10/07/12

Andrew Howe, il giorno dopo...

il 20"31 di Howe... minimo A per le Olimpiadi
Difficile trovare nuovi argomenti da buttare in pasto alla rete, dopo l'affaire-Howe. Ma il sito deve girare... Mi sembra giusto precisare una cosa: una battaglia di internauti armati di tastiere e mouse wirless contro i cattivoni ha bisogno di un simbolo. Tutti coloro che hanno fatto atletica su pista hanno sentito almeno una volta nella vita perpetrarsi un'ingiustizia come la sua a danno dell'amico, dell'avversario più forte, dell'atleta dell'amico tecnico... Quanti? Centinaia. Migliaia. La Fidal, i suoi responsabili, i suoi tecnici, negli ultimi 30 anni (posso solo riportare qualche relata di atleti più esperti di me e l'esperienza personale che iniziava purtroppo "solo" agli inizi degli anni '90) nel nome di una discrezionalità non più tollerabile, hanno distrutto i sogni di tantissimi ragazzi. Ad altri hanno invece insegnato indirettamente che per arrivare alla meta sarebbe bastato avere l'aiutino, l'amico posizionato in alto, il tecnico amico del tecnico. Scorciatoie pericolose nell'educazione di un ragazzo o di una ragazza. Quanti talenti hanno abbandonato per questi motivi? Perchè "Atletica Studi" non va a cercarsi tutti i talenti bruciati degli ultimi anni per interrogarli sulle ragioni dell'abbandono?

Howe ha avuto tanto, probabilmente troppo dalla Fidal. E' innegabile che rappresenti una bandiera, ma anche la contraddizione di un modo di gestire l'atletica che ritengo fallimentare. Howe non era e non è mai stato atleta da sistema-Italia: doveva scappare appena possibile negli USA, accasarsi presso qualche Guru dello sprint come Braumann, vivere sotto egida Nike (o Adidas) in un gruppo con un Tyson Gay o un Justin Gatlin, guadagnare dieci volte tanto rispetto allo stipendio statale che si è autoimposto (sponsor esclusi) e seguire la sua strada da top-sprinter o top-jumper mondiale, quale, penso non sia stato mai messo in dubbio, avrebbe potuto essere. Invece è rimasto qui, divenendo di volta in volta, il giocattolino dei metodi e dei sistemi politici italiani, che con lo sport poco hanno a che fare. Là sarebbe stato un uomo di sport. Qui è diventato una pedina politica in mano a troppi soggetti.
Talvolta mi è sembrato pure essere in balia delle scelte altrui (la più incredibile il 200 di Coppa Europa di qualche stagione fa), quasi che non fosse più in possesso del proprio destino. La Fidal ha impegnato tanto, troppo su di lui, quando in un altro contesto gli sponsor l'avrebbero coperto d'oro. E ora che non gli serve più, l'hanno scaricato tutti. E' il modo di questa gestione di massimizzare i risultati di 4/5 atleti che potevano garantirgli la sopravvivenza-mediatica fregandosene dei 170.000 tesserati rimanenti in questi anni divenuti le vere vittime. La base è stata abbandonata nel nome di una manipolo di atleti, questa è secondo me la verità. Chiaramente, statisticamente una scommessa pericolosa, quando di mezzo c'è l'atletica... troppi gli avversari al mondo e troppe le variabili infortuni, situazioni puntualmente accadute che hanno decretato i continui zeru tituli. Così, se notate, all'appello manca un'intera generazione di atleti, ignorati e consegnati agli altri sport perchè le risorse erano impegnate altrove. Ora si cerca di sopperire con gli stranieri di seconda generazione: un aiuto dal cielo, ma che dimostra ancor di più che questa Fidal ha perso un sacco di tempo (almeno 8 anni).

Che sia proprio lui, Howe, a decretare il De Profundis di Arese Presidente della Fidal sembra quasi il finale di una puntata di un Posto Al Sole, quando ad un centesimo dalla sigla finale, il gabbato di turno rimane con la bocca aperta immobile di fronte alla rivelazione che il figlio della moglie del cognato è in realtà il papà di suo figlio. Ma a questo ci hanno abituati: ci siamo abituati a questo stato di cose senza mai alzare un dito in tutti questi anni!! Tantissimi si sono mangiati il fegato nel chiuso della propria stanza per le ingiustizie subite, senza avere la forza di reagire. Così ci voleva un simbolo, il caso più eclatante, quello gigantesco dal quale far partire la protesta... e chi meglio di Howe, il personaggio più famoso dell'atletica italiana (non me ne voglia Antonietta Di Martino... anche se ha vinto di più)? Dopo averlo usato per i loro comodi per anni, ora Howe, finalmente, diviene uno dei nostri. Uno cui non regalano più nulla, come in passato, e a cui, anzi, negano un diritto acquisito. Il primo, ma non l'unico, cui bisogna restituire un diritto, affinchè venga restituito a tutti. Già, perchè la discussione non è su Howe all'Olimpiade, e non può limitarsi a solo lui, ma su tutti quelli che hanno ottenuto e otterranno il minimo. Altrimenti sarebbe una doppia ingiustizia per chi non si chiama Andrew, ma che ha vissuto un quadriennio di sacrifici proprio come lui. 

Nello specifico... Oggi sono uscite alcune interviste ad Howe, che lasciano intendere una cosa, a mio modo di vedere: Howe ha rinunciato alla staffetta perchè, così come è nella filosofia dei tecnici della velocità, l'avrebbero sottoposto alla solita pallosa litania di cambi che abbiamo visto quali risultati abbia portato in due anni. 3 staffette saltate sulle ultime 4 esibite: i cadetti della Polisportiva Capriolese ne azzeccano di più e i cambi sono più belli. Cambi, che per inciso, inficiano qualunque preparazione per qualunque altro evento, essendo necessariamente, per definizione, "tirati" e invasivi. E quanti atleti hanno "spremuto" con questa metodologia? Ho diverse testimonianze dirette della cosa. Pensate... paradossalmente chi più ha cambiato nella storia con questi tecnici, Collio, è quello che ha più sbagliato. All'aumentare dei cambi provati aumentano gli errori? Gli errori delle staffette, come è noto, avvengono tutti ad insaputa di Uguagliati, che sostiene ancor oggi che senza il metodo fallimentare-Di Mulo sui cambi, è precluso l'ingresso alla staffetta. Ma è un'istigazione ad errare?

Mi sembra di intuire come vi sia stato l'ultimo colpa di coda dello staff Fidal intero, ovvero mettere Howe con le spalle al muLo. O ti fai la staffetta, o ti sogni le olimpiadi, consapevoli che Howe avrebbe detto tutta la vita di no. Così si lavavano la coscienza sulla sua eventuale partecipazione, tagliandolo di fatto fuori dai Giochi. Uscito da sole due settimane da un infortunio invalidante al tendine... sottoporsi alla cura "staffetta" voleva davvero dire addio a tutto. Ok, ammesso e non concesso che è mancata la conferma con il minimo B (regola scritta esclusivamente dalla Fidal, quindi non caricata di significato), ci si chiede dove stia la coerenza con moltissime delle altre scelte contestuali di altri atleti. E' questo il vero problema. Non esiste il bandolo della matassa, ovunque si giri il giocattolo delle convocazioni, si trovano falle. Poi ai giornali Petrucci e Uguagliati sull'esclusione di Howe hanno dato in pasto informazioni contraddittorie tra di loro, tanto che forse era il caso di mettersi d'accordo su quello che era da dire ai media.


Sta di fatto che siamo di fronte probabilmente al più grande autogol della gestione Arese. I giornali passino, ma se a lamentarsi è la stragrande maggioranza di un popolo che prende coscienza di sè stesso, vuol dire che l'impero traballa davvero. Facebook è la Piazza Tahrir di Arese (la prima, quella più genuina), che tanto ha tirato la corda con i suoi "collaboratori" che alla fine si è tirato addosso una montagna di proteste. Howe è il primo sasso, ma dietro la ragione è la chiarezza delle scelte e la certezza delle regole.


Naturalmente le proteste sono a zero se poi a votare saranno i soliti presidenti societari (che si è già provveduto in questi anni a indorare con regalie normative e concessione di risorse senza precedenti). Ma insomma, i sassi cominciano a cadere dalla montagna, e se anche dovesse vincere Lui, di sicuro non sarebbe un quadriennio sereno. Ma Arese, Uguagliati, Di Mulo e tutti i consiglieri (continuo a pensare ad Angelotti, Castelli, Migliorini, ma solo per vicinanza regionale), non hanno voglia di andare a nanna la notte sereni, senza pensare che c'è un popolo che non li vuole più? 

2 commenti:

  1. Anche se in ritardo ho dato un'occhiata ai raduni velocità durante l'anno: Rosario La Mastra non ha mai partecipato e neanche mai convocato! Grande FIDAL!

    Sabato al meeting dell'anguria l'atletica Bergamo ha fatto sapere in modo molto educato il loro parere sulla mancata convocazione di Vistalli, Giupponi, Milani... bravi! Dovremmo iniziare a fare qualcosa per rendere pubblico in pensiero di tutti i tesserati FIDAL!

    Federico

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  2. Ma La Mastra è allenato da Di Mulo, siciliano doc, come lui. Peraltro la "nuova" staffetta, quella quinta a Monaco con l'inserimento del non esperto Manenti (ma almeno in terza frazione, la stessa che corre con il CS Aeronautica) ha concluso la corsa: non era ancora successo nel 2012 - per l'Italia B sì -, non mi sembra in grado di superare la semifinale olimpica, dove anche Hong Kong ha un tempo migliore. Quest'anno solo St. Kitts and Nevis ha un tempo peggiore dell'Italia. 15 su 16. Una credenziale un po' scarsa per figurar bene, soprattutto partendo da una corsia non preferenziale.

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