04/06/10

Italiani Master: vietata la 4x400 a chi ha corso la finale dei 100. Un'errata interpretazione delle norme

Durante una delle puntate di Radio-Webatletica in cui era presente in diretta il DT Claudio Rapaccioni, era emerso un dettaglio non proprio felice relativo alla disputa dei Campionati Italiani Master a Roma la settimana prossima. In effetti nell'osservare l'orario delle gare, qualcuno si era accorto dell'inversione della programmazione delle staffette rispetto al tradizionale planning: la 4x400 il sabato e la 4x100 la domenica anzichè viceversa. La ratio di tale disposizione sarebbe discesa dalla presenza delle finali dei 100 metri del sabato. Orbene, stando a quanto affermato da Claudio (il quale si faceva latore della volontà del giudice-arbitro che sovrintenderà i lavori degli Italiani e del quale mi sfugge il nome) chi disputa la finale nei 100 metri, di fatto a fine giornata totalizzerebbe due gare (batteria e finale) e non potrebbe quindi partecipare alle staffette successive (arrivando a quota tre) visto che la norma riferita ai master postula la disputa di sole due gare per giornata. Su queste basi, al fine di evitare che le staffette veloci fossero falcidiate dalle assenze dei finalisti, si è deciso di invertire la 4x400 con la 4x100, per limitare i danni, diciamo così (anche se è noto che le staffette del miglio sono zeppe di quartermilers provenienti dalla velocità). Fin qui la storia e l'interpretazione della norma prevista dalle norme sull'attività dei Master 2010 (che trovate a questo link).
Avendo ereditato una certa dimestichezza (mai troppa invero...) con le norme, la loro applicazione, la loro interpretazione, il loro uso e loro abuso (esperienza anche radicatasi con epici scontri nei tribunali con avvocati penalisti e civilisti), mi vado a prendere queste benedette norme sull'attività master 2010 con l'intento di capire, comprendere l'arcano che porterebbe ad una decisione che a rigor di logica appare senza senso (e cioè vietare ai finalisti dei 100 metri di correre la 4x400).
Ora, seguite il mio percorso logico e ditemi se sbaglio qualche cosa.
Aprite il link che vi ho girato qui sopra, e andate a pagina "7". Il titolo dell'argomento è "Campionati italiani individuali su pista Master". Andate poi direttamente all'articolo "3" comma 3 (in sintesi, 3.3) presente nella medesima pagina, il quale recita testualmente: "Ogni atleta nel complesso delle giornate previste può prendere parte ad un massimo di quattro gare individuali più una staffetta o di tre gare individuali più due staffette, fermo restando che ciascun atleta non può prendere parte a più di due gare per giornata". Solitamente il velocista master ad un campionato italiano si è cimentato nei 100-200 e nelle due staffette (o 200-400 o 400-200). Mettiamo anche che voglia fare l'esoso: 100-200-400 e due staffette. Succede, è successo e sempre succederà.
Il problema risiere quindi nel termine "gara", perchè è questo il nodo gordiano. Se fossimo in qualche tribunale ci verrebbero in soccorso le sentenze passate in giudicato, la giurisprudenza, le interpretazione della Corte di Cassazione, se la Legge (in questo caso il Regolamento dell'Attività Master) non specificasse in nessun punto cosa si intenda per "gara". E così è: non c'è un vademecum delle norme Fidal che specifichi cosa si intenda con i vari termini, che di conseguenza diventano interpretabili da chi ha interessi ad interpretarli. E stranamente i Giudici (della Fidal) vedono il mondo in maniera limitativa, restrittiva delle facoltà degli atleti (ricordo solo un paio di anni fa che non mi si voleva far partecipare ad una gara assoluta perchè ero tesserato come Master, nonostante la mia società sia affiliata tra gli assoluti!).
Quindi, e qui è la cosa più importante, la volontà di colui (o coloro) che scrivono le leggi (in abstracto il legislatore) si desume dal contesto della norma stessa e, buondio, dalla logica e soprattutto da una buona dose di buon senso.
E così inizia il nostro percorso per dimostrare che correre le batterie e la finale dei 100 metri, non vuol dire disputare "due gare", ma bensì una, perchè tutta la norma implicitamente ce lo dice in più punti.
  • Si prenda per esempio la norma che prevede che coloro che disputano le prove multiple possano disputare nella stessa giornata le staffette. Ma nel Decathlon in una giornata si disputano almeno 5 "gare" stando appunto all'interpretazione restrittiva che si adotterà all'Olimpico. Con la staffetta si arriverebbe a 6! Apriti cielo: cosa faranno a quel punto: non terranno buoni i risultati dal salto in alto fino alla staffetta?
  • Nell'elenco delle "gare" (2.1 del medesimo titolo), la prova dei 100 metri non è scissa in due-gare: batterie e finale. C'è scritto solo "100", rendendo ovvio che un'unica gara si completa nei due turni, anche se nominalmente è una gara sola. Dico ovvietà che bisogna dire: o qui ha sbagliato il legislatore (la Fidal) o chi l'intepreta ha preso una sbandata titanica e a questo punto probabilmente dovrebbe riferire ai propri superiori di riscrivere la norma. Quindi con quello che sembra un atto di imperio, impone la propria interpretazione restrittiva (e retrograda).
  • Ma poi: visto che la maggior parte dei velocisti poi partecipa alla 4x400, a quel punto chi esce in batteria può correre la staffetta regolarmente, mentre chi si è conquistato la finale, no. Altro paradosso. E se la staffetta diventasse a quel punto oggetto di scelta? Potremmo vedere rinuniciare alla finale dei 100, atleti più allettati a vincere un oro con la 4x400 piuttosto che arrivare ottavi nella finalissima, perchè no?
  • L'interpretazione è anche, se volete, decisamente lesiva della dignità dei master. Si è parlato di "tutela della loro salute" (in virtù della limitazione delle gare) cosa che sembra un abominio per chi (noi di Webatletica per primi) vedono ormai nel mondo master una categoria sportivamente evoluta. Non si è più nell'epoca pionieristica, e nello specifico le finali toccherebbero ad atleti fino a 60 anni (visto che le finali saranno previste solo con un numero superiore a 9 atleti confermati). Le categorie statisticamente più a rischio non sarebbero comunque toccate. Se poi si considera che tutti corrono grazie ad una certificazione medica e soprattutto che tutti sono ampiamente maggiorenni e nel pieno delle proprie capacità mentali, non si comprendono proprio le limitazioni di questo genere. In Svizzera non esistono limitazioni di sorta al numero di iscrizioni in una giornata (vero Pino?): in Italia non solo ci si ferma a due, ma si puntualizza pure su quelle, trovando cavilli e postille per mettere il bastone tra le ruote a chi vuole fare attività.
  • Infine: siamo alle solite. Qualcuno del Gruppo Giudici Gare ha un'impostazione culturalmente deviata: essere protagonista piuttosto che rendere protagonisti gli atleti. Le norme vanno rispettate, ma anche gli atleti. Se c'è spazio di interpretazione, questa non deve essere fatta a danno degli atleti, ma a loro favore. Non è mai accaduto il contrario da quando pratico atletica. Se andate in Svizzera a fare una gara (comunque la interpretiate) vedrete che hanno capito alcune cose basilari: gli atleti sono autosufficienti. Basta esporre l'elenco delle batterie appeso ad un muro, piuttosto che fare la "chiama" come al Palio di Siena: chi c'è c'è, se no el se rangia come diciamo noi da queste parti. State pur sicuri che la gara successiva si andrà ad informare sul muro giusto. L'unica verifica è sui blocchi di partenza (e anche qui: se uno non c'è, amen). Sul campo-gara il giudice è un amico, non un nemico o il poliziotto del gulag come succede qui in Italia. Ti chiama per nome, ascolta le tue piccole problematiche-da-gara (se manca un atleta, mi è successo più volte di poter cambiare corsia sui blocchi). E dire che in Svizzera riescono a completare una riunione con meno della metà dei giudici che si utilizzano qui in Italia e ci sarà un motivo.
Infine, ed è la prima volta che lo faccio utilizzando questo canale, faccio un pubblico appello alla Fidal e a chi dovrà disciplinare i Campionati: per favore, non applicate una norma che non esiste, a causa di un'interpretazione errata su chi non dovrebbe esserne destinatario, a danno della sportività di un intero mondo. Se è necessario, lunedì o martedì invierò questo testo direttamente in Fidal.

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