di Gianluca De Luca - Ho da poco partecipato ad un bando
di concorso indetto dalla Fidal per l'assegnazione di quattro borse di studio.
La lodevole iniziativa -dichiaratamente rivolta ai giovani tecnici- richiedeva
un'età compresa tra i 26 ed i 40 anni, la qualifica di allenatore,
pubblicazioni pregresse, la conoscenza della lingua inglese. Ai quattro
vincitori sarebbe stata assegnata una borsa di studio per partecipare a
convegni in Europa, per poi riportare in patria le conoscenze apprese.
Fummo selezionati in 17 - a questo
link l'elenco http://www.fidal.it/upload/files/CENTROSTUDI/CENTROSTUDI_2012/ammessiB.pdf
- da sottoporre ad una prova scritta di natura tecnica (con in più una domanda
“aperta” in lingua inglese) e ad una prova orale (sempre tecnica e con un
colloquio in inglese). Roba seria, sulla carta.
Degli originari 17 quella mattina
ci ritrovammo in 12, e con un po' di malizia notai che, un paio di coloro che
ritenevo i “rivali” più duri -allenatori dal curriculum ben più ampio del mio-
non si erano presentati. “Meglio così”, pensai, lo confesso.
Appena terminata la prova scritta
sostenemmo quella orale, ma in maniera che considero “creativa”, perché la prova fu effettuata “a
porte chiuse”. Che io sappia, gli esami debbono avere natura pubblica. Mah,
forse in Fidal possono avere natura privata.
Al mio turno, di fronte ad una
commissione nella quale ho riconosciuto Francesco Uguagliati, Nicola Silvaggi,
Piero Incalza e Anna Riccardi (e c'erano altri tre esaminatori) sempre a porte
chiuse valutarono ottimamente la mia prova scritta (nessun errore, dato
oggettivo) e mi congedarono dopo una ventina di minuti di colloquio/esame (e
qui l'impressione di essermela cavata niente male rimane un dato del tutto
soggettivo).
Nonostante questo, non mi feci
illusioni, nella valutazione finale la commissione avrebbe giustamente tenuto
conto anche dei curricula, non solo delle prove.
Perciò non mi sono meravigliato
più di tanto nel non ritrovarmi tra i vincitori -a quest'altro indirizzo http://www.fidal.it/content/Borse-di-studio-per-4-giovani-tecnici/50777
-
Leggero stupore mi ha preso invece
leggendo tra i nomi degli “eletti” uno di quelli che avevo dato per “vincente”
ma che con non nascosto sollievo notai non si era presentato alla prova finale.
Non so come aveva fatto, ma aveva vinto senza partecipare.
Ma mi sono presto risposto: è
l'Alzheimer. Il bravo collega c'era ed io non me n'ero accorto.
Stupore un po' più grosso nel
notare invece che, tra i vincitori, ce n'è uno che – come si nota rileggendo i nomi degli ammessi- non era tra
gli ammessi.
Ripeto a beneficio dei molti che,
annoiati dal racconto, stessero ormai leggendo distrattamente: “tra i vincitori
c'è un nome non presente tra gli ammessi.”
Ho scritto alla Fidal per
chiarimenti. Strano, non mi hanno risposto.
Non faccio congetture; mi sono
rivolto ad uno studio legale per approfondire la bizzarra questione.
Nessun commento:
Posta un commento