Ora c'è fretta, o forse è troppo tardi. Ma qualche cosa si può e si deve fare. Deve servire da monito per il futuro, per coagulare tutti coloro che vogliono cambiare l'atletica deturpataci da chi aveva da esaltare l'interesse personale o la piccola rivendicazione societaria. Il grimaldello al sistema sono... gli atleti. E i tecnici. Già, la base. Tra i tanti aspetti trattati dai contendenti alla Presidenza della Fidal (tranne da quelli di Arese, che obiettivamente non possono mettere nulla sul proprio piatto, visto lo scempio degli ultimi 8 anni) ne manca uno a mio modo di vedere esistenziale per uno sport, ovvero il trattamento riservato alla massa di atleti che non sono nè giovani, nè militari, nè campioni, nè master. La massa appunto. Si è parlato di proselitismo, ma nessuno ha parlato di come mantenere, conservare, incentivare, bloccare dalla fuga dell'atletica quelli che già ci sono e che nell'arco della loro carriera non avranno la possibilità di vincere mai nulla.
L'identikit riporta all'atleta senior, che partecipa all'attività regionale e provinciale. Solitamente un lavoratore o uno studente, che nella vita fa decisamente altro, non fa certo atletica. ...Che poi trova nei ritagli di tempo la possibilità di far sfogo alla propria passione. Le ambizioni massime sono spesso limitate alla sola partecipazione ai campionati di società, magari in una frazioncina di una staffetta. Ecco, per questi atleti, cosa si vuole fare? In realtà non si è fatto assolutamente nulla, essendo considerati solo "sottobosco". "Che vadano!" sembrano dirci dalla Fidal. E invece i numeri sono... loro! La consistenza del mondo dell'atletica assoluta la danno loro. Su come incentivare la loro permanenza, appunto, nessuno ha proposto nulla: la mortalità dei tesseramenti e degli abbandoni non importano evidentemente. E così si cerca di aprire il più possibile il rubinetto per buttare nella mischia un flusso inesauribile di giovani, e non si vede che la vasca ha una falla due volte più grande in uscita. Le mie idee ce l'ho a riguardo di questi atleti, per incentivarne la permanenza, ma le dirò al momento opportuno.
Così veniamo a come scardinare il sistema dall'interno. Ora, le società si sono già mosse e i propri presidenti (quasi mai confrontandosi con i propri atleti... potrei dire mai, ma sono l'eccezione a me nota, quindi...) hanno già tessuto la loro tela ormai da tempo. Non so se le migliaia di presidenti societari abbiano però adempiuto ad un loro obbligo, previsto dallo Statuto: informare gli atleti maggiorenni della possibilità di partecipare alle votazioni regionali della Fidal, così come imposto dai regolamenti. Quanti? Secondo me lo zero-virgola... A questo punto sarebbe da creare (lo suggerisco al prossimo Presidente Federale) una casella di posta elettronica personale per ogni atleta tesserato maggiorenne, almeno le comunicazioni federali giungerebbero fino alla base a costo-zero. Non solo pubblicizzare le gare, le iniziative, le disposizioni, inviare materiale, ma anche informare della possibilità che gli atleti possano VOTARE quando è loro consentito. Diciamo, molto meno prosaicamente, che il sistema ha tutto l'interesse a che gli atleti e i tecnici non mettano il muso nei loro affari, alterando così i delicatissimi meccanismi interni di potere.
Ma non perdiamo altro tempo. Ora, lo statuto, all'articolo 33 (se clikkate su "statuto" lo leggerete direttamente), recita: "ogni regione ha diritto di eleggere un delegato atleta ogni 1500 tesserati atleti maggiorenni della Regione di riferimento". Questo vuol dire che se, per esempio la Regione Lombardia, avesse 18.000 tesserati maggiorenni (penso che siano di più), si avrebbe diritto a ben 12 delegati-atleti per l'assemblea nazionale. Questi all'assemblea nazionale di Milano avrebbero poi l'obbligo di votare l'atleta che li rappresenterà nell'ambito del Cerchio Magico dei Consiglieri Nazionali, che, se ancora non lo si fosse capito, è l'organo che fa e disfa tutto quello che si è visto targato "atletica" in Italia da sempre. Solitamente, non essendo nota questa facoltà di voto, le squadre maggiorenti e volpone, portano al guinzaglio un piccolo numero di atleti e li fanno eleggere con l'unico loro voto previsto, così non ci sarà la possibilità di vedere qualche "estraneo" in giro per i corridoi del palazzo.
Nell'ultimo quadriennio gli atleti eletti, come noto, dovrebbero essere stati (mi sembra) Stefano Mei, Giacomo Leone, Francesco De Feo e Laurent Ottoz. Paradossalmente l'unico dei quattro a possedere una tessera da "atleta" (che hanno tutti e quattro necessariamente), ma ad aver partecipato davvero all'attività agonistica è stato il master De Feo. Si registra naturalmente anche un'apparizione (con record, giusto dirlo), di Laurent che ha battuto il più vecchio record italiano master esistente (i 400hs M40 che appartenevano al leggendario Luigi Facelli, stabilito nel lontanissimo '38). Questa la dice lunga su come funzionino le cose lassù e ritengo che questo sarà stato anche il motivo per il quale non c'è mai stata in Consiglio una componente coagulata attorno alla necessità di difendere a spada tratta gli atleti (parlo dei minimati olimpici, per esempio... o dei master... o delle categorie giovanili). Stesso discorso naturalmente vale per i tecnici. Da ingenuo lettore dei regolamenti, mi sembrava pacifico che se un atleta fosse stato eletto da un "popolo", dovesse cercare di difendere quel "popolo" di votanti che rappresentava, piuttosto che assuefarsi alle logiche del potere. Mi sbaglierò, eh... la vedevo così.
Così, gli atleti (e i tecnici, anche se quel mondo mi sembra molto più conflittuale al proprio interno), se animati da un'idea comune, possono davvero essere l'ascensore per portare uno di loro all'interno del Cerchio Magico del Consiglio Nazionale. E i tecnici... idem. Ci sarebbero cioè due persone su dieci (il numero dei Consiglieri dovrebbe esser stato tagliato), espressione, non delle volontà politiche delle società (che agiscono ESCLUSIVAMENTE per il proprio bene, e non certo per il bene della cosa comune), ma del mondo dell'atletica, quello più vero e quello più puro.
Io mi permetto così di suggerire agli atleti lombardi (poi ogni atleta in giro per l'Italia si informi al più presto possibile presso le proprie federazioni o i propri presidenti) di venire il 17 novembre alle elezioni di San Donato, al Crown Plaza, con la propria tessera.
E soprattutto a molti volenterosi tesserati come atleti (e tecnici), di presentare le proprie candidature (tassativamente entro domenica prossima!!) come delegati all'assemblea nazionale (che si terrà proprio a San Donato milanese il 2 dicembre) con i moduli che allego qui sotto, per poter così portare tutti i delegati ammissibili e così determinare in maniera preponderante la votazione per chi ci rappresenterà domani nel Consiglio Nazionale. Naturalmente ci fosse qualcuno con un pò di tempo, e si volesse candidare al ruolo di Consigliere Nazionale in quota atleti, lo porteremmo fino a Roma.... visti i meccanismi elettorali. Se vogliamo davvero cambiare l'atletica, lo sforzo è minimo:
- scaricare il modulo qui sotto;
- trasmetterlo con raccomandata A.R. al comitato regionale (vi invio anche le modalità...) entro domenica prossima;
- essere presenti al Crown Plaza il 17 novembre e votare (non dovete prendere la parola, non è necessario!)
- se eletti, essere presenti al Crown Plaza il 2 dicembre e votare per un rappresentante che sia espressione della nostra volontà. Anche qui non dovrete esporvi e parlare davanti all'assemblea... per i più timidi.
Io mi candiderò, in quota atleti. Il web deve scendere nel reale se vuole trasformare il mondo in cui crede.
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