28/11/12

Il giorno dopo: si riesce a parlare di democrazia e atletica?

Il nervosismo successivo all'articolo dell'altro giorno sulla possibile formazione di una Giunta dai connotati decisamente militari, mi ha lasciato alcuni pensieri, che cristallizzo qui sotto:

  1. Queenatletica è considerato tanto attendibile da temerne le esternazioni al pari dei quotidiani nazionali, nonostante sia un piccolo blog al momento unipersonale? Non si spiega davvero tanto nervosismo nei confronti di quello che ho scritto vista la limitatezza della mia utenza. 
  2. Come mai molti si sono soffermati sull'aspetto minimo (e confermo: elettorale) del contenuto dell'articolo di ieri, ovvero l'assenza di una rappresentanza master (più del 50% dei tesserati che non avranno alcun rappresentante) piuttosto che quello che era l'unico aspetto politico degno di nota, ovvero la possibile occupazione manu militari di quell'organo di gestione della res athleticae (cioè meno dell'1% di tesserati che potranno godere del 60% di consiglieri)?
  3. Il senso dell'articolo è volutamente provocatorio nei confronti di Giomi: avendo l'altro giorno appreso che anche i giochi delle candidature sarebbero stati già stati decisi in maniera chirurgica (cosa penso ormai a tutti nota) quale miglior occasione che la settimana prima delle elezioni di mostrare a chi aveva voglia di venire nel mio blog quale potrebbe essere lo scenario futuro se non si intervenisse subito? E quale scenario più felice pensare che averlo detto e scritto riesca a cambiare le determinazioni finali? E' politica. 
  4. Tutto quello che scrivo ha un valore politico (in questo ambito sportivo). Le persone, in primis gli atleti, protagonisti della vicenda, i dirigenti, i tecnici, i critici, gli oppositori alle mie idee, li considero esclusivamente nel loro agire politico, e non certo nel loro vissuto personale, che non conosco e non sono tenuto a conoscere e che di conseguenza mi guardo bene dal valutare. La personalizzazione degli attacchi è semplice strumentalizzazione per non affrontare i temi sollevati.
  5. I gruppi sportivi militari in questo momento sono vitali per l'atletica italiana. Non esisterebbe atletica d'elite senza di essi: probabilmente non esisterebbe nemmeno più l'atletica in un certo senso, ma è anche vero che è chiaramente necessaria una rivisitazione del comparto in maniera più professionistica con scelte più oculate (che sembra si stiano facendo a prescindere dal prossimo mandato presidenziale). Ciò non toglie che in questo preciso momento storico di questo sport, una sovrarappresentatività di una componente come quella "militare" sia sbagliata sia nel merito che nell'opportunità: il bello è che non si chiede che non vi siano i rappresentanti delle Forze dell'Ordine in Consiglio, ma che ve ne siano un numero "tollerabile". Già 4 apparivano tanti, benchè politicamente e operativamente abili: 6 sembra un numero che lascia senza fiato... se il totale dei consiglieri rimanesse a 10.
  6. Vi faccio questa ulteriore riflessione sul possibile consiglio federale: due poliziotti. Due finanzieri. Un carabiniere. Una persona filo-Fiamme Azzurre. A me non sembra molto casuale, anche se vorrei sbagliarmi. Attenzione: ancora una volta, alcune di queste persone le conosco e sono ottime, ma vi chiedo di concentrarvi esclusivamente sull'aspetto di opportunità politica di fare queste scelte nel 2012.
  7. Il problema da me sollevato sulle rappresentanze è stato irriso da qualcuno: ebbene, perchè? Non si voleva un cambiamento? Quale miglior segnale di cambiamento che quello di individuare quante più componenti di estrazione diversa in seno ad un organo decisionale? Giusto per dare "il segnale" del cambiamento. 
  8. I master: molti di coloro che parlano di master per strumentalizzare il mio articolo (sui militari) ho capito non comprendano da chi e come è organizzato il movimento. Lo stesso Giomi non mi sembra abbia capito diversi aspetti della categoria, fintanto che sostiene che bisognerebbe vederli in un quadro generale. Io francamente non ho capito quale sia questo quadro generale, ma è un mio limite. Altri sono lontani dall'atletica da mille anni, e di ritorno o di passaggio, pensano che il master sia il vecchietto ottantenne che si allena al parco, sotto la panchina dove poco prima aveva imbeccato i piccioni. Non è più così. Molti si allenano 6 o 7 volte la settimana, gareggiano con i senior, talvolta li battono... e sentirsi dare dei vacanzieri, amatori, possibili giudici, secondari all'atletica, è sintomatico di una scarsissima conoscenza in materia. Questo urta parecchio tutto il mondo master, perchè se una cosa è cambiata negli ultimi anni, è proprio l'essere riusciti a superare quella considerazione pietistica e di commiserazione che invece ancora molti tendono ancora ad attribuirgli. Fate molta attenzione su questo punto a non giocarci troppo, perchè uno che si fa il mazzo con gli allenamenti tutti i giorni anche a 50 anni, sentirsi dire che è un vacanziero... ci deve essere la giusta misura, la giusta considerazione anche in questo caso: non sono e non devono essere sicuramente il fulcro dell'attività, ma nemmeno essere la polvere da mettere sotto lo zerbino e procrastinata a divinis. Chiedono solo di gareggiare ad armi pari (senza limitazioni) ed avere una parvenza di organizzazione che li sostenga: chiedono molto? 
  9. Barcella. Sostengo Edgardo perchè abbiamo deciso insieme questa strada. Davide contro Golia e un traguardo che sembra irraggiungibile vista la già (sembra) operata spartizione. Ma è l'unico modo per far sentire la voce di tutti, che esca dalle attuali logiche politiche. Edgardo porterebbe davvero le istanze della base, e non sarebbe il rappresentante di sè stesso come è avvenuto nel passato con altri consiglieri: per farlo originariamente si era scelto di avvicinarci a Giomi o a cordate a lui vicine, salvo poi scoprire che sarebbe stato meglio stare da soli sin dall'inizio. Abbiamo fatto autocritica: non siamo perfetti e non lo saremo mai: siamo "giovani" ed inesperti, purtroppo. Chi conosce bene Edgardo lo sa bene quali sono i suoi valori. Non gli si chiederebbe di risolvere equazione di terzo grado (sembra che sia un requisito che gli venga richiesto quando si parla di lui a qualcuno) ma di incarnare al meglio il proprio mandato... mandato, vuol dire che qualcuno ha spinto qualcun'altro: in questo caso atleti che mandano un altro atleta a rappresentarli. Le persone discese dal Cielo e imposte ai delegati, a che mandato risponderanno? A quello del capo che li ha scelti o a quello dei suoi elettori atleti che l'hanno mandato? Tra i programmi diffusi, il suo è quello più logico e razionale (insieme a quello di Peroni, invero), visto che di presidente in carica ce ne sarà già uno o non ne servirà un altro in quota atleti. 

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