20/07/12

Benedetti, Milani, Cusma e Magnani: il mezzofondo veloce si sveglia tardi

G. Benedetti - foto ff.gg.
Strano il mezzofondo italiano, che di botto, la settimana dopo la cessazione dell'ostilità pre-olimpiche, fiorisce  in una clamorosa esplosione di colori. Ma che è successo? Strano davvero. Avevo ipotizzato una serie di variabili indipendenti, come l'azzeramento dei carichi, le tensioni ammansite (ormai non ci sono più obiettivi o minimi da raggiungere), il fatto che nel calendario italiano manchino di fatto le occasioni per confrontarsi con atleti e atlete che possano aiutare nel raggiungere le prestazioni obiettivo... prima che l'obiettivo venga meno. Insomma, non potevano certo essere i campionati italiani a dare il là alla stagione del mezzofondo, considerate le peculiarità delle gare con i titoli in palio. Comunque sia, la prestazione-monstre a Lignano Sabbiadoro è indubbiamente quella di Giordano Benedetti. Dopo stagioni in cui lo si aspettava alla cassa a passare sul lettore ottico il tempo esatto, eccolo finalmente con il giusto prodotto scelto con la dovuta meticolosità: un 1'45"34 che da noi è tempo "storico". 13° performer italiano di sempre, ad un solo decimo da Davide Cadoni, e a pochissimi centesimi da Giacomo Mazzoni e Tonino Viali (1'45"31 e 1'45"32). Di fatto 2 dei 13 di cui sopra di fatto dovrebbero essere dietro, cioè Carlo Grippo e Alberto Barsotti (1'45"3 manuale per entrambi, che per convenzione dovrebbe essere 1'45"44: i famosi 14 centesimi di tara sui tempi manuali delle gare di mezzofondo... ma probabilmente ci sono altre convenzioni in materia). Benedetti è anche il 18° italiano di sempre a scendere sotto la barriera d'eccellenza dell'1'46". Per capire il senso della prestazione, basta collocare il tempo nel consesso internazionale: 13° perfomer europeo dell'anno con il 24° tempo. Diciamo che, viste le assenze eccellenti agli Europei, la finale non sarebbe stata un miraggio in queste condizioni, ma è anche vero che i tempi bisogna ottenerli quando è necessario. E' una delle leggi del Dio Kronos. In effetti il tempo sarebbe stato addirittura Minimo "A" per Londra... bastava farlo una decina di giorni fa, ma appunto... almeno su questa mancata-convocazione si può anche non alzare nessun polverone. Il CIO-IAAF, unico Ente sportivo da me riconosciuto giuridicamente in questo momento storico, aveva stabilito come deadline per il conseguimento del minimo il 7 o l'8 di luglio e il tempo è arrivato, purtroppo, dopo. Amen. Chissà se ci sarà da parte del binomio tecnico-atleta un debriefing sulla prestazione e su come ci si sia arrivati... giusto per poterla tarare ad un paio di settimane prima e poter così coronare quelli che, ritengo, sia una legittima aspirazione di entrambi.

Altro risultato tardivo di Lignano, è stato il 2'01"35 di Marta Milani. Frutto di una gara quanto meno "regolare", con atlete densamente posizionate davanti a lei così da consentirle finalmente di avere una gara competitiva. Finalmente, dopo una lunghissima salita a tratti con pendenze da stroncare un cavallo, eccola a metà del suo progetto, che, ammetto, sin dall'inizio non avevo compreso. Come infatti sempre avevo detto, probabilmente l'avrei intrapreso o un paio di anni  prima o l'anno successivo a quello olimpico. Ma chiaramente non siamo sul set di Sliding Dors, e quello che potrebbe essere stato se... non lo spremo mai. Evidentemente fatti due conti, il sogno olimpico sugli 800 aveva preso forma e sembrava poter essere portato a compimento. Sul suo sito Marta parla di un "problema" ma anche si capisce che l'obiettivo non era certo il 2'01"35 di Lignano, ma qualche cosa di molto più ambizioso. La scelta di correre gli 800 agli italiani è essa stessa misteriosa se in palio c'era la staffetta olimpica, cosa che penso nessuno dubiti. Non penso che Marta avrebbe storto il naso per una staffetta, che, per quanto poco individualizzante è pur sempre una presenza "olimpica"... quanti treni passano nella storia così? Certo, Marta avrà un'altra possibilità, a Rio nel 2016. Ma ci sono in mezzo 4 lunghi anni da vivere con la consapevolezza di aver sempre dato tutto e forse di più, di aver meritato sul campo quel posto... e di non aver potuto difenderlo quando era necessario farlo, ovvero ai campionati italiani sulla gara dei 400. Scusate se ci ritorno: non hanno senso gli 800 agli italiani se non nell'ottica di non farsi convocare alle olimpiadi. Siccome penso che lei volesse andarci alle olimpiadi, cosa sarebbe successo se fosse arrivata 5^ sul giro con il 53"3 che la si è vista correre nelle ultime uscite? Sarebbe nato un dualismo di scelte con Manuela Gentili? Inutile girarci intorno, di questo stiamo parlando. Ma lascio aperto il quesito, perchè chiaramente non sapremo mai cosa davvero sia successo. Rimane il 2'01"35, che le fa guadagnare una posizione nel ranking all-time italiano: 12^, avendo superato Daniela Porcelli che aveva siglato un 2'01"43 nel 1980.

Sui 1500 lignanesi esplode anche Elisa Cusma che non ti aspetti... o almeno, quella che quest'anno non ci si aspettava più, quando ormai la federazione non aveva più inteso considerarla. L'unica mezzofondista veloce che ha mantenuto un intero settore di un'intera nazione (il mezzofondo veloce femminile) in vita a livello internazionale e dietro la quale per oltre una generazione sportiva non si è visto molto da poter gettar in pasto alle gare internazionali. 4'07"55, suo secondo tempo di sempre, dopo il 4'04"98 di Atene nel 2009. Curiosando, vediamo come sarebbe messa a livello internazionale: mmm... solo 34^ in Europa... e anche col personale non sarebbe posta molto in alto: del resto è l'anno olimpico. Sorprende a dire il vero un pizzico di più Margherita Magnani, capace di piallare il precedente personale di un abisso e di riscriverlo in 4'08"94, 13^ italiana di sempre (era 16^ prima di Lignano con 4'11"65). E' anche la 16^ italiana di sempre a scendere sotto i 4'10". E dire che anche lei era alla ricerca di uno dei minimi in palio nel 2012, ovvero quanto meno quello per Helsinki. Segnalo anche il 4'13"43 di Eleonora Berlanda, classe 1976. Ancor oggi tra le migliori interpreti del mezzofondo azzurro, volenti o nolenti.

Ancora mezzofondo... record personali anche per Najibe Salami (3'40"22) poco davanti a Stefano La Rosa (3'40"32): altro personale. Ma com'è possibile che gran parte dei migliori mezzofondisti veloci italiani   vadano forte in questo periodo? Nel resto del meeting 47"22 sui 400 di Isalbet Juarez, in recesso rispetto agli italiani e personale mentre Martina Giovannetti si conferma una delle sprinter più in forma del momento, dopo le cose turche esibite a Donnas: 11"55 con 0,5 di vento. Micol Cattaneo sempre ad altissimi livelli... 13"14 (vento 0,2) mentre evidentemente Veronica Borsi deve riprendersi dall'infortunio per ritornare vicina ai 13": 13"40

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