20/10/11

Sulla Gazza l'inferno di Victor Conte, il Diavolo del doping

Dopo circa 195 pagine dedicate al calcio (la cui diffusione, dicono le statistiche, sta progressivamente calando... speriamo) la Gazzetta ogni tanto produce articoli e interviste di qualità superiore. Come quella di oggi con Victor Conte, ex demiurgo della Balco, il laboratorio di nutrizione poi supplementazione a Burlingame, in California, proposta magistralmente da Massimo Lopes Pegna. Una rivisitazione diacronica della sua esperienza di "nutrizionista", prima "legale" con le squadre della NBA (i Seattle Supersonics), della NFL (i Denver Broncos), i pugili, il super nuotatore Matt Biondi. Fin qui tutto ok, poi è arrivato il periodo del doping, cresciuto e favorito (secondo lui) da un ambiente in cui era già diffuso, ed in cui vi entrò dalla porta laterale. Tutto questo accadde quando entrò in contatto con i lanciatori dell'atletica leggera: siamo alla vigilia di Seul '88, e gli stessi responsabili del comitato olimpico americano erano a conoscenza che nei loro test diversi atleti erano risultati positivi. Il primo di cui ha contezza è il lanciatore Gregg Trafalis, il migliore al mondo nel 1992 e poi squalificato a vita nel 1999 per essere stato beccato sia nel '95 che proprio nel '99. In quell'anno, secondo Conte, Trafalis fu trovato positivo e lo stesso comitato olimpico americano insabbiò tutto. E questo dopo che Conte stesso telefonò a Trafalis per chiedere se fosse tutto vero... naturalmente gli rispose che era andata proprio così. 

Le notizie incredibili escono quando si parla della finale dei 100 alle Olimpiadi di Sydney 2000 e allo sprint di Parigi 2003. Nella finale di Sydney, sostiene Conte, oltre alla "sua" Marion Jones, la maggior parte delle partecipanti era dopata. A Parigi almeno sei finaliste su otto erano dopate, per un semplice fatto: la "roba" gliela aveva fornita proprio lui. E sempre a Parigi 2003, nei 100 maschili invece, lo sarebbero stati tutti... dopati.

Nell'intervista di Pegna, Conte sembra non temere davvero nessuno, come se gli scheletri nel suo armadio facessero più paura agli altri che a sè stesso. Parla così del protocollo "Balco", che sarebbe stato applicato anche in Giamaica prima dei giochi di Pechino 2008. E Bolt? "Su Bolt e gli altri ho forti sospetti". 

Conte avrebbe anche indicato agli organi di controllo americani (chiaramente inascoltato per il suo passato... ma proprio per quello più credibile) quale sarebbe il periodo per controllare chi vuole barare: gli ultimi tre mesi dell'anno precedente la grande manifestazione. Ergo siamo proprio in questi giorni entrati nel periodo di "carico" per chi segue i protocolli.

Significativa la chiosa finale. Domanda: pensa che lo sport sia pulito oggi? Risposta: Prima del caso Balco almeno l'80% degli atleti era sotto l'effetto di steroidi. Dopo penso sia sceso al 65%... 

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