18/07/10

Altra infornata di medaglie, ma l'Italia rimane al 9° posto

Ultimo articolo dall'Italia, poi parto anche io domani sul far della mattina per l'Ungheria, giusto per poter dire "c'ero anche io", visto che le mie velleità sportive sono limitate. Intanto oggi si è tenuta la 4^ giornata di questi campionati europei. In me comincia a farsi spazio una considerazione di fondo: bisogna fare qualche cosa! Mi spiego meglio, e seguite il mio ragionamento. Così per gioco, infatti, ho osservato prima distrattamente poi sempre con maggior attenzione l'evolversi del medagliere generale. La Germania è avanti anni luce a tutte le nazioni europee: ma ve lo siete mai chiesti il perchè? Avremo modo di parlarne più dettagliatamente a bocce ferme, ma ho notato che la gran parte delle medaglie arriva nelle categorie più "mature". In molte specialità ci sono solo tedeschi che sfidano tedeschi. Questo succede sostanzialmente perchè la Germania ha iniziato molti anni prima rispetto a tutti gli altri a portare atleti tra i master. E' risaputa la cultura sicuramente più vicina alla seconda e alla terza età che si vive in Germania, tipico dei paesi evoluti ed in cui l'età media sta inopinatamente crescendo. Di conseguenza una semina che parte da lontano, e che sta dando i suoi frutti di continuo. Purtroppo per emergere nel mondo master come realtà nazionale, bisogna richiamare quanti più atleti nelle età giovanili e sperare che vadano avanti il più possibile. Difficile credere di fare proseliti a 65/70 anni! Se si ha una base statistica importante, i risultati sono assicurati. Detto questo, ciò che veramente sorprende è la Spagna, che raramente ci aveva superato. A metà pomeriggio eravamo quasi riusciti a raggiungerla (con gli spagnoli crollati dal 2° al 7° posto) poi un'infornata di ori, e gli iberici sono ritornati lassù, al secondo posto con 35 medaglie di cui 17 d'oro. Ora, il masterismo internazionale ha una componente molto stretta con la lontananza dal luogo in cui si svolge la manifestazione. Più un paese è vicino, più saranno i partecipanti: ma allora come mai, la Spagna che è molto più lontana di noi, vince di più (e comunque, anche se riuscissimo a superarla, per loro sarà un'edizione storica)? Ve lo dico io: perchè i master spagnoli sono organizzati. O meglio: sono più organizzati di noi. E lo si capisce da tante piccole cose: da un sito istituzionale per i master, dall'aver favorito il crearsi di una commissione consultiva di atleti rappresentativi che entra nel merito delle decisioni sul mondo master spagnolo. Non ci sono santi che tengono: se ti senti parte di qualche cosa, la fai meglio. Se invece il tuo far parte di qualche cosa è solo una maglietta azzurra (purtroppo dell'Asics) acquistata a prezzo pieno, senza alcuna forma di aggregazione, organizzazione, passione (gli "impiegati" lasciamoli a casa per favore), iniziative, proposte... bè, siamo purtroppo costretti ad affidare le nostre sorti nazionali (in tema di medaglie) ai "soliti noti", con il grave pericolo che non venga fatto alcun tipo di proselitismo alla base, che in questo momento è necessario e vitale. Fino a ieri l'Italia aveva vinto 6 ori: tutti rigorosamente over-35. Oggi se ne sono aggiunti altri 3: uno da Vincenzo Menafro nei 20 km di marcia M75, mentre gli altri due (fortunatamente) dalla categoria dei 35enni. Il primo dal "nuovo" Stefano Vercelli (classe 1975, che ha vinto nei 3000 siepi. Speriamo che questo alloro lo spinga a cimentarsi sempre più, almeno a livello internazionale, con i master), il secondo sui 400hs da parte di Emanuela Baggiolini, che da qualche anno è diventata un'abitueè del mondo master nonostante la dimensione ancora "assoluta" che vanta nei 400hs. Quindi su nove ori, 8 di assidui frequentatori del mondo master, e uno di un parvenu. Tra gli argenti di giornata segnalo quello storico di Claudio Rapaccioni, il CT, che smessi per alcune decine di secondi i panni del direttore tecnico, ha pensato bene di vincere un prestigioso argento nei 400hs M55. Sorpresa anche nel lungo M65, ma stavolta in negativo: Lamberto Boranga, campione del mondo meno di un anno fa, ha infatti concluso al secondo posto e questa è sicuramente una notizia, nel salto in lungo con 5,08. Secondo argento per Andrea Naso nei 20 km di marcia M45 e ancora doppietta di argenti per Brunella Del Giudice (martello W65) e Natalia Marcenco (10 km di marcia W55). Dopo l'oro nei 5 km di marcia, Alfredo Tonnini si accontenta dell'argento nei 20 km di marcia M75, che sono stati un vero tripudio di azzurro, con la tripletta completata da Nazzareno Proietti. Ingeborg Zorzi anche lei sul posto d'onore: 1,25 nel salto in alto W60. Argento nei 400hs W40 anche per Barbara Ferrarini, che sembra non l'abbia presa molto bene. Barbara!!! E' un gioco! Un passatempo! Non prendertela per così poco!! Poi raffica di bronzi, che portano il totale delle medaglie italiane a 41: saremmo terzi per numero di medaglie, ma quel che conta, si sa, sono i dobloni d'oro. Dagli ostacoli bassi arrivano i terzi posti di Frederic Peroni (M45) e Antonio Montaruli (M60) detto "il giudice" (peccato per Frederic che probabilmente aveva nelle gambe i tempi per star davanti con i primi due). Terzo anche il decano Giorgio Bortolozzi nel salto in lungo M70. Nella stessa disciplina, ma M35, ottima medaglia per Stefano Tarì. La campionessa mondiale dei 400 hs W40, Cristina Amigoni, giunge sul gradino più basso del podio. Francesca Ragnetti medagliata sui 2000 siepi W40, e terza medagli di bronzo per Anna Flaibani nei lanci W80.

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