25/09/11

Finale Oro a Sulmona: prima pagina ai 100hs e alla Giovanetti

(foto di Martina Giovanetti di fidaltrentino) - In quella Babele che è il campionato di società, penso che nessuno ci si raccapezzi. Nessuno, fino a mezz'ora dopo la fine dell'ultima gara saprà nemmeno lontanamente se non per precognizioni e vaticini, chi avrà vinto i societari. Andate a vedere la pagina dei risultati: un tempo avremmo avuto contezza della situazione, oggi è di fatto impossibile ipotizzare una classifica. Contente loro, le sette sorelle e i sette fratelli che danno vita a una manifestazione ridicola nella formula, stupida nella sostanza, viscida nella genesi. Inutile rivangare il flaccido passato e il motivo per cui questo tipo di campionato di società sia nato, a favore di chi viva, e come sia stato architettato per favorire solo determinate società. In periodi di caccia alle streghe e caccia agli sprechi, rimane però quel macigno della partecipazione degli atleti militari con la società civili d'origine: persone stipendiate dallo Stato che a cottimo (ritengo molti di loro, anche se per pochi euro) tornano a rivestire una maglia "privata". Come se un poliziotto, finito il servizio, andasse a fare il buttafuori in una discoteca: succede, eh... ma se viene riconosciuto, state pur sicuri che non passerà dei bei momenti. Nell'atletica italiana, invece, una pratica da altre parti considerata "illegale" è diventata pure legge. Aberrante... E naturalmente ci sono molte società che su questo si fanno le passerella sugli Champs Elysee, mostrando il petto e ostentando scudetti che di sportivo hanno ben poco. 

Quindi, in questo desolante panorama da day-afeter che sono i c.d.s., che una volta erano senza dubbio alcuno la seconda manifestazione italiana per prestigio (ora ha una visibilità pari al campionato cadetti, con tutto rispetto per i cadetti), l'attenzione si concentra esclusivamente sulle sfide tra atleti, lasciando la società civili nel loro giochino stile "sudoku".

Allora, vediamo quelli che sono i risultati più "importanti" della prima giornata di questi cosi qui, nelle tre sedi.

A Sulmona, gran 100hs con la sfida trina Caravelli-Borsi-Pennella, cui mancava soltanto la quarta incomoda, Micol Cattaneo. Nell'ultima sfida dell'anno (penso, eh) prevale Marzia Caravelli con un succulento 13"13 con 1,3 di vento, che secondo AA è il suo settimo di tempo (e nove su dieci li ha ottenuti nel 2011). Ma probabilmente mai come oggi Veronica Borsi le è stata così vicina (ok, nell'ultima uscita alla Notturna l'aveva pure sopravanzata), ma diciamo che questa gara aveva un altro significato e spessore, nel mio tabellino stile Rino Tommasi. 13"19, ovvero quarto tempo personale di sempre. Terzo rango per Giulia Pennella, grazie alla sciabolata a 13"29, che eguaglia il suo personale stabilito quest'anno sia Bressanone che a Torino, ovvero nelle due circostanze più importanti per lei nel circus italiano. In pratica ha sempre reso il proprio massimo agli italiani assoluti, a quelli promesse e alla finale dei c.d.s.. Che prospettive per il 2012! Anche usando la statistica, su 4 atlete che ondeggiano ad un paio di decimi, magari ci scappa quella che corre sotto i 13". Averne una sola, invece, riduce del 75% queste possibilità. Facile a dirsi, eh?

Nei 110hs prima significativa vittoria per Hasso Fofana: 14"24, anche se ottenuto senza Abate, Tedesco, Dal Molin... ma pur sempre una vittoria ad una finale oro del campionato di società. Non so se qualcuno lo metterà nel suo pedigree sportivo (fossimo stati negli USA, sarebbe stato impresso nel marmo), ma quanto meno lo ricordiamo noi qui.

I 100 sono appannaggio netto di Fabio Cerutti: 10"30 davanti a Simone Collio, con 10"43. Che dire? Non è stato l'anno di Simone Collio, e non lo è stato completamente per Fabio Cerutti, che ha mancato un momento centrale della stagione (tra fine giugno e inizio luglio) che probabilmente gli avrebbe potuto dare il pass per Daegu nella gara individuale. Di sicuro le certezze dello sprint italiano se non si sono rivoluzionate, di sicuro hanno cambiato gli equilibri. Lo stesso Galvan, può mettere sul piatto il titolo italiano dei 100 (che non è poco) e un 20"80 sui 200 a Rieti, mentre il resto delle prestazioni sono state molto altalenanti. Si rivede invece sotto i 10"50 Gianni Tomasicchio: 10"48, e l'ipotesi che il Desert Storm post europei 2010 sia finalmente decorso e sia avviato a tornare ad una nuova dimensione di nuovo di primo piano. Dopo qualche problemino, che l'aveva fatto sprofondare al 12° posto nel ranking AA dei centisti italiani, questo bel risultato che gli farà guadagnare sicuramente qualche posizione (battuto, per esempio, l'8° del ranking, Rosario La Mastra).

Al femminile si vede una scintillante Martina Giovanetti: 11"55 con 0,7 di vento, che è tempo che in Italia ha il suo perchè, soprattutto in anni di vacche magrissimi, quasi stitiche. Ma è soprattutto il suo quinto tempo (in teoria) di sempre, dopo l'11"51 di PB che ottenne a Cagliari nel 2008. Prima di questa gara il già citato Verbo rankingistico dava l'atleta al secondo posto, dietro alla Draisci. Difficile non pensare che non vada al primo posto. Anche perchè Ilenia Draisci, presente, è giunta solo 8^ con un modesto 12"11.

I 400 maschili un pò sotto le aspettative, visto che erano assenti praticamente tutti i migliori italiani. Così spazio agli stranieri, così come nei 1500, dove erano però presenti i due italianizzandi Abdikadar e Rachik, giunti rispettivamente 5° e 7°. Ma stesso discorso sui 3000 siepi. Ma francamente dire due parole di gare che ormai da tradizione sono figlie degli ingaggi agli stranieri africani, non va nemmeno più di commentarle. Proprio su questo tipo di mezzofondo messo in pratica dalle società appartenenti alla cerchia magica di Arese, vien da chiedere: ma ve lo ricordate come vennero presentati questi c.d.s.? Come la panacea al proselitismo, il balsamo di tigre per l'atletica azzurra... frotte di atleti sarebbero accorsi a partecipare ai c.d.s.. La realtà penso che la vediate tutti: è stata una corsa (tranne qualche eccezione) ad accaparrarsi atleti di altre società, o "rubarsi" militari prima che lo diventassero (per poi sfruttarli nei c.d.s.) o stranieri: cioè quello che si è sempre fatto. Ne più, nè meno. L'atletica del saio e... del cilicio.

Torniamo alle gare. Maria Enrica Spacca, gestisce col cruiser i 400 in 53"58, mentre il mezzofondo femminile mette a nudo la mancanza di un paio di generazioni di mezzofondiste, spazzate come uno tsunami dalla politica menefreghistica degli ultimi due mandati (ma non diamoci limiti sui mandati... ma fortunatamente sembra che nell'ultimo anno si potrà assistere a quello che non è successo fino ad oggi). Normale che quindi vinca l'ex ungherese Judith Varga (1977), davanti alla perenne Eleonora Berlanda (1976). Terza Touria Samiri, di cui non viene riportata l'età... sarà italiana? Speriamo.

Nell'asta si vede una cosa mai vista nell'ultimo anno: Giuseppe Gibilisco che si esibisce ad una misura accessibile. 5,00. Cosa gli avranno detto per farlo? La progressione ragionata non gli porta comunque fortuna: arriva secondo a pari merito con il primo, Matteo Rubbiani, entrambi con 5,30. Daniele Greco plana a 16,17, davanti ad Andrea Chiari, fenomeno predestinato (ma pure questo si è preso la Riccardi? O è in prestito?).

72,87 di Bertolini nel giavellotto, con Gottardo e Tamberi da gara di fine stagione nell'iconografia di "Wake me up when semptember ends" dei Green Day. Giovanna Demo si intasca il salto in alto con 1,81 e poi tenta l'1,85 di quello che potrebbe essere stato il suo PB, ma invano. Comunque mette in fila Meuti, Brambilla e Vitobello, che sulla griglia di partenza le erano davanti. Gran balzo di Cecilia Pacchetti nel triplo, tra le proprie migliori prestazioni di sempre (13,20 con un PB di 13,34). Gran lancio di Julaika Nicoletti nel peso, molto vicino al suo personale: 16,36 e l'operazione-avvicinamento a Chiara Rosa continua, giusto per riscoprire un dualismo interno che porterebbe ad un miglioramento reciproco. 

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