da un nostro inviato - Come tutti sappiamo, sabato 29 e domenica 30 si è svolta a Novara la finale del C.d.s. Master.
Le migliori 48 (24 maschili e 24 femminili) squadre del panorama masteristico italiano si sono sfidate per la conquista del titolo di campione italiano di società che, per la cronaca, è andato alla Virtus di Castenedolo per la parte maschile, e alla Romatletica per quella femminile.
Due giorni di gare veramente tirate ed entusiasmanti che, nonostante il maltempo che ha imperversato nella giornata di sabato, hanno visto le compagini darsi battaglia sul filo dei secondi e dei centimetri.
A dimostrazione di ciò è da segnalare il fatto che quest’anno, come non accadeva da anni, tutte le 48 squadre presenti hanno completato il programma che prevedeva la copertura di almeno 13 delle 16 gare previste per poter accedere alla classifica finale.
Però (c’è sempre un però), come spesso accade quando si partecipa ad una manifestazione di atletica leggera c’è sempre qualcosa che tenta di mandarti di traverso il boccone, di farti venire il sangue amaro nonostante il piacere di partecipare ad un avvenimento sportivo.
Si sapeva già che la struttura di Novara non era adatta ad una manifestazione del genere ma andiamo per ordine:
- riunione tecnica la mattina del sabato allestita in uno sgabuzzino sotto le tribune. Spazi ristretti e gente accalcata in piedi. Il giudice responsabile segnala che, data l’inadeguatezza dell’impianto di illuminazione, tutte le gare del pomeriggio sarebbero state anticipate di mezz’ora. Rimostranze da parte dei rappresentanti di società presenti; che l’impianto luci fosse inadeguato si sapeva dell’esistenza del campo di Novara, una notizia simile poteva essere diramata in rete già il venerdì pomeriggio, non il sabato mattina a poche ore dall'inizio delle gare quando tutti i partecipanti si sono già organizzati con partenze, permessi dal lavoro ecc. sfasandosi sull'orario gare preesistente. E il giudice s’è persino alterato quando glielo si è fatto notare.
- spogliatoi situati all’ingresso del campo sportivo troppo piccoli e angusti per tutti e con una novità: le docce a gettone; chi decideva di lavarsi dopo la gara doveva sborsare l’obolo (1 euro per gettone). -affiancato al campo sportivo, per, collegati tramite un varco di fianco alle tribune, c’era un’altro impianto con piscina e campi da tennis con annessi spogliatoi e docce questa volta gratuite utilizzabili dai partecipanti.
- tribuna troppo piccola per contenere tutti i presenti alla manifestazione. Durante il pomeriggio di sabato, causa il maltempo tutti hanno cercato riparo sotto di essa con conseguente affollamento stile ‘scatola di sardine’.
- totale mancanza di altoparlanti presso la tribuna per comunicazioni varie. Chi voleva sapere il proprio risultato di gara doveva recarsi presso il tabellone cartaceo allestito fuori dalla segreteria (per dare un’idea situato nei dintorni della partenza dei 300mt).
- la suddetta mancanza di altoparlanti in tribuna faceva si che per le premiazioni (podio allestito fuori dalla pista sempre presso la segreteria), nessuno sentisse l’annuncio (presso il podio qualche altoparlante c’era) con conseguenti ritardi e premiazioni incomplete.
- la camera di chiamata (indicata come call room perché in inglese fa più fico) era un’immondo telone allestito in qualche maniera all’esterno del campo nei pressi della partenza dei 100 mt. Senza una stuoia o qualcosa che potesse fare da separatore dal terreno ha fatto si che, causa il diluvio di sabato pomeriggio, il posto si è trasformato in un pantano dove gli atleti doveva mettersi le chiodate, spogliarsi e prepararsi per la gara. Inoltre, è questa è la cosa più VERGOGNOSA, senza una luce. Dalle 18.00 in poi li sotto era completamente buio!! I giudici dovevano leggere i fogli con l’elenco delle batterie con la luce dei cellulari!!! Immaginate la confusione di persone che girano li attorno al buio e il giudice che si sgola per cercare di leggere le batterie negli attimi di luce dei cellulari. Ma una maledetta lampada a batteria e un megafono non potevano fornirlo?? Ci sono stati mesi di tempo per organizzare il tutto; E normale che alla fine di settembre dopo le 18.00 venga buio. Perché si deve sempre arrivare a maledire la scelta fatta di avere organizzato in quel luogo le gare??
- nella giornata di domenica fortunatamente il meteo ha dato una mano e le gare sono scivolate senza troppi intoppi. Naturalmente non poteva mancare la chicca finale, un’autentica cattiveria per questi stronzi di atleti che si ostinano a venire alle gare nonostante tutto e tutti: il varco di fianco alle tribune che consentiva di recarsi nella struttura adiacente per cambiarsi e lavarsi veniva chiuso con un catenaccio. Così, per usufruire di tali spogliatoi (e delle docce non a pagamento) si doveva uscire, girare attorno al centro sportivo per c.ca 300 mt. sulla strada, e quindi rientrare nell'impianto.
Poi, come sempre accade, la tensione viene stemperata dalla compagnia, dalla gioia di ritrovarsi tutti insieme a gareggiare e i problemi vengono per lo più accantonati (non dimenticati); speriamo però che il prossimo anno vada meglio.
Tiziano63
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