(i finalisti dei 100 metri M40 a Lubiana '08) - Mancano pochissimi giorni e si comincia. Al via l'edizione ungherese dei Campionati Eruopei Master 2010, quelli che secondo la
EVAA (la federazione europea master) dovrebbero cercare di diffondere il verbo "master" nei paesi dell'Est. Sono passati i canonici due anni da una delle edizioni degli Europei Master più dolci per i nostri colori, quella di
Lubiana 2008. Probabilmente per noi italiani, una kermesse europea seconda come numeri alla sola
Cesenatico '98, se solo si potesse avere qualche dato relativo a quella edizione. Edizione, quella slovena, che sfruttava l'onda lunga dei fasti di
Riccione 2007, nel mezzo del guado che portava ad
Ancona '09. Una squadra davvero completa, massiccia, equilibrata. Diciamo la prima-Italia in vrsione-maxi all'estero dopo l'epopea romagnola, che fece fare salti da giganti al mondo master italico. Il clima, ve lo può testimoniare chiunque l'abbia vissuto, era davvero elettrico: a Riccione il clima era troppo "italiano", il senso di campionato "mondiale" si spegneva un pò nella marea di canotte azzurre. A
Clermont '08, solo l'inverno prima, si erano già intravisti sprazzi di grande Italia. Ma a Lubiana, consentitemelo, si è dipanata forse la più bella Italia (all'estero) qualitativamente parlando degli ultimi 10 anni di Masterismo azzurro. Non ho partecipato a
San Sebastian '05, e probabimente quella spedizione a suo modo era stata anch'essa uno spartiacque (
"a divide" all'americana): molti me l'hanno descritta in toni entusiastici. Peccato (è un quasi un paradosso affermarlo) non essere stato 35enne nel 2005! Lubiana ha avuto un fascino particolare: la Slovenia è un paese ancora "intonso", almeno... dal mio punto di vista. Gli spazi sono ancora aperti, si riesce a far perdere lo sguardo senza dover per forza incontrare qualche manufatto umano, e questo tante volte è un bene per la tranquillità dell'animo. L'impianto sportivo in cui si sarebbero poi svolti gli Europei si sarebbe dimostrato uno schiaffo al nostro senso di considerare lo sport. Lo stadio (minuto) ma comunque
Stadio con pista da 8 corsie. Una seconda pista limitrofa (20 metri di distanza?). Sotto le tribune un rettilineo coperto di 100 metri (dove dovrebbe allenarsi d'inverno la Ottey) con annessa palestra dotatissima di ogni orpello. In Italia per mettere insieme tutto questo, ci sarebbero volute 3 generazioni di politici, svariati fiumi di milioni di euro (molti rigagnoli dei quali finiti in qualche fogna), qualche tenace appassionato (altrimenti il progetto si arenerebbe dopo qualche mese) e probabilmente l'abbandono del tutto a 3/4. Questa è l'Italia, quella è la
Slovenia. Tutti i ricordi legati a quell'edizione sono accompagnati dal
sole: qualcuno ha visto qualche stilla di pioggia? Forse il giorno delle finali dei 100 qualche nuvola ha fatto capolino: tutto il resto delle foto è invece vivido, colorato di blu, arancio, azzurro. C'erano
bei colori e questa sensazione non so spiegarla bene. Se dovessi trovare il personaggio "
italiano" di quegli Europei, non saprei bene chi scegliere. Si vinsero la bellezza di
56 ori,
50 argenti e
44 bronzi, per un totale di
150 medaglie. Una scorpacciata. Bè, ben 14 ori arrivarono dalle staffette! E anche 7 argenti e 5 bronzi per un totale di 26 medaglie arrivate dalle formazioni nazionali (incluse quelle di marcia e maratona). Quindi proprio il "
team azzurro" è stato forse il vero personaggio di quel 2008:
la spedizione nel suo complesso, senza un primus inter pares sopra gli altri. Dalla velocità (100, 200, 400 e le due staffette) arrivarono
47 medaglie (il 31,3% del totale). Che diventano
57 se includiamo gli ostacoli (38%). Dal mezzofondo veloce al fondo (quindi dagli 800 alla maratona) sono state conquistate invece
35 medaglie (il 23,3%).
23 medaglie dalla Marcia (15,3%), mentre
16 dai salti e
19 dai lanci. Totale 150 appunto. I re mida della trasferta nelle gare indivduali (
3 ori a testa) si rivelarono tre hall-of-famer del masterismo italiano:
Sergio Agnoli (1926),
Gabre Gabric (1914) e
Bruno Sobrero (1920).
Due ori furono invece vinti da
Tiziana Bignami (1972) che con quella doppietta chiuse il cerchio su una stagione davvero irripetibile, il 2008 (con la doppietta ai mondiali indoor francesi su 60 e 200 a suon di record nazionali e lezioni di "americano"),
Dario Rappo (1948, vittorioso su 800 e 1500, nella sua stagione master migliore probabilmente... almeno, sino ad ora!),
Mario Riboni (1913) ed
Enrico Saraceni (1964) anche quest'ultimo ad una storica doppietta 200-400, accoppiata al bi-titolo mondiale indoor di Clermont (condito dal record mondiale nei 400 M40). Di fatto, a livello individuale, Bruno Sobrero risultò l'atleta che importò più metallo in Italia: ben 5 medaglie. Oltre le tre d'oro (su 100, 200 e lungo M85) vinse infatti anche gli argenti nel pentathlon e nel peso.
Nessun commento:
Posta un commento