15/09/09

La riforma del mondo master italiano: 1^ puntata, il tesseramento unico

Scusate se vi tedio con il mio scrivere a spron battente, ma vorrei davvero introdurre una serie di proposte per il miglioramento del mondo master italiano: qualcosa su cui discutere, capire quali sono gli spazi di movimento, trovare interlocutori "privilegiati" cui sottoporre le eventuali proposte, formare un documento condiviso... troppo pretenzioso? Forse sì, ma tanto scrivere non mi costa nulla... E' da dopo Lahti che ci sto pensando, anche perchè a Lahti secondo me sono venuti a galla alcuni nonsensi della gestione dei Master da parte della Federazione.
Inizio così la serie di proposte che ho in mente (anche mutuate da altre esperienze e confronti con altre persone) con il tesseramento degli atleti Master. Nelle ultime settimane abbiamo assistito sbigottiti ad una serie di divieti imposti dai vari organizzatori delle diverse gare sul territorio nazionale a chi fosse stato tesserato come master. Una vera e propria ingiustizia, come più volte segnalato dalle pagine virtuali di questo sito. Lo scoramento è dato soprattutto da un aspetto: che spesso chi partecipa a queste gare (e non tesserato come Master) di fatto ottiene prestazioni peggiori rispetto a molti master. Viene così a decadere uno dei principi fondanti dello sport (quello sulla partecipazione accantoniamolo momentaneamente...), cioè che i più bravi vanno avanti. Il caso di specie è l'esempio Edgardo Barcella che con 50"64 potrebbe correre una prima serie di un Campionato Regionale, ma che di fatto viene escluso a causa del suo tesseramento come Master. Se a questo ci aggiungiamo l'assoluta ottusità degli organizzatori di alcune manifestazioni che interpretano in maniera restrittiva le norme che consentono ai master di partecipare all'attività assoluta (ripeto: le società affiliate nel settore assoluto POSSONO partecipare con i propri master a TUTTA l'attività che la Fidal definisce come "assoluta"). Cos'è che dà fastidio? Il numero di master? L'immagine della manifestazione all'esterno, nel caso dovesse partecipare un atleta over-35? O semplicemente la necessità di andarsene a casa tutti prima nel giorno di gara senza dover aspettare che questi master disturbino la manifestazione? Secondo me tutte le ipotesi sono valide. Ma allora perchè tesserarsi come Master? Per poter partecipare ai c.d.s. di cateogoria e le staffette agli italiani? Sembra una colossale presa in giro, o meglio: sotto non può non celarsi un disegno di qualcuno che vorrebbe limitare le presenze dei master sui campi di gara, emarginandoli nella loro attività di nicchia. Oppure l'esatto contrario: aumentare il numero di senior, visto che il piatto piange. Il Presidente Arese (sempre e solo lui, e sul quale John Grisham probabilmente potrebbe scrivere un bel libro law-thriller dal titolo "The Incompatible") nelle sue fantomatiche (e tali si sono dimostrate) promesse elettorali del primo sciagurato mandato, parlando di master assicurava (e scriveva nero su bianco) che avrebbe messo mano alle modalità di tesseramento dei master. Visto qualche cosa? Nulla, come tutto il resto. Ora diremmo che è proprio l'ora di finirla. Un atleta dovrebbe essere tesserato in un solo modo!! Non si deve dare facoltà alla società di scervellarsi se le convenga percorrere la strada del tesseramento dei propri atleti con i master o con gli assoluti, a seconda dei vantaggi ipotetici. E' un assurdo! E' la tipica cazzata all'italiana inventata da qualche genio per qualche recondito interesse (non necessariamente di carattere economico). Dopo i 35 si dovrebbe automaticamente essere inglobati in una categoria: si ha paura di chiamarsi Master? Chiamate questa categoria come volete, ma che ve ne sia una sola! Se poi si vuole veramente porre dei limiti alle partecipazioni oceaniche (ma dove sono poi tutti queste folle di atleti in pista?) si pongano dei limiti di partecipazione che valgano per tutti (escludendo dal taglio magari solo gli allievi...). Non è più pensabile concepire limitazioni date dal tesseramento. Per assurdo se Checcucci si tesserasse come Master e Sansonetti come senior, ai campionati individuali provinciali di Milano parteciperebbe il solo Sansonetti (con tutto l'immenso rispetto): vi sembra una cosa che ha senso dal punto di vista sportivo? Già, perchè è questo il problema: chi gestisce la Fidal (sui vari livelli) ha completamente perso il senso del proprio mandato: la Fidal deve FAVORIRE le forme di partecipazione, non farsi carico di LIMITARLE il più possibile per salvaguardare le organizzazioni. I problemi organizzativi non possono riperquotersi su tutto il movimento, perchè il fine non è assicurare solo la presenza istituzionale della gara, ma fare in modo che a quella gara partecipino più atleti. Se una Federazione non capisce questo, ma vive ripiegata su sè stessa e sui propri problemi, facendoli diventare il vero fulcro della propria esistenza, siamo messi proprio male.
Per concludere: la mia proposta nel primo capitolo delle possibili rivendicazioni, è il tesseramento unico dopo i 35 anni d'età. So che questo vorrà dire che il numero di Senior nelle statistiche pompose di Arese diminuirà ulteriormente sul totale, ma alla fine cosa conta?

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