di una pista di atletica, per avere alla fine un impianto simile al Luis Puig di Valencia, dove si svolsero i Campionati Mondiali Indoor del 2008. La notizia, potete capire, fino a questo punto sembra davvero una ventata di speranza per tutti i pistard atletici, finchè non leggo il proseguo della stessa che mi fa letteralmente crollare il mento sul giornale. Ebbene, sembrerebbe che l'assessore allo Sport di Montichiari abbia incontrato per discutere della cosa, indovinate chi? ...Franco Arese, e chi sennò?! Il progetto sarebbe stato presentato alla Fidal alcune settimane fa, e come dice l'assessore "Arese mi parve molto interessato e ni sollecitò a presentare un progetto". O mammmmmmamiaaa!! Frase che mi ha fatto accapponare la pelle: vi ricordate le promesse pre-Campionati Europei Indoor di Torino 2009? La pista che sarebbe rimasta in Piemonte? Una nuova struttura indoor? Sparito tutto. O il nuovo impianto di Padova, che come apprendiamo dal forum sarebbe terminato nelle murature, ma alla fine manca della pista e di tutti gli "interni" quindi non si vedrà nel 2010 e si "spera" nel 2011 per il completamento? O della pista di Urgnano, che di per certo è stata visitata da emissari della Fidal, ma alla fine è lì senza copertura a svernare in mezzo alla campagna bergamasca da oltre un lustro? Perchè dico questo: perchè è chiaro, benchè non venga espressamente scritto nel pezzo, che l'Amministrazione comunale di Montichiari, i gestori del Velodromo e la Federciclismo si aspettano qualche cosa dalla Fidal, così come si aspettano qualche cosa (probabilmente) da qualche anno gli amministratori comunali di Urgnano, così come si aspettano qualche cosa (probabilmente) quelli di Padova e come si aspettavano qualche cosa quelli di Torino. Oddio: non so ad Urgano o Torino si aspettano ancora qualche cosa: però faceva effetto pensare all'effetto domino di aspettative disilluse che la gente della Fidal semina ad ogni piè sospinto. Quel qualche cosa non è certo la pacca sulla spalla: "dai amico, sei un grande! Preparaci una bella pista indoor!", ma qualche cosa di poiù sostanzioso. Tant'è che nel titolo del pezzo si fa espresso riferimento ad un particolare problema: "Il problema? Trovare i fondi". Non conosco di certo il patrimonio della Fidal, ma non posso fare a meno di interrogarmi su quanto questo mandato abbia investito negli assett, che sono prodromici allo svolgimento dell'attività sportiva (scusate se utilizzo termini desueti). Qualcuno ha studiato l'impatto che ha avuto la struttura indoor di Ancona sul proselitismo atletico nel circondario? Secondo me parecchio, anche se non conosco i dati. Invece da questo punto di vista la propaganda di regime parla di aumenti inveterati di atleti tesserati che come più volte spiegato sono dovuti essenzialmente ai master e alla genialata dei cartellini fatti agli esordienti con la formula dell'usa-e-getta nelle piccole gare scolastiche. Così i tesserati sulla carta aumentano, le categorie centrali a poco a poco spariscono, e a livello internazionale torniamo con le ormai consuete figuracce. Se non c'è un campione statistico importante, inutile pensare di trovare campioni nell'atletica leggera... Ora aggrappiamoci all'ennesima piccola speranza del palazzetto di Montichiari: se mai leggeranno, gli suggerisco che non perdino tempo ad aspettare la Fidal. Cerchino loro i fondi e lo concludano: noi glielo invaderemmo ogni fine settimana, e se ci sarà pagare qualche cosa di più per fare una gara al caldo, io sarò il primo a pagarlo (chiaramente se la quota andrà nelle loro tasche e non in quelle della Fidal).

    23/09/10

    Un caso di doping... nascosto dalla Fidal?

    Aiutatemi a capire, perchè probabilmente non ci riesco. Ken Stone, dagli States, ieri mi manda una mail per chiedermi se conoscessi mai questo atleta (di origine marocchina) trovato qui in Italia positivo ad un controllo antidoping. La gara erano i campionati italiani master di Maratona tenutisi a Piacenza il 7 aprile 2010. Ken, in cerca di informazioni per capire chi sia questo soggetto, mi suggerisce che la fonte deriva addirittura dal sito master più immobile della storia della rete e che riguardi i master, quello della Federazione Internazionale (la WMA). In effetti vado sul sito e trovo la notizia, che ritengo rimarrà  sulla prima pagina per due o tre mesi, quindi non affrettatevi a cercarvela. L'atleta è tale Chakour Nour Eddine (probabilmente nella traslitterazione dei documenti il nome, Noureddine, è stato diviso, qui il link alla gara). Effettivamente, a parte la società di appartenenza (parte lesa), si sa poco di questo atleta. Mi faccio comunque una rapida ricerca su internet (pure Stone sta cercando informazioni su questa persona) e trovo notizie su puntosportivo.it, notiziario sportivo on-line (qui l'articolo) in cui si parla del deferimento di Chakour trovato positivo ad un mix pazzesco di sostanze dopanti (19-norandrosterone, Furosemide, Betametasone e Desametasone). Ma è un master o no? Su una lista di un risultato, risulta nato nel 1977 (qui il link); addirittura il .pdf della gara di Piacenza riporta il fatto che l'atleta sia del '77 (altro link). Ok, non è un master nonostante i siti internazionali riportino la notizia: ciò che non sanno è che probabilmente Chakour è tesserato come Amatore o Senior e ai campionati italiani master di Maratona, c'era anche la versione "open" aperta a queste categorie. Quello che sconcerta è che il sito della Fidal non riporti nulla della cosa: la lotta al doping si gioca su due fronti, purtroppo e per fortuna. Quella sua campo, fatta di controlli (possibilmente) a tappeto, e quella mediatica, preventica, quella che manda il messaggio "attenti, vi becchiamo... due anni a Chakour che ha voluto barare". Il sito della Fidal è Silente, che non è un personaggio di Harry Potter, ma l'aggettivo collegato alla qualità della lotta al Doping condotta dalla nostra Federazione. Del resto la caduta etico-morale-mediatica di questo mandato non la scopriamo certo oggi. Non importa nemmeno del doping effettivamente, e il fatto che dietro quel controllo (positivo) siano stati spesi dei soldi di tutti: un investimento andato a buon frutto che non viene "venduto" come prodotto. Un successo... o un insuccesso mediatico? Quello che vorrei capire è proprio questo: la Fidal non dà pubblicità alla cosa perchè non gliene frega nulla che un suo tesserato venga trovato positivo, per di più straniero. Seconda ipotesi: la Fidal non lo sapeva (ma il sito della WMA riporta che è stata la  stessa Fidal a comunicarlo). Terza ipotesi, nel New Deal della Fidal tutto è fantastico, bellissimo, noi siamo la più bella nazione del mondo atleticamente parlando e tutto viaggia a gonfie vele. Meglio non dare queste notizie scomode per l'immagine del movimento. Qualcuno ha una versione diversa?

    20/09/10

    Regionali Master Veneti: la nostra posizione e la lettera di Dario Rappo

    (Dario Rappo a Lubiana) - Non chiamatemi Cassandra, per favore (anche perchè fece una brutta fine, stuprata e uccisa dopo l'entrata trionfale del Cavallo di legno). Ma le cose si preconizzano facilmente se si conoscono i propri polli. Non passa infatti nemmeno una settimana dalla mala-educazione dei GGG milanesi raccontata dettagliatamente nel mio pezzo di allora, che siamo di nuovo qui a parlare degli effetti deleteri di una organizzazione di persone che dovrebbe essere presa e ridisegnata completamente, nelle idee, nelle persone, nella cultura sportiva. Il casus belli stavolta si è spostato in Veneto, a Vicenza, dove erano di scena i Campionati Regionali Master. Per farla breve, la prima giornata di gare, con grande scoramento di diversi atleti venuti da svariate parti del nord Italia e nonostante le condizioni atmosferiche fossero tornate "dignitose" dopo le intemperie mattutine (stando alle testimonianze degli uni), è stata sic et simpliciter cancellata. Erased. Tutti a casa. Dall'altra abbiamo la posizione ufficiale, raccontata da Dario Rappo qui sotto nella mail che mi è giunta ieri e già anticipata nella discussione che ne è nata in seguito ad un altro articolo. Si racconta di una pista al limite della praticabilità, zeppa di foglie, con le prime corsie allagate: il Delegato Tecnico si sarebbe fatto un giro di pista e poi sarebbe arrivata la benedizione urbi et orbi. Queste gare non s'hanno da fare. Quindi, una contrapposizione di vedute netta: di sicuro non c'ero e non posso dire chi avesse ragione e chi no. Per questo sono necessarie le discussioni, no? Per capire, comprendere, far sapere perchè una giornata di divertimento sia diventata una giornata persa per qualcuno, di delusione per qualcun'altro, di vacanza insperata per altri ancora.
    Prima di addentrarmi nel problema, mi preme puntualizzare una cosa che riveste un'importanza fondamentale per Webatletica. Alla seconda riga della tua mail, qui sotto riportata, caro Dario, ci chiedi di essere "più vigili sulle pubblicazioni degli interventi". Ecco, questa cosa mi dà fastidio, perchè Webatletica non è nè Atleticanet Noivelocisti dove si bannano le persone perchè dicono cose scomode. Ognuno qui dentro ha la massima libertà di esprimere le proprie convinzioni, le proprie idee, la propria posizione e le proprie esperienze come crede: io non interverrò. Un forum o un'agorà come la nostra si autodisciplina e le discussioni si autoregolano, e chi sgarra o dice scemenze solitamente si condanna da solo. Viene emarginato. Non voglio fare il poliziotto anche qui dentro e redarguire il prossimo sui suoi comportamenti: un forum è per antonomasia un luogo di libertà.
    Sulla diatriba del rinvio delle gare, chiaramente mi trovi invece completamente dalla tua parte. Del resto più volte da questo sito abbiamo chiesto di rivedere i modelli organizzativi delle gare e limitare il "potere" dei G.G.G. fino a che non saranno veramente maturi (vista la media d'età, è quasi un eufemismo) per poter entrare nel merito della gestione delle manifestazioni. Se poi i cronometristi arrivano e poi in piena autonomia se ne vanno, il loro comportamento è vieppiù deprecabile. Senza di loro, come poi mi hai giustamente suggerito, non hanno valore i risultati eventualmente ottenuti. L'organizzatore si trova così solo a preparare la tavola, mentre il GGG entra nel merito di decisioni troppo superiori alle loro potenzialità. Nell'immaginario delle persone (alcune anche altolocate) poi le decisioni del GGG si confondono con quelle degli organizzatori: figurarsi che per qualcuno starebbe a chi organizza "acculturare" i giudici, come successe per Roma dove tutte le colpe delle decisioni astruse e dei sabotaggi (più o meno accidentali) ricaddero su chi aveva organizzato un edizione epocale dei Campionati Italiani. Con questo, mi dispiace moltissimo se una società come la Masteratletica non potesse più entrare nell'organizzazione di gare, vista la passione che la contraddistingue in tutto il suo entourage. Non penso però che se si critica apertamente le cose che non vanno per il verso giusto, ci si metta in cattiva luce con la Fidal. Essere in cattiva luce con la Fidal, mi si permetta, oggi è motivo di vanto, perchè la Federazione è al minimo storico quanto a credibilità (si pensi all'insanato e scandaloso conflitto di interessi del Presidente cui nessuno vuol mettere termine, o alla disinformazione strisciante sui finti successi della nazionale italiana). Quindi, con la Fidal, da tesserati paganti (i master ricordo sono la fonte principale di sostentamento quanto a fondi) le cose si devono pretendere e non elemosinare. Gli organi della Fidal sono stati eletti da noi (anche se il sistema elettorale centuplica il potere delle grandi società civili lacchè di Arese), non sono stati imposti dal Re Sole: a noi devono rispondere perchè espressione del nostro volere. Ora, i G.G.G. sono un organo burocratico parallelo, è quindi compito della Federazione riorganizzarli o semplicemente trovare il modo di emarginarne i colpi di testa. Tutto qui. Quella che segue è la lettera di Dario Rappo al sottoscritto.

    Ciao Andrea. Oltre ad un meritorio servizio, più volte ho riscontrato che nel vostro sito c'è chi si diverte ad intervenire per "sparare" sulle persone senza cognizione di causa. V'invito ad essere più vigili sulla pubblicazione degli interventi.
    Come MasterAtletica, per il secondo anno, ci siamo trovati ad organizzare il campionato Regionale Master senza averlo richiesto, ma anche quest'anno nessuno lo voleva organizzare comprese le Società che ogni anno fanno "campagne acquisti" per essere sempre più forti; a parte qualche "personaggio" (ma questo è un problema loro) tutti si sono sempre trovati bene alle nostre manifestazioni su pista e del "Miglio Palladiano" al Parco Querini, dove nell'edizione di quest'anno abbiamo anche offerto ai partecipanti extra regionali, pranzo e visita guidata in una villa palladiana e visita guidata al Teatro Olimpico di Vicenza.
    Non abbiamo mai pensato di avere la riconoscenza/riconoscimento di tutti i partecipanti ma qualcuno a volte lo fa e, quando succede, ne siamo contenti, ma a noi basta vederli tornare a casa soddisfatti e ritornare all'edizione successiva.
    Ti comunicato che in merito alla definita "cazzata" di rinviare le gare di sabato scorso a Vicenza al giorno successivo, non è di competenza della Società Organizzatrice o dell'Event Manager (Dario Rappo), ma del Delegato Tecnico FIDAL e Società presenti alla manifestazione.
    Noi l'impianto l'avevamo preparato, come ci era stato richiesto, dalle 10 alle 12 del mattino sotto il diluvio ed, alle 13,50, eravamo già attivi con la Segreteria, partiti con le iscrizioni e servizi necessari e riparato, seduta stante, due gazebi che erano parzialmente crollati sotto l'acqua.
    Poi, se i cronometristi arrivano e dopo un pò se ne vanno, facendo "saltare" tutte le gare di corsa, perchè con quel tempo non possono montare le delicate attrezzature del crono con fotofinish obbligatorio per un Campionato Regionale, non è certo colpa degli organizzatori.
    Il giro dell'impianto l'hanno fatto solo il Delegato Tecnico ed altre 2-3 persone e non io, ma conosco ben la pista, perchè dista da casa mia 500m in linea d'aria e mi ci alleno 3 volte alla settimana, dopo una pioggia copiosa mi sono sempre trovato da solo ad allenarmi, facendo il classico zig-zag fra le pozzanghere o correndo in 3^ corsia, rendo l'idea?
    Nel salto in lungo sarebbero saltati più nel cemento che nella sabbia.
    La pista, rifatta qualche anno fa incollando un nuovo stato sopra il preesistente, in caso di pioggia abbondante presenta numerosi avvallamenti in alcune corsie ed in altre no, creando disparità di condizioni fra un atleta ed altro.
    Nella zona alberata, per le numerose foglie presenti in pista fra la partenza dei 400 m. ed i 200 m. (per spiegarci) che non si potevano asportare a pista bagnata, se non raccogliendone una ad una, la prima corsia era impraticabile, l'acqua non defluiva anche perchè in più punti il cordolo è più alto della prima corsia.
    Nel salto in alto, come nel giavellotto, dove c'è l'area di battuta, non era assicurata l'incolumità dell'atleta per la presenza dell'acqua stagnante.
    Noi di MasterAtletica ed i Giudici, non siamo andati a casa a cambiarci d'abiti e scarpe, ma siamo stati nell'impianto fino a conclusione delle uniche due gare (con dovute premiazioni) che, a detta degli esperti e delegati a decidere, sono state regolarmente effettuate.
    Sempre Noi ed i Giudici, abbiamo fatto, quello che ritengo un ..."miracolo", il recuperare tutte le gare la mattina seguente finendo la manifestazione alle 13,30 con gara di marcia 5 km. e 10.000 m. (quella dove ci sono dei master che sembrano non arrivare ...mai!) compresi! avendo però prima tolto tutte le foglie dalla pista e spazzato ed asciugato le pedane. Come MasterAtletica, non vogliamo ora cenni di riconoscenza, ma siamo stati sempre in 10/15 in pista ad assistere i Giudici e le pedane, più gli addetti alla segreteria, ristoro e premiazioni, con qualcuno che ha anche rinunciato a gareggiare. Inoltre informo che, a smentita di chi ha affermato che a Vicenza sabato c'era bel tempo, l'area prospicente gli spogliatoi era tutta allagata perchè gli scarichi non riuscivano a far defluire l'acqua! Giudichi ora chi, quel giorno, probabilmente era a casa propria all'asciutto, se a Vicenza pioveva. Nell'occasione, raccomando a chi espone pareri o fa da "cassa di risonanza" al movimento Master, una maggiore obiettività nelle esternazioni ed in particolare di rispettare maggiormente chi si da da fare per il movimento dell'atletica in generale e master in particolare, altrimenti, nel futuro, si troveranno solo i siti web ad organizzare le gare. Per preparare una manifestazione di quel livello, bisogna che più di qualche persona si dedichi, non un giorno, ma una settimana e più: autorizzazioni, patrocini, partnership, recupero materiali, premi, ecc., rimettendoci di tasca propria (o come Associazione) qualche Euro. L'impianto di Vicenza non ha materiali propri a disposizione, quasi tutti gli attrezzi di gara ci sono stati prestati dall'Atletica Vicentina e quelli mancanti siamo andati a recuperarli, con un camion, in altro impianto, come le barriere per le siepi, i blocchi di partenza, la bilancia e due tabelloni segna misure. In conclusione, per quanto mi riguarda, a Vicenza, il movimento Master ha chiuso l'attività con la giornata di ieri. Se vuoi, pubblica questa mia sul sito, mi fai anche una cortesia. Arrivederci sui campi di gara e cordiali saluti. Dario Dappo / Vice Presidente Vicario di MasterAtletica