30/10/12

Fidal Lombardia, ultima fermata: accettare la candidatura di Barcella

La Fidal Lombardia è un pò come una loggia massonica, nel senso buono (naturalmente) del termine, ovvero intesa come organizzazione tacita di intenti, o  gruppo dirigente granitico, con leggi tacite proprie (anch'esse granitiche), l'impossibilità di accedervi se non attraverso un cursus honorum di diversi mandati dirigenziali, il placet di 5 società milanesi che rappresentano i Grandi Censori di tutto quello che si muove sul territorio lombardo sotto l'etichetta "atletica". L'identikit del Consigliere Regionale Lombardo è quindi presto detto: un signore di un'età media di circa 60/65  anni (molti più vicini ai 70, altri oltre i 75), con almeno tre mandati in seno al Consiglio Regionale o a quelli Provinciali, nessuna percezione di come le cose del mondo siano nel frattempo cambiate negli ultimi 20 anni, una nostalgia atavica degli anni '70-'80, quando non c'era la concorrenza di mille sport e dove tutti i ragazzini erano quasi costretti a praticare l'atletica in assenza di altre proposte sportive. Ecco, diciamo che sono i Dirigenti di quella generazione che gli atleti se li è trovati tra le mani, e oggi millanta successi mirabolanti, molti dei quali in realtà frutto di circostanze favorevoli, non ultima quelle di essere nati e cresciuti nella Regione con la maggior densità demografica unita ad un reddito pro-capite decisamente più alto delle altre regioni. In Lombardia c'è stata pappa per tutti per molto tempo, e questo anche riconoscendo a molti l'effettivo impegno a reclutare ed avviare all'atletica molti ragazzi. Ma diciamo che non tutto quello che luccica è oro colato. 

Mi viene sempre in mente una scena: nel 2004, ingenuo come pochi (visto con gli occhi di oggi) proposi al mio amico Ubaldo Ranzi di candidarsi alla Presidenza della Fidal Lombardia. Non conoscevamo nessun presidente di società (che in definitiva erano gli elettori... ) e non conoscevamo neppure il sistema elettorale. Ingenui, appunto a dir poco. Pensavamo che mettendo giù un bel programma corposo, concreto, moderno, con molte idee, avremmo potuto dire la nostra e portare dalla nostra il mondo dell'atletica lombardo. Non funziona del resto così la democrazia? Naturalmente erano gli anni delle candidature uniche in Lombardia e delle votazioni bulgare. Un presidente si prendeva il 99,9% dei voti senza che vi fosse opposizione e poteva dirsi pure deluso di non aver guadagnato il restante 0,1%. Mi misi anche a distribuire foglietti col programma di Ubaldo-Presidente a qualche gara in giro per la Lombardia: che gran pirla che son stato, visto ancora con gli occhi di oggi. Oggi i due candidati per la Presidenza manco se lo sono sognato di presentare un programma, perchè il "programma" per i Dirigenti dell'atletica moderna (vien da ridere ad utilizzare questo termine...) sono superflui: ci si candida esclusivamente per dire di avercelo più lungo o per poter brandire lo scettro e bacchettare gli altri. Ma qualcuno in Lombardia negli ultimi 20 anni può dire di aver visto qualche cosa di nuovo?? Ma di che programmi vogliono parlare! Poi se li si interroga, tirano fuori il solo mantra: "scuola! tecnici! giovani! scuola! scuola! tecnici! giovani! scuola!". Mai nessuno però che dica qualche cosa di concreto su come coinvolgere la scuola, o utilizzare i tecnici (c'è pure quell'organizzazione inconsistente che è l'Assital, che i tenici mancano conoscono a momenti, e dovrebbe essere una sorta di sindacato a loro disposizione: nulla anche lì): cazzate, insomma. 

Torniamo a Ubaldo Ranzi. Ubaldo si presentò all'Assemblea di quell'anno ed espose il nostro programma, che prevedeva tra le tante cose anche una trasmissione di un'ora su una Tv locale lombarda con cadenza settimanale, una pubblicazione periodica da distribuire, il palazzetto indoor e come convogliare gli sforzi per ottenerlo. Naturalmente non conoscendo i meccanismi perversi dell'elezione non ci fu storia. Vinse il Candidato presidente, ma non con il 99,9% ma con l'88% (mi sembra). Quello che divenne il presidente incredibilmente propose anche lui alcune cose proposte da Ubaldo (io gli dissi che erano "uguali") che naturalmente non furono mai nemmeno abbozzate nel quadriennio successivo. Al termine delle elezioni, a risultato acquisito, Ubaldo mi raccontò come il neo Presidente gli si fosse avvicinato e facendogli i complimenti gli avesse detto una cosa che suonava più o meno così: "bravo Ubi, però è meglio prima farsi le ossa nei ruoli dirigenziali prima di presentarsi qui". Come la leggo? Come la casta che cerca di modellare i suoi uomini per gestirli al meglio dall'interno. 

Dopo la parata di stelle cadenti all'ultima riunione a spese di tutti al Crown Plaza (quella che verrà ricordata per le affermazioni di Angelotti sulla Caravelli) si sono presentati diversi candidati Consiglieri, tutti invariabilmente ultra-sessantenni. Avesse uno di loro presentato un programma! Nulla! L'intervento più esilarante è stato quello di un signore canuto, che ha pronunciato la seguente frase e che probabilmente faceva parte del Comitato morente: "chi vuol far parte del Comitato deve sapere che qui bisogna rimboccarsi le maniche". Ho sbottato in una grassa risata, perchè se quello che si vede in Lombardia in giro per i campi d'atletica, è quello che producono quei signori rimboccandosi le maniche, chissà cosa succederebbe se se la prendessero comoda. Surreale. 

Ora, finalmente all'orizzonte si era visto un bagliore di speranza per me. Magari senza speranza, ma "nuovo". Un segnale di rottura con l'egemonia della casta. Edgardo Barcella candidatosi come Consigliere Regionale. Edgardo, 42 anni, evidentemente fuori range per l'attuale Comitato in tutti gli aspetti. Troppo entusiasta, troppo vivace, troppo voglioso di dire la sua. Ma anche l'unico ad aver presentato un programma, delle idee, degli intenti, e averle rese note su facebook, a disposizione di tutti. Le trovate qui. Gli altri consiglieri chiaramente non le porteranno, e se ne guarderanno bene, perchè non gli servirà per essere eletti. Edgardo ha spedito una raccomandata con ricevuta di ritorno mercoledì, pure assicurata con la sovrattassa per farla recapitare il giorno successivo. La deadline era fissata per la domenica successiva. Sulla busta "Comitato Regionale Lombardo" e l'indirizzo di Milano in Via Piranesi dove ha sede il Comitato. Dietro il mittente, ovvero la società di atletica. Risultato? La raccomandata è tornata indietro. Bisognerebbe davvero a questo punto fare un'indagine, per capire se l'usciere dello Stabile dove sono stoccate tutte le federazioni sportive lombarde, avendo letto "Comitato Regionale Lombardo" e poi il nome di una società di atletica, abbia restituito la missiva al postino dicendo: "qui non ci sta nessun comitato regionale lombardo... non so proprio quale Comitato di quale SPORT voglia questa Easyspeed 2000?". Ovvero, possibile che l'usciere non abbia fatto un minimo di ricerca? A me sembra incredibile. Edgardo, lunedì, cioè ieri, ha contattato il comitato per altri motivi e ha scoperto l'arcano. Immediatamente ha spedito tutti i riferimenti della raccomandata, ma non c'è stato nulla da fare. Fuori. Nemmeno il buon senso da parte di chi giudicava quella stessa mattina, di accettare una candidatura chiaramente viziata non certo dal mittente, ma (al limite) dalle Poste Italiane. Non si vuole il cambiamento, non si vogliono persone che potrebbero mettere in difficoltà le vetero-idee o le non-idee di un comitato che con le prossime elezioni ha deciso di continuare imperterrito a non voler cambiare. Ora bisogna ricorrere alla Corte Federale, inoltrare un ricorso... strano che la Fidal Lombardia sia così rigida con alcuni regolamenti, quando durante la stagione quegli stessi regolamenti li aveva bellamente ignorati con i master e la partecipazione ad alcuni meeting lombardi, alcuni dei quali validi addirittura per il recupero dei punteggi dei c.d.s.. La chiamano coerenza? 

Ora, invito la Fidal Lombardia a fare un grosso gesto democratico di apertura verso chi ha proposto la propria candidatura regolarmente, che ha dimostrato in tutti i modi di averlo fatto nei tempi e nei modi dovuti (inclusa la trasmissione via mail di tutte le certificazioni e lettere dovute). Altrimenti sarà mio preciso compito sottolineare in ogni circostanza e per i prossimi anni l'inadeguatezza di un Comitato che ormai si è ammutinato sul ponte di comando della nave dell'atletica lombarda e viaggia fuori controllo verso l'ineluttabile fine. 

1 commento:

  1. Permettimi di dissentire su questo punto:
    "Nemmeno il buon senso da parte di chi giudicava quella stessa mattina, di accettare una candidatura chiaramente viziata non certo dal mittente, ma (al limite) dalle Poste Italiane."

    Beh è abbastanza grave omettere dall'indirizzo la parola FIDAL!!! Dai su questo è giusto ammetterlo. Se ci si vuole impegnare a fare qualcosa bisogna farlo seriamente, certe leggerezze non sono da commettere.

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