13/02/10
Webatletica sbarca in Spagna: gli European Awards riportati da Europasur
11/02/10
Ancora Darren Scott: 21"71 indoor a 41 anni!
I regionali master lombardi sul Giornale di Brescia

Etichette:
federici,
greceanu,
lonati,
rassegna stampa,
rebuzzi,
regionali master lombardia,
tellini
Ancora Carla Forcellini: record nel lungo F50

- I record italiani del 2010;
- I record italiani della Forcellini (qui sotto):
- asta indoor F40 (3,50)
- asta indoor F45 (3,60)
- asta indoor F50 (3,30)
- asta outdoor F40 (3,60)
- asta outdoor F45 (3,50)
- asta outdoor F50 (3,40)
- lungo indoor F45 (4,88)
- lungo indoor F50 (4,74)
- lungo outdoor F45 (4,98)
- 60hs indoor F45 (9"51)
- 80hs outdoor F50 (13"81)
- 4x100 F45 (55"30)
Brian Adams accompagna Wolfy Ritte al record del mondo
Nel video il salto del mondo a 4,51 (M55) nel salto con l'asta di Wolfgang Ritte accompagnato da Brian Adams in sottofondo.
Italiani Master Indoor: le gare "clou"

- Le gare
- 60: La gara clou (sempre che ci siano tutti i protagonisti della primissima parte della stagione) saranno i 60 M45, in cui il podio virtuale ha totalizzato (ad oggi) 96,70% di media. A pesare sul risultato naturalmente il record mondiale di Mario Longo che gli ha portato in dote anche un super-AGC di 100,70 (ricordatevi che le nostre conversioni tengono conto dell'anno di nascita dell'atleta e non del sua data). Pensate poi che tra le categorie M40, M60 e M45 intercorrono 2 soli centesimi percentuali! 94,55 infatti per gli M40, 94,54 per gli M60 e 94,53 per gli M50: insomma, gare dal grandissimo spessore tecnico (almeno per quanto riguarda il podio). Staccate le altre categorie, a partire dagli M55 arenatisi a 91,91. Tra le donne primeggia la categoria F45 (88,48) in virtù delle due prestazioni da top-10 nell'overall femminile di Daniela Ferrian e Rosa Marchi: ci sarà la sfida diretta ad Ancona?
- 200: per ora si sono visti pochi 200isti, per diversi motivi, a partire dall'abolizione della gara dalle manifestazioni ufficiali. Ma questo non ha vietato di organizzare ad Ancona qualche riunione con questa gara. L'unico dato "sensibile" a disposizione è quello degli M45 che hanno ottenuto una media di 88,57%.
- 400: nei 400 metri la sfida clou sembra essere quella negli M40: la media è superiore ai 90, 90,17, costruita principalmente sui risultati di Edgardo Barcella e Max Scarponi. Vicinissi i 400 M45, che totalizzano 89,69, grazie ad Enrico Saraceni e Giuseppe Romeo (ma li correrà poi i 400?).
- 800: naturalmente riflettori sugli 800 M40, dopo il record italiano di Stefano Avigo e la seconda miglior prestazione di sempre di Emilio De Bonis. La media dei primi 3 porta ad 88,72. Ma il vantaggio sulla gara della categoria immediatamente supeiore, gli M45, è davvero risicata: 88,46. Questo grazie soprattutto a quel fuoriclasse di Giuseppe Romeo, che ad oggi ha piazzato la miglior prestazione assoluta italiana (master...) nel mezzofondo del 2010, con un valore di 92,28. Sulla carta gli 800 F35 dovrebbero essere esplosivi. Sulla carta, appunto. Nonostante i numerosi record degli ultimi anni, sarà difficile vedere tutte le protagoniste al via... contemporaneamente. Ad oggi, agli italiani, non risultano iscritte nè la Pollina, nè la Spuri, nè la Baggiolini. Ma mancano ancora un paio di giorni alla chiusura delle iscrizioni.
- 1500: la gara con i più alti contenuti tecnici ante-quo potrebbe essere quella dedicata agli M45, vista la media nettamente superiore alle altre categorie: 88,00. Media tra l'altro ottenuta da un livellamento percentuale dei primi 3 (Martinini, Severini e Pierangelo Avigo), compresi in un range dell'1,4%. Quindi troviamo gli M40 (85,93) e gli M55 (84,53).
- 3000: poche riunioni per avere un campione statistico rappresentativo. Nonostante questo la categoria più competitiva al momento sono gli M40 (84,75) davanti agli M45 (84,41).
- 60hs: virtualmente la gara dallo spessore tecnico maggiore dovrebbe essere quella dedicata agli M35. In realtà chi compone la classifica (almeno, i primi due) molto difficilmente si presenterà ad Ancona. Parlo di Andrea Alterio e Luca Giovannelli. Con loro due la media dei primi 3 sale a 93,01, una delle medie più elevate fin qui registrate sui podi virtuali. Ma da seguire anche la versione al femminile che totalizza 79,83.
- lungo: Aspettiamoci una grande gara dagli M40: 77,64, grazie ai risultati di Giorgio Federici (unico lunghista italiano ad aver al momento oltrepassato gli 80% grazie al 6,25 di esordio). Alle sue spalle Antonio Boldrini con 6,09 e 79,24. Dell'alter ego di Federici, Massimo Bonvicini, sono pervenute negli ultimi mesi voci di un secondo ritiro. Sarà vero? Speriamo di no. Rischia di essere appassionante anche la gara degli M35, con Stefano Tarì (6,42), Danilo Pagliano (6,29) e Diego Zambelli (6,21). Gara dagli ottimi contenuti tecnici anche tra le F45: 71,84. Chi vincerà tra Susanna Tellini, Chiara Ansaldi e Maria Luisa Giudici?
- triplo: non perdiamoci la gara M45: 75,49, ottenuto con i risultati di 3 atleti praticamente sulla stessa linea: Giorgio Spagnoli 11,62, Maurizio Riccitelli 11,67 e Giorgio Poggioli 11,57.
- alto: non ci sono dubbi. Dovessero presentarsi, Marcello Benvenuti e Marco Segatel darebbero vita alla gara con il più alto contenuto tecnico. Al momento la media dei primi 3 viaggia a 87,08, 8 punti percentuali in più degli M35. Proprio gli M35 presentano una gara teoricamente equilibrata: Francesco Arduini (quest'anno 1,85) conto Marco De Angelis (1,80).
- asta: troppo pochi concorrenti...
- peso: idem come sopra. Atleti impegnati per lo più nei campionati invernali lanci in giro per lo stivale. Li vedremo all'opera ad Ancona.
- Le classifiche generali
- Velocità-ostacoli m
- 96,70 - 60 M45
- 94,55 - 60 M40
- 94,54 - 60 M60
- 94,53 - 60 M50
- 93,10 - 60HS M35
- 91,91 - 60 M55
- 90,17 - 400 M40
- 89,69 - 400 M45
- 89,61 - 60 M35
- 88,57 - 200 M45
- 87,04 - 60HS M45
- 86,10 - 400 M35
- fondo-mezzofondo
- 88,72 - 800 M40
- 88,46 - 800 M45
- 88,00 - 1500 M45
- 87,12 - 800 M50
- 85,93 - 1500 M40
- 84,75 - 3000 M40
- 84,53 - 1500 M55
- 84,41 - 3000 M45
- salti
- 87,08 - alto M45
- 79,63 - alto M35
- 79,24 - alto M40
- 77,98 - alto M55
- 77,64 - lungo M40
- 77,02 - asta M35
- 76,29 - lungo M35
- 75,49 - triplo M45
- 73,29 - lungo M55
- donne
- 88,48 - 60 F45
- 85,34 - 60 F40
- 85,06 - 60 F35
- 84,58 - 800 F35
- 79,83 - 60hs F40
- 71,84 - lungo F35
10/02/10
Un ritratto di Rosa Marchi su Giovanni Vacalebre
Buon compleanno Giovanni!
La sua è una personalità forte, dalla quale traspare una grande determinazione ma anche un animo particolarmente sensibile. I suoi occhi brillano quando parla delle sue passioni: la famiglia, l'atletica, le amicizie, i viaggi. In gioventù, con le forzate interruzioni legate al conflitto bellico, Giovanni è stato un marciatore di livello nazionale. I ricordi di quelle gare sono ancora conservati come reliquie dentro uno straordinario album contenente foto e articoli di giornale di quegli anni. “E' merito di mia madre - racconta - se questo album è arrivato intatto fino ad oggi”. E' facile, sfogliando quelle pagine e ascoltando le sue parole, lasciarsi trascinare indietro nel tempo. “Il mio incontro con la marcia è avvenuto casualmente nel 1935”, spiega. “Ero a Catania, la mia città natale, e sono stato reclutato all'ultimo momento da una società per coprire i 12 km. Ricordo che non avevo le scarpe adatte e arrivai con le piaghe ai piedi. Mi notò Francesco Fontanarosa, un famoso marciatore dell'epoca, che divenne il mio allenatore”. Il giovane Giovanni si mise in evidenza per la sua volontà, ma non solo. La marcia, in quegli anni, era molto diversa da quella attuale e lo stile era un importante elemento di valutazione: “Vince il premio come miglior stilista Giovanni Vacalebre”, si legge in un ritaglio di giornale. In un altro articolo il patriarca della marcia italiano, Ugo Frigerio, lo definisce “un buon elemento ammirevole per la grande volontà”. A 19 anni si trasferisce al centro sportivo di Trieste, quindi milita in società venete storiche come la Bentegodi Verona, squadra con la quale vinse il titolo italiano, e il Gat Treviso. Sono numerose le foto che lo ritraggono in veste di atleta in quel periodo; in una lo si riconosce a fianco del mitico Adolfo Consolini.Nel dopoguerra, intraprende la carriera nell'esercito, continuando a praticare la marcia e disputando la sua ultima gara nel 1953. Nei successivi 55 anni la sua vita scorre esclusivamente tra lavoro e famiglia. Nel 2008 Giovanni è uno stimato maresciallo in pensione e le competizioni sono solo un ricordo lontano che riaffiora di tanto in tanto sfogliando il prezioso album. In un angolino del suo animo è però sempre rimasto, come una “bronsa cuerta”, lo spirito dell'agonista; così, quando casualmente si imbatte in un articolo di giornale che parla dei Mondiali Master di Riccione e nel quale viene citato (tra i medagliati) anche Carlo Bomba, la scintilla torna improvvisamente a riaccendersi. “Carlo lo conosco, gareggiava con me; ricordo che lo battevo…”, pensa. “Se c'è riuscito lui, perché non provare anch'io?”. Ecco che così, ottantanovenne, Giovanni decide di tornare alle competizioni. Nel suo progetto viene supportato dalla palestra che frequenta da diversi anni, la Bodadilla di Vittorio Veneto, dove tutti, a partire da Renzo, il titolare, sono suoi grandi sostenitori.
La moglie Giuseppina, la figlia Paola Alessandra e il nipote sono i suoi primi tifosi. Si tessera con la Bodadilla Sport e debutta agli italiani master di Bressanone, giungendo secondo tra gli M85. “E' stata un'esperienza bellissima”, ricorda. “Era come se il tempo non fosse passato. Ero di nuovo in gara. Unica differenza, il riscontro cronometrico: ho impiegato 44 minuti, contro i 25 che mi bastavano in gioventù per marciare sui 5 km. Ritrovare tanti amici di un tempo come Ottavio Missioni, ma anche incontrarne molti di nuovi... E' stata una vera festa”. La scoperta del mondo master gli schiude nuove prospettive, per le quali trova energie inaspettate. Nel 2009, da M90, vince i campionati italiani di Cattolica e organizza la trasferta in Finlandia per partecipare ai Mondiali di Lathi. Ci va in camper con la moglie e il fratello settantacinquenne. Per arrivare impiega più di tre giorni, attraversando cinque nazioni. Lo entusiasma la splendida atmosfera che si respira in una manifestazione internazionale master. La conoscenza dell'inglese, acquisita durante la guerra con i suoi tre anni di prigionia in Arizona, gli permette di conoscere tanti sportivi da tutto il mondo. In gara si ritrova ad inseguire il beniamino di casa, il finlandese Onni Huotari: a due giri all'arrivo lo supera, ma prima lo abbraccia e lo incita, perché la sportività per lui è un valore irrinunciabile.
Taglia il traguardo al primo posto, diventa campione mondiale ed esterna in un pianto irrefrenabile la sua gioia e commozione. Rientra in Italia da vero e proprio personaggio. Tutti lo vogliono intervistare; partecipa come ospite anche ad una trasmissione di Canale 5: “Ma non è stata un'esperienza del tutto positiva”, confida. “Alla fine non mi hanno chiesto nulla sua mia attività sportiva”. Noi invece ci teniamo eccome a conoscere il Giovanni “atleta”, così gli chiediamo subito com'è strutturato il suo programma di allenamento. “Mi alleno presso la palestra per tre mattine alla settimana. Inizio con 20 minuti di tapis roulant, per proseguire con 10 minuti di byke, 15' di rotex e 15' di recline”, spiega con meticolosità. “Il tutto intervallato da esercizi di stretching. Alla fine mi aspetta il bagno turco e un bell'idromassaggio. Dal mese di marzo inizierò la preparazione specifica con la marcia all'aperto”. Nel suo mirino per il 2010 ci sono i Campionati Italiani e gli Europei di Nyíregyháza. “Poi vedremo. Tutto può succedere alla mia età”. Giovanni un sogno ce l'ha, ed è quello di volare oltreoceano, il prossimo anno, per difendere il titolo iridato ai Mondiali di Sacramento. Noi gli auguriamo con tutto il cuore di realizzarlo.
Articolo pubblicato su Atletica Veneta Comunicati - Febbraio 2010 - Mondo master
Il 9 febbraio spegnerà 91 candeline. Le sue imprese sportive lo hanno reso famoso, richiamando anche l'interesse dei media. Siamo stati a Vittorio Veneto a trovare Giovanni Vacalebre, campione del mondo master M90 sui 5 km di marcia.



Foto: Vacalebre a Lathi con la bandiera e sul podio (Famiglia Vacalebre); Primo piano di Vacalebre davanti alla palestra Bodadilla (di R. Marchi)
09/02/10
Due record mondiali: Wolfgang Ritte e (ancora) Vyacheslav Shabunin
08/02/10
Il weekend dei master: 3 record italiani e un'ondata di risulati

- Neviani-record: Cambiamo specialità e record, e ci spostiamo per farlo in Val D'Aosta: il record in questione è quello del salto triplo femminile e quando parliamo di Salto Triplo al femminile non possiamo non parlare di Elisa Neviani. Entrando nel 45° anno (è infatti del '65) potevamo scommettere a occhi chiusi su una sua prestazione "storica": e così è stato: 10,62, probabilmente anche sotto le sue reali possibilità, ma comunque sufficiente a superare il vecchio record della bergamasca dell'Asi Veneto Laura Bianchi (9,57) stabilito solo un paio di anni fa. Più di un metro. Per Elisa è il secondo record detenuto, assieme a quello nella categoria F40 all'aperto (11,99). Quello indoor sempre nei 40 gli era stato battuto da Maria Costanza Moroni che a Torino l'anno scorso lo aveva portato a 12,38 salvo poi saltare la stagione all'aperto preservando il record della Neviani da possibili attacchi.
- La Belletti inaugura il nuovo peso: Il terzo record arriva ancora da Aosta: è record anche se un pò "particolare". Infatti è stato stabilito nel lancio del peso veterani F75 da Maria Luigia Belletti, ma col nuovo attrezzo da 2 kg, mentre fino all'anno scorso i record tabellati avvenivano con il peso da 3 kg: il nuovo risultato è 6,73. Col peso da 3 Anna Flaibani nel 2003 lanciò 6,47. Per la Belletti è il 6° record detenuto: 3 nel salto in alto, uno nel lungo, uno con la staffetta 4x100 nazionale F70 e appunto quello di sabato nel peso.
- Ancora Morigi e gli altri velocisti: l'M50 Marco Morigi, dopo la bomba dell'altro giorno sui 60 (7"57, a 5 centesimi dal record italiano di Massimo Clementoni), continua a sorprendere anche l'Accademia della Crusca della Velocità Lombarda che mi pregio di contattare per commentare (virtualmente vicino ad un camino di una living-room prettamente britannica) i risultati della settimana. A Modena, per Morigi un altro centesimo in meno: 7"56 (4 centesimi dal record...) e piccolo spostamento in avanti nell'AGC, dove si issa sul podio virtuale scavalcando Marco Boggioni di 2 centesimini (95,55 a 95,53). Proprio nel fine settimana si presentano anche i pezzi da 90, a partire dall'umbro Antonio Rossi, che quest'anno si presenta nella nuova categoria M60. Il suo esordio ad Ancona in 8"11 gli vale 95,37%, cioè il 5° posto nell'overall AGC. Il record italiano di Tamaro non è nemmeno troppo lontano: 7"90. Una curiosità su Antonio Rossi: ha vinto le ultime 10 edizioni dei 60 metri ai campionati italiani, in pratica tutte quelle negli M50 e tutte quelle negli M55. Filotto di 10 anni... Un'altra new-entry da Castenedolo: Giovanni Mocchi, M55 corre in 8"02 i 60 che gli fruttano 94,50%, cioè il 7° posto nel seeding AGC. E' il tempo dell'esordio anche di Paolo Chiapperini, che piazza il tempone: 7"18, cioè il miglior M40 italiano dell'anno, il secondo master in assoluto dopo il 6"97 di Mario Longo. E ora Max Scarponi come reagirà? Negli M35 Luca Forti corre in 7"25: miglior M35 del 2010.
- ostacoli: Luca Giovannelli (che non penso venga ai campionati master) ottiene il suo miglior tempo dell'anno: 8"09, cioè 92,96 AGC, seconda prestazione M35 dopo l'8"06 di Andrea Alterio. Ma migliora anche Stefano Longoni a Magglingen: 8"25, a soli 4 centesimi dal record personale: 91,16%, terzo ostacolista in assoluto in AGC del 2010.
- Donne: Rosa Marchi, F45, torna sui 60 metri di Modena: 8"67, 2 centesimi in meno di Daniela Ferrian quando 3 settimane fa esordì ad Aosta e soprattutto con un controvalore di 88,46 agc, cioè 3^ donna nell'overall al femminile. Emanuela Baggiolini a Magglingen abbassa di un secondo il suo tempo sui 400: 58"23, cioè 88,17 agc (4^ donna assoluta nel 2010 nella speciale classifica) e i 200 in 26"72. Altra new-entry alle sue spalle nella graduatoria generale: la F40 Susanna Tellini, anche lei al rientro (ma dopo un lungo infortunio ad un braccio) a Castenedolo con un bel 60 corso in 8"55 (87,76%). Ad Ancona invece è andata in scena l'ennesima puntata della storia del record italiano 800 F35: protagoniste nella prima batteria del meeting la freschissima detentrice (si parla della settimana scorsa) Lucia Pollina, la titolare del record per qualche giorno nel 2009 Paola Tiselli, e una delle più titolate pretendenti (insieme ad Elisabetta Artuso): Patrizia Spuri. Il neo record di 2'13"08 è stato avvicinato dalla reatina ma non abbassato: 2'13"69, con il quale ha vinto la gara proprio davanti alla siciliana (2'14"88). 2'16"92 invece per la Tiselli.
Etichette:
avigoste,
baggioliniema,
belletti-maria,
de bonis,
marchi,
neviani elisa,
record italiano,
ri40m,
ri45w,
romeo,
rossi antonio,
tellini
05/02/10
Nella velocità M50 irrompe Marco Morigi: 95,42 AGC!

- 7"57 - Marco Morigi
- 7"72 - Salvino Tortu
- 7"73 - Domenico Furia
- 7"75 - Massimo Clementoni
- 7"91 - Gabriele Carniato
- 7"96 - Enrico Sisti
04/02/10
Mario Longo, master del mese di gennaio per Webatletica

02/02/10
Shabunin non scherza: mondiale nei 1500 M40, 3'44"39
Riflessioni sparse a due settimane dagli italiani indoor
Come ampiamente scritto l'Italia Master di gennaio ha siglato 3 record mondiali (i 2 arcinoti di Mario Longo sui 60 M45 e quello nell'asta W50 di Carla Forcellini), che coincidono naturalmente a 3 record europei. E alla fine i 3 record italiani, con Giacomo Befani nell'asta M40, con Rossella Zanni nell'alto F45 e Lucia Pollina negli 800 F35. Tecnicamente ci sono stati 33 master (32 uomini e solo una donna, Daniela Ferrian) che hanno totalizzato prestazioni superiori al 90% AGC, cioè quella che qui dentro consideriamo l'eccellenza. L'ultimo in ordine cronologico è stato il notevole 50"87 sui 400 dell'M40 Edgardo Barcella al meeting di Vienna di martedì. 33 atleti per 68 prestazioni over-90. Di queste, 58 arrivano dalla velocità, 7 dagli ostacoli, 2 dai salti e 1 sola dal mezzofondo. Nessuno dai lanci, a causa dei noti "prezzi" espansivi che l'AGC richiede per superare la fatidica soglia: Nicola Vizzoni, per esempio, dovrebbe lanciare quasi 76 metri di martello per superarla! Nonostante questi bugs, l'AGC è l'unico strumento attualmente a nostra disposizione per metterci sullo stesso piano e non creare tanti piccoli mondi frastagliati.
La cronica e scandalosa mancanza di piste indoor in Italia (pensavo che alla fine di questo mandato dell'attuale titolare del dicastero avremmo visto qualche PalaAsics in giro per l'Italia...ma non sarà così) limita fortemente il mezzofondo, che si rintana tra Ancona (praticamente unica località per affrontare le gare superiori ai 60 metri) e il minianello di Parma (160 metri in di centrifuga). Negli USA hanno inventato le flat-track, ovvero le piste piatte con le curve a raso. In Italia le minipiste, cioè quelle che si sviluppano su dimensioni limitate... penalizzando le prestazioni sportive. La sola Berlino ha più piste indoor che quelle presenti in tutta Italia: riflettiamo su questo.
Avercele le strutture al coperto: i genitori del giorno d'oggi preferiscono portare i propri figli sotto un tetto (e al caldo) piuttosto che lasciarli in balia del Generale-inverno. Ma ad Arese e al suo entourage, parlano i dati e lo sto predicando da 6 anni, dell'attività di base non importa assolutamente nulla: conta solo che quel gruppetto di atleti-eletti gli porti a casa una medaglia solo quando il mondo mediatico si concentrerà (sempre più distrattamente, a dire il vero) sull'atletica. Quindi a Barcellona-10. Lì conta usare il vestito bello (col brand...): il resto può andare, come sta andando, alla malora. Piccola divagazione: avete visto che lo stesso Arese è venuto due volte in Lombardia nel giro di un paio di settimane? La prima alla festa dell'atletica Lombarda, la seconda la presentazione della stagione 2010 dell'atletica italiana. Un segnale, non credete? La cosa mi ricorda, non so perchè, quell'avvenimento storico che vide protagonista il re teutonico Enrico IV che bivaccò 3 giorni e 3 notti sotto il Castello di Canossa (d'inverno, sotto la neve... quella zona dell'appenino reggiano è molto fredda!) vestito del solo saio e aspergendosi il capo di cenere, affinchè il papa gli togliesse la scomunica comminatagli per aver ordinato LUI (un autorità secolare!) il vescovo di Milano... Arese sembra dipendere sempre più dai deliri di onnipotenza di alcune società lombarde (che pesano poi a livello di voti) che vogliono vincere a tutti i costi degli scudettini di scarso o nullo peso tecnico, che dal resto dell'atletica italiana e dalle sue necessità.
Comunque sia, anche la Fidal Lombardia ha scheletri di interi dinosauri da farsi perdonare: cos'ha fatto in 25 anni per creare le condizioni per avere un palazzetto con una pista indoor? Visti i risultati... uniche strutture disponibili sono gli impianti di Saronno e Castenedolo. E c'è la questione irrisolta di Urgnano, una pista completa da 200 metri "banked", con le curve paraboliche, abbandonata nella pianura tra Milano, Brescia e Bergamo. Basterebbe una tensostruttura per coprirla (che costerebbe infinitamente meno di un palazzetto con una pista dentro) e rendere un servizio a tutta l'atletica lombarda: evidentemente le risorse servono da altre parti (ci dite quali, però?) e non interessa l'attività invernale e quella di proselitismo.
Tornando ai master: l'unica idea che ci si può fare prima degli italiani di categoria è limitata a velocità e, in parte, ai salti. All'aperto sarà sicuramente diverso. Non solo: la limitatezza della panoramica ha anche una limitazione geografica, visto che non tutti possono nemmeno raggiungere i famosi tunnel sparsi per lo stivale (soprattutto al nord). Quindi nelle sole Udine, Padova, Castenedolo, Saronno, Aosta, Modena si è potuto correre (per al massimo 60 metri) e saltare. Al sud c'è Napoli. Altra limitazione che ho già più volte segnalato è quella delle donne over-35, che sono davvero poche! Ne ho contate al massimo 25-30. Le troveremo tutte ad Ancona? Nel prossimo post eleggeremo l'atleta master del mese di gennaio, sul quale penso non vi siano molti dubbi.
01/02/10
Masterstrack è con noi
Il weekend dei master: Record di Lucia Pollina sugli 800 F35
- 24/01/08 - Ancona: 2'14"46 - Emanuela Baggiolini (1972)
- 22/02/09 - Torino: 2'14"14 - Paola Tiselli (1973)
- 01/03/09 - Ancona: 2'13"58 - Emanuela Baggiolini (1972)
- 28/03/09 - Ancona: 2'13"15 - Emanuela Baggiolini (1972)
- 30/01/10 - Ancona: 2'13"08 - Maria Pollina (1975)
31/01/10
Tedeschi esagerati: 4 record mondiali. Muller scatenato: 200 e 400

30/01/10
Willie Gault non ce la fa: il record rimane a Mario

29/01/10
Il Duca e la Webatletica Revolution

"A due anni dal suo lancio on line, Webatletica è ormai pronta per scatenare ogni tipo di rivoluzione. Il presupposto è che, in questo momento, siamo ormai l’unico vero riferimento per un mondo master, e mi riferisco a quello che concerne l’attività in pista, che anno dopo anno sta sempre più crescendo da un punto di vista numerico, ma soprattutto da un punto di vista qualitativo. Come piu’ volte evidenziato, sino ad una decina di anni fa per un atleta di buon livello il pensare di poter continuare la propria attività agonistica nella categoria master veniva considerato alla stregua di un disonore perché si era creata quella cultura, derivata da “Scommettiamo Che ?”, che il mondo master fosse di pertinenza di persone anziane che lodevolmente si mettevano in gioco per mantenere una discreta condizione fisica. Poi, all’inizio del nuovo millennio, l’entrata di alcuni personaggi tra cui in particolare colui che, a mio avviso, rimane l’icona dell’atletica master in Italia, Enrico Saraceni, hanno contribuito ad uno sviluppo notevolissimo del movimento ed al raggiungimento di grandissimi risultati cronometrici di cui, anche nelle ultime settimane, abbiamo avuto grandi esempi. Mi ricordo di come nel 2002, a Napoli, pur su un anello da 160 metri, vinsi il mio unico titolo Italiano indoor, da M45, con un tempo superiore ai 26 mentre quest’anno, nella stessa categoria, si contenderanno il titolo scendendo sotto i 23. A questo punto, però, è tempo che il grande cambiamento dell’ultimo decennio si trasformi in vera e propria rivoluzione, dando al movimento ulteriori stimoli e gratificazioni. Ritengo che la creazione delle graduatorie AGC, ideata dal nostro grande editore, sia stata veramente una genialata, forse l’uovo di Colombo, ma qualcosa a cui nessuno aveva mai pensato. Tra l’altro, dopo aver creato uno spazio dedicato sul sito, arriveranno tutta una serie di ulteriori varianti che il nostro immenso editore sta studiando e che daranno, sicuramente, ancor maggior interesse e stimolo per poter entrare in tali classifiche.
Ma una rivoluzione è tale se sconvolge gli schemi e se crea qualcosa che ancora non esiste e che si voglia essere i primi a sperimentare. Ed allora voglio lanciare, tramite Webatletica, quello che da mesi, in tutti i modi, più o meno provocatori, sto scrivendo e argomentando.
La divisione della categoria master.
La divisione della categoria master.
Sono, infatti, convinto che sia, contro ogni logica sportiva agonistica, raggruppare in un’unica categoria persone che vanno dai 35 ai 90 anni per il semplice fatto che, inevitabilmente, al raggiungimento di una certa età non è più possibile sottoporre il proprio fisico a determinati stress muscolari e, quindi, l’attività si trasforma. Ora, da una facile analisi delle tabelle di punteggio, si evince chiaramente come sia certificato che sino alla categoria M65 c’è una logica di tempi o misure costanti che aumentano per categoria crescente, a parità di punti, mentre a partire dagli M70 tali tempi o misure si amplificano notevolmente. Credo, quindi, che le tabelle stesse indichino la soluzione più semplice ed evidente. Tiriamo una riga e creiamo due categorie una di master che va sino ai 65/69 anni e una di veterani che va dai 70 in avanti. Vale a dire che sino agli M65 tutto rimane come prima, mentre dai 70 anni in poi si chiameranno V70 V75 V80 etc…
Il vantaggio di tale distinzione è che non si creeranno piu’ discussioni di alcun genere sul fatto che la prestazione di un novantenne possa essere equiparata ad una di un quarantenne, in quanto i due apparterrebbero a due categorie diverse. Ci sarebbe l’AGC Master e l’AGC Veterani e alla fine dell’anno il premio per l’atleta Master dell’anno e l’atleta Veterano dell’anno. Chiaramente a livello di campionati italiani non cambierebbe niente e si farebbero sempre tutti insieme chiamandoli “Campionati Italiani Master e Veterani”. I Campionati di Società Master rimarrebbero, ovviamente, tali e si potrebbe dare la possibilità ad ogni società di schierare un massimo di 2 Veterani con il grande vantaggio, tra l’altro, di non dare più adito a discussioni e rimostranze in merito alle tabelle che, così concepite, avrebbero appunto la logica di delineare due categorie ben distinte. Per finire prevederei anche la possibilità che se un atleta, compiuti i 70 anni, si sentisse ancora così forte da poter gareggiare con i master, possa decidere di iscriversi nell’ultima categoria dei master appunto, la M65.
Credo, oltretutto, sia un’innovazione, sicuramente migliorativa ma, soprattutto, basata su principi di equità, per far crescere ancor di più il movimento master e dare, in ogni caso, il giusto riconoscimento a chi, pur avendo raggiunto una certa età, voglia continuare a gareggiare. In tutto il mondo non esiste questa distinzione e questa è la vera rivoluzione, ma siccome sono straconvinto che sia la strada giusta da seguire, sono orgoglioso di lanciare tale proposta da questo sito, sperando che il nostro editore voglia sposarla e girarla direttamente all’area master della Fidal. Per cominciare, intanto, mi auguro che si voglia cominciare ad instaurare queste nuove categorie nelle graduatorie AGC che stanno sempre più diventando il nostro grande must.
IL DUCA
28/01/10
Li ho trovati!!! I risultati di Locarno

27/01/10
I minimi AGC
in questo post i minimi in termini percentuali sulle prestazioni ottenute, per essere considerati "significanti" a livello statistico e finire nel nostro data-base. Naturalmente percentuali che potrei modificare a seconda dell'andamento effettivo dei risultati per avere una minima base su cui creare classifiche.
Uomini
Uomini
- 60: 87%
- 200: 87%
- 400: 85%
- 800: 83%
- 1500: 82%
- 3000: 81%
- 60hs: 76%
- lungo: 70%
- triplo: 70%
- alto: 70%
- asta: 70%
- peso: 60%
- 60: 80%
- 200: 80%
- 400: 79%
- 800: 78%
- 1500: 77%
- 3000: 76%
- 60hs: 65%
- lungo: 68%
- triplo: 68%
- alto: 68%
- asta: 68%
- peso: 60%
Incredibile Scott: record mondiale dei 200 M40 - Saraceni perde un record

Iscriviti a:
Post (Atom)