08/07/12

Italiani Assoluti: non proprio come i trials americani...

R. Donati lascia la pista dopo la squalifica nei 100
foto G. Colombo/Fidal
Con uno sparuto gruppo di internauti abbiamo seguito via simil-chat la diretta di Raisport1 dei Campionati Italiani Assoluti di Bressanone. Ma l'anno scorso erano stati davvero così scialbi come quest'anno? Sarà stato solo merito del vento? Di sicuro si può dire come siano la degna prosecuzione delle figuraccia internazionale di Helsinki: ne un centimetro meglio, nè uno peggio. La stessa. A peggiorare il panorama, l'idea elitaria che la Fidal vuol dare ad una manifestazione che nasce asfittica, anemica, senza alcun sussulto di entusiasmo che potesse rivitalizzarla: I minimi, nonostante tutto, in alcuni casi sono addirittura stati abbassati, rendendo il campionato italiano una sorta di campionato "a serie" o con finali dirette. Ma allora si portino solo 8 concorrenti per gara e uccidiamolo così. L'elemento ironico è leggere che "lo sprint accende la prima giornata" sul sito della Fidal. L'accende? Pensavo l'avesse spenta la prima giornata. O hanno visto qualche cos'altro? Non si può sempre dar da vedere una cosa che non è. 

100 uomini: la commedia infinita - I 100 maschili hanno dimostrato infatti una volta in più che razza di tensioni superficiali ed intestinali vi sano tra "nazionali". Personalmente la cosa mi diverte, perchè sono tsunami in una brocca d'acqua, anche se mi rendo conto che per qualcuno gli effetti di questi tsunami potrebbero compromettere una partecipazione olimpica e di riflesso un'intera carriera. Di sicuro Londra se l'è giocata un pupillo dell'ancora non-epurato Di Mulo (l'unico sport dove i tecnici, e segnatamente questo, non pagano mai), Roberto Donati, uscito per falsa partenza... sancita dal sensore collegato ai blocchi (ipse dixit). Piccola diatriba con i presenti e mesto avvio polemico verso gli spogliatoi. Entro parzialmente nel merito, anche se è innegabile il movimento pre-sparo che probabilmente ha attivato Tumi, come l'ingombrante precedente Blak-Bolt a Daegu '11, ma con un finale diverso. C'è da dire che se la partenza fosse stata "buona" Donati si era già fatto autogol con una partenza invalidante, dovuta proprio al rinculo. Amen. La gara, ritardata da queste amenità di diversi minuti, si traduce poi nella vittoria di Fabio Cerutti con 10"43 con 2,2, più abile a sfruttare la propria arma convenzionale: la partenza. Simone Collio giunge secondo e mai capace di impensierirlo con 10"48 a pari merito con Jacques Riparelli, che dopo una brutta partenza (strano... replicata quella della prima falsa) si è gettato alla rincorsa forsennata dei fuggitivi troppo tardi. Occasione sprecata dopo il 10"27 in batteria che lo aveva decretato "favorito". Per Fabio Cerutti una vittoria... silenziosa. Ma l'han poi fatta la foto di gruppo sul podio? Non ne trovo traccia... Emanuele Di Gregorio, che ha grippato a metà e si è lasciato sciabordare al traguardo in 10"96, ora rischia il posto nella terza parte della commedia, a scapito di Davide Manenti che nella 4x100 vincente Aeronautica ha tirato un bella cannonata proprio in terza e (almeno) visivamente correndo più forte di Marani. Ora, in ottica staffetta (la vera soap-opera dell'anno.... Un posto al sole atletico in tutti i sensi), visto anche l'amore reciproco osservato sul podio tra i vari attori protagonisti, unito alla gestione tecnica di fatto impresentabile, sarebbe bene, come suggerito da qualcuno, una non-convocazione della 4x100 alle Olimpiade: un regalo a tutti, anche a noi. Un segnale. A me no, perchè su questa querelle ci ho costruito pagine memorabili di prosa. Ma farei volentieri questo sacrificio...

100 donne: Ale Alloh, Ale Alloh!! - I 100 femminili hanno giustamente consegnato l'alloro tricolore Audrey Alloh, giusta consacrazione di una stagione senza "altissimi", ma con parecchi medio-alti e un inusitato incaponimento seriale con il tempo di 11"48. Quante volte l'ha corso (con gli 11"49 e gli 11"50)? 5, 6? 7? Così le sue concorrenti già prima di partire sapevano che avrebbero dovuto correre meno di quel tempo per vincere... macchè. 11"55 per Giovanetti e Amidei. Si è rivista infatti una Martina Giovanetti da sbarco in Normandia, che fino all'ultimo micron ha insidiato il posto d'onore dell'altra favorita Martina Amidei. Ma il tasso tecnico generale è stato davvero povero... 12"12 per entrare in finale e solo in 5 sotto i 12" nella medesima finale. E il vento non spirava contro monsonicamente. Guardando la Alloh correre ho compreso quanti margini di miglioramento ha la ragazza. 

110hs: Dal Molin la mietitrebbia umana - I 110hs ci tolgono l'ebbrezza della sfida Abate-Dal Molin, per un problema di Emanuele prima della finale. Così Paolone Dal Molin come al solito devasta il campo di gara come un tornado forza-4, trinciando gli ostacoli come una mietitrebbia umana. Oh, Paolo, qualche ostacolo ogni tanto lascialo in piedi... Nonostante la corsa ad ostacoli con gli ostacoli, 13"74. Altro titolo italiano, che non fa mai male. Al secondo posto assume sempre più spessore Samuele Devarti... 13"93 davanti a Stefano Tedesco con 13"94

100hs: Caravelli doma la sempre più pericolosa Cattaneo - Anche al femminile il vento l'ha fatta da padrone. Ma Marzia Caravelli ha rintuzzato ancora una volta l'attacco ormai tambureggiante di Micol Cattaneo, che in batteria aveva osato passarla. Come è giusto che sia, titolo molto importante per Marzia, che deve recuperare qualche anno "perso" con la storia. Fa bene: molti atleti hanno concluso la propria carriera trovandosi tra le mani un pugno di sabbia nonostante siano stati tra i più fenomenali atleti italiani di sempre. Ma nel domani non si guarderà ai tempi, e a meno di vincere medaglie internazionali, il peso specifico nella storia sportiva la faranno i soli titoli italiani. Con più di un metro e mezzo di vento contro 13"15 a 13"20 e Veronica Borsi a 13"28, al ritorno dopo l'infortunio... cosa ci siamo persi per un paio di mesi: una sfida a tre. Caravelli fa suo il titolo che gli era stato negato a livello indoor, e che aveva fatto tanto discutere. Giulia Pennella, la 4^ della quadriga ostacolistica 2012, 13"43

Mezzofondo: niente di nuovo sotto il sole - Christian Obrist ed Elisa Cusma si aggiudicano due 1500 tattici... di Obrist posso ammettere di essere pure contento: da fuori sembra ragazzo molto serio e umile. Ha tenuto a galla il mezzofondo azzurro praticamente per un lustro da solo...  ora, dopo un paio di anni tribolati, sta ritornando ai suoi livelli anche se un pizzico sotto... ma tanto gli basta per essere ancora il n° 1 della specialità. Elisa Cusma vince invece l'ennesimo titolo, battendo la veterana Eleonora Berlanda e la rampante Margherita Magnani che si è fatta infinocchiare di giustezza proprio dalla poliziotta. Magnani è comunque il nome nuovo, l'unica che abbia una "prospettiva" oltre la Cusma. Sempre mezzofondo: bello sfidone sui 5000, con un finale a cornate tra Abdellah Haidane e Stefano La Rosa, concluso a favore di quest'ultimo con un tempo poco sopra i 14'. 

400hs, batterie, la strana sparata di Bencosme - Bencosme De Leon si doveva far probabilmente perdonare delle batterie di Helsinki e liberato dalla fastidiosa presenza dei giudici finlandesi ha piazzato un 49"95 che lo avrebbe portato dritto-dritto in finale. In evoluzione. Non capisco solo perchè tirare in questo modo le batterie, ma evidentemente ne ha tanta. Vedremo la finale. Spero solo non sia stato un ordine di qualcuno della Fidal che chiedeva qualche prova di affidabilità. 

Salti maschili: rimane solo Stecchi nell'asta? - lungo dominato dagli over-30. Nell'asta maschile ormai c'è un uomo solo al comando, ovvero Claudio Michel Stecchi. Squagliata la concorrenza, Gibilisco ormai ridotto a comparsa da pedana da tardo impero dopo una carriera inimatibile, non ci rimane che lui contro il mondo. Ma il mondo, si è visto, veleggia ormai vicino ai 6 metri (come dire: Bubka è avanti ancora 20 anni). Nel lungo l'assenza ormai peregrina di Howe si traduce in un caos primordiale di ruoli. Non esiste più un "lunghista" vero e proprio italiano, più forte degli altri, da 8 metri, da sparare nel consesso internazionale. Esistono una pletora di atleti da 7,50 che ogni tanto arrivano a lambire i 7,80 e, con un bel pò di vento, anche gli 8. A Bressanone vince addirittura un triplista come Fabrizio Schembri con 7,67. Al secondo e al terzo posto atleti ultra meritevoli ma in età da master: Hatem Mersal (1975) con 7,65 (due soli centimetri dal titolo), e Francesco Agresti (1977) con 7,52. Specialità da rifondare.

Salti femminili: finalmente Vitobello - triplo di La Mantia, ma Pacchetti spara un over-14... ventosoL'alto femminile invece ha dimostrato di essere una delle specialità tecnicamente più vive. Assenti Di Martino (che non si sa ancora a che punto sia nella riabilitazione) e Trost, finalmente grande prova di Chiara Vitobello con 1,89, nuovo record personale per una ragazza che è sempre stata uno di quei fenomeni giovanili in attesa di imporsi definitivamente. Tra l'altro saltato alla prima. Secondo Raffaella Lamera con 1,86. A metà classifica naufraga invece Elena Vallortigara con 1,76. Una federazione seria non l'avrebbe mai abbandonata... così come tutti i talenti, non si abbandonano quando si infortunano o quando in una stagione non sono andati come ci si sarebbe aspettati. Si seguono sempre nell'età giovanile. Ma a questa federazione interessano, come è noto, solo le medaglie subito-e-adesso. Nel triplo femminile nessuna difficoltà per Simona La Mantia, prima in 14,24 ventoso e un 14,09 con vento nullo... ma ecco incredibile ma vero, alle sue spalle, un 14... il 14,08 di Cecilia Pacchetti! Ventoso... 3,0 il dato preciso. Era dai tempi della Martinez che non si vedevano due italiane sopra i 14, anche se ottenuti in queste circostanze ventose. Probabilmente senza quel vento la Pacchetti avrebbe ottenuto il sui miglior salto personale di sempre: escluso il 14,08, infatti, nella serie il salto più lungo è un 13,35 con 2,2, mentre nei due salti con vento regolare si registra un 13,04. Ipotizzabile quindi nel 14,08 abbia trovato l'equilibrio perfetto di un gesto difficilissimo. Terza la quarantenne Barabara Lah, che nei giorni precedenti aveva ottenuto il record mondiale F40. 13,72 ventoso per lei... meglio della D'Elicio e di Maria Moro. Bella gara di triplo, forse una delle più belle viste nella prima giornata, anche se il vento è stato... un fattore non secondario.

Lanci maschili: in 5 sopra i 70 metri nel giavellotto, Puccini 76,42 - Peso ormai invaso dai master -  il vento che soffiava contro sul rettilineo finale, ha sicuramente influito un minimo sulla gara di giavellotto maschile, che si disputava contro-vento. E così si è assistito ad un evento più unico che raro, ovvero una gara italiana con ben 5 atleti oltre i 70 metri. Primo il giovane Giacomo Puccini, con 76,42, nuovo record personale migliorato di oltre un metro e mezzo. Vittoria all'ultimo lancio... secondo Norbert Bonvecchio, primo fino alla salva finale con 75,82, terza prestazione personale di sempre, ad un metrino dal PB. Quindi Leonardo Gottardo con 73,06 (prestazione un pelo sotto a quanto ci sarebbe aspettati visto quello che si è visto). E poi ancora Almanio Romano con 71,78, e Roberto Bertolini con 71,25. Il peso maschile invece è, secondo me, sconfortante. Un ragazzone di 42 anni domina letteralmente da anni e non c'è nessun giovane che riesce ancora a metterlo in difficoltà. La riflessione lata è invece che la sfida avviene poco sopra i 18 metri, cioè nel terzo mondo pesistico, dove ci sono nazioni come gli USA che hanno oltre una decina di atleti sopra i 20, e probabilmente una 30ina oltre i 19. Detto che Secci è ormai l'erede designato, c'è anche da dire che dopo Secci non c'è null'altro di promettente, o così promettente. Su un ragazzo di 20 anni il peso di una specialità ormai sulla black list del WWF. Così, zitto-zitto, Paolo Dal Soglio guadagna il millesimo titolo italiano di una carriera che sembrava aver raggiunto l'apice a fine degli anni '90, inizio XIX secolo, e che invece, come la luce delle stelle, continua a risplendere ad anni di distanza. Primo Dal Soglio, poi Secci, poi Dodoni, altro 40enne... e i giovani dove sono?

Lanci femminili: Salis sopra i 70 finalmente - Apostolico convincente - Tamara Apostolico, dopo la nuvola nera di Fantozzi che ha imperversato su di lei a Helsinki, torna a lanciare vicino ai 60 metri: 58,62, e secondo me tra una-due settimane supera i 60... scommettiamo? Terza prestazione personale di sempre, e la certificazione, se ancora ne avessimo avuto la necessità della conferma, che il problema dei lanciatori italiani non è la loro bontà, ma proprio il taper per-gara, ovvero il periodo di preparazione che porta all'evento clou della stagione: un paio di settimane dove l'evento viene finalizzato. Come visto e descritto illis temporibus, ad Helsinki c'è stata un'imbarazzante serie di prestazioni vicine alle peggiori della propria stagione da parte dei lanciatori italiani. Domanda che il settore tecnico avrebbe dovuto porsi? Porquè? Perchè 7 lanciatori italiani su 9 (ma anche i due migliori, nonostante la medaglia e la finale, non hanno particolarmente brillato) arrivano all'evento clou, e steccano in maniera così pacchiana la gara? Potrà mai essere solo lo stress da evento? Poi, passata la gara, come dimostrano questi campionati italiani, tornano a lanciare come nella media di prestazioni (se non al meglio) delle proprie prestazioni? La risposta? Taper. Ora, probabilmente subiranno il rimbalzo prestativo in un periodo dove ormai non serve più... E difatti, ecco l'altro esempio di Silvia Salis nel martello: 70,18

6 commenti:

  1. mi permetto di rispondere: io il mio esame me lo sono fatta, con il mio tecnico avevamo programmato di arrivare a fare una gara delle migliori agli Europei, purtroppo i miei 23 anni e la poca esperienza hanno influito in malo modo, il problema è stato mio, c'è comunque da dire, che in confronto alle altre atlete presenti in finale, ero l'unica a non essere seguita dal tecnico personale con cui lavoro tutti i giorni. Non è una giustificazione ma un dato di fatto, non sono stata in grado di rimanere concentrata per lanciare al meglio, ho sofferto la gara e non sono riuscita a lanciare come dovevo senza i punti di riferimento del mio tecnico. Credetemi, anche un semplice sguardo della persona di cui vi fidate, è di sicurezza. Tutti gli atleti siamo dello stesso parere a riguardo, soprattutto in grandi manifestazioni.
    Non ci sarebbe spiegazione altrimenti per aver toppato una gara, quando le mie prestazioni sono state sempre al di sopra dei 58m. Questo è ciò che posso dire per me. Sono comunque contenta di leggere che qualcuno ci ponga certe domande, io ho ritenuto rispondervi e come detto non voglio piangermi addosso nè cercare giustificazioni.

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  2. bè, grazie del commento.
    sai una cosa... penso che i grandi eventi portino ad un reclutamento esponenzialmente più elevato di energie nervose, che negli eventi di forza esplosiva hanno il loro innegabile influsso.
    Ora, come si è già visto con gli sprinter (le cui componenti di forza esplosiva sono minori, benchè elevate), il problema era proprio il periodo di allenamento pre-evento, che stressava il SN in maniera eccessiva. Poi si arrivava all'evento, e al momento di reclutare fibre attraverso i sistemi nervoso-muscolari, tale era lo stress che le informazioni viaggiavano più lentamente (si crea in pratica sotto stress un ambiente a livello nervoso più "viscoso", che trasporta informazioni molto più lentamente).
    Scusami se mi sono permesso, ma fosse stato un atleta, amen. Ma 7 atleti mi sembrano un'enormità per non pensare che ci sia qualche cosa da modificare nell'approccio.
    scusa ancora e grazie per il commento.

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  3. non c'è nulla da scusare anzi, è giusto che qualcuno faccia questo tipo di considerazione, io mi sono permessa di rispondere per parlare della mia situazione, poi sono una persona aperta alle critiche costruttive. Vedo che sei uno che sa di cosa parla, e non come tante persone che sparano sentenze senza sapere cosa vuol dire fare un certo tipo di gara. Purtroppo come ripeto, ho pagato la giovane età e la poca esperienza, ancor più dato che ero da sola, ma ho tutta la voglia di imparare dai miei errori :D grazie ancora del lavoro che fate

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  4. Tamara, secondo me per quanto riguarda la tua gara c'e' poco da rimpoverarsi, nella finale hai lanciato a una misura inferiore alle altre ottenute in stagione ma:
    - hai avuto solo 3 lanci a disposizione (di cui un nullo, non so quanto fosse ma...) contro i 6 consueti :)
    - per "sbagliare" una finale bisogna prima arrivarci :)
    - non deve essere facile stabilizzarsi su certe misure, che sono completamente cambiate, in meglio, rispetto alle scorse stagioni, praticamente un caso paragonabile soltanto a quello di Emanuele Abate... puo' darsi che da questo punto di vista abbia giovato il fatto di aver cambiato il gruppo di allenamento (da quel che ho capito in Ungheria e da quest'anno)
    - ogni gara fa storia a se (pedana, condizioni meteo, ecc.), guardando le misure della gara direi che tutte hanno lanciato a un paio di metri sotto il proprio standard, quindi un 56 metri in questo caso puo' benissimo essere considerato un 58 ;)
    - il bilancio dell'Europeo va visto nel complesso e se l'obiettivo, penso anche da parte dei tecnici, era quello di entrare in finale, e' stato centrato... credo che fino all'anno scorso avresti firmato per un 12. posto in un Europeo ^___^

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  5. Per ritornare su l'argomento staffetta e del ormai famoso tecnico siciliano, vorrei ricordare una svista assai grave dello stesso, riguardo alla 4x100. Non conosceva le regole IAAF per ottenere di qualificare la staffetta e pensava che qualsiasi gara potesse permettere di ottenere un tempo di qualifica. Gli mandai una mail e una lettera a cui rispose che lui conosceva il suo mestiere. Purtroppo avevo ragione io e la trasferta per quella gara fu inutile (se ricordo bene la staffetta non ottenne neanche il tempo necessario). Potrei documentare meglio: la FIDAL non rispose mai alla mia protesta ed indignazione. Vedo che anni dopo non è cambiato nulla...

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  6. parli della 4x100 femminile in un incontro per juniores?

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