14/11/12

Viaggio verso le elezioni Fidal: qualche considerazione e la corsa per la Fidal Campania

Il cardinale Richelieu
Mai come quest'anno si è assistito alla pubblicazione dei programmi elettorali dei candidati alle diverse cariche presso i diversi organi territoriali della Fidal. Addirittura dopo la mia prima abiura contro la condizione di inconoscibilità dei candidati consiglieri da parte dei potenziali elettori, sono comparsi diversi programmi proprio di quest'ultimi sul sito della Fidal Lombardia, cosa mai accaduta prima nella storia delle elezioni Fidal a nessun livello. Bellissimo. Comunque vada, un successo della democrazia, contro l'oscurantismo degli anni precedenti che era in parte figlio della complessità del metodo elettorale, in parte figlio doloso di un certo modo di fare le elezioni nel nostro mondo sportivo. Un programma mette le persone nell'obbligo di dover rispondere delle proprie promesse di fronte ai propri votanti. E quanto più pindarici saranno i voli nelle promesse elettorali, quanto più pesante sarà il tonfo finale di fronte all'elettorato. Di contro, chi riuscirà a mantenere la parola, avrà dalla sua il consenso, quanto meno morale. Chiaramente c'è chi ritiene di non doverne presentare di programmi: basta il nome, sembra volerci dire. E così, di programma in programma, pensate un pò, manca ancora quello del Candidato Presidente Galattico Darth Morini, del quale siamo ancora in frenetica attesa. Mi domando: com'è possibile che nel frattempo vengano eletti delegati in suo nome senza sapere nemmeno cosa voglia fare un domani? E' un attentano alla democrazia e alla logica. Il programma doveva essere presentato prima della prima elezione sul territorio, non alla fine. Mah...

Quindi il trionfo di una sorta di voto di scambio: io ti voto per... il programma? Ma se non c'è! Per suicidarmi come negli ultimi otto anni? Perchè sei bello tu e brutti loro? Ma mi metto anche nei suoi panni, che è stato il Richelieu di Arese per otto anni, ovvero il Cardinale plenipotenziario della politica della Fidal, mentre il Re Luigi XIII, Arciduca di Centallo (CN), governicchiava ignaro (ormai sono quasi certo) di quanto gli stesse avvenendo a corte per mano dei suoi stessi più stretti consiglieri. Richelieu non ha un programma e non può averlo, lo sa benissimo pure lui: chi gli crederebbe dopo otto anni del genere? La cosa surreale è la presenza di persone che sostengono questo candidato, ovvero un certo modo naif e simpatico di suicidare l'atletica. Ma qualcuno di loro, può dirmi una sola ragione-una per cui uno dovrebbe rivotarli? Una, non ne chiedo tante.... magari anche solo l'avverarsi della profezia dei Maya a sole due settimane dalle elezioni di Milano, perchè no? Per questo, secondo me, molto meno prosaicamente, il vero senso del programma Moriniano è andato in scena in Lombardia, il 13 ottobre, al grido: "loro sono peggio di noi". Io non conosco loro, ma di sicuro tutti conoscono voi. Per me una pagina da girare velocemente. Tornerò sull'argomento e sulla necessità, fondamentale, di cambiare le regole delle elezioni: non è possibile un sistema così artefatto e bypassabile e corruttibile. Ogni società sportiva dovrebbe votare direttamente il Presidente Federale e non eleggere delegati per farlo in vece loro. Il Presidente Federale rischia allo stato attuale delle cose ed in via teorica, di governare con una giunta di oppositori. Perchè invece non limitarsi a votare un Presidente che presenta una sua squadra e che viene eletta in blocco con la sua elezione? Per come sono formulate oggi le norme, sarebbe come se nel Governo Berlusconi fosse imposto come ministro della Giustizia, Antonio Di Pietro. Non c'è una effettiva libertà di movimento politico-organizzativo in un organismo del genere, anche se di fatto, nell'ultimo consiglio federale, se gli oppositori fossero davvero esistiti, probabilmente avranno subito tutto a loro insaputa.

E poi... perchè non dare più peso elettorale (comprendo come non si possa concedere un voto pro-capite ad ogni società, visto il numero di società "fuffa" dislocate sul territorio) a chi ha più tesserati e chi porta più giovani a fare atletica, e non a chi compra tutti i propri atleti al mercato del bestiame o si fa pagare dallo Stato (da noi) gli atleti "prestati" dai gruppi sportivi militari (prestati da noi cittadini, che gli paghiamo lo stipendio) per partecipare ai campionati di società (la manifestazione che consegna più "voti" alle elezioni)?

Cioè, come sempre detto: noi paghiamo con le nostre tasse atleti che gareggeranno per soggetti privati. Non è tollerabile! Come se personalmente mi prendessi un bel giorno un carabinieri a gratis, distraendolo dal suo servizio di pattuglia sul Radiomobile a disposizione della la collettività, per tenermelo davanti a casa mia, nel giardino a fianco dei miei nanetti di marmo e farmi da body guard. Vi va bene? Un atleta militare, care mie belle società civili, deve essere patrimonio della collettività, dello Stato, di tutti, quindi, in ultima ratio, di utilizzo esclusivo (della sua professionalità, ovvero delle sue capacità fisiche) della società militare di cui fa parte come tesserato e soprattutto come appartenente alle Forze dell'Ordine. Punto. Bisogna trovare un altro escamotage per rintuzzare la perdita di investimento delle società civili (che è indubbio e cui bisogna sicuramente dare una risposta) ma la soluzione non deve essere di certo a carico di tutti i cittadini italiani, no?

Questa è la prima rivoluzione dell'atletica italiana, cioè quella di dare molto più peso (e risorse) a chi l'atletica la fa in periferia, che perde la propria esistenza su piste in cemento, al buio, con la neve, strappando i ragazzini al calcio, alla pallavolo, alla x-box e alla wii, sacrificando le proprie giornate gratis e non a chi fa una serie di telefonate per raccogliere gli atleti in giro per l'Italia per organizzare il viaggio alle tre fasi dei c.d.s.. Dai!

Pubblico adesso i programmi dei candidati presidenti per la Campania, ovvero di Sandro Del Naia e del presidente uscente Nicola Candeloro. Tantissime proposte, articolatissime, talvolta incredibili, alcune di fatto irrealizzabili, alcune carine, altre rivoluzionarie, diverse surreali... ma tant'è: anche questa è politica. Il bello di internet è che tutte queste "intenzioni" rimarranno nell'etere in eterno (a dispetto di quelle del passato, di cui non c'è memoria) e potranno essere utilizzate... contro di loro. O a loro favore, perchè no? Bisogna essere ottimisti ogni tanto. Qui sotto il programma di Del Naia, poi, subito sotto, quello di Candeloro.


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