05/09/09

Fidasics

Lasciatemi questo piccolo sfogo di inizio settembre, e poi wake me up when september ends, come dicono i Green Day: ci saranno i C.d.s. dell'ignomigna cui sarà meglio non assister. Arese, come dicono da queste parti el ghè minga o el ghe pò. Nel mondo sindacale, parlando dei "padroni", si dice (è una metafora, per carità!) che le bestie bisogna ucciderle (leggi "dimissioni") perchè non c'è nulla di peggio che una besta ferita. Comunque sia, finalmente, come scrivevo da qualche altra parte l'atletica italiana fa parlare di sè. E fa parlare di sè soprattutto Arese, che mai come prima era diventato così famoso, così sulla bocca di tutti. E' ferito nell'orgoglio, lui che si trova a fare il politico quando politico probabilmente non è mai stato: un qualsiasi parlamentare navigato avrebbe affrontato la catastrofe col sorriso sulle labbra, nel silenzio, facendo buon viso a cattivo gioco. Lo attaccano tutti, a destra e manca: atleti, ex-atleti, Dirigenti, vecchi dirigenti, la base, i master, i campioni del passato e quelli del futuro. A Berlino ci sono stati pure atleti (come nel triplo) che ringraziavano pubblicamente la Federazione per quanto fatto nei loro confronti. Mah! L'ultima uscita di Arese è qualla comparsa sulla Gazzetta dello Sport e di cui ha già parlato Atleticanet. Arese, che prima di Berlino appariva come un uomo semplice e bonaccione, onesto, forse un pò assente, ma tutto sommato disinteressato alla Res Athleticae, tanto da spingere i più a ritenerlo un uomo-immagine comandato a distanza da qualche altro soggetto che nell'Atletica manteneva qualche interesse incancrenito. Tant'è che ci si dimondava chi ci fosse dietro le più cervellotiche e ignoranti scelte effettuate in 100 anni di Federazione di Atletica (inutile rivangarle tutte: l'unico aspetto che sembra funzionare come un orologio svizzero in Fidal sembra l'Agenzia-Viaggi (così dicono i più presenti a Berlino) organizzati per chi in Fidal... non è atleta). Dopo diverse scoppole adesso esce l'Arese imprenditore: il decisionista. Mamma mia! Ma sapete la cosa più aberrante qual'è in questo preciso momento storico? Scusate se lo rivango: il conflitto di interessi. Perchè se al posto di Arese ci fosse stato qualsiasi altro soggetto, la Fidal sarebbe stata commissariata in qualche modo dal CONI: come è possibile tollerare fallimenti in serie in più anni in un ambiente tra i più blasonati della storia dello sport italiano? Invece Petrucci l'ha difeso per il 5° anno consecutivo: allora mi sono chiesto: perchè? La risposta in un vocabolo: ASICS. L'Asics partner delle Olimpiadi di Torino 2006, l'Asics della Federazione di Pallavolo, l'Asics della Federazione di Pesi, l'Asics dell'Atletica, l'Asics, l'Asics... Coni e Asics, un binomio probabilmente non biunivoco, ma assolutamente non trascurabile se si vuol capire perchè l'allora presidente del Coni di fronte alle debacle dell'atletica italiana (ma oggi sarebbero trionfi da parata alle Terme di Caracalla) criticava apertamente l'allora presidente della Fidal Gianni Gola (che alla fine era solo un Dirgente della Finanza), mentre adesso ci si può permettere di confermare un signore che dal punto di vista della sua funzione ha fallito con tonfi tanto sordi. Un grandissimo atleta, un grandissimo imprenditore, ma non passerà di certo alla storia (positivamente) come Presidente della Federazione di Atletica. L'Asics lo rende intoccabile, dall'ultimo degli iscritti ai vertici del Coni: si è così chiuso nella cabina del Titanic, e nessuno ha le chiavi per farlo uscire. E lui guida a vista verso quello che sarà l'imponderabile destino. Penso senza tema di smentita che NON vi siano intrecci nascosti da palazzo dei veleni, incontri segreti, lettere anonime, trame: le persone coinvolte sono sufficientemente intelligenti per comprendere senza parlarsi o senza avere rapporti che se quello è il tuo sponsor, un minimo di tutela gliela devi pur dare, o no? Probabilmente è solo un condizionamento psicologico: tutto qui. Ma non sarà proprio per questo che esistono vincoli normativi a fornire cariche a chi ha un interesse privato nel mantenere una carica pubblica? L'idea nascosta che chi ti gestisce in realtà possa avere quell'interesse, sia pur minimo, non deve sussitere: chi potrebbe mai credere ad Arese se dovesse mai affermare che l'Asics fa beneficienza con la Fidal? Io francamente no. Ma sarà per tutti questi intrecci virtuali che il CONI non è mai intervenuto a dirimere la questione sulla legittimità della presidenza della Fidal? Si sono accontentati di un escamotage... tradendo lo spirito della norma che tutela la libertà morale dello sport. Per terminare, Arese dichiara di aver scelto: sul Titanic rimangono solo i migliori, quelli che possono vincere le medaglie. Gli altri sono stati già buttati tutti a mare, in pasto ai pescecani, a cominciare dai master (i primi ad essere buttati oltre la murata), passando per i tecnici, le piccole società, il GGG, buona parte degli atleti. Ripeto ciò che dico da tempo: si faccia molta attenzione quando una Federazione è con l'acqua alla gola e si affida completamente ed indisollubilmente ad una trentina di atleti per il suo rilancio. Possono nascere aberrazioni poco edificanti.

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