 Proprio qualche giorno fa, disquisendo con il Duca  all'Arena Civica di Milano, ci si domandava preoccupati che fine avesse  fatto Manuela  Levorato. Perchè? Perchè di lei il Sigma non aveva più lasciato  traccia dall'ultima gara di Lodi del settembre 2009. Poi perchè dopo  l'intervista che ci aveva rilasciato qualche mese fa, la "Manu" la  sentivamo essere diventata nostra "amica" virtuale, con tutti i buoni  pensieri che accompagnano le sorti di chi consideriamo tali. "Ma tu hai letto qualche  suo risultato da  qualche parte?"; "Macchè, sai  che guardo solo quelli dei nati dal '75 indietro". Invece era  solo sulla rampa di lancio pronta per questo esordio in salsa "europea"  allo Stadio Ridolfi di Firenze, teatro della vituperata Coppa Italia  (per la formula e la conseguente mancanza di alcuni protagonisti di  primo piano dell'atletica italiana). Piccola divagazione:  ma avete visto la Coppa Italia, pur purgata del fascino proprio dello  scudetto attribuito con i c.d.s., di alcune società, di molti atleti di  primo piano, quanta più attenzione porti oggi (nei media) rispetto a  quello che è la finale dei c.d.s. "civili" di oggi? Quanti più risultati  degni di nota? Quanto si possa "parlare" di atletica (piuttosto che  guardare disinteressati ad atleti di secondo piano che lottano per lo  scudettino)? E invece la Fidal cos'ha fatto? Ha inventato quel mostro di  Campionato di Società per le società civili, con mille regolucce  stupide a paritre da quella del rientro degli atleti militari alla società d'origine. Ma quelli adesso sono pagati  dallo Stato, da NOI! E invece rappresentano gli interessi PRIVATI delle  società d'origine, che per i più grandi detrattori delle società  militari dovrebbe essere considerato mille volte peggio, visto il  "peculato" dei beni  dello Stato! In quel giorno gli viene pagato lo stipendio? Tutto sembra derivare da una politica da oggetto di scambio (se uno dà, è  lecito pensare che in questo mondo qualcun'altro riceva). Così ci rimangono questi  surrogati del vecchio campionato di società, che era il vero laboratorio  dell'atletica italiana, quello che metteva in vetrina il meglio (perchè  costretti dai gruppi "statali" ad adempiere a questi obblighi). La  morte in diretta dell'atletica italiana sull'altare delle elezioni  federali del 2008.
Proprio qualche giorno fa, disquisendo con il Duca  all'Arena Civica di Milano, ci si domandava preoccupati che fine avesse  fatto Manuela  Levorato. Perchè? Perchè di lei il Sigma non aveva più lasciato  traccia dall'ultima gara di Lodi del settembre 2009. Poi perchè dopo  l'intervista che ci aveva rilasciato qualche mese fa, la "Manu" la  sentivamo essere diventata nostra "amica" virtuale, con tutti i buoni  pensieri che accompagnano le sorti di chi consideriamo tali. "Ma tu hai letto qualche  suo risultato da  qualche parte?"; "Macchè, sai  che guardo solo quelli dei nati dal '75 indietro". Invece era  solo sulla rampa di lancio pronta per questo esordio in salsa "europea"  allo Stadio Ridolfi di Firenze, teatro della vituperata Coppa Italia  (per la formula e la conseguente mancanza di alcuni protagonisti di  primo piano dell'atletica italiana). Piccola divagazione:  ma avete visto la Coppa Italia, pur purgata del fascino proprio dello  scudetto attribuito con i c.d.s., di alcune società, di molti atleti di  primo piano, quanta più attenzione porti oggi (nei media) rispetto a  quello che è la finale dei c.d.s. "civili" di oggi? Quanti più risultati  degni di nota? Quanto si possa "parlare" di atletica (piuttosto che  guardare disinteressati ad atleti di secondo piano che lottano per lo  scudettino)? E invece la Fidal cos'ha fatto? Ha inventato quel mostro di  Campionato di Società per le società civili, con mille regolucce  stupide a paritre da quella del rientro degli atleti militari alla società d'origine. Ma quelli adesso sono pagati  dallo Stato, da NOI! E invece rappresentano gli interessi PRIVATI delle  società d'origine, che per i più grandi detrattori delle società  militari dovrebbe essere considerato mille volte peggio, visto il  "peculato" dei beni  dello Stato! In quel giorno gli viene pagato lo stipendio? Tutto sembra derivare da una politica da oggetto di scambio (se uno dà, è  lecito pensare che in questo mondo qualcun'altro riceva). Così ci rimangono questi  surrogati del vecchio campionato di società, che era il vero laboratorio  dell'atletica italiana, quello che metteva in vetrina il meglio (perchè  costretti dai gruppi "statali" ad adempiere a questi obblighi). La  morte in diretta dell'atletica italiana sull'altare delle elezioni  federali del 2008.Ma torniamo alle cose belle e felici:  nel pomeriggio di ieri, mentro ero impegnato nella mia sfida personale a  Donnas, il Duca mi ha poi mandato un sms  "Manuela Levorato 11"59 a Firenze!". Evvai,  grande rientro! Il bello è vedere sfilare dietro la regina indiscussa  della velocità italiana al femminile, anche se la vera sfida (mancata)  sarà con Aurora Salvagno (appunto  assente). Per il momento, la capolista stagionale con 11"58, Giulia Arcioni, è stata messa dietro.
E dopo tutto questo, due campionati paralleli, prestiti, rientri, allievi che fanno i c.d.s. con i pesi e le misure dei senior, espulsioni, scomuniche, allenatori-contro, c'è ancora chi pensa che in questa Fidal ci sia qualche cosa da salvare. E Arese, siccome ha una grossa carica di ironia, ha precisato pure che potrebbe ricandidarsi.
- Velocità - Nei 100 maschili Simone Collio ha dimostrato di essere ancora una volta il più forte degli sprinter italiani. Aveva impressionato nelle settimane scorse Giovanni Tomasicchio, autore di un sensazionale 10"25 a Rieti davanti ad Andrew Howe. Ma poi, nello sprint, contano le sfide dirette: i tempi ottenuti fuori dalle Arene sono i ruggiti dei leoni nella savana, per incutere timore e potersela giustamente tirare nel backstage che porta ai blocchi di partenza. Tomasicchio si sfalda non appena incontra il vecchio leone navigato, Collio, inchinandosi anche all'ancor più vecchio leone (master) Maurizio Checcucci: 10"34 contro 10"46 e 10"47. Quarto (10"48) quel Jacques Riparelli il cui grido di dolore dopo la mala-esclusione dai mondiali di Doha (una delle più grandi prese per i fondelli di Arese&C s.p.a. ad un atleta) avevamo raccolto e divulgato, salvo poi accorgerci con sconcerto che lo stesso Riparelli, dopo aver menato fendenti a destra e manca per l'ingiustizia subita, la settima successiva a Doha si sarebbe presentato regolarmente al raduno della nazionale. Ma come? Vai fino in fondo!! Collio è comunque ancora il punto fermo, il resto della velocità italiana è ondivago, impalpabile: tutti ambiscono alla staffetta, ma forse il solo Collio e proprbabilmente Di Gregorio (anche se ha gareggiato col contagocce) sono al momento sicuri in una di quelle specialità dove la medaglia non è assolutamente una chimera. Su Fabio Cerutti pende ancora la scomunica della Fidal, ma che, siamo arci-sicuri, rientrerà se il Dio del tempo, Kronos, gli darà ragione facendo rimangiare alla stessa Fidal le proprie decisioni, esponendola ancora una volta al ridicolo (ma tanto è ridotta ormai allo Status di Circo itinerante). I 200 dimostrano di essere una specialità ostica per gli italiani: non so se si tratti della maledizione di Pietro Mennea, che allontana ogni forma di velocista decente da questa specialità. Stavolta complice anche il forte vento contrario, il solo Diego Marani scende sotto i 21" (20"99), mentre gli altri si perdono nella profonda caverna dei 21", compreso Fabio Cerutti dirottato per questioni di scuderia sulla prova più lunga (3° con 21"54).
- Nei 400 maschili si rivede un altro dei nostri intervistati del passato: Andrea Barberi! Strafelici per questo: 46"06 per siglare il rientro di Andrea dopo un paio di anni di tribolazioni, con il sogno dell'olimpiade infranto sul più bello, dopo una stagione incredibile (il 2007) conclusa con il record italiano. Ora pensare ad una 4x400 competitiva agli europei di Barcellona non è affatto un azzardo: Licciardello, Barberi e Vistalli con tempi pari o inferiori ai 46". Manca il quarto incomodo. Al femminile Marta Milani, dopo aver preso qualche scoppola in Lombardia (l'ho vista soccombere personalmente a Gavardo su un 400), torna sotto i 53" e vince in 52"77. La Grenot, bontà sua, a metà giugno non ha ancora esordito: in Italia alcuni atleti-top (o meglio, i loro allenatori) hanno un ego superiore a quella di Bolt, Powell e Gay messi insieme (che hanno già corso 5/6 volte a testa) e centellinano le loro uscite come le apparizioni di Fatima. Li paghiamo noi, mentre Bolt & c. li pagano gli sponsor e c'è una sostanziale differenza di carattere etico.
- Mezzonfondo:  Nei 1500 vince l'eterno Christian Obrist (3'54"05) che  di queste gare ne ha vinte una quantità infinita. Siamo sempre in attesa  del salto di qualità, e, per parte mia, di quella "cattiveria" a  livello internazionale gli possa dare più visibilità. Sembra sempre  infatti timoroso, coperto, quasi impaurito quando gli avversari sono  sulla carta più forti di lui. Poi l'altoatesino doppia sugli 800: 1'48"55.  Nelle siepi sfida Matteo Villani vs Yuri Floriani su ritmi finalmente  accettabili: 8'33"57  contro 8'34"15.  Bisgonerà scendere di una decina di secondi per sperare in qualche cosa  di importante anche in prospettiva Barcellona. A proposito: non conosco  i limiti imposti dalla Fidal per partecipare agli europei. Sempre negli  800 si rivede il neo-over-35 Andrea Longo, 4° in 1'51"14: esordio sofferto,  vedremo le prossime prove.
- ostacoli: la gara sui 110hs  ha dimostrato che è l'anno del finanziere Stefano Tedesco.  A Firenze, in un contesto dove le prove veloci non si sono  particolarmente messe in evidenza, ottiene 13"79, distanziando nettamente  colui che negli ultimi anni aveva primeggiato sulla scena nazionale, Emanuele Abate, 14"10. Vento  di un metro contrario.  Nei 400hs si rivede Gianni Carabelli con un buon tempo: 50"66. Cosa  gli avranno chiesto per partecipare agli Europei? Speriamo che questa  seconda-vita sportiva del varesino coincida comunque con maggiori  soddisfazioni. Tra le donne, (parlo dei 100hs) assente Micol Cattaneo (non so francamente  che tipo di infortunio la tenga lontana dalle piste) sta dominando la  scena da quest'inverno Marzia Caravelli, autrice di un pregevole 13"34 contro  vento. I 400hs al femminile sono invece da un paio di  anni una specialità in stallo. Benedetta  Ceccarelli vince in 57"21 senza particolari patemi (era assente la  Gentili, sua castigatrice un paio di settimane fa) ma i tempi del resto  d'Europa, per non spingerci troppo lontano, sono leggermente più bassi.  Proprio in questa specialità la Fidal quest'anno ha deciso di  incrementare sensibilmente il minimo di partecipazione ai Campionati  Assoluti, per invogliare qualcun'altra a qualche sacrificio in più.
- salti: una bellissima gara di salto con l'asta al Ridolfi, con Giuseppe Gibilisco che regola Giorgio Piantella (al personale): 5,70 vs 5,60. Ancora una volta Gibilisco dimostra di essere una delle nostre poche carte giocabili a livello internazionale. Salto in alto (maschile) tecnicamente povero, così spazio all'impresa della bergamasca Raffaella Lamera, che ottiene un siderale 1,95, uno dei migliori risultati dell'anno a livello europeo. 1,75 per Roberta Bugarini (1969) che sfiora il record del mondo di categoria per 1 solo centimetro, ma contemporaneamente migliora di 1 cm quello europeo da lei stesso dentenuto. Nel triplo Fabrizio Donato salta un grande 17,00 metri mettendo a bada 3 arcigni avversari, tutti giunti a cavallo dei 16,50 (Schembri, Boni e Greco). Timidi cenni di ripresa da parte di Magdelin Martinez (13,86). Ma con queste misure a livello internazionale non si supera i turni preliminari. Brava Barbara Lah (1972) seconda con 13,00.
- Lanci: Vizzoni c'è. 76,90 e un bel biglietto da  visita con sullo sfondo le guglie della Sagrada Familia di Gaudì. Al  terzo posto trovo Giovanni Sanguin  (1969) che lancia 69,99. Il giovane promettente Gianluca Tamberi vince nel giavellotto (73,82). Al  quarto posto troviamo invece quel Moreno Belletti (classe 1970) che con 64,51 ha  stabilito la nuova Miglior Prestazione Italiana M40. La precedente appartenenva  a Moreno Marson (60,33) e risaliva al 2002. Altro 40enne a dominare il  peso: Paolone Dal Soglio con 17,81. Tra  le donne Chiara Rosa torna su  livelli che le confacciono: 17,99.  Salis sopra i 70 nel martello (70,16).
E dopo tutto questo, due campionati paralleli, prestiti, rientri, allievi che fanno i c.d.s. con i pesi e le misure dei senior, espulsioni, scomuniche, allenatori-contro, c'è ancora chi pensa che in questa Fidal ci sia qualche cosa da salvare. E Arese, siccome ha una grossa carica di ironia, ha precisato pure che potrebbe ricandidarsi.
 
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