10/06/10

Demus Aurea al Golden Gala

Prima di immergerci nell'orgia romana master (sarà un lupanare quindi), il Golden Gala ha degnamento introdotto i Campionati Italiani di categoria. Non parlo subito di Asafa Powell, il personaggio. Ma parliamo di chi probabilmente ha fatto la prestazione migliore in termini assoluti, cioè Lashinda Demus. Perchè? Perchè il 52"82 dell'americana Lashinda Demus sui 400hs (a parte che in Italia quest'anno SENZA ostacoli, solo Marta Milani ha corso leggermente più veloce) è semplicemente l'11° tempo di sempre della storia della specialità. 52"82 che pareggia il secondo tempo di sempre della meteora greca Fanì Halkià (ve la ricordate? Una stagione da leone, il 2004 delle Olimpiadi greche e poi neppure più pecora). Ma Lashinda ha anche un 52"63, che la pone al 4° posto di sempre sugli ostacoli lunghi. I tempi sotto i 53" nella storia sono "solo" 26. Solo l'americana Kim Batten è riuscita a correre sotto i 53" 4 volte, le altre (Demus inclusa) è nel club dei "3" sub-53" (la primatista mondiale Yuliya Pechonkina è ferma a 2 ma con un 53"01). I 100 naturalmente sono coincisi con la potenza esplosiva strabordante di Asafa Powell: 9"82 con una leggera brezza a favore. Il tempo è il 21° tempo di sempre mai corso dall'uomo dalla creazione del mondo, il 64° sub-10" solo del giamaicano (quest'anno già 9"83 e 9"72 ventoso) che ha corso questo 9"82 già 4 volte nella propria carriera. Meglio di così ha già corso legalmente 7 volte (con un PB, come tutti saprete, di 9"72). Se aggiungiamo i tempi ventosi, Powell raggiunge i 69 caps sotto i 10". La prestazione rappresenta anche il 380° sub-10" legale (scevro da dopati, tempi ventosi e rilevamenti dubbi). E gli altri? Ancora una volta il francesino Lemaitre è sceso sotto i 10"10 (10"09) alla pari col connazionale Martial Mbadjock: battuto il norvegese Ndure che sarebbe sulla carta uno dei maggiori indiziati per il podio, in attesa di vedere Francis Obikwelu all'opera in una gara con condizioni normali. Simone Collio 10"29, è ancora una volta il migliore degli italiani, gli altri lontani almeno 1 decimo e sempre in attesa di conferme che arrivano a macchia di leopardo. Poi nella staffetta si è visto lo scheletro di quella che dovrebbe essere la formazione ufficiale: Tomasicchio, Collio, Di Gregorio e l'over-35 Checcucci, che sospetto sia stato l'ultimo stadio di un missile che cambierà ogiva quasi sicuramente (Cerutti ha già provato come quarto in passato anche se al momento risulta scomunicato; Andrew Howe è sempre lì, Galvan lo velevano addirittura provare come quarto frazionista salvo infortunio dell'ultimo secondo... ma non era un 200ista?). Scalpitano sicuramente più Roberto Donati e Jacques Riparelli, mentre La Mastra e Marani sembrano più seconde scelte (Marani magari fa il tempone sui 200 e lo mettono nella gara individuale). Torniamo al Golden Gala: gran 200 con Walter Dix che sembra aver preso una decina di kg dopo aver perso le treccine: grandissimo 19"86 davanti al mio pupillo Wallace Spearmon (20"05). Il tempo di Dix è il 58° tempo di sempre e la 166^ volta che l'uomo scende sotto i 20". 259° tempo di sempre nei 200 per Spearmon. Sui 400 Jeremy Wariner scende per la prima volta sotto i 45" quest'anno: 44"73, un solo centesimo meglio del tarantolato ostacolista Angelo Taylor (che dall'inizio dell'anno si è cimentato senza freni su 200 e 400). Wariner non sembra certo più quello visto sulle piste di tutto il mondo sino ad un paio di anni fa, anche se con tempi del genere oggi si primeggia lo stesso. Claudio Licciardello è ancora un pò lontano da 45"6/45"7 che gli darebbero una visibilità continentale. Dayron Robles detta la legge del più forte sui 110hs: 13"14 (319° tempo ab urbe condita). Il campione del mondo Leon Braithwaite solo terzo con 13"34. Nel lungo Dwight Phillips domina dall'alto del suo 8,42 (243° salto di sempre), annichilendo l'astro nascente, l'australiano Fabrice Lapierre (8,11 ieri sera e 8,78 ventoso a Perth, 7^ prestazione di sempre e 4° uomo della storia a saltare così lontano a favore di vento) e il fenomeno Irving Saladino (8,13). Nel peso l'americano Christian Cantwell lancia 21,67, tenendo ad una ventina di centimetri il canadese Dylan Armstrong e l'altro americano Reese Hoffa. Sapete quante volte un lanciatore nella storia ha lanciato oltre i 21 metri? 1355 e solo 419 sopra i 21,50.
Tra le donne i 100 vengono vinti da Moore LaShauntea con 11"04, davanti a Chandra Starrup con 11"14. Negli 800 della marocchina Halima Hachlaf (1'58"40) che riesce a battere la keniana-bresciana Jeneth Kepkosgei, si rivede Elisa Cusma, settima con 2'00"12. Gara quasi perfetta per 700 metri, poi è probabilmente sceso il buio e meno prosaicamente l'acido lattico. Ma manca più di un mese a Barcellona. Molto brava nella sua scia invece Daniela Reina, ormai votata alla causa del doppio giro di pista (2'01"09). Nel salto in alto è stata la volta della sfida annunciata tra Blanka Vlasic e Chauntè Howard-Lowe, entrambe finite a 2,03 ma con la croata a vincere grazie al minor numero di errori. Nella storia ci sono 494 gare superiori ai 2 metri: il 2,03 è la 73^ prestazione di sempre. Brava Antonietta Di Martino al rientro: 1,95. Agli Europei, Vlasic esclusa, si potrà combattere per il podio (magari con la Lamera).

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