03/11/12

La Repubblica contro i vecchi dirigenti dello sport italiano

E' passato ormai un pò di tempo, ma continuano a ripresentarsi situazioni che impongono di parlarne. Infatti, è stata singolare la bordata da parte del quotidiano milanese al mondo sportivo italiano (qui l'articolo). Con chiosa finale davvero illuminante su come la pensi il Presidente cadente, il plenipotenziario Gianni Petrucci, ovvero colui che ha difeso Arese mostrando il petto alle raffiche di kalashnikov che piovevano sull'imprenditore cuneese ad ogni clamorosa debacle. Mi piacerebbe che Milena Gabanelli, la mia giornalista preferita (una volta mi ha pure telefonato!) un giorno si soffermasse per una puntata intera sullo sport italiano. Poi, a me Petrucci non piace proprio: incarna il peggio della politica che agisce nel nome della politica e dell'affermazione personale, e che quasi sempre ha perso il senso della propria missione. Tra l'altro, non pago di gestire in maniera cieca lo sport italiano, ecco che nel frattempo si è fatto eleggere pure sindaco di un paesino: giusto, no? Accumulatori di cariche, necessità di bramare il potere, di dire alle persone quello che devono fare. Il politico non ha doti divinatorie, non è ubiquo, non può essere in due posti contemporaneamente, mentre evidentemente loro si vedono così... andateglielo a dire ai poveri paesani che si vedranno il Sindaco rapito dalle trasferte della Nazionale di Pallacanestro (oggi Petrucci, ineleggibile al CONI ha ripiegato sul basket). Sapete cosa dà fastidio? Che nonostante il Coni sia il tipico baraccone all'italiana gestito come tale, il Presidente della Repubblica abbia contattato proprio Petrucci per fargli i complimenti dei risultati azzurri alle Olimpiadi... Forse al Presidente bisognerebbe che qualcuno spiegasse come lo sport italiano in realtà sia l'esaltazione del self made man (or woman), ovvero il frutto dell'abnegazione dei singoli piuttosto che dall'organicità che la presenza di un "comitato olimpico" suggerirebbe.

La squallida immagine dello sport italiano sta tutta nella cerimonia di inaugurazione delle Olimpiadi di Londra: mentre tutte le rappresentanze del mondo mostravano la vitalità, i colori e la gioia giovanile dello sport, l'Italia presentava il suo bell'esercito di dirigenti 70enni davanti a tutti, anche agli atleti, relegati nell'occasione tutti rigorosamente nelle retrovie. La faccia più tosta possibile della politica che invade anche lo sport. Del resto, secondo voi, perchè Arese non è mai stato defenestrato quando per molto meno, altre federazioni dell'Era Petrucci sono state commissariate? I pezzi del puzzle a poco a poco si stanno sistemando.  Sul CONI e le mani che ha allungato sull'atletica, lasciatemi qualche giorno, e ci disegnerò il "teorema" che ora mi è più che chiaro, e che tocca molti protagonisti di queste elezioni federali.

Ora, è chiaro, non è che il mondo debba escludere le persone anziane o con una certa età dalla gestione delle cose... pubbliche. Ma è anche vero che non deve avvenire il contrario, come invece adesso sta avvenendo. Le persone "anziane" non se ne vanno più, e siccome i posti sono una risorsa scarsa, li tolgono inopinatamente ai giovani o a chi ha idee "nuove". Questi signori hanno esautorato qualunque spinta al cambiamento. Questi maneggioni hanno creato nel tempo labirinti di norme che di fatto, oltre che ad impedire la democraticità delle scelte, impediscono qualunque movimento ascensionale dei giovani o di chi vorrebbe dire qualche cosa di nuovo. E naturalmente l'atletica rappresenta l'immagine migliore: il "capo" settantenne che per parlare di "rilancio" invoca il ritorno al "saio" e agli anni '70, questa l'immagine migliore fornitaci in 8 anni. Ma ad Arese, non finirò mai di dirlo, per quanto amasse l'atletica, non gli interessava  più di tanto questo mondo, visto i ruoli apicali che rivestiva in diverse aziende... ma ancora qualcuno pensa che tutti quegli incarichi importanti, un indotto difficilmente comprensibile dal sottoscritto, un fatturato non certo da Partita IVA, probabilmente migliaia di contatti da gestire personalmente... con tutto questo posso abbia potuto interessare realmente quello che combina, che so, Andrew Howe?

Altro esempio Scorzoso, l'attempato Richelieu de noiartri, che ha trascinato il suo disagio interiore sul mondo master cercando di inventarsi continuamente nuove norme che ricoprissero di ridicolo tutto uno sport, come ha avuto il coraggio di gridare ai quattro venti il suo compagno di ventura in Consiglio Andrea Milardi. Nonostante tutto è il candidato unico per la Presidenza Fidal delle Marche: le Marche, evidentemente, hanno deciso di non rinnovarsi, di tornare indietro.

Poi come dimenticare Migliorini, classe di ferro 1938, candidatosi a 33 anni dal primo incarico (noto) in sede Fidal, avvenuto nel 1979, ancora in lista per il posto di consigliere regionale lombardo! A proposito... ma pensate un pò: due dei firmatari della famosa lettera di solidarietà al padrone, Migliorni e De Feo, sono stati nominati referenti per il mondo master per quest'ultimo mandato. Ebbene, si ricorda un periodo peggiore per il mondo master italiano che quello dell'ultimo quadriennio? Il mondo master su pista sta vivendo un periodo di recessione, non giriamoci attorno, ed è supportato esclusivamente dai tesserati della strada, cui non importa proprio nulla di Fidal, tesseramenti, politica, medaglie...

E tutti gli altri? Adriano Rossi, vicepresidente, classe 1940, si è pure fatto un piccolo periodo da presidente vicario nel 1989 (c'era ancora il muro di Berlino in piedi allora). Angelotti lo si conosce da illius temporibus (purtroppo), e poi girando per l'Italia ci sono situazioni al limite del World Guinnes Record, tipo la presidenza ininterrotta della Fidal Sardegna da 32 anni...

Domanda, anzi, affermazione: qui sopra vi sono gli indizi per capire perchè mai una società, intesa come ragnatela di uomini, idee, intenti, lentamente, molto lentamente come l'inamovibilità dei suoi vertici, muore. 

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