16/10/10

Invidio il... pentalanci

(nella foto di Mik Bellantoni, Valsecchi e Moiraghi a Macerata) - C'è all'interno del mondo master, una nicchia di atleti abbastanza corposa, che si è ritagliato degli spazi e dei tempi ben precisi, suscitando, lo confesso, un pizzico di quel vizio capitale che va sotto il nome di "invidia". Ci vuole poco, del resto, per soddisfare noi atleti che facciamo sport per pura passione distruttiva: un circuito di gare appositamente dedicato a noi. E poi una finale. Poi naturalmente c'è quel clima che si crea soltanto durante le prove "multiple": probabilmente dato dal fatto che non si creano le elite della prestazione in un attimo: gli avversari si "vivono" per diverse ore, si condividono gli "stessi spazi e gli stessi tempi," come dicevo qui sopra. Poi sotto la spinta (e parlando di lanciatori non può che essere poderosa!) di Michelangelo Bellantoni (che ha aperto anche un sito dedicato al Pentalanci), quegli spazi e tempi si sono dilatati, creando quello che in uno degli sport più nobili, il rugby, si chiama terzo tempo. Finite le gare del circuito del Pentalanci, si assiste alla degustazione dei cibi tipici delle città di provenienza dei vari lanciatori: tutti contribuiscono, portando chi del vino (ho udito di viaggi in treno con taniche da 5 litri di rosso), chi dei salumi, chi torte... Un mondo che unisce il grandissimo agonismo (ogni prestazione "monstre" è comunque sottolineata da tutto il resto del Circus), al piacere della compagnia. Non capiremo tutto questo se non avremo, anche noi non-lanciatori, un nostro Grand Prix. Ne parleremo. Adesso vi lascio con due race-report sul Campionato Italiano di Pentalanci che si è svolto sabato scorso a Macerata: il primo è del nostro inviato Alessandro Tifi, il secondo di Alessandro Valsecchi.

Il race-report di Alessandro Tifi

Sabato 9 ottobre, a Macerata, si è tenuto uno degli ultimi atti della stagione agonistica master 2010: il campionato italiano di pentathlon lanci, valido peraltro anche per l’assegnazione del titolo del gran prix (9 date durante il corso dell’anno, compresa la finale). Oltre che della bella giornata, i partecipanti hanno potuto usufruire, praticamente inaugurandola, della nuova pista di atletica, anzi a dire il vero della nuova pedana per il giavellotto (approntata per l’occasione), dato che i lavori per la pista sono in fase di completamento. Prima di dare un'occhiata ai risultati, mi fa piacere sottolineare il clima di “cameratismo” che si respira in queste competizioni (sembra quasi di essere nel corso di una gara di decathlon) , dove ognuno è pronto a consigliare ed incitare il proprio amico/avversario, tra un lancio e l’altro. Certo, specie in alcune categorie, la lotta non è serratissima ed il numero dei partecipanti non è elevato, ma come si dice: ad aver torto sono gli assenti!
Negli M35 vince Alessandro Valsecchi su Longo per soli 43 punti. Primo negli M40 Francesco Acquasanta ottimo nel disco con 42,14. Giuseppe Rossano vince gli M45, ma è da segnalare il suo 11,88 di peso ed il 43,68 di Enrico De Bernardis nel giavellotto. Gli M50 sono appannaggio di Michelangelo Bellantoni, e chissà se si è autofotografato nel suo 12,01 getto del peso! Ottimi anche Paolo Fadelli  sempre nel peso con 11,90 e Alessandro D’Alberto 44,22 nel martello. Tra gli M55 vince Xhavit Derhemi (40,01 di disco , 11,94 di peso , 13,61 martello mc): nella categoria spiccano tutti nel martello m.c. (non e’ che paga di più?) Angelo Moiraghi 14,05, Sandro Sangermano 13,26, Gabriele Ferramondo  14,12 e Gianni Lolli nel peso con 11,12. M60 vince Francesco Cacciatori (41,80 di giavellotto e 14,22 martello mc), si distinguono nel disco Bettucci Francesco con un ottimo 41,67 e Sagoni Roberto con 45,06. Negli M65 vince Giorgio Schiavoni (35,04 di martello), migliori risultati Vincenzo Cappella  37,44 di giavellotto, Giuseppe Di Stefano 13,34 martello mc. Vince gli M70 Franco Bechi (34,68 di disco, 10,16 di peso, 40,05 di martello e 17,44 di martello mc), Umberto Benevenia ottiene 11,39 nel peso. Gli M75 non possono non essere terra di conquista di Carmelo Rado (42,04 di disco, 10,76 di peso, 37,32 di martello, 15,97 di martello mc), si distingue Renzo Reggiani con 34,68 di martello e 12,64 di martello mc. Negli M80 vince l’unico partecipante e (scusate la digressione), mio capitano, Silvano Pierucci. Un solo partecipante anche tra gli M90 (arrivaci un pò!) Giuseppe Rovelli, classe 1918, che oltre a completare tutti e cinque le gare si permette anche un eccellente 21,68 di martello.
Quindi le “donzelle”. F35 vince Elisa Assirelli.  F40 prima Maria Elisa Bartolozzi (37,00 di martello), ottimo il 36,72 di martello ed il 12,08 di martello mc, da parte di Santa Sapienza. Paola Melotti vince le F45 (37,09 di martello, 10,32 di peso) buon 10,37 di Anna Magagni nel peso. Rosanna Grufi primeggia nelle F55 suoi i 10,40 nel martello mc. F60 prima Elvia Di Giulio.La mattatrice delle F65 è Brunella Del Giudice (8,22 nel peso, 33,52 nel martello, 11,57 nel martello mc), nella categoria ottimi i risultati di Fancello Maria Luisa (25,53 disco, 8,22 peso, 26,89 martello). Maria Luisa Mazzotta vince, da unica partecipante, nelle F70, cosi come Maria Luigia Belletti nelle F75. Nelle F80 lotta serrata: soli 27 punti il distacco tra le due in gara. Vince Nives Fozzer su Anna Flaibani. Nelle F95 Gabre Gabric, ed anche qui non ci sono parole, ma soltanto tanto di cappello, dovendo cercare un aggettivo da abbinare a questi personaggi, non ne troverei uno adatto !
Cinque gare di lanci una di seguito all’altra, comportano un elevato dispendio di energie, fisiche e nervose, ed a tal scopo (ma non solo!), la società organizzatrice ha ben pensato, come da tradizione, di allestire nelle tribune dello stadio, un lauto banchetto!

Il race-report maschile di Alessandro Valsecchi

MM35
Vittoria abbastanza a sorpresa del capriolo Valsecchi su Longo dell’Atl. Villafranca, dopo un recupero di 200 punti grazie ad una buona prova di Martello del primo ed una decisamente sottotono nel disco per il secondo. Longo si aggiudica però il gran prix. Sfida destinata a ripetersi l’anno prossimo. Miglior prestazione singola (Longo nel peso 12.76 per 681 punti)

MM40
Vittoria netta e con un punteggio (3136) decisamente ottimo per Acquasanta della Rocco Scotellaro di Matera. Il secondo posto se lo aggiudica il siciliano residente a Roma che gareggia per la Calvesi della val d’Aosta, Tortorici per soli 8 punti su Gaetano Marchese della Libertas Catania (2549 a 2541). A Tortorici il gran prix. Miglior prestazione singola il 42.14 di Acquasanta nel disco (796 punti)

MM45
Vittoria decisa di Rossano (3241) del cus bari su De Bernardis (3065) della pol Roma XIII. Il pistoiese Giorgio Carezzi supera nell’ultima gara il ravennate Benedetti per il gradino più basso del podio. Benedetti si aggiudica però il gran prix. Migliori prestazioni singole per Rossano nel peso con 11.88 e 43.68 nel martello per de Bernardis (entrambi a 745 punti)

MM50
Il leader incontrastato del gruppo di Pentatleti Michelangelo Bellantoni della Sandro Calvesi si aggiudica il primo posto con il punteggio di 3078. Alle sue spalle Fadelli della pol. Libertas Sacile e Innocenti dell’atl. Pistoia Bellantoni vince anche il gran prix e fa la miglior prestazione singola nel peso con 12.03 per 734 punti.

MM55
Vince Angelo Moiraghi dell’atl. Rovellasca (3060) su Sangermano della pol. Roma XIII e Amici dell’Edera Forlì che si dividono il 2 e 3 posto con solo 4 punti di differenza. Dehremi Xhavit (fuori gara nel camp. It.) vince il gran prix e fa registrare un’ottima prestazione da 3476 punti. E con 800 punti nel peso grazie agli 11.94 metri.

MM60
Roberto Sagoni della Giovanni Scavo Atletica si aggiudica il gran prix nonostante una prova sottotono in quel di Macerata a causa di 3 nulli nel martello con maniglia. Vince Cacciatori del cus Roma con 3239 punti su Bettucci della squadra ospitante SEF Macerata e su Rezio Gianoli. Miglior prestazione proprio per Sagoni con 826 punti per i 45.06 nel disco.

MM65
Vince Giorgio Schiavoni dell’Acquadela Bologna su Cappella della SEF Macerata e sul compagno di squadra Pocaterra. Vince il gran prix Di Stefano della pol. Marathon Biancavilla, anche lui incappato in 3 nulli nel disco. Per lui anche la miglior prestazione con 728 punti con 13.34 nel martello con maniglia.

MM70
Franco Bechi dell’Assi giglio rosso di Firenze si aggiudica il titolo con 3863 punti, il gran prix e la miglior prestazione con 1017 punti grazie ai 17.44 nel martellone. Lo seguono Umberto Benevenia della Calvesi con Francesco Guarino del Cus Roma.

MM75
La miglior prestazione tra tutte le categorie con 4446 punti per Carmelo Rado della San Marco di Venezia; si aggiudica senza problemi anche il gran prix e la miglior prestazione nel disco con 42 metri e 1086 punti!!

MM80
Silvano Pierucci della Sef Macerata vince in solitaria il titolo con 2480 punti. Nessuno ha coperto le 3 gare necessarie per l’assegnazione del gran prix.

MM90
Il solito Giuseppe Rovelli con 3211 punti si porta a casa il titolo e il gran prix

15/10/10

Claudio Rapaccioni sugli italiani di mezza maratona e sul Pentalanci di Macerata

Quello che segue è l'intervento "tecnico" del CT Claudio Rapaccioni, presente al Campionato Italiano Master di Maratonina ad Agropoli.

Essendo presente ad Agropoli come responsabile tecnico Master insieme al rappresentante della FIDAL il consigliere federale Pierluigi Migliorini volevo fare una valutazione tecnica sui campionati italiani Master di mezza maratona svoltasi ad Agropoli. Iniziamo dal percorso risultato suggestivo ed apprezzato dagli atleti; partenza dal lungomare per poi entrare nella parte archeologica per concludere nuovamente sul lungomare. La partecipazione è stata da record sono stati ben 2279 gli atleti che hanno portato a termine la mezza maratona buona anche la parte organizzativa che ha supportato gli atleti dal ritiro pettorali alla premiazione. A livello tecnico comincerei dalle categorie femminili dove la Vanacore (1h18’45”) è stata la prima master a tagliare il traguardo e la seconda assoluta della mezza, 5° posto assoluto per la Vinci (F45) che con 1h22’15” vince la sua categoria con un vantaggio di soli 52” sulla Zofrea. Entrambe hanno preceduto la Comero prima delle F40 con 1h23’44”. Per le categoria F50 vittoria della brava Lorenzoni che seguita a mietere titoli italiani oltre la pista ed il cross, una atleta davvero di ottimo livello, seguita da un’altra atleta di valore eccelso la Moras (F55) che rifila ben 8’ alla seconda classificata. Nelle categorie rimanente vittorie con risultato leggermente sotto le aspettative per Ciotti (F60) Di Carlo (F65) e Pomponi (F70). La squadra femminile da battere era la Atletica 85 Faenza che ha riconfermato la sua supremazia nelle gare no-stadia. In campo maschile ottima prestazione del piemontese Calderone (M40) che con 1h08’52” precede il trentacinquenne Bonvino (1h09”01) classificandosi al 4° e 5° posto assoluto. Nella categoria M55 s’impone Gallo con il tempo di 1h16’27” e ancora un atleta di grande prestigio nella M60 è Di Marco con 1h18’15” ad aggiudicarsi il titolo. Nella classifica maschile sono i padroni di casa a primeggiare con l’Atletica Isauria Valle dell’Irno davanti all’Atletica Avis Perugia ben classificata anche nel settore femminile.
Per i Campionati Italiani Pentathlon di lanci Master devo riportare i complimenti dai tanti atleti presenti a Macerata che mi hanno contattato, ringraziamo il Comitato organizzatore nella veste di Bruno Dezi che anche avendo chiesto di svolgere la manifestazione in una sola giornata di gare è stata in grado di fronteggiare il programma orario ed il Comitato Regionale delle Marche nella veste del presidente Luigi Serresi, in veste anche di rappresentante federale, per il supporto alla manifestazione valevole anche come Gran Prix di lanci.


Claudio Rapaccioni

13/10/10

Fidal Friuli: il malessere del Presidente

Una nostra comune amicizia mi ha girato il grido di dolore (lo vogliamo chiamare così?) del presidente della Fidal del Friuli-Venezia-Giulia. Una serie di argomenti che spesso compaiono sul nostro sito (lo leggerete) e che parlano di un clima davvero da ultima spiaggia nel mondo atletico friulano: mal comune, mezzo gaudio verrebbe da dire. Non conosco l'atto scatenante (o i fatti scatenanti) ma leggendo tra le righe la lettera del Sig. Germano Pettarin, si capisce fin troppo bene che debbano essere accadute le solite liti che vedono protagonisti da una parte chi pratica l'atletica (atleti, accompagnatori e tecnici), dall'altra il GGG. Siamo ancora qui, purtroppo. Molte frasi sono condivisibili, anche se nella discussione qualche dubbio ci viene spontaneo. Gli "scontri", ormai siamo esperti del fenomeno, nascono quasi sempre non nella rigida applicazione delle norme che regolano lo svolgimento delle gare (principio insindacabile in uno sport come l'atletica e che sembra da tutti condivisa) ma in tutti gli aspetti collaterali, che vanno dalle iscrizioni, agli orari delle gare, agli spazi comuni nella pista e fuori da essa... cavolate, passatemi il termine. Su questi, (quasi) ogni gara diventa terreno di battaglia. Giustamente il Presidente, come io stesso chiedevo in un precedente articolo, chiede cum granu salis di valutare con meno rigidità questi aspetti e di concentrarsi su quello che è il fine di tutte le rotelline che dovrebbero girare attorno all'atletica VERA: far disputare le gare, non impedirne la partecipazione o renderne comunque difficile la fattualità. Dietro il banco degli imputati vengono messi (mi sembra di capire) tutti: GGG e accompagnatori, tecnici, genitori. Rimangono fuori solo i ragazzini per i quali quelle gare rappresentano un momento delicato per abbracciare lo sport. Stranamente (come sottolineava il nostro amico seganalatore) sembra si faccia un distinguo tra i giovani atleti e quelli meno giovani, come se quella categoria rientrasse anch'essa nel balailamme creatosi. Vi lascio alla lettera.
 

Lettera aperta del Presidente FIDAL FVG
All’Atletica della nostra Regione

Carissimi amici,
ho voluto aspettare un po’ di tempo prima di rivolgermi alla Vostra attenzione per lasciare che delusione, preoccupazione e fastidio decantassero, lasciando spazio – per quanto possibile – a lucidità di ragionamento e terzietà di giudizio.
Io non ci sto più.
Con frequenza sempre maggiore si assiste sui nostri campi di gara ad episodi deplorevoli; indici di maleducazione, mancanza di rispetto, rigidità di comportamento e giustizialismo inopportuno e becero.
Non ci sto più.
Non sono più disponibile ad assistere o ad ascoltare la cronaca di episodi disdicevoli dove i giudici vengono apostrofati a male parole o dove gli atleti, e tra essi i più giovani, vengono sacrificati sull’altare di un arcigno anacronistico braccio di ferro tra i giudici, i tecnici e gli accompagnatori.
Non ci sto più.
Non posso tollerare che si finga di non sapere che l’attività dei giudici è volontariato puro. Vengono aggredite ed offese persone, sempre più spesso anche in età, che donano il loro tempo al nostro movimento. Durante i fine settimana e spesso durante la settimana queste persone sottraggono lunghe ore al proprio tempo libero, alle proprie famiglie ed al proprio lavoro per soddisfare l’amore per l’Atletica Leggera, regalandoci la loro attività. E queste persone invece di essere ringraziate vengono offese ed aggredite? Bell’esempio diamo ai nostri ragazzi: mancanza di rispetto e maleducazione.
Non ci sto più.
Non posso permettere che si trattino tutti gli atleti allo stesso modo. Un esordiente, un ragazzo ed un cadetto è profondamente diverso da un allievo, uno junior od un assoluto. I bambini sono diversi dagli adolescenti e tutti sono diversi dagli adulti. Una manifestazione regionale dedicata ai cadetti non è una Olimpiade e non è nemmeno un Campionato italiano.
Le normative vanno interpretate “cum grano salis”, facendo grande attenzione a coloro cui le norme vengono applicate. Nostro obiettivo dovrebbe essere educare i nostri ragazzi, crescerli nel rispetto degli altri e delle Istituzioni, farne cittadini esemplari ed atleti dediti. Ogni cieca applicazione della norma è errata perché se è vero che la giustizia è cieca, è altrettanto vero che la bilancia che impugna è sempre in equilibrio. Se accompagnatori o tecnici ritardano od hanno altri imprevisti ed i ragazzi arrivano in ritardo alla spunta, magari di concorsi, bisogna valutare con attenzione la situazione e non va penalizzato il ragazzo o la ragazza, con il rischio di allontanarlo dal meraviglioso mondo dell’Atletica Leggera.
Le colpe dei padri non vanno fatte scontare ai figli e l’educazione passa attraverso insegnamento e coinvolgimento, non tramite comportamenti imperativi ed apodittici. E non si può nemmeno costringere i responsabili a “dare il buon esempio” per un malinteso senso di autorità violata. Ricordiamo, tutti, che l’autorità è frutto della statura morale e del rispetto, non certo dell’autoritarismo o della imposizione.
Non ci sto più.
Non posso sopportare che mi si chieda di fare il giustiziere od il boia.
Sempre più numerose le lamentele, le segnalazioni, le richieste di intervento o di punizione esemplare. Il mio, il nostro compito non è punire; è lavorare al fine di mettere in condizione gli atleti (tutti, più o meno giovani) di gareggiare. La nostra finalità è far gareggiare, non impedire che le sfide con il metro ed il cronometro si svolgano.
Si respira un’aria pesante, conflittuale, giustizialista. L’obiettivo della nostra organizzazione non è la burocratica lettura dei regolamenti, ma la ragionevole applicazione degli stessi. Non mi importa chi ha ragione, mi interessa il risultato di chi ha gareggiato.
Non ci sto più.
Dobbiamo lavorare per l’Atletica non per la burocrazia. Non sono disposto ad assistere alle gare e ad applaudire gli atleti mentre giudici, tecnici ed accompagnatori si guardano in cagnesco, pronti a scrivere al Comitato Regionale per qualunque difetto si sia riscontrato.
Siamo tutti volontari innamorati dell’Atletica; nessuno può dimenticarlo. Siamo tutti poco preparati: studiamo assieme. Siamo tutti poco disponibili: conosciamoci meglio. Siamo tutti troppo impegnati: riduciamo con lucidità gli impegni facendo meno manifestazioni ma più rilevanti.
Siamo tutti volontari che amano l’Atletica: non spegniamo l’entusiasmo dei nostri atleti con la saccenza dei nostri comportamenti. Non voglio rischiare che l’Atletica somigli ad altri sport dove genitori ululano infamie agli arbitri ed incitano i figli a comportamenti antisportivi e dove tecnici e dirigenti, quasi padri padroni, trattano gli atleti come mezzi, non come unico obiettivo.
Io non ci sto più, spero che anche Voi non ci stiate.
Grazie.


Trieste, 6 ottobre 2010 Il Presidente del CR FVG


avv. Guido Germano Pettarin

12/10/10

Ale-Tifi a ruota libera: riflessioni sui prossimi c.d.s. e l'analisi dei C.d.s. di Cagliari

Non ci/mi toccate i Cds master! (di Alessandro Tifi)

(foto dal Sito dell'Atletica Calvesi: Giancarlo D'Oro guida la seconda serie dei 200 a Cagliari) - Dopo aver “giocato” con qualche numero dei cds di Cagliari (tutte le analisi seguono questo pezzo, al link, n.d.r.), pensavo che per un pò non sarei tornato sull’argomento . E invece eccomi qui. Al rientro dal campionato italiano pentathlon lanci di Macerata (rientro si fa per dire, si sono svolti a 500 metri da casa mia!), ho riflettuto su alcune “voci” che hanno circolato. Premetto che non è mia abitudine, ed anzi sono anche in imbarazzo nel farlo, ad esprimere opinioni e parerei su delle voci, ma c'è anche chi dice che prevenire è meglio che curare (se si può). La questione riguarda la collocazione nel calendario dei prossimi c.d.s. master: i più “allarmati” hanno parlato di cancellazione dal calendario, qualcuno ha ventilato la loro disputa all’interno dei campionati individuali. Ora, io, personalmente, ma sono sicuro che per moltissimi altri è così, ritengo i c.d.s. una delle più belle (se non la più bella) gara attualmente in essere, del movimento master. A conferma di questo vengono i numeri, si tratta della gara piuù partecipata, in concorrenza con i campionati individuali. La gara in cui l’individualità del nostro sport, si unisce al gioco di squadra, dove ognuno pur non in forma, o magari non nella sua specialità, si sacrifica alla ricerca di quel punto in più da portare al suo club.
Sempre rincorrendo le “voci” ritengo che inglobare una manifestazione del genere in un altro contesto, ne sminuirebbe a dismisura i contenuti, svilirebbe in pieno il suo essere. Cancellarla dal programma gare poi… Una data si trova sempre! Ottobre è tardi? Si può fare in un altro periodo, magari nel periodo tra gli italiani individuali e l’evento internazionale di turno, diventerebbe magari un'occasione in più per prepararsi all’evento oltre frontiera, in un calendario che già non offre chissà quante occasioni di confronto agonistico per i master. Ripeto sono solo a parlare su delle voci e sarei il primo ad essere contento che si rivelino soltanto tali. Ma voci erano anche quelle che giravano l’anno scorso ad ottobre sulla scelta di Cagliari come sede dei cds 2010, allora è meglio parlarne prima e vedere se c'è alternativa o rimedio e soluzione, che magari criticarle poi, magari anche con volantini e documenti vari quando ormai è tardi ed il dado è tratto?
Un appello a chi può ed è in ascolto: non ci toccate i c.d.s. master!

1- C.d.s. master: prime riflessioni all'indomani della conclusione

Ci siamo, terminati i C.d.s. 2010 di Cagliari. I cds, quella che ritengo la più bella manifestazione del nostro sport, dove l’individualità si unisce al “gioco” di squadra, dove oltre che contro se stessi, gli avversari ed il cronometro, si gareggia con e contro le altre squadre. Dove l’ottocentista si inventa giavellottista, per aiutare il suo team a raggiungere i fatidici 13 punteggi. C.d.s., quelli master, dove si ha la possibilità di gareggiare tutti insieme a stilare un'unica classifica, battagliando tra atleti di tutte le categorie. I C.d.s., quelli di Cagliari, che hanno suscitato diverse “discussioni”, specie per la loro collocazione logistica. Al riguardo volevo spezzare una lancia a favore degli organizzatori “tacciati” pregiudizievolmente in anticipo di scarsa capacità organizzativa. Ora dai primi commenti che sono arrivati, si può dire che è stata un'ottima organizzazione, e che, anzi, è andata oltre l'aspetto tecnico, fornendo come valore aggiunto, alcuni momenti “ludici” ed “aggregativi”, cari a molti facenti parte del nostro movimento. Per un commento sulle critiche alla scelta di Cagliari come sede  mi rimetto ad alcuni numeri (sperando che in quanto tali siano il più possibile obiettivi), confrontandoli con quelli delle ultime tre edizioni di Macerata-2007, Formia-2008, Firenze-2009. Come premessa va detto che i regolamenti non sono stati gli stessi, a Macerata ancora non c'erano i 200 hs ed il triplo, a Formia più società ammesse, ma con un solo atleta gara, ma tant'è!
A Macerata, tra i maschi, 496 atleti gara e 56 staffette, 28 squadre di cui 27 hanno terminato con 13 punteggi ed una con 12; tra le donne 346 atlete gara e 42 staffette, 21 squadre con 13 punteggi.
A Formia, tra gli uomini 395 atleti gara più 63 staffette, 32 squadre di cui 31 con 13 punteggi ed una con due; tra le donne 348 atlete gara, 53 staffette, 30 squadre: 26 con 13 punteggi, 2 con 12, 1 con 4, 1 con 3.
A Firenze : uomini 630 atleti gara, 56 staffette, 32 squadre tutte con 13 punteggi; donne 430 atlete gara , 46 staffette, 25 squadre, 23 con 13 punteggi, 1 con 12, ed una con 11 .
Ed infine Cagliari. Maschi 431 atleti gara, 42 staffette, 23 squadre di cui 21 con 13 punteggi, 1 con 9 ed 1 con 6. Donne: 357 atlete gara, 36 staffette, 20 squadre presenti tutte con 13 punteggi.
Vista cosi, una flessione c'è stata, stessi numeri di Macerata, con 2 gare in più, ed abbastanza meno di Firenze, ma non è stata una flessione cosi determinante. Da notare che salvo rari casi  dovuti probabilmente ad incidenti di percorso, tutte le squadre, in tutte le edizioni riescono a “soddisfare” i 13 punteggi richiesti. Un plauso, ritengo, va anche fatto alle squadre che, pur ritenendo la sede non idonea, hanno onorato la manifestazione con la loro partecipazione. Dispiace peraltro che altre non abbiano potuto partecipare: 9 maschili ed 8 femminili, tra cui anche alcune di alta classifica, che avrebbero potuto rendere ancora più avvincente la lotta al vertice. Vorrei concludere con un auspicio: e se per evitare o almeno ridurre le critiche o più in generale le problematiche inerenti le scelte delle sedi dei vari campionati, si intervenisse a monte (in sede di definizione) e non a valle (con documenti ufficiosi e tardivi), con uno o più referenti (non troppi nel paese dei 60 milioni di commissari tecnici!), che si intendano veramente, vivendolo da dentro, del mondo master?

2- C.d.s. master: l'incidenza della categoria nel determinare i punteggi
Fa impressione la media punti delle due squadre vincitrici del 2010: per batterle bisognerebbe allestire una squadra capace di piazzare sul podio un atleta in ognuna delle 13 specialità! Ma come sono composti questi podi? Quanto influiscono i più “anta”? Incuriosito ho provato un “gioco”. Ho buttato giu quanti podi sono stati conquistati dagli atleti di ogni categoria e questo in relazione a quanti atleti gara hanno gareggiato, il tutto staffette escluse. Partendo dai maschi (seguono la categoria, i podi conquistati in quella categoria e gli atleti totali presenti in quella fascia d'età a Cagliari):
M35: 1/35 – M40: 2/76 – M45: 7/76 – M50: 7/70 – M55: 2/59 – M60: 6/39 – M65: 3/23 – M70: 5/28 – M75: 0/8 – M80: 1/2 – M90: 4/4 – M95: 1/2
continuando con le donne:
F35: 0/37 – F40: 8/74 – F45: 10/101 – F50: 6/59 – F55: 3/38 - F60: 2/26 – F65: 6/16 – F70: 2/3 – F75: 0/3 - F85: 0/1 – F95: 2/2
a parte qualche sicuro errore di conteggio, da dire che i numeri fanno più “statistica” più grandi sono! Fanno l’en-plain gli M90 e le F95 (facile indovinare i loro nomi!), da dire anche che lo fanno distaccando i rivali di molti punti. La media presenze/podi dagli 80 in su farebbe venir voglia di dire: ne porto 6-7 e vinco i cds. Ma c’è da trovarli, e di neanche fiacchi, lo stesso Riboni (mica pizza e fichi) è SOLO quarto nel disco M95! Si nota poi la difficoltà di fare podi tra i 35 (nei maschi anche tra i 40), sarà colpa solo delle tabelle o manca qualche risultato di spicco in età che ancora permettono grandi prestazioni in senso assoluto? Fiacchetti sono poi gli M55, non è che la pensione è ancora lontana? Sono solo 6 le prestazioni che hanno portato a più di 1000 punti, ma a podio si va anche con meno di 800: una volta tra i maschi e ben 14 tra le femmine. I podi più “giovani” sono quelli dei 200hs, quelli più “datati” quelli del peso e questo sia tra i maschietti che tra le femminucce. Il podio con i migliori punteggi (tra l’altro 3 in 16 punti) quello dell’alto maschile e dei 400 femminili (3 in 21 punti). I più bassi gli 800 maschi ed il giavellotto donne. Giocando con i numeri e scrivendoli mi accorgo che ad ognuno di essi associo una o più persone e mi accorgo ancora di più quanto è bello e variegato il mondo dell’atletica master.

3- C.d.S. Master: l'analisi sulle prime società

Questa volta provo ad analizzare le prime sei squadre classificate ai c.d.s. di Cagliari, maschili e femminili, la loro età media (come categoria e non anagrafica, dato che le tabelle pagano appunto per quinquenni… e dato che è più facile!); i loro punteggi e le gare scartate.
Partendo dai maschi la squadra più giovane la Daini Carate Brianza media 44,64, seguono l'As Athlon Bastia 47,66, l'A.s. La Fratellanza '74 53,00, il Road Runners Club di Milano 59,00 e le più mature Olimpia Amatori Rimini con 60,35 e l'Asd Cus Romatletica 61,00. Anche qui verrebbe da dire: con i giovani si compete a buon livello, ma con gli “anta” si vince!
Sugli scarti Rimini, che stravince, scarta i 200 hs (non presente) e la 4x400, e dire che gli inglesi considerano la validità del movimento proprio da questa gara! L'invincibile armata, si permette anche di piazzare diverse sue riserve a togliere punti pesanti agli altri.
Il Cus Romatletica scarta triplo e la 4x400 (nei risultati appare uno “squ”), rischiando di perdere il secondo posto dovendo recuperare il peso con 88 punti.
Da parte sua, la terza, la rivelazione di quest'anno, la Daini Carate Brianza, ha lo scarto più basso con i 400 con 77 punti; assente nell’alto, prende il giavellotto con 84 punti, soli 3 punti in più e sarebbe seconda a premiare la compattezza della squadra, che pur senza vittorie vanta una media nelle altre 12 gare di 96,16 punti.
Quarta la A.S. Athlon Bastia alla quale è mancato un mezzofondista di vertice visti i suoi due scarti di 81 punti negli 800 e nei 1500. Comunque la distanza dal podio era di ben 28 punti, non facili da colmare.
Il Road Runners Club Milano, anch'esso senza vittorie, scarta i 200hs, e non arriva nella 4x100, schierando però un'ottima 4x400 (terza) che ha sulle spalle la spada di damocle che, se non arriva, fa saltare la squadra.
Infine La fratellanza 1874 di Modena, altra squadra senza vittorie, che scarta peso e 3000.
Le gare dove le prime sei hanno avuto più problemi: i 400 ed il giavellotto con meno di 91 punti di media.
Andando alle donne si nota subito che l'età media presenta meno differenze: l'atl. Santamonica Misano 46, l'Asi Veneto 46,07, l'Assi Giglio Rosso Firenze 46,43, l'Ambrosiana 48, il Cus Romatletica e la Liberatletica Aris Roma entrambe con media 50,66.
Anche la lotta in classifica nelle ragazze è stata più serrata, a parte il dominio netto della vincitrice, le altre sono in pochissimi punti (14 punti tra la seconda e la sesta!).
La Romatletica scarta 89,5 punti del salto in alto e per la seconda gara si può permettere il lusso di scegliere tra 400, triplo e 4x100, tutte a 95 punti (sesti posti che farebbero gola a molti).
L’Asi Veneto può godere del suo secondo posto anche in virtù delle varie riserve che hanno tolto punti preziosi alle squadre inseguitrici in diverse gare. Emblematici i 1500 dove sono arrivate la mf45 e la mf50 a pari punteggio di tabella ottenendo 97,5 punti a testa (perdendo a loro volta mezzo punto, arrivando terza e quarta avrebbero preso 98 e 97!). Scartati peso, non pervenuto ed una tra lungo e disco con 81 punti.
L’Ambrosiana , terza, scarta peso e disco e probabilmente va a perdere la seconda piazza nella gara finale: la sua 4x400 raccoglie solo 86 punti.
L’Assi Giglio Rosso Firenze, probabilmente la rivelazione tra le donne, scarta il triplo (assente) e il salto in alto, qualcosa in più negli 86 punti di giavellotto ed 89 nei 1500, e sarebbe stato podio.
La Santamonica Misano scarta 88 punti nei 200 ed 84 nei 1500.
Ma la squadra che con tutte e 15 le gare avrebbe scalato la classifica è la Liberatletica Aris Roma, sesta, ma con scarti alti: 90,5 punti nei 100 e 87,5 nell’alto.
Le gare femminili dove le prime sei hanno avuto i punteggi minori il salto in alto con 90 punti di media, ed il giavellotto con 92.
Chissa se i “procuratori/direttori tecnici” dei vari team terranno conto di quanto sopra, per cercare di rinforzare le proprie squadre. Alla “campagna acquisti” la risposta !

Perlino e Peroni record italiani - Al pentalanci di Macerata Gabre mondiale

(una bellissima foto dell'Arena scattata da Ettore Brolo) - Altra settimana master memorabile, quella appena passata. Sono ormai costantemente in debito di notizie: Alessandro Tifi ha prodotto una serie di riflessioni sui C.d.s. Master, con una chiosa finale che è anche un grido d'allarme : non sopprimiamo la finale dei c.d.s. (pubblicherò nei prossimi giorni tutto in un solo articolo)!! In effetti questo urlo angosciato si sente aleggiare un pò ovunque da diversi esponenti del mondo master, soprattutto dopo quest'ultima edizione cagliaritana dove penso tutti si siano davvero divertiti anche sotto l'ottima regia degli organizzatori. Ma anche l'edizione del 2009 a Firenze era stata goduriosa, tanto da lasciare tutti i partecipanti con il sapore dolce sulle papille gustative. Quindi ci torneremo: così come devo lasciare il giusto spazio ad una lettera segnalatami da WDL sul mondo atletico friulano, che farà molto discutere. Intanto veniamo alle breaking news, che parlano anche nell'ultima settimana in teoria "attiva" di attività in pista, di una serie di record stabiliti dai master italiani. Non si può non partire dall'ennesima pagina "mondiale" di Gabre Gabric: non ho ancora completo il database sui record mondiali per dire il numero di record  outdoor detenuti dagli italiani, mentre quello sui record nazionali è "sufficientemente" completo da fare già oggi dei ragionamenti diacronici. Veniamo così subito a Gabre e alla sua ennesima impresa. Stavolta siamo a Macerata, dove come tutti sappiamo si è svolto il campionato italiano di Pentalanci (di cui parlerà discorrerà dettagliatamente domani in un pezzo lo stesso Alessandro Tifi, inviato speciale di Webatletica sul posto). Al termine della giostra delle 5 specialità, la aostana-bresciana, ha totalizzato uno score di 3923 punti, cioè 150 in più del precedente record di Ruth Frith, risalente al 2004. Ora, qui dovrebbe intervenire Pino Pilotto-Stachanov, se è ancora dei nostri. Da quest'anno infatti i pesi per le over-70 sono decisamente cambiati in senso favorevole per le "nuove generazioni", nel senso che il disco è sceso da 1 kg a 0,750 kg. Il peso è sceso a 2 kg (da 3), il martellone è sceso a 4 kg, il martello a 3... Quesito: la Frith ottenne quei record con i vecchi attrezzi. La Gabric con i nuovi. Più che superamento di un precedente record del mondo, è forse meglio parlare di un nuovo record del mondo ex-novo, o no? In attesa di capire l'arcano (Corbelli su Atleticanet lo dà come miglioramento di quella prestazione, io voglio vederci un attimo più chiaro) vediamo cosa è successo nel vulcanico mondo master.
La notizia l'ho appresa direttamente dal sito della Fidal Lombardia: Frederic Peroni (1963) ha infatti infranto la barriera dei 27" nei 200hs, migliorando il record italiano M45 precedentemente detenuto da Roberto Amerio, e portandolo a 26"90 (con +1,0) a Pontcharra, in Francia, in un meeting del circuito EAAP (presumo). Il precedente record era fissato in 27"18, e il piemontese l'aveva "scippato" a Peroni che l'aveva portato a 27"58 nel maggio del 2009. Ora, naturalmente, aspettiamo la risposta di Amerio che dovrà arrivare, gioco-forza, nel 2011. Nello stesso meeting era presente Alessandro Cipriani (1955) che il record invece l'ha solo sfiorato di un paio di decimi. Nella foto di Antonio Montaruli, i due ostacolisti nel pre-gara francese.
A Milano, nel frattempo (testimone oculare il vostro estensore di notizie) ho assistito all'ennesimo miglioramento del record italiano F45 dei 200, ancora una volta da parte di Giuseppina Perlino (nella foto a destra di Denise Nuemann) il nuovo record è ora 27"50, con vento nullo. A dire il vero ero stato presente anche al precedente record della "Peppa" a Chiasso, nell'agosto scorso: 27"66. La differenza è sicuramente nel clima: praticamente invernale nello scorso weekend a Milano, sicuramente più estivo in Canton Ticino un paio di mesi fa. Quella dei 200 F45 è una storia così davvero movimentata: aveva smosso le acque nel luglio del 2009 la 800ista Elena Montini nel suo anno di grazia (28"34), salvo poi essere sorpassata a quasi un anno di distanza da una delle icone della velocità azzurra di sempre, Daniela Ferrian, nel giugno di quest'anno (28"30). Sempre la Ferrian aveva poi "sparato" un 27"6 manuale (mannaggia!!) a Villanuova. Ad agosto il citato 27"66 della Perlino, migliorato poi questo weekend a 27"50
Venendo invece ai record segnalati nei giorni precedenti, faccio un piccolo passo indietro: avevo sottolineato il record di Giuliana Deromedi (1965) nel salto triplo a Cagliari, con 10,26. Guardando invece le liste dei record aggiornati da Giusy Lacava, in realtà prima che la Deromedi si migliorasse di 4 centimetri  (deteneva infatti il record italiano F50 con 10,22), Luisa Celesia (1963) a Siracusa aveva saltato a metà Settembre 10,39 con un vento di 0,8 a favore. E' quindi questo il nuovo record italiano (poi, vi ricordo per onor di cronaca, che la Deromedi aveva saltato 1,56 nell'alto, nuovo record italiano, questo sì, F50). 
Di sicuro impatto anche il record sui 400 F60 da parte di Umbertina Contini (1950) che quest'anno ha fatto letteralemete le scintille. A Udine ha infatti corso (il 3 ottobre) in 1'13"15, che ha abbassato il record di Noemi Gastaldi di 1'13"34 che risaliva, udite-udite, al 1993: un record vecchio di 17 anni, che nemmeno Emma Mazzenga era riuscita a battere nel suo transito nella categoria (ma francamente non so se già allora avesse iniziato la sua attività). Era il 13° record più "antico" tra le donne over-35 (il più anziano di tutti ha compiuto 30 anni, cioè il lancio del peso F55 di Ada Turci). Lo stesso record era il secondo più datato tra le F60 (il più vecchio appartiene anch'esso ad Ada Turci, nel peso F60, stabilito nel 1985), mentre era il primato più antico (tra maschi e femmine) dei 400 tra tutte le categorie. Ora il record più vecchio nel giro di pista, è passato in mano ad Ugo Sansonetti nella categoria M75, quando nel 1996 correva in 1'10"8. Quest'anno la Contini per 8 volte è entrata nel libro dei record (con nuovi record o miglioramenti), riscrivendo la storia sui 60, 100, 200 e 400 F60, oltre che con la staffetta svedese F50 con il proprio team (l'Atletica Città di Padova). Infine, sono 13 i record detenuti attualmente dalla forte atleta di... già, di dove? Questo non lo so: correva per il Cus Torino Sai e adesso per Padova. Non lo so proprio.
 Seguiranno i race-report degli italiani di pentalanci di Macerata e dei regionali di Milano.

09/10/10

Oggi e domani finale del Grand Prix di Pentalanci

Oggi a Macerata grande appuntamento di fine stagione per i Master: vanno in pedana infatti gli amici del Circus del Pentalanci, un'allegra brigata itinerante di lanciatori che inseguono il titolo nazionale del pentathlon dei 5 lanci previsti dalle categorie over-35 (disco, peso, giavellotto, martello e martellone) oltre che contendersi la Golden League del circuito loro dedicato composto da nove prove. L'evento viene incredibilmente ripreso anche dal sito Ufficiale della Fidal, quindi ha ricevuto il supremo imprimatur. Per la classifica del grand prix era necessario contabilizzarsi in tre prove alle quali sarà sommato il punteggio della finale di Macerata. In alcune categorie, classifica in bilico, mentre in altre verdetti già stabiliti ante quo. Ho appena fugato il mio unico dubbio con una telefonata in diretta alla Catapulta Ale Valsecchi: il regolamento prevede che la classifica si debba stilare su 3 prove, con l'obbligo di conteggiare il punteggio ottenuto in finale. Se così fosse si aprono diversi scenari. Vediamoli.
  • M35: il capriolo Ale Valsecchi ha praticamente il vantaggio di un prova (3 a 2) contro l'unico diretto avversario, Francesco Longo: oltre 2300 punti di distacco. Ma... I due viaggiano con punteggi quasi simili sui 2500 punti nelle prove precedenti, ma Longo nell'ultima prova ha piazzato un 2642 punti che fa inclinare la bilancia dalla sua parte. Sempre con il gioco degli scarti, naturalmente. Valsecchi infatti scarterà un 2407 punti, portando il distacco virtuale ad una 90ina di punti: sfida al cardiopalma.
  • M40: Massimiliano Remus contro Emanuele Tortorici. Remus sembra avere i due titoli in tasca. Scartato il peggior punteggio, viaggia infatti a 2950 punti di media, mentre Tortorici a 2550 circa di media (l'unico che può permettersi di scartare una prova). Max Nerozzi e Gaetano Marchese (entrambi con due prove all'attivo) potrebbero rientrare nella lotta per il secondo posto, visto che viaggiano entrambi sui 2400-2300 punti come Tortorici. News dell'ultimo minuto: Remus non sembra essere iscritto.
  • M45: Massimo Benedetti sembra aver già in tasca il "lingotto d'oro" (magari, eh?). 2400 punti di distanza con il più diretto inseguitore, Francesco Cazora. Come Grand Prix il vantaggio di Benedetti sembra abissale (togliendo il peggior risultato di Benedetti, che ha 3 prove all'attivo): 393 punti virtuali sembrano davvero tanti da colmare. Più "agio" invece per il titolo individuale, visto che Cazora ha ottenuto un punteggio all'altezza di Benedetti nella stagione.
  • M50: sfida pazzesca con tanti pretendenti al titolo. I dubbi nascono dagli alti e bassi dei vari interpreti durante la stagione: in 3 hanno avvicinato o superato i 3000 punti. Per il titolo direi che se lo giocano Michelangelo Bellantoni, Marin Mileta e Riccardo Innocenti. Nel Grand Prix, Bellantoni contro Innocenti con quest'ultimo con un vantaggio virtuale di soli 10 punti (dopo 10 prove!!). Decideranno tutto i 5 lanci di Macerata.
  • M55: Xhavit Derhemi sembra favorito per la doppietta. Nelle ultime due prove di pentalanci ha staccato nettamente la concorrenza, superando in entrambe le prove i 3300 punti. Si presenta così alla finale con un bottino di 599 punti virtuali di vantaggio su Angelo Moiraghi, il quale ha 300 punti su Sandro Sangermano. Sangermano potrebbe contendere a Moiraghi il secondo posto, visto che in una prova il divario è stato di soli 3 punti.
  • M60: Luciano Occhialini bi-favorito. Nettamente più forte in tutta la stagione. Mai un risultato inferiore al migliore dei risultati di tutti i suoi avversari. Si presenta all'atto conclusivo con un dote di 365 punti su Roberto Sagoni (6630 a 6265). Lotta per il podio anche per Francesco Bettucci e Francesco Cacciatori, entrambi veleggianti sui 6000 punti. News: Occhialini non risulta iscritto.
  • M65: anche qui altro favorito d'obbligo per i due allori, cioè Giuseppe Di Stefano. A 6952 è fissata la sua "pole position". Dietro scontro probabile per il posto d'onore tra Giorgio Schiavoni e Giuliano Vannini, rispettivamente a 6115 punti e 6164 punti estrapolati dalle loro migliori prestazioni.
  • M70: solito leit-motiv. Uno solo davanti a tutti, e gli altri a "sperare" in qualche passo falso. Franco Bechi guida infatti la classifica avulsa con addirittura 1031 punti sul secondo (7940 contro 6909). Il secondo è Umberto Benevenia, mentre proprio per il posto d'onore ci potrebbe essere la sfida con Umberto Laganà (6855) distanziato da lui di soli 54 punti. 
  • M75: basta la parola: Carmelo Rado. Punto. Probabilmente con tre prove avrà già vinto il titolo nazionale. Già ottenendo 5 zeri (solo presentandosi in pedana) vincerà il Grand Prix. Ha infatti 9378 punti in soli due appuntamenti!! 
  • M80: Silvano Pierucci unico ad aver partecipato al Grand Prix.
  • M90: presente Giuseppe Rovelli, ma solo per il titolo italiano di pentalanci.
  • F35: Elisa Assirelli ha già praticamente il titolo in tasca nel grand prix. Netto vantaggio su Anna Maria Garofoli. Bottino di 1103 punti di vantaggio. Più difficile il titolo indivduale, vista la presenza di Maria Letizia Bartolozzi.
  • F40: Santa Sapienza ha mostrato per tutta la stagione una superiorità difficilmente scalfibile nell'atto finale. Oltre 1000 i punti di vantaggio nella finale su Antonella Bevilacqua.
  • F45: Anche qui Marzia Zanoboni parte davvero con un vantaggio abissale: quasi 1300 punti. Impossibile pensare a stravolgimenti dell'ultimo minuto. Bititolo?
  • F50: E' scappata praticamente dalla prima prova Paola Melotti, che vanta oltre 6500 punti di dote. Sulla doppietta col titolo individuale bisogna vedere se sarà d'accordo Raffaella Bolzonella, che proprio nell'ultima prova di San Benedetto riuscì a sopravanzare la pugliese di un'80ina di punti. Sospetto però che la Melotti non si sia presentata in una specialità in quella circostanza. Attenzione anche ad Anna Magagni, che non ha partecipato al grand prix.
  • over F55: nella categoria F55 Rosanna Grufi parte nettamente favorita nel Grand Prix e per il titolo. Iolanda Centioni unica presente nel circuito per le F60. Maria Lategana e Adele Bonetta si contendono il titolo fra le F65. Germana Poggiolini e Maria Luisa Mazzotta punto a punto per il titolo F70, mentre Nives Fozzer è l'unica che ha totalizzato le presenze necessarie tra le F80. La pluri campionessa mondiale-europea Brunella Del Giudice non ha partecipato al Grand Prix ma sarà presente per il titolo italiano. Stessa cosa dicasi per Anna Flaibani e Gabre Gabric.

07/10/10

Mondo Master: nel Weekend Regionali Master Lombardi - Alessandro Tifi analizza i c.d.s. master

(l'Arena di Milano in una foto di Stefano Gusmeroli) - Diciamocelo: questa stagione per i master sembra non terminare mai. C'è chi è partito a fare gare nella prima settimana di gennaio, ed è ancora in ballo con l'estenuante ed interminabile litania di gare. I master lombardi, dopo la finale dei c.d.s dove erano impegnate ben 6 società (la sorprendente Daini Carate, il Road Runner, l'Ambrosiana, la Virtus Castenedolo, la Cento Torri e la Capriolese) ora sono attesi dei Campionati Regionali Indviduali master proprio all'Arena civica di Milano, che già fu teatro della prima fase dei c.d.s. over-35. Nel frattempo molti hanno già iniziato la preparazione invernale, purtroppo e... per fortuna. Sarebbe forse il caso di "ripensare" meglio  tutto il calendario, senza parcellizzarlo in milioni di gare provinciali e regionali: che si facciano riunioni regionali open nei weekend (in due giorni) con tutte le specialità. Che si creino grand-prix che coprano tutte le gare tabellate, di modo che ogni gara abbia una sua importanza. Bisogna cambiare per non morire, e non morire per cambiare. I provinciali di Milano nei primi giorni di settembre hanno insegnato proprio che gli atleti preferiscono gareggiare quando ci sono tanti avversari, non manifestazioni frequentate da 4 gatti spennati. Quando avrò tempo (che è poco) vi farò una simulazione di come sia più semplice per la Fidal poter organizzare weekend "regionali" collegati ad un circuito che attribuisca punti agli atleti chiunque essi siano, dagli allievi ai master. Unificare tutti sotto un'unica bandiera non può che fare bene al movimento ed incrementare sensibilmente la partecipazione, che dovrebbe essere la mission della Fidal (a meno che sia cambiata e viva di autoreferenzialità legata alla propria sopravvivenza). Comunque sia: diamoci appuntamento tutti all'Arena nel fine settimana. Per la prima volta i Regionali Indivudali varranno anche come Trofeo delle Province lombarde, con un regolamento molto semplice. In pratica per ogni specialità verrà preso da ogni provincia il migliore secondo le tabelle Fidal. La somma di tutti i punteggi di tutte le specialità fornirà la classifica finale. Si preannuncia una sfida intestina tra i master Milanesi e quelli Bresciani. A proposito di Master Bresciani: è incredibilmente lodevole l'iniziativa del Responsabile Fidal provinciale per i Master, Virginio Soffientini. Per l'occasione ha infatti diramato le convocazioni dei master bresciani per Milano, oltre che fornire un pullman che partirà da Brescia alla modica cifra di 7 eurelli. Niente. Contando una 50ina di posti, diciamo che verrebbero coperte praticamente tutte le spese di noleggio, lasciando sul conto della Fidal una cifra che si aggira tra i 50 e i 100 euro. Ebbene, sapete che nonostante a Brescia i tesserati master compongano una percentuale superiore all'80% dei tesserati, qualcuno (persone davvero dai mezzi mentali limitati) si sarebbe appunto lamentato di quella irrisoria uscita, perchè (anche quella) sarebbe dovuta finire a favore delle categorie giovanili. Per la serie: l'indecenza non ha prezzo. Diciamo che su 2500 tesserati master bresciani (ma saranno anche di più), che versano alla Fidal 25.000 euro (un tesseramento master ci costa 10 euro), nemmeno un misero contributo di 50 euro dovrebbe essergli ritornato a lor favore. Nemmeno la dignità è riservata ai master. Continua così Virginio, lotta per noi, contro quegli ottusi. Cambiamo discorso: un'altra novità sarà comunque la possibilità di imbastire staffette "provinciali", vere e proprie selezioni a carattere locale, una novità assoluta. Rimane in cantiere probabilmente il vero cambiamento epocale: così come per le finali dei c.d.s. master, sarebbe da introdurre una volta per tutte una sola classifica per specialità, per non ingolfare lo speaker per tutta la durata della manifestazione di elenchi di podi sulle mille categorie. Così come viene fatto anche in Val d'Aosta. 

Cambiamo argomento e torniamo alla finale dei c.d.s. Master con alcune considerazioni molto interessanti effettuate da Alessandro Tifi sui podi. Qualche altro numero sui recenti cds.
Fa impressione la media punti delle due squadre vincitrici del 2010: per batterle bisognerebbe allestire una squadra capace di piazzare sul podio un atleta in ognuna delle 13 specialità!!! Ma come sono composti questi podi? Quanto influiscono i più “anta”? Incuriosito ho provato un “gioco”. Ho buttato giu quanti podi sono stati conquistati dagli atleti di ogni categoria e questo in relazione a quanti atleti gara hanno gareggiato, il tutto staffette escluse. Partendo dai maschi (seguono la categoria, i podi conquistati in quella categoria e gli atleti totali presenti in quella fascia d'età a Cagliari):

M35: 1/35 – M40: 2/76 – M45: 7/76 – M50: 7/70 – M55: 2/59 – M60: 6/39 – M65: 3/23 – M70: 5/28 – M75: 0/8 – M80: 1/2 – M90: 4/4 – M95: 1/2
continuando con le donne:
F35: 0/37 – F40: 8/74 – F45: 10/101 – F50: 6/59 – F55: 3/38 - F60: 2/26 – F65: 6/16 – F70: 2/3 – F75: 0/3 - F85: 0/1 – F95: 2/2
a parte qualche sicuro errore di conteggio, da dire che i numeri fanno più “statistica” più grandi sono!!!! Fanno l’en-plain gli M90 e le F95 (facile indovinare i loro nomi!), da dire anche che lo fanno distaccando i rivali di molti punti. La media presenze/podi dagli 80 in su farebbe venir voglia di dire: ne porto 6-7 e vinco i cds. Ma c’è da trovarli, e di neanche fiacchi, lo stesso Riboni (mica pizza e fichi) è SOLO quarto nel disco M95! Si nota poi la difficoltà di fare podi tra i 35 (nei maschi anche tra i 40), sarà colpa solo delle tabelle o manca qualche risultato di spicco in età che ancora permettono grandi prestazioni in senso assoluto? Fiacchetti sono poi gli M55, non è che la pensione è ancora lontana? Sono solo 6 le prestazioni che hanno portato a più di 1000 punti, ma a podio si va anche con meno di 800: una volta tra i maschi e ben 14 tra le femmine. I podi più “giovani” sono quelli dei 200hs, quelli più “datati” quelli del peso e questo sia tra i maschietti che tra le femminucce. Il podio con i migliori punteggi (tra l’altro 3 in 16 punti) quello dell’alto maschile e dei 400 femminili (3 in 21 punti). I più bassi gli 800 maschi ed il giavellotto donne. Giocando con i numeri e scrivendoli mi accorgo che ad ognuno di essi associo una o più persone e mi accorgo ancora di più quanto è bello e variegato il mondo dell’atletica master.

05/10/10

C.d.S. master di Cagliari: titoli come da pronostico e 8 record italiani


Stavolta non vi scrivo dall'aeroporto di Cagliari come mi successe a Budapest, anche se la tentazione sarebbe stata forte. E anche se vi ho dovuto bivaccare diverso tempo. Probabilmente girerò il sequel del film  "Terminal" di Spielberg con Tom Hanks, per dare modo al mio soggiornare per aeroporti di trovare uno sbocco nello spettacolo. Nel frattempo ho visto passare nei grandi spazi aeroportuali società, atleti, dirigenti, e con loro ho scambiato di volta in volta quattro chiacchiere. Stavolta il clima non è autunnale come allora in Ungheria (pioveva) ma a Cagliari si era in piena estate, mentre qui al nord irrompeva fragoroso l'autunno. Insomma, tutto perfetto.

La Location
Parto subito dagli assenti, che inopinatamente si è dimostrato come avessero torto. Marcio. Quanto meno nel ritenere la sede inadatta o la trasferta "onerosa". Non so come abbiano fatto i conti: a noi "Caprioli" il viaggio è costato davvero poco (personalmente meno di 40 € andata-ritorno in aereo con Ryanair, prenotando all'indomani del passaggio del turno regionale), oltre che pagare pochissimo in un bed&breakfast. Poco più di 100 euro a testa pro capiti. Siamo proprio sicuri che il problema era Cagliari? Ad ottobre, lo stiamo vedendo, è improponibile gareggiare al Nord (pensate ai poveri cadetti che avranno il loro criterium in questo fine settimana a Cles, in Trentino: se non ci sarà il sole rischiano il congelamento, poveri ragazzini!). E nonostante questo, petizioni, abiure, rinunce: non si è fatta una bella figura. O meglio: non HANNO fatto una gran figura. Noi ci siamo sempre schierati a favore di Cagliari, o, se fosse stato, anche di Pantelleria, le Isole Eolie, Reggio Calabria, Quartu Sant'Elena. Se noi Caprioli non fossimo riusciti a sostenere la trasferta, semplicemente non vi saremmo andati, non avremmo cercato di creare una cordata per cambiare ciò che già era stato stabilito. Le cose si fanno prima. E quel che più conta si è mostrato pochissimo rispetto degli amici sardi che tutti gli anni devono venire nel continente ad ogni manifestazione di carattere nazionale. Chi è venuto a Cagliari ha trovato un clima incredibilmente accogliente (oltre che temperature estive) il Responsabile dei GGG che già nel discorso introduttivo ha mostrato di essere dalla parte dell'atletica e non come spesso avviene in Lombardia (non tutti, eh) dalla parte loro. Poi durante queste manifestazioni si crea un clima di festa che va oltre: chi c'era ha capito quello che sto dicendo, no?

L'organizzazione
Puntuale, efficiente, con molto buon senso. Lo vado dicendo da tempo che fintanto che si tratta di "gara" non deve esserci spazio a interpretazioni. La gara è sacra, non ci possono essere punti deboli, aiuti, suggerimenti, favoritismi. Ma in tutto il resto ci deve essere un minimo di spazio per "mediare", laddove sia possibile. Tipo gli orari: se qualcuno arriva con 30" di ritardo alla chiusura della conferma della propria presenza, ma i fogli sono ancora lì sul tavolo in bella mostra, non gli si chiude la porta in faccia. Glielo si fa presente cordialmente del suo ritardo, e lo si accetta. Buon senso. A Cagliari tutto è filato via liscio: certo c'è chi vorrebbe fare gli allunghi in pista prima della propria gara, ma questo è proprio difficile. Dimostrato. E c'è da capire chi prende questa decisione: è anche una questione di carattere "etico" e di rispetto per chi in quel momento è in pista. Ci pensate se al Colosseo, mentre qualcuno stava lottando contro i propri leoni per la vita o per la morte, da qualche parte del campo di battaglia ci fossero stati una decina di altri gladiatori intenti ad allenarsi per la propria successiva pugna? Non sarebbe stato bello. L'arena è di chi lotta: l'attenzione di tutti deve essere su di loro. Poi si aveva a disposizione un super rettilineo coperto al sole. Cosa volere di più? Da apprezzare anche i pranzi-cene a ridosso della pista (prima della 4x400 ho notato di fianco all'addetto ai concorrenti delle salamelle ai ferri che mi hanno tentato come le Sirene attirarono Ulisse).

Il titolo femminile al Cus Romatletica
Partiamo dalle donne. La vittoria è andata alle romane del Cus Romatletica con 1274 punti, che vuol dire 98 punti su 100 a gara. Impressionante. Il settore statistiche della Fidal ha fornito anche la tabella con ila somma dei punteggi per prestazione (sulle 13 a disposizione). Anche in questo caso vantaggio abissale sulle seconde: 798 punti di differenza con un totale di 10874 punti. Troppa differenza quest'anno con il resto della concorrenza. Nello specifico, nella classifica "a punti" 4 vittorie, 1 secondo posto e 4 terzi. 14 risultati su 15 tra le prime 6 posizioni finali. Un invincible armada. Al secondo posto sono riuscite a giungere le ragazze dell'Asi Veneto, campionesse uscenti. Purtroppo molto rimaneggiate e con qualche atleta infortunata o al ritorno da un infortunio (come il caso Ferrarini e Dandolo). Terza l'Ambrosiana di Milano, che ha fatto incetta di punti soprattutto nella velocità ma che in qualche specialità tecnica vanta qualche piccola lacuna. Due punti e mezzo sono la distanza dalla quarta, la sorprendente Assi Giglio Rosso di Firenze, che coi punteggi sarebbe arrivata addirittura terza. Qui la classifica a punti, qui invece quella a punteggi sommati per prestazione.

Il titolo Maschile all'Olimpia Amatori di Rimini
Titolo davvero scontato. 1278,5 punti, cioè 98,3 punti a gara... praticamente un secondo posto di media su 13 gare. Numerose vittorie, come quella di Riboni, Segatel, le due di Boranga, Ferrari, la staffetta 4x100. Poi diversi secondi posti (Acquarone, Clemementoni). Impossibile battere il puzzle di atleti creato ad arte per vincere i c.d.s. Gli altri, molto più modestamente, hanno lottato per conquistare un pò di spazio sugli altri posti del podio. Seconda in classifica il Cus Romatletica con 1240,5 punti, a distanziare di soli due punti la vera sorpresa di questi campionati: la Daini di Carate Brianza.

Le prestazioni femminili
Sui 100 vince nettamente Denise Neumann (1971) con 13"14, battendo Marinella Signori (1963) (13"69) che ha sorpresa ha battuto una appannata Kathy Seck (1970) con 13"70. Di fatto la campionessa italiana F45 che batte quella F40. Mi sorprende però di più il risultato della 51enne Susanna Giannoni (prima apparizione su questo sito) con il suo 14"26, e un record italiano fissato dalla Contini a 13"99. Chi è Susanna Giannoni? Si sa solo che gareggia per l'Assi Giglio Rosso di Firenze e secondo le classifiche Fidal è al suo esordio. Di sicuro è un nome nuovo del masterismo italiano di gran spessore. Sui 200 replica la Neumann con 27"01, battendo Giuseppina Perlino (1965) che ha corso in 28"25. Ma c'è un effetto "Assi Giglio Rosso" anche sul mezzo giro, di nome Gianna Lanzini (1960). Anch'essa F50 come la Giannoni, unica sua apparizione nel 2010 risaliva a giugno con 30"4. A Cagliari la Lanzini ha corso in 29"74 (record della Zucchi 28"97) battendo tra l'altro la pari-categoria e quotata Mirella Giusti e Gabriella Ramani (F45), e soprattutto si è portata a casa l'overall come punteggio finale (905 punti). La F55 Anna Micheletti giunge invece terza nei punteggi correndo in 31"79. Nei 400 metri vince Bizia Malatesti (1971, nostra amica forumista) che si limita ad un 1'01"95 (ma quest'anno era scesa sotto il minuto) davanti a Cristina Amigoni (1968, 1'02"86). Terza ancora Peppa Perlino (1965) che ottiene 1'03"73 e 961 punti. Ma con 963 punti, e soli due punti, in realtà ha portato a casa il malloppo Mirella Giusti (1960) con 1'06"91. Negli 800 solo due atlete sotto i 2'30", ma una sola sopra gli 800 punti: Jocelyne Farruggia (1962) che ha vinto la gara sia reale che virtuale: 2'26"65. Nei 1500 si è assistito ad uno scontro tra titani: la stessa Jocelyne Farruggia (1962) e Nadia Dandolo (1962). Per una volta, vittoria alla portacolori del Cus Romatletica con 4'55"27 contro il 5'00"84 della veneta, che secondo alcune voci era reduce da un lungo infortunio. Si è però dovuto attendere l'arrivo della F70 Maria Antonietta Fadda (1938) per sapere della vincitrice virtuale: 6'55"13 e 989 punti, che è anche il nuovo record italiano di categoria, ad abbassare proprio il suo stesso primato di 7'02"41 ottenuto proprio a Cagliari a giugno.  Prima donna over-70 a scendere sotto i 7' nei 1500. 3000: stavolta Nadia Dandolo non lascia spazio alle avversarie e vince in 10'45"08, unica atleta sotto gli 11'. Ma anche qui la F70 Fadda strappa la vittoria con 960 punti grazie al suo 14'58"91, ad una manciata di secondi dal record della Miniotti (14'44"24). Nell'alto assistiamo a quella che forse è stata l'atleta della manifestazione: Giuliana Deromedi (1965). Ebbene la F45 ha vinto la gara con 1,56, cioè ben 4 centimetri in più dell'accoppiata Zanni-Costenaro che si divideva il record: quindi altro record italiano. Nella gara si registrano anche 3 tentativi a 1,59. Costenaro tra l'altro presente allo show della Deromedi (seconda con 1,41). Lungo: gara vinta dalla mantovana dell'Ambrosiana Susanna Tellini (1966), con 4,78, unica atleta a oltrepassare la soglia dei 700 punti delle tabelle Fidal (733 points). Triplo: altro giro, altro record italiano per Giuliana Deromedi (1965). 10,26 con 1,4 di vento a favore: 4 centimetri in più del suo record ottenuto a Rovereto a giugno: unica atleta sopra gli 800 punti. Peso: naturalmente non poteva non dominare la gara Gabre Gabric virtualmente: 4,72 e una botta di 1015 punti. Sfiora i 1000 punti (990 pt) anche Maria Luisa Finazzi (1944) con 8,40. Disco: la Gabric addirittura ottiene un punteggio "doppio": 1238 punti frutto di un 12,08. Solo Maria Luisa Fancello (1943) oltre gli 800 punti (e i 700 a dire il vero): 24,07 e 825 punti. Giavellotto: Solo tre atlete di poco superiori ai 700 punti. Miglior risultato "a tabella" il 21,52 di Elvia Di Giulio (1947). 200hs: Ottima Cristina Amigoni (1968). 30"46, vittoria virtuale e reale insieme ad due soli decimi dal suo record nazionale.  4X100: l'Ambrosiana femminile continua a mietere record italiani ogni volta che viene schierata. 51"45 per demolire stavolta il record italiano F40 (quest'anno aveva abbattutto già 3 volte quello F45): è bastato inserire la F35 Denise Neumann per trovare il nuovo equilibrio e cancellare il 52"16 dell'Atletica Brescia risalente al 2007. 4x400: anche qui cade un record di società. E' quello della 4x400 F50. Il Cus Romatletica ha infatti fatto fermare i cronometri a 4'38"71, cioè 10" in meno del precedente record dell'SC Meran Forst del 2006.

Le prestazioni maschili
100: la gara va al Capriolo Roberto Gangini (1970) con 11"86, ma sul podio più alto ci va il super-Antonio Rossi (1950, avevo contato non molto tempo fa i suoi titoli italiani: una cifra molto alta, ma non ricordo quanto). Il suo tempo necessario per la vittoria è stato 12"70. 200: altra vittoria Capriolese con Daniele Biffi (1972, 24"09), giunto a pari con il campione del mondo dei 60 di Sindelfingen '04, Donato Cipullo (1968) e 3 centesimi in meno di Roberto Gangini (1970). La vittoria è andata però a Ugo Sansonetti (1919, e non poteva essere altrimenti) che ha piazzato "solo" 1258 punti con il suo 41"37. Per batterlo gli M35 avrebbero dovuto piazzare tempi alla Bolt, per intenderci. Forse una piccola riparametrazione sarebbe necessaria. La butto lì: ma perchè non si prende come "base" il record mondiale master di categoria e su quello si stendono le tabelle? Percentualizzando la prestazione proprio sul mondiale master si otterebbe un punteggio più "di mercato". Più concorrenzialità. Più spettacolo. Certo, sarebbero rari gli over 100%, ma chissenefrega! 400: la nostra politica anti-autoreferenzialista mi impone di citare ancora il solo Ugo Sansonetti che varca ancora la soglia dei 1000 punti. 1079 punti con 1'44"45. Buona prestazione anche di Aldo Del Rio (1946) capace di sfiorare la barriera del minuto con 1'00"49 e 840 punti. 800: il doppio giro di pista è ormai diventato un lombard-affaire quest'anno. Abbiamo talmente romanzato le sfide, che poi proprio i nostri beniamini diventano sempre protagonisti delle gare più importanti. Ennesima sfida in Sardegna tra Francesco D'Agostino (1966) e Giuseppe Romeo (1963), una sfida che si rivedrà negli M45 l'anno prossimo. Stavolta l'ha spuntata D'Agostino con 2'03"65, ma ad impensierlo è stato Cosimo Sguera (1971) che gli è arrivato a 6 centesimi. Chiaramente Romeo con 2'04"18 ha totalizzato 814 punti, ma chi ha portato a casa il tesoretto è stato l'altro mostro sacro degli 800 master italici: Luigi Ferrari (1959). 2'08"91 e tutti dietro nelle tabelle. 1500: nel mezzofondo ha sicuramente mostrato di avere una marcia in più il marocchino Noureddine Makhloufi (1968). Sui 1500 prevale su Giuseppe Romeo di pochi centesimi: 4'18"57 a 4'18"98. Complicato stabilire il vincitore tabellare. Così dovrebbe essere Dario Rappo con 4'48"13 (960 punti). Piccola sorpresa nella bagarre: Giancarlo Mereu (1960) batte il molto più quotato pari-categoria Franco Maffei (1958): 4'27"69 a 4'29"04. 3000: replica alla vittoria il marocchino Makhloufi, con 9'23"33. Ma è ancora Dario Rappo ha portarsi a casa l'oro con 10'21"81 e 888 punti. Pensate: due soli punti su Luciano Acquarone (1930), 13'35"46 e, pensate un pò, nuovo record italiano M80. Primo uomo sotto i 14' in Italia sopra gli 80 anni. Per lui, udite-udite, 33 record italiani all'attivo. Alto: gara pirotecnica, che vedeva sulla pedana vedette come Marco Segatel, Daniele Pagani, Emanuel Manfredini, Marco Mastrolorenzi. Probabilmente i migliori risultati tecnici in chiave "assoluta". La vittoria urbi et orbi è andata al ritorvato lombardo Marco Segatel (1962) con 1,90, cui ha risposto il mantovano Daniele Pagani (1966) con la stessa misura. Con il gioco dei punteggi, l'ottimo 1,78 di Manfredini (1959) gli è valso il secondo posto di giornata, pareggiato anche in questo caso da un grande Marco Mastrolorenzi (1960). Lungo: gara vissuta sul dualismo tra Michele Ticò (1966) e Diego Zambelli (1971). Alla fine sarà il primo a spuntarla con 6,29 contro il 6,26 dell'emiliano-romagnolo. La gara è stata poi vinta dall'M65 Lamberto Boranga con 4,87 e 974 punti. Triplo: ancora Boranga. 10,70 e jackpot conquistato con oltre 1000 punti (1007 per l'esattezza). Gara vinta ancora da Michele Ticò con 12,97. Nel peso vale lo stesso discorso di Sansonetti e della Gabric. Stavolta protagonista è Mario Riboni (classe 1913) che lanciando il peso a 5,54 ottiene 1054 punti e tutti a casa. Dovremmo ritornare ancora sulle tabelle e la mancanza di competitività con questi "grandi anziani" del nostro mondo sportivo. Dobbiamo necessariamente ritornarci. Secondo, tanto per cambiare, Giuseppe Rovelli, classe 1918, M90: 7,10 e 978 punti. La gara è invece stata vinta davvero da Aldo Bandini (1958) con 12,52. Disco: Ci credete? Stavolta Riboni non ha vinto e ottiene solo 822 punti. A vincere la gara è stato Roberto Sagoni (1947) con 39,72 anche se il vincitore morale-virtuale è stato Piero Macrino (1940) con 36,83 e 911 punti. Giavellotto: il Solito Giancarlo Ballico si dimostra senza avversari: 48,78 e 883 punti. 200hs: grandissimo record italiano per Paolo Citterio (1975). 25"39 e 16 centesimi in meno rispetto al record di Colin Stefano Longoni (25"55 corso con 2 metri di vento contrario). Lorenzo Muraro (1969) sfiora invece quello M40 (26"12 contro 26"05).  4x100: gara vinta dalla Giovanni Scavo 2000 con 47"14. La staffetta dell'Olimpia sfiora invece il record M55 dell'Ambrosiana chiudendo in 49"26 (49"18 il record milanese). Il record italiano invece non sfugge alla stessa Ambrosiana versione M60: 51"51 e 7 centesimi in meno del record del Cus Palermo (51"58) corso a Siracusa a giugno. 4x400: gara emozionante con sportellate e emozioni fino all'ultimo centimetro. A spuntarla la Capriolese con 3'35"02. Di fatto vittoria alla Giovanni Scavo come M40 con 3'36"80.

Gli 8 record italiani
  • 1500 F70: 6'55"13 - Maria Antonietta Fadda (1938)
  • alto F45: 1,56 - Giuliana Deromedi (1965)
  • triplo F45: 10,26 (1,4) - Giuliana Deromedi (1965)
  • 4x100 F40: 51"45 - Ambrosiana
  • 4x400 F50: 4'38"71 - Cus Romatletica
  • 3000 M80: 13'35"45 - Luciano Acquarone (1930)
  • 4x100 M60: 51"51 - Ambrosiana
  • 200hs M35: 25"39 (0,2) - Paolo Citterio (1975)

04/10/10

La crema delle parti intime di Belen è doping: e noi tutti c'abbiamo scritto Giocondor...

In attesa del reportage dei c.d.s. di Cagliari (uscirà nei prossimi giorni), vi lascio in compagnia del Duca e della sua denuncia, che diventerà presto quella del nostro sito.

L'angolo del Duca: e noi tutti c'abbiamo scritto Giocondor!

Mi perdoneranno i più giovani, ma da anziano atleta quale sono ho spesso reminiscenze di vecchi spot degli anni 60 e, leggendo quanto poi sotto riportato, mi è venuto in mente “Giocondor” un mitico cartone animato di un Carosello fatto per una nota azienda alimentare. Il corvaccio diceva sempre una frase “ecchè ciò scritto Giocondor” che , in estrema sintesi, voleva significare: "ma che mi hai preso per scemo…?". Una simpatica vignetta e un’espressione ormai da decenni nel linguaggio comune, per introdurre ancora una volta l’argomento DOPING. Il Doping nello sport è un problema gravissimo che, a mio avviso, è assolutamente sottovalutato per tantissimi motivi, il più evidente dei quali l’esigenza smodata di spettacolarizzare sempre di più il gesto atletico oltre gli estremi limiti fisiologici. Ho spesso parlato delle motivazioni che spingono un atleta professionista ad aiutarsi con sostanze chimiche cercando di dare, pur disapprovando nella maniera più assoluta, un senso dettato da esigenze monetarie.
Ma il fenomeno ancor più inquietante è quello del doping a livello amatoriale: il prof Sandro Donati, paladino praticamente sconosciuto, perché quasi mai citato dai media, della lotta al doping in Italia e nel mondo, ha dichiarato, tramite l’Associazione Sport di Libera, che è stato stimato come, solo in Italia, circa 500.000 sportivi non per professione abbiano assunto sostanze dopanti almeno una volta in un anno. (rif. 2008).
E’ un dato impressionante. Anche se si parla ovviamente di qualsiasi tipo di attività fisica svolta a livello amatoriale (dalla palestra al volano), quante persone su un universo di 60 milioni di abitanti praticano uno sport? Vogliamo esagerare, 5 milioni… il 10%, ma se anche fossero 10 milioni, parleremmo comunque di un 5% di una intera popolazione che assume sostanze dannose per la propria salute, solo per praticare un’attività sportiva che, di per se, dovrebbe essere praticata proprio per stare bene di salute. 
Un assurdo nell’assurdo.
E attenzione, quando si parla di attività amatoriale, si deve chiaramente comprendere tutto l’ambito delle categorie preprofessionistiche, gli adolescenti per intendersi, che molto spesso, in maniera totalmente inconsapevole, vengono costrette ad usare determinate sostanze con la prospettiva di non poter progredire nel proprio ambito sportivo. E’ un problema gravissimo e come si fanno campagne istituzionali contro le droghe, il fumo, l’alcol, la guida spericolata, l’aids, allora bisogna farle anche contro il doping nello sport a tutti i livelli.
Il doping è una piaga sociale, identica a quelle appene citate e in quanto tale va evidenziata e combattuta con la prevenzione, raccontando la verità in merito e non avendo paura a dichiarare che: IL DOPING UCCIDE.
Noi di Webatletica, nel nostro piccolissimo ambito, daremo il buon esempio e cominceremo, in un prossimo futuro, a creare delle nostre campagne preventive per ricordare quanto appena detto. E giusto per stemperare appena la crudezza di quanto appena scritto divertiamoci con alcune delle giustificazioni più banali da parte di chi era stato beccato e che sono state riportate qualche giorno fa da Tgcom. E’ solo un piccolissimo campionario; di scuse ridicole e patetiche ne abbiamo sentite di ogni tipo e saremmo ben felici se voleste segnalarci quelle che più vi hanno colpito e maggiormente indignato.

Doping, le scuse degli sportivi - Ciclisti e calciatori i più fantasiosi (Tgcom del 01/10/2010)

"Ho mangiato troppa carne", questa è stata la fantasiosa risposta di Alberto Contador, il ciclista spagnolo reputato il migliore al mondo, all'Unione Ciclistica Internazionale che aveva annunciato la sua positività ad un test antidoping, parlando di una "piccola concentrazione di clenbuterolo"(sostanza utilizzata per accelerare crescita nelle bestie da macello). Ma Contador non è l'unico a possedere una fertile creatività nel mondo dello sport...

A reputare "assai improbabile", infatti, la spiegazione di Contador ci pensa Andrew Franklyn Miller, medico dello sport presso il Centre for Human Performance di Londra e responsabile dello staff sanitario della nazionale britannica di canottaggio, che ha commentato la difesa del ciclista affermando: "I quantitativi di clenbuterolo trasmessi nell'organismo umano attraverso carne contaminata sono incredibilmente contenuti, a meno che non si consumino enormi quantitativi di carne": "E' assai improbabile", ha aggiunto Miller, "che alla vigilia di una tappa di montagna qualcuno consumi tre o quattro bistecche".

Ma non c'è fine all'invenzione dell'intelletto umano, alcune storie sono così paradossali che sembrerebbero, lasciatecelo dire, inventate. Storica, ad esempio, la giustificazione del romeno Adrian Mutu, positivo alla cocaina ai tempi del Chelsea, disse di averla presa ''per migliorare le prestazioni sessuali''. Aveva infatti conosciuto una connazionale pornostar e voleva essere all'altezza.

La madre di tutte le positività nel calcio italiano fu, nel settembre del 1990, quella al Lipopill di Angelo Peruzzi ed Andrea Carnevale della Roma. ''Il Lipopill ce l'ha dato mia madre per smaltire una cena troppo generosa cucinata da lei dopo la gara con il Benfica'', raccontò il portiere. Vennero squalificati per un anno.

Numerosi i casi di positività anche al nandrolone, spesso cancellati a colpi di spugna, ovvero sentenze con pene non superiori ai 4 mesi. Christian Bucchi e Salvatore Monaco del Perugia dissero di aver ''fatto una abbondante grigliata di carne di cinghiale, che ci ha fatto venire fuori valori sballati''.

Per Fernando Couto, portoghese del Parma, fu invece ''tutta colpa di quello shampoo che conteneva nandrolone. E con la chioma che ho, io devo usarne molto''.

Famoso infine il caso di Marco Borriello, sospeso tre mesi per positività a prednisone e prednisolone (metaboliti del cortisone) dopo un Milan-Roma (allora il centravanti giocava nel Milan). La corte fu clemente perché tenne conto della spiegazione fornita dalla fidanzata del calciatore, Belen Rodriguez. ''Dopo un rapporto sessuale non protetto - spiegò la pin-up argentina - Marco s'è preso la mia stessa infezione vaginale e senza pensarci gli ho consigliato di usare la crema al cortisone che il mio medico mi aveva prescritto''. (Fonte TgCom 1 ottobre 2010)

01/10/10

C.d.s. Master: a Cagliari per lo scudetto

Ci siamo: weekend "decisivo" per il mondo master nazionale con la finale dei C.d.s. che si tiene a Cagliari. Appuntamento che arriva sull'onda di molte polemiche sterili (a mio modesto modo di vedere). Uno degli organizzatori è pure "comparso" nel nostro forum a spiegarci i dettagli dell'organizzazione, cosa per la quale ringrazio pubblicamente. La manifestazione sta comunque sempre più assumendo un certo spessore: molte società si attrezzano ogni stagione per poter accedere alla finale, e questo porta numerosi over-35 a cimentarsi nelle varie fasi regionali. In altra occasione cercheremo di aiutare a far comprendere che  in alcune realtà sarà necessario accorpare i c.d.s. di più regioni, per non vedere un atleta-gara cimentarsi tristemente. Ma adesso siamo a Cagliari, parliamo di questo. Favorite d'obbligo le due società vincitrici uscenti, l'Olimpia Amatori Rimini tra gli uomini e l'atletica Asi Veneto tra le donne. Per i romagnoli l'eventuale vittoria costituirebbe el triplete, mentre le venete sono arrivato al loro primo titolo l'anno scorso. Tra gli uomini la società Riminese si è addirittura rafforzata, colmando le lacune che aveva palesato negli scorsi anni nella velocità. Pensate che potrà schierare contemporaneamente Massimo Clementoni appunto nella velocità, Lamberto Boranga nei salti in estensione, Luigi Ferrari sugli 800, Marco Segatel e Emmanuel Manfredini nell'alto, Mario Riboni nei lanci, Luciano Acquarone nei 3000. Sulla carta pronostico chiuso. A cercare di contrastare il previsto dominio dell'Olimpia ci penserà il Cus Romatletica, che rivestirà il doppio ruolo anche tra le donne. Molte meno individualità rispetto ai romagnoli, anche se al primo turno avevano girato per primi con 10955 punti contro 10815: troviamo infatti Ugo Sansonetti nella velocità, Mario Vaiani Lisi nel mezzofondo, Claudio Rapaccioni nei 200hs, Marco Mastrolorenzi nell'alto. Attenzione alla squadra del momento, però: la Daini Carate Brianza. Dopo la grande sorpresa di aver battuto nella fase regionale l'Ambrosiana, si è insediata al 4° posto nazionale proprio davanti ai "cugini" (terza a Cagliari vista la defezione della Tortellini Voltan di Martellago). Tra le vedette dei brianzoli sicuramente Giuseppe Rovelli nei lanci, Giuseppe Romeo nel mezzofondo veloce, i fratelli Mauri nella velocità, Paolo Citterio negli ostacoli. Ma non sottovalutiamo mai l'Ambrosiana, un pò la "vecchia signora" dell'atletica master italiana. Una specie di Juventus over-35, che presenta la solita squadra molto quadrata, basata su alcune punte del masterismo italiano come Galdino Rossi (nei salti), Antonio Montaruli negli ostacoli, Giancarlo D'Oro nella velocità, Luigi Brolo nel giavellotto. Purtroppo non li vedo come possibili avversari di Olimpia e in subordine di Cus Romatletica: un gradino sotto, nonostante un paio di anni fa avessere vinto sul campo lo scudetto salvo poi vederselo sottratto nel viaggio di ritorno per un errato calcolo di punteggio.
Tra le donne tutte le prime società del seeding post-fase regionale sono presenti. Sono previsti fuochi d'artificio. Le campionesse uscenti dell'Asi Veneto presentano il solito squadrone molto affiatato, con vedette Nadia Dandolo nel mezzofondo. Barbara Ferrarini sarà impegnata nel lungo, Chiara Passigato nell'alto, Gabriella Ramani e Rosa Marchi. Stando alla fase regionale bisognerà stare attenti al Cus Romatletica, capitanato da Anna Micheletti. Squadra molto competitiva (e non poteva essere diversamente), con Cristina Amigoni (campionessa mondiale dei 400hs M40), Jocelyne Farruggia nel mezzofondo, e Khaty Seck nella velocità. Così, ad impressione, un gradino sotto le venete. Che poi alla fine la cosa difficile è mettere insieme una società equilibrata: tutti volenti o nolenti presentano "buchi" con atleti improvvisati specialisti in gare non loro. L'Ambrosiana appare molto forte nella velocità (con Marinella Signori, Rosa Anibaldi, Denise Neumann e Giuseppina Perlino), nei salti con Susanna Tellini e Mery Greceanu, ma paga probabilmente le altre specialità. Queste le tre società in predicato di lottare per il titolo. Webatletica sarà naturalmente presente con audio e video, e quanto raccoglieremo sarà poi pubblicato su questo sito. Mi è stato suggerito che se qualcuno dei partecipanti ci girasse le sue foto (o i suoi video) potremmo creare un bell'album fotografico qui sul nostro sito. Rimanete collegati per i prossimi aggiornamenti sui c.d.s.