22/07/12

Pergine e Londra: Howe e Milani, due storie amare

Mamma mia che freddo ieri sera a Pergine. Nella kermesse finale di fuochi d'artificio mancava solo la parata di pinguini e il quadro era completo. 14/15 gradi, pioggia a tratti, umidità autunnale... ed io che mi ero presentato con una semplice polo dopo aver lasciato casa nel torrido caldo-afoso padano. Si aggiungano i 70 km di coda a fisarmonica dell'A22 verso il Brennero: insomma, una serata di sofferenza. Arrivo nel parcheggio che fronteggia la tribuna, e guardando giù nella pista interrata non ti vedo subito Howe che sta per partire per i 200? Noto subito una cosa che ho sempre voluto dire: secondo me è sbagliata lo posizione dello starter sui 200 o sui 400 quando non si hanno a disposizione i mini-megafoni direttamente sui blocchi. I tempi di reazione sono allungati in maniera abnorme. Se poi lo starter si posiziona a 30 metri di distanza sulla pista... beh. Ma sarà solo una mia considerazione, fatto sta che al momento opportuno, lo starter spara e per qualche istante di troppo nessuno si muove... poi la gara prende l'avvio e Howe si silura il suo 200 forse caricato non solo dalle tensioni della gara, ma da tutto quello che c'è stato in quest'ultimo anno, nell'ultima settimana, delle promesse non mantenute da parte di qualcuno, di quel sottobosco di relazioni avvenute in questi giorni di cui non verremo mai a conoscenza, ma che possiamo benissimo immaginare. Un traino di 40 kg da portarsi dietro per 20000 centimetri. Così il cuore è grande, la voglia tanta, ma arrivati sul rettilineo si nota come la macchina-Howe abbia qualche problema. Probabilmente il corpo gettato in avanti nella ricerca dell'obiettivo di andar forte, nel contempo cerca anche di difendersi da sè stesso, dagli infortuni, dal dolore passato, e si irrigidisce in alcune parti. Le spalle, la schiena, inficiano la voglia di vorticare degli arti inferiori e il risultato è una corsa sincopata che non gli riconoscevo. C'è chi dice che il corpo interiorizza anche i problemi dell'anima, e poi li esterna negli atteggiamenti. Forse siamo a questo punto. Il risultato cronometrico è un 20"82 che in Italia rappresenta sempre l'eccellenza di questi tempi... ma è chiaro che non è quello che si chiede ad Andrew Howe. Davanti a lui riesce a rimontare e vincere l'ecuadoregno Alex Quinonez, 20"80, 20"29 di PB solo un mesetto fa, alla faccia di chi lo definiva "uno sconosciuto". Certo, per chi non si informa, sono tutti sconosciuti. Uno che corre in 20"29, ma anche 20"34, 20"56, 20"63... forse così scarso non era. Il 20"80 è anzi il suo peggior risultato degli ultimi 2 mesi (corsi 6 volte i 200) a dimostrazione che forse le condizioni di Pergine non fossero quelle ottimali. Comunque... ma che sfortuna Howe! Il vento di Bressanone, il freddo di Pergine, avere questa Fidal... nel delirio atletico di ieri sera, stanotte non ti sogno proprio Howe che mi parla? L'atletica anche mentre dormo... e basta!! L'Andrew, invece di darmi i numeri del Lotto, mi commenta alcune vicende oscure del backstage Fidal delle quali ricordo solo questo scambio di battute finale: "Andrew, dai, adesso chiudi il cassetto delle olimpiadi e pensa al tuo futuro". Risposta, quasi chiagnente... "ma no, io ci credo ancora...". Sogno amaro. 

L'altra gara densa di significati sono stati i 400 femminili, dove si è rivista Libania Grenot. 51"30 e una buona impressione generale. Naturalmente stiamo parlando di tempi che per una atleta nata alle nostre latitudini non si è (quasi) mai visto. C'è solo il 51"18 di Daniela Reina e il 51"31 di Virna De Angeli nelle nostre liste all-time di autoctone. Però, pensando a quante e quali siano le ambizioni della Grenot, diciamo che siamo ad almeno 1" da quanto vorrebbe-dovrebbe fare tra 3 settimane. Obbiettivo presumo la finale olimpica... tempo-target? 50"40/50"50 corso però in semifinale a Londra. Dietro la Grenot un paio di atlete straniere, quindi Marta Milani con 53"98. Da qualche ora lo ammetto, sono diventato Marta-Milani-Fan. Dopo aver riflettuto ed aver ricevuto diversi input, non si può non essere dalla sua parte. Si parte da Barcellona '10. Ve lo ricordate? Arese che nel dopo-manifestazione incensava pubblicamente la Milani additandola come esempio? Queste le sue parole di allora: "...nella quattrocentista Marta Milani ho visto l'atteggiamento che ci aspettavamo da questi ragazzi. Ha lottato per andare in finale e arrivata qui si è migliorata di quasi mezzo secondo. Non paga di questo ha anche corso un'ottima frazione nella 4x400 che ha stabilito il primato italiano". Marta Milani (allora) era l'esempio. Ebbene, in questo modo di trattare gli esseri umani cui ci hanno abituato, ci sta perfettamente l'usa-e-getta di cui alla fine, nel momento più importante, è stata fatta vittima. Da simbolo, a scarto, probabilmente senza spiegazioni perchè se ci si spende per anni, e poi si volta la faccia, è difficile anche giustificare le proprie scelte. A quanti atleti è successo? Lo stesso Howe, non è in questo momento un investimento faraonico della Fidal conclusosi con l'abbandono finale? 


Com'è nella logica delle scelte di uno sport votato ai tempi, è chiaro che debbano andare le migliori (parlo della staffetta 4x400). E' giusto quindi che Grenot, Spacca, Bazzoni, Bonfanti, Arcioni vadano a Londra. Sono state più brave. Se lo sono guadagnato in pista. Ma scusate, Manuela Gentili, che si meritava l'Olimpiade nei 400hs tutta la vita, ha corso 54"04 sui piani. Marta Milani 53"43... ballano comunque 6 decimi. Questo criterio non è stato adottato? I tempi? Inoltre la Gentili non si è nemmeno sottoposta a sfide dirette. Sicuramente la Gentili varrà di meno, ma... non l'ha provato con la "prova di efficienza" in stile-Fidal. E' stata convocata a scatola chiusa e francamente non ho ancora capito "il criterio" di questa convocazione. Sarà un mio limite, non lo nego. Sembra, proprio visto da fuori, il premio di consolazione alla mancata convocazione nei 400hs con un minimo quasi-A, con la certezza che quella staffetta, tra l'altro, sarà difficile vederla correre alla Gentili, da riserva quale penso essa sia in questo momento. Marta Milani, c'è un altro punto da sottolineare, è colei che i due tempi che hanno permesso alla Nazionale Azzurra di essere alle Olimpiadi, li ha corsi. Il minimo E' SUO. E' ANCHE suo. E visto che il suo tempo sui piani le consentiva comunque di essere lì davanti, se non proprio davantissimo... perchè? Come direbbe Mourinho: Porquè?


Se proprio si fosse dovuti ricorrere al "criterio" del viaggio-premio, forse era giusto dare a Cesare ciò che era di Cesare, ovvero alla Milani. Ora, mi dispiace dover mettere atleti contro... ma a Manuela Gentili, ricordo, ho fatto una campagna a favore della sua partecipazione ai mondiali di Daegu 2011. Non ho pregiudizi nei suoi confronti, anzi. Lei, a suo modo, è stata vittima di una scelta scandalosa di non averla convocata a Londra con un tempo che l'avrebbe potuta portata a lambire la finale sui 400hs. A Milani l'unica critica sulla quale continuo a mantenermi fermo, è comunque la scelta degli 800 nell'anno olimpico. Scelta, che come si è visto, ha condizionato e aiutato qualcuno a farla fuori al momento opportuno. Le contesto solo questo, con la consapevolezza comunque, che dati alla mano, quel posto era suo DI DIRITTO.

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