26/11/12

La giunta militare di Giomi: verso la sudamericanizzazione della Fidal?

Rispetto alla contesa elettorale per le cariche della Fidal ho sempre preso le distanze, dichiarandomi sempre indipendente. E' cosa nota, presumo, anche se è indubbio che una parte l'abbia lasciata volutamente in-sospeso e dell'altra abbia dovuto rilevarne tutto il rilevabile. L'urgenza era e rimane cambiare le persone che si sono assise su quegli scranni otto anni fa perchè è una legge delle democrazia: chi non soddisfa il "mandato" (ovvero il tacito contratto con gli elettori) deve andarsene. 

Ma oggi, purtroppo, c'è un ma.  

Ora, questo scritto rappresenta soprattutto un'invocazione indirizzata direttamente al Sig. Giomi per fermarsi un attimo a riflettere su quello che potrebbe essere se tutto dovesse andare come si pensa (e si spera, per molti) andrà. I numeri sembrano del resto parlare chiaro. E questo bisogna farlo prima che sia troppo tardi. Gliel'ho detto di persona qualche giorno fa, a Bergamo, pur rivendicando la mia indipendenza da qualunque schieramento, ma devo farlo pubblicamente perchè altrimenti rimarrebbe lettera morta e il mio lamento un "potevi dirlo prima..." che non servirebbe a nulla. Non riporto la risposta che mi è stata data allora (potrei non aver inteso correttamente e in questo momento non voglio riportare con sufficienza le sue parole e perchè da più persone mi è stato ricordato che la riunione non era pubblica) ma tengo valide le mie critiche e le mie parole che ho avanzato davanti a quella piccola platea e che voglio condividere con tutti. Voglio fare la Cassandra sperando di non finir inascoltato come la figlia di Ecuba e del re Priamo. 

Il panorama che mi si è prospettato lo vedo infatti molto fosco purtroppo, e simile a quello dell'attuale Egitto. La Primavera Araba di Piazza Tahrir, quella che ha dato il alla ribellione democratica del Maghreb, di fatto commissariata dal governo islamista di Morsi. Morti e feriti che giacciono invano... per ora. E allora, via, ancora a presidiare Piazza Tahrir, e ancora scontri e feriti per rivendicare una libertà promessa, vissuta per una sola notte e poi cancellata dai fatti compiuti da un altro gruppo di potere che vuole mantenere la gestione delle risorse in nome del popolo, ma di fatto contro di esso. E' questo quello cui andiamo incontro? 

E allora, ecco come potrebbe finire. La cordata Giomi presenta in quota-dirigenti il colonnello Parrinello, Comandante del Gruppo Sportivo delle Fiamme Gialle. Sergio Baldo, dirigente delle FF.OO.. Giacomo Leone, poliziotto ed ex FF.OO.. A questi aggiungo il tecnico in Area Giomi Roberto Frinolli, la cui progenie è finita in gruppi sportivi militari, e addirittura, è voce ormai ossessiva, l'appoggio incondizionato ad Alessandro Talotti (Carabiniere) e Francesco Pignata (FF.GG.). Mi lasci, Signor Giomi, dubitare su chi e come abbia voluto queste persone: non credo (ma la mia è una semplice opinione da appassionato) che le società civili si siano accordate su queste persone e che esse siano "espressione di macroaree" o acclamate vox populi. Sarebbe illogico e paradossale. Comunque, ve lo scrivo in altro modo: nel prossimo consiglio di Giomi potrebbero esserci ben 6 persone su 10 con un'identità filo-militarista (per carità, tutte ottime persone, nessuno lo mette in dubbio: qualcuna l'ho conosciuta di persona e potrei metterci la mano sul fuoco) e solo 4 "civili". Il 60% di un consiglio federale sarebbe di fatto estrazione di meno dell'1% di tutti i tesserati italiani che praticano atletica!! Questa si chiama oligarchia militare a casa mia. Diventa difficile per me credere che tutte le società civili italiane possano davvero condividere, dopo aver sostenuto Giomi, una simile immagine del proprio governo. 

Ma riflettiamo... A me sembra davvero minimo come segnale di rinnovamento dell'atletica italiana  (ciò che si chiedeva, in definitiva) aprendo in cuor mio una desolante panoramica di scarso equilibrio rappresentativo. Pensate, a fronte di un 50-60% di rappresentatività del mondo militare in seno al consiglio (con meno dell'1% di tesserati) il mondo master verrebbe raso a zero, benchè da solo rappresenti oltre il 50% dei tesserati. Non avere una componente master in consiglio (1 su 10 è troppo? ...col 50% dei tesserati?) vorrebbe dire, a parer mio, un grave affronto a chi in questi mesi è stato il maggior oppositore dell'attuale mandato a tutti i livelli, suscitando la pubblica riprovazione, raccogliendo attorno a battaglie di diritti moltissimi appassionati e criticando ad ogni piè sospinto ogni azione del cadente governo federale. 

Signor Giomi, non sottovaluti chi con la propria passione ci ha messo la faccia pubblicamente per cambiare in meglio questo mondo sportivo. Chi di fatto l'ha aiutata consentendole di gestire una  campagna elettorale di secondo piano fino ad un paio di mesi fa; chi ha avuto più efficacia in termini di idee e chi è riuscito ad individuare e a palesare i punti deboli dell'avversario, riuscendo a mettere a nudo tutte le sue incoerenze. Ho scritto quotidianamente su questo sito per denunciare il malessere dell'atletica di oggi giorno: Passioneatletica una decina di volte in quattro mesi (anche se so che ha girato l'Italia in cerca di consensi e non deve essere stato semplice) e naturalmente in maniera strumentale (com'è giusto che sia in una tornata elettorale) alla sua candidatura. Ho raccolto il malessere, il malcontento, mi sono arrivate decine di mail di denuncia e quello che partorirà lo sdegno, la riprovazione di un universo di appassionati e tesserati su tutti i siti, sui social networks, sarà... una giunta militare? Dopo Arese II e la Fidasics, non mi faccia in futuro scrivere di Giomi il Faraone, evocando il triste presagio di una democratizzazione strozzata da scelte "obbligate" come quelle del governo Morsi. Ci costringerebbe a scendere di nuovo in piazza. 

Così non va! Mancano 5 giorni e se vuole davvero dare un segnale, lo dia in questo senso: le competenze delle persone sono sicuramente importanti, ma mai come in questo momento è forse più importante il messaggio politico che lei dovrà dare all'atletica italiana dopo anni di scempi: la gente l'ha seguita per avere un segnale in questo senso, non per ritornare a prima di 8 anni fa. Quella strada, si era già visto, era sbagliata: nel frattempo abbiamo solo scoperto che ce n'era una se è possibile ancor peggiore. 

Ora, ha in mano almeno una carta sulla quota atleti: almeno uno di loro dovrà essere una persona fuori dagli schemi, che incarni un popolo diverso. Non ci trascini in un giunta Sudamericana, per favore. 

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