07/10/11

Sentenza shock: gli ex dopati parteciperanno a Londra

Vivendo la realtà processuale italiana, diciamo che siamo ormai abituati sia a dover tollerare il peggio degli atteggiamenti umani, che vederseli pure legittimati pubblicamente. Ora sembra che la tendenza italiantipica di ritenere le regole un fastidioso inconveniente, abbia travalicato le Alpi e abbia invaso quanto meno la Svizzera (no!!!), segnatamente Losanna. La notizia incredibile è infatti che il TAS, il Tribunale arbitrale dello Sport mondiale, abbia accolto l'istanza del Comitato Olimpico americano (che evidentemente aveva molti interessi in merito) che si era scagliato contro l'articolo 45 della Carta del CIO, il Comitato Olimpico Internazionale, che stabiliva come per gli atleti con squalifiche per doping superiori a sei mesi, fosse preclusa per due edizioni  la partecipazione ai Giochi Olimpici. 

Il più felice di tutti sembrerebbe essere stato LaShawn Merritt, che aveva mandato in Svizzera il proprio avvocato. Merritt aveva giustificato la presenza di sostanze dopanti nei suoi fluidi quale residuo della propria intensa attività sessuale e la annessa necessità di tamponarla con prodotti ad hoc. Ci crediamo tutti, no? Chi non crede a che un tizio che corre in meno di 44" ed è il più forte 400ista del globo, ovvero il più dotato gestore di acido lattico sulla faccia della terra, debba ricorrere a trucchetti da Villa Certosa per onorare il blasone? Io gli credo. 

Ma naturalmente Merritt non sarà il solo, visto che la schiera di dopati al mondo è molto più vicina alla legione che alla centuria. Viene in mente, ad esempio, la martellista Tatyana Lysenko, recente campionessa mondiale a Daegu e un giorno primatista mondiale. Ma a questo punto, torna in gioco anche Dwain Chambers, l'uomo talmente dopato (diciamo che è stato l'unico ad averlo pubblicamente dichiarato) che risultava essere quindi fosforescente. 

Ecco: mancava solo questa. La sconfitta dello sport (l'ennesima) di fronte agli interessi. Troppi atleti di primo piano sono caduti nella rete da potersene bellamente liberare. E non solo nell'atletica: c'è anche il ciclismo, per esempio. Non a caso Merritt nell'apprendere la notizia, ha giustamente ringraziato... la Nike. La Nike? E che c'entra la Nike? Bè, tant'è. Mi domando a questo punto se il gioco non valga davvero la candela. L'utilizzo di determinate sostanze cambia inopinatamente l'organismo per l'eternità. Ti beccano? Amen, ti fai i due anni e poi tutto torna come prima... come prima? In realtà la cilindrata è cambiata, l'assetto si è modificato in maniera più indirizzata agli obiettivi sportivi. Durante i periodi di ban non esistono nemmeno i controlli anti-doping per il semplice assunto che uno squalificato... è squalificato. Perchè controllarlo quindi? Una squalifica di un anno può diventare addirittura un'incredibile opportunità di caricarsi quanto si deve (oltre a quello che si era già preso prima), senza la fastidiosa ansia dei controlli antidoping, e potendo oggi godere anche della possibilità di correre alle Olimpiadi. Gran bel messaggio del TAS.

1 commento:

  1. Non e' proprio così. Gli atleti squalificati, così come i top di ogni specialita' sono inseriti in un protocollo antidoping della wada (l'agenzia internazionale antidoping) . obbligati a comunicare alla stessa wada la reperibilita' quotidiana attraverso un format di rete ( adams system), vengono testati periodicamente a sorperesa. non ricordo precisamente il numero del codice (trovabile in rete) in cui si stabilisce che l'atleta squalificato debba essere controllato almeno una volta al mese per tutto il periodo della squalifica.. altrimenti caro Andrea sarebbe troppo facile, come dici tu. adams.wada-ama.org e' il sito internet con l'accesso personale di ogni atleta inserito nella lista che potete trovare nel sito della IAAF , sotto la voce ATLETHTS AREA - Registred testing pool. quindi stai tranquillo Andrea che Merrit in questi due anni l'hanno massacrato di controlli a sorpresa, o almeno così prevede il codice della wada.

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