24/10/12

L'ultimo smacco: staffette azzurre escluse dagli Euroindoor

Bè, non ci voleva molto a pronosticarlo. Per quanto riguarda i Campionati internazionali di atletica ormai si è scelta la strada di prendere le migliori nazioni dell'anno precedente, selezionando così il numero esatto di formazioni adattabili alle corsie presenti alla struttura ospitante e limitando quindi l'impatto sulla programmazione degli eventi di una gara che, per quanto spettacolare, non sembra attirare l'attenzione dei diversi organismi internazionali più di tanto. Mettiamoci poi che un Campionato Indoor è più compattato anche nella tempistica, cosa che costringerebbe alcuni atleti ad un vero tour de force per poter partecipare alla gara individuale e poi, eventualmente, alla staffetta. Mettiamo questi dati nella centrifuga e abbiamo il risultato finale: solo 12 formazioni (6 maschili e 6 femminili) invitate dall'EAA per i Campionati Europei Indoor che si terranno a Goteborg (come direbbe Bragagna, Iotebori) dal 1 al 3 marzo dell'anno prossimo. Naturalmente la notizia è che l'Italia è inopinatamente fuori dalle due 4x400 pianificate, non essendo rientrata nel nugolo di nazioni elette, e ciò anche in virtù dell'inserimento della formazione della nazione ospitante, la Svezia. 

Si conferma il 2012 l'annus Horribilis dello staffettismo azzurro, culminato con il 4 in a row (4 in una botta sola) ovvero le 4 esclusioni dalle finali delle 4 formazioni schierati ai Campionati Europei di luglio. Poi naturalmente le esclusioni dalle finali olimpiche, e una conflittualità interna degna dell'Isola dei Famosi. Peccato che all'Isola dei Famosi sia tutto artefatto, litigi inclusi, mentre è parso che nell'ambiente staffettistico nazionale le frizioni fossero degne della prima edizione del "Grande Fratello", quella più genuina. Ma ne abbiamo parlato fin troppo: la serenità, se così si può chiamare, è forse arrivata verso la fine, probabilmente troppo tardi. Gli strascichi e la poca serenità dell'ambiente non può non aver influito anche nel contingente sulle prestazioni generali delle staffette. Basti pensare che la formazione svizzera con atleti mediamente più lenti nella 4x100, nel corso dell'anno è riuscita a fare uscite più dignitose della nostra. La 4x400 femminile ha probabilmente rappresentato la delusione più grande quanto ad ambizioni, per quanto ci si sarebbe aspettati considerata la crescita delle ragazze appena al di sotto del duo Grenot-Milani. Libania Grenot è poi arrivata non al top negli appuntamenti clou, e mi permetto di dire che la disposizione delle staffette appariva quanto meno criticabile. Di fatto la carta-Grenot sempre utilizzata a giochi fatti, quando ormai si era tagliati fuori dal vivo dell'azione, quando, forse, la si sarebbe potuta utilizzare in modo tale che chi avesse prestazioni inferiori alla sua, potesse lottare con un minimo vantaggio sulle proprie competitors. E non dimentichiamoci dell'affaire-Milani, la capitana coraggiosa, cui sono stati tolti  i galloni direttamente sul campo di battaglia e rimandata a casa senza spiegazione, nonostante le raccomandazioni fattele alla vigilia. 
La 4x100 maschile è stata fin troppo analizzata, mi son stancato di parlar di lei, mentre la staffetta del miglio maschile è forse stata quella che più ha impressionato in senso negativo. Eppure quest'anno c'erano tutte le premesse per una staffetta da 3'02"/3'03", ma che causa infortuni e mancate esplosioni dei talenti proiettati nell'empireo dello sprintismo azzurro nel 2011, non ha reso quello che avrebbe dovuto. Lascia senza parole il 3'08"78 degli Europei, che significa nè più nè meno che un 47"2 lanciato procapite. Insufficiente. Ma l'Italia del miglio era quella che usciva da un titolo europeo indoor assoluto (Torino '09), quella che ha presentato a livello giovanile il meglio in Europa negli ultimi due anni. Cos'è successo? Chi può dare una risposta? La 4x100 femminile invece è in pieno work-in-progress, con troppe attrici sotto provino davanti all'entrata di X-Factor: troppo fluida la situazione e prestazioni ancora non degne di palcoscenici internazionali.

Tutto questo non poteva che essere prodromico alla bocciatura di Goteborg. L'Italia atletica diventa sempre più piccola di fronte a questo mondo sportivo. Più di tutto serve serenità ma soprattutto un progetto tecnico serio, organico, strutturato, scientifico, piramidale, professionale... quello che purtroppo non è stato fino ad oggi. Quello che si vede non è altro che l'effetto di politiche poco attente all'atletica di base, che massimizza l'atletica di vertice ma in maniera talmente poco strutturata, da sembrare tutto non frutto di strategie studiate a tavolino ma della mera improvvisazione. L'atletica italiana dovrebbe ricrearsi nel suo stesso midollo, perchè continuare a pensare che si viva negli anni '70-'80 ci ha portato alla rovina e alle continue infamie di non vedere più i nostri colori ad una dannatissima garetta praticamente ormai bisfrattata dai big, come i campionati europei indoor. 

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