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03/07/10

Gli over-35 a Grosseto: record della Rosolen e 4 medaglie "master"

(Elisabetta Artuso nel finale degli 800 - Foto Fidal) - Ci sarà un giorno in cui la membrana che separa il mondo "assoluto" da quello "master" verrà abbattuta, e dove si potranno vedere ai Campionati Italiani anche atleti di primo piano dell'atletica nostrana. Negli ultimi giorni ho ricevuto una mail di Claudio Rapaccioni con una disamina tecnica dei c.d.s. master: lunedì o martedì la pubblichiamo, per tornare a parlare del nostro mondo momentaneamente accantonato per dar spazio (anche con le dirette radio) all'Atletica assoluta. Per ritraghettarci nel nostro mondo, vediamo come gli over-35 si sono comportati a Grosseto. 30 i "master" presentatisi a Grosseto (14 uomini e 16 donne), con 4 medaglie portate a casa. Naturalmente non poteva essere diversamente per Nicola Vizzoni, classe '73, capitano della Nazionale, che si è limitato ad un "normale" 75,39. Le altre due medaglie al maschile le hanno vinte Marco Dodoni (1972) e Paolo Dal Soglio (1970) nel lancio del peso, con rispettivamente 18,10 e 18,00 (argento e bronzo). La quarta è il posto d'onore di Elisabetta Artuso (1974) negli 800, e penso che intimamente, assenti Cusma e Reina, pensasse al colpaccio. Dal lancio del peso, la 45enne Mara Rosolen (1965) catapulta la palla da 4 kg a 14,59 che è il nuovo record italiano di categoria (precedente stessa atleta, con 14,49 a Bussolengo i primi di giugno. Il risultato gli è valso il 5° rango nazionale. Un pò sottotono (si pensava francamente ad una medaglia) Andrea Alterio (1973) solo 6° con 14"28 sui 110hs. In qualche modo sorprende il sesto posto nel salto triplo di Leandro Mangani (1974) con 15,81, non lontano dal 16,00 di Buttiglione che rappresenta il record di categoria. Sesto come Maurizio Checcucci (10"45 sui 100), che, come Vizzoni, dovrebbe far parte della comitiva italiana per Barcellona. Non è il Checcucci del 2009 (10"26), ma è sempre un uomo tra i più veloci in Italia. Tra le donne, sfortunata Barbara Lah (1972), quarta all'ultimo salto della Pietrogrande: 13,14 per la Lah e 13,23 per la sua avversaria. Se al maschile la sorpresa tra gli over-35 l'ha destata Mangani, al femminile troviamo Maria Vittoria Fontanesi, 4^ sui 1500 con 4'17"33. Brava Mara Cerini (1971) capace di correre sotto i 2'10" (2'09"88) e capace di andare in finale negli 800, giungendo 7^. 7^ anche Silvia Casella (1972) nei 5000: 16'42"66. La Buga (Roberta Bugarini, 1969) un pò sottotono nell'alto (1,69). Ritirati due over-35 illustri: Patrizia Spuri e Gabriele De Nard.
  1. 01° Nicola Vizzoni (1973, martello) - 75,39
  2. 02° Marco Dodoni (1972, peso) - 18,10
  3. 03° Paolo Dal Soglio (1970, peso) - 18,00
  4. 05° Paolo Finesso (1975, 5000 mt) - 30'11"82
  5. 05° Davide Bressan (1975, asta) - 4,80
  6. 06° Andrea Alterio (1973, 110hs) - 14"29 in finale (14"28 in batteria)
  7. 06° Leandro Mangani (1974, triplo) - 15,81
  8. 06° Maurizio Checcucci (1974, 100 mt) - 10"45 in finale (10"53 in batteria)
  9. 10° Luca Giovannelli (1975, 110hs) - 14"59 in batteria
  10. 13° Emilio Filippi (1972, martello) - 54,02
  11. 14° Fabio Caldon (1975, giavellotto) - 59,95
  12. rit. Gabriele De Nard (1974, 5000 mt)
  13. rit. Diego Cafagna (1975, marcia)
  14. squ Stefano Longoni (1975, 110hs)
  1. 02^ Elisabetta Artuso (1974, 800) - 2'07"62
  2. 04^ Barbara Lah (1972, triplo) - 13,14
  3. 04^ Maria Vittoria Fontanesi (1974, 1500) - 4'17"33
  4. 05^ Mara Rosolen (1965, peso) - 14,59 (record italiano F45)
  5. 07^ Mara Cerini (1971, 800) - 2'11"20 finale (2'09"88 batteria)
  6. 07^ Silvia Casella (1972, 5000) - 16'42"66
  7. 09^ Alessandra Melchionda (1975, giavellotto) - 46,06
  8. 10^ Lorella Pagliacci (1968, 10000) - 37'58"36
  9. 11^ Lucia Pollina (1975, 800) - 2'12"99 (batteria)
  10. 12^ Maria Vittoria Fontanesi (1974, 5000) - 17'07"86
  11. 12^ Emanuela Baggiolini (1972, 400hs) - 51"80 (batteria)
  12. 12^ Pasqualina Proietti Pannuzzi (1971, disco) - 41,12
  13. 15^ Roberta Bugarini (1969, alto) - 1,69
  14. 17^ Enrica Carrara (1967, 3000 siepi) - 11'08"03
  15. rit Patrizia Spuri (1973, 800)
  16. rit Paola Mariotti (1969, 5000)

05/06/10

Super-Levorato in Coppa Italia: 11"59 - Belletti record nel giavellotto M40

Proprio qualche giorno fa, disquisendo con il Duca all'Arena Civica di Milano, ci si domandava preoccupati che fine avesse fatto Manuela Levorato. Perchè? Perchè di lei il Sigma non aveva più lasciato traccia dall'ultima gara di Lodi del settembre 2009. Poi perchè dopo l'intervista che ci aveva rilasciato qualche mese fa, la "Manu" la sentivamo essere diventata nostra "amica" virtuale, con tutti i buoni pensieri che accompagnano le sorti di chi consideriamo tali. "Ma tu hai letto qualche suo risultato da qualche parte?"; "Macchè, sai che guardo solo quelli dei nati dal '75 indietro". Invece era solo sulla rampa di lancio pronta per questo esordio in salsa "europea" allo Stadio Ridolfi di Firenze, teatro della vituperata Coppa Italia (per la formula e la conseguente mancanza di alcuni protagonisti di primo piano dell'atletica italiana). Piccola divagazione: ma avete visto la Coppa Italia, pur purgata del fascino proprio dello scudetto attribuito con i c.d.s., di alcune società, di molti atleti di primo piano, quanta più attenzione porti oggi (nei media) rispetto a quello che è la finale dei c.d.s. "civili" di oggi? Quanti più risultati degni di nota? Quanto si possa "parlare" di atletica (piuttosto che guardare disinteressati ad atleti di secondo piano che lottano per lo scudettino)? E invece la Fidal cos'ha fatto? Ha inventato quel mostro di Campionato di Società per le società civili, con mille regolucce stupide a paritre da quella del rientro degli atleti militari alla società d'origine. Ma quelli adesso sono pagati dallo Stato, da NOI! E invece rappresentano gli interessi PRIVATI delle società d'origine, che per i più grandi detrattori delle società militari dovrebbe essere considerato mille volte peggio, visto il "peculato" dei beni dello Stato! In quel giorno gli viene pagato lo stipendio? Tutto sembra derivare da una politica da oggetto di scambio (se uno , è lecito pensare che in questo mondo qualcun'altro riceva). Così ci rimangono questi surrogati del vecchio campionato di società, che era il vero laboratorio dell'atletica italiana, quello che metteva in vetrina il meglio (perchè costretti dai gruppi "statali" ad adempiere a questi obblighi). La morte in diretta dell'atletica italiana sull'altare delle elezioni federali del 2008.
Ma torniamo alle cose belle e felici: nel pomeriggio di ieri, mentro ero impegnato nella mia sfida personale a Donnas, il Duca mi ha poi mandato un sms "Manuela Levorato 11"59 a Firenze!". Evvai, grande rientro! Il bello è vedere sfilare dietro la regina indiscussa della velocità italiana al femminile, anche se la vera sfida (mancata) sarà con Aurora Salvagno (appunto assente). Per il momento, la capolista stagionale con 11"58, Giulia Arcioni, è stata messa dietro.
  • Velocità - Nei 100 maschili Simone Collio ha dimostrato di essere ancora una volta il più forte degli sprinter italiani. Aveva impressionato nelle settimane scorse Giovanni Tomasicchio, autore di un sensazionale 10"25 a Rieti davanti ad Andrew Howe. Ma poi, nello sprint, contano le sfide dirette: i tempi ottenuti fuori dalle Arene sono i ruggiti dei leoni nella savana, per incutere timore e potersela giustamente tirare nel backstage che porta ai blocchi di partenza. Tomasicchio si sfalda non appena incontra il vecchio leone navigato, Collio, inchinandosi anche all'ancor più vecchio leone (master) Maurizio Checcucci: 10"34 contro 10"46 e 10"47. Quarto (10"48) quel Jacques Riparelli il cui grido di dolore dopo la mala-esclusione dai mondiali di Doha (una delle più grandi prese per i fondelli di Arese&C s.p.a. ad un atleta) avevamo raccolto e divulgato, salvo poi accorgerci con sconcerto che lo stesso Riparelli, dopo aver menato fendenti a destra e manca per l'ingiustizia subita, la settima successiva a Doha si sarebbe presentato regolarmente al raduno della nazionale. Ma come? Vai fino in fondo!! Collio è comunque ancora il punto fermo, il resto della velocità italiana è ondivago, impalpabile: tutti ambiscono alla staffetta, ma forse il solo Collio e proprbabilmente Di Gregorio (anche se ha gareggiato col contagocce) sono al momento sicuri in una di quelle specialità dove la medaglia non è assolutamente una chimera. Su Fabio Cerutti pende ancora la scomunica della Fidal, ma che, siamo arci-sicuri, rientrerà se il Dio del tempo, Kronos, gli darà ragione facendo rimangiare alla stessa Fidal le proprie decisioni, esponendola ancora una volta al ridicolo (ma tanto è ridotta ormai allo Status di Circo itinerante). I 200 dimostrano di essere una specialità ostica per gli italiani: non so se si tratti della maledizione di Pietro Mennea, che allontana ogni forma di velocista decente da questa specialità. Stavolta complice anche il forte vento contrario, il solo Diego Marani scende sotto i 21" (20"99), mentre gli altri si perdono nella profonda caverna dei 21", compreso Fabio Cerutti dirottato per questioni di scuderia sulla prova più lunga (3° con 21"54).
  • Nei 400 maschili si rivede un altro dei nostri intervistati del passato: Andrea Barberi! Strafelici per questo: 46"06 per siglare il rientro di Andrea dopo un paio di anni di tribolazioni, con il sogno dell'olimpiade infranto sul più bello, dopo una stagione incredibile (il 2007) conclusa con il record italiano. Ora pensare ad una 4x400 competitiva agli europei di Barcellona non è affatto un azzardo: Licciardello, Barberi e Vistalli con tempi pari o inferiori ai 46". Manca il quarto incomodo. Al femminile Marta Milani, dopo aver preso qualche scoppola in Lombardia (l'ho vista soccombere personalmente a Gavardo su un 400), torna sotto i 53" e vince in 52"77. La Grenot, bontà sua, a metà giugno non ha ancora esordito: in Italia alcuni atleti-top (o meglio, i loro allenatori) hanno un ego superiore a quella di Bolt, Powell e Gay messi insieme (che hanno già corso 5/6 volte a testa) e centellinano le loro uscite come le apparizioni di Fatima. Li paghiamo noi, mentre Bolt & c. li pagano gli sponsor e c'è una sostanziale differenza di carattere etico.
  • Mezzonfondo: Nei 1500 vince l'eterno Christian Obrist (3'54"05) che di queste gare ne ha vinte una quantità infinita. Siamo sempre in attesa del salto di qualità, e, per parte mia, di quella "cattiveria" a livello internazionale gli possa dare più visibilità. Sembra sempre infatti timoroso, coperto, quasi impaurito quando gli avversari sono sulla carta più forti di lui. Poi l'altoatesino doppia sugli 800: 1'48"55. Nelle siepi sfida Matteo Villani vs Yuri Floriani su ritmi finalmente accettabili: 8'33"57 contro 8'34"15. Bisgonerà scendere di una decina di secondi per sperare in qualche cosa di importante anche in prospettiva Barcellona. A proposito: non conosco i limiti imposti dalla Fidal per partecipare agli europei. Sempre negli 800 si rivede il neo-over-35 Andrea Longo, 4° in 1'51"14: esordio sofferto, vedremo le prossime prove.
  • ostacoli: la gara sui 110hs ha dimostrato che è l'anno del finanziere Stefano Tedesco. A Firenze, in un contesto dove le prove veloci non si sono particolarmente messe in evidenza, ottiene 13"79, distanziando nettamente colui che negli ultimi anni aveva primeggiato sulla scena nazionale, Emanuele Abate, 14"10. Vento di un metro contrario. Nei 400hs si rivede Gianni Carabelli con un buon tempo: 50"66. Cosa gli avranno chiesto per partecipare agli Europei? Speriamo che questa seconda-vita sportiva del varesino coincida comunque con maggiori soddisfazioni. Tra le donne, (parlo dei 100hs) assente Micol Cattaneo (non so francamente che tipo di infortunio la tenga lontana dalle piste) sta dominando la scena da quest'inverno Marzia Caravelli, autrice di un pregevole 13"34 contro vento. I 400hs al femminile sono invece da un paio di anni una specialità in stallo. Benedetta Ceccarelli vince in 57"21 senza particolari patemi (era assente la Gentili, sua castigatrice un paio di settimane fa) ma i tempi del resto d'Europa, per non spingerci troppo lontano, sono leggermente più bassi. Proprio in questa specialità la Fidal quest'anno ha deciso di incrementare sensibilmente il minimo di partecipazione ai Campionati Assoluti, per invogliare qualcun'altra a qualche sacrificio in più.
  • salti: una bellissima gara di salto con l'asta al Ridolfi, con Giuseppe Gibilisco che regola Giorgio Piantella (al personale): 5,70 vs 5,60. Ancora una volta Gibilisco dimostra di essere una delle nostre poche carte giocabili a livello internazionale. Salto in alto (maschile) tecnicamente povero, così spazio all'impresa della bergamasca Raffaella Lamera, che ottiene un siderale 1,95, uno dei migliori risultati dell'anno a livello europeo. 1,75 per Roberta Bugarini (1969) che sfiora il record del mondo di categoria per 1 solo centimetro, ma contemporaneamente migliora di 1 cm quello europeo da lei stesso dentenuto. Nel triplo Fabrizio Donato salta un grande 17,00 metri mettendo a bada 3 arcigni avversari, tutti giunti a cavallo dei 16,50 (Schembri, Boni e Greco). Timidi cenni di ripresa da parte di Magdelin Martinez (13,86). Ma con queste misure a livello internazionale non si supera i turni preliminari. Brava Barbara Lah (1972) seconda con 13,00.
  • Lanci: Vizzoni c'è. 76,90 e un bel biglietto da visita con sullo sfondo le guglie della Sagrada Familia di Gaudì. Al terzo posto trovo Giovanni Sanguin (1969) che lancia 69,99. Il giovane promettente Gianluca Tamberi vince nel giavellotto (73,82). Al quarto posto troviamo invece quel Moreno Belletti (classe 1970) che con 64,51 ha stabilito la nuova Miglior Prestazione Italiana M40. La precedente appartenenva a Moreno Marson (60,33) e risaliva al 2002. Altro 40enne a dominare il peso: Paolone Dal Soglio con 17,81. Tra le donne Chiara Rosa torna su livelli che le confacciono: 17,99. Salis sopra i 70 nel martello (70,16).
Chi va in Coppa Campioni? La formula è davvero ridicola. 4 società militari e 4 società civili che per l'occasione hanno potuto godere di ulteriori "arrivi" in prestito, visto che, poverine, sono state falcidiate dal ritorno sotto le divise dei loro atleti di punta (pagati da noi). Lo spettacolo, volenti o nolenti, lo fanno sempre i soliti, cioè coloro che possoono fare atletica potendo contare su uno stipendio. Poi possiamo anche disquisire all'infinito sulla moralità della cosa (come più volte ribadito in questo articolo: soldi dei contribuenti). Ma vedere l'atletica italiana di vertice e contemporaneamente non vedere le squadre militari sembra essere una cosa impossibile e al momento quasi stupida: sono gli estremi di una medesima dimensione. Più si procede verso un estremo, meno si potrà "godere" di quell'altro. Quindi, oggi come oggi: o vogliamo un'atletica competitiva (e allora ammettiamo i gruppi sportivi militari, che nel frattempo, FFGG a parte, sono ridotti a pelle e ossa) o non ci lamentiamo se tornando da Mondiali ed Olimpiadi si vedrà lo zero stampato sulla fronte. Stravincono le Fiamme Gialle (che quindi andranno in Coppa Campioni) che danno alla Riccardi, Campione d'Italia di società "solo" 50 punti (cioè potevano batterla non presentandosi su 6 gare su 20). E questo nonostante gli "innesti" derivati dai prestiti. E se la Riccardi ha "tenuto" le altre società civili sono letteralmente naufragate, quando solo pochi mesi fa alla finale dei c.d.s. sembrava di assistere a scene di estremo giubilo. Tra le donne scudetto all'Esercito sulla Forestale. Terza l'Italgest (ma culturalmente i gruppi sportivi militari tra le donne hanno un'altra storia... più contenuta). Quarte le Fiamme Azzurre e solo quinta la SAI (campione d'Italia "civile").
E dopo tutto questo, due campionati paralleli, prestiti, rientri, allievi che fanno i c.d.s. con i pesi e le misure dei senior, espulsioni, scomuniche, allenatori-contro, c'è ancora chi pensa che in questa Fidal ci sia qualche cosa da salvare. E Arese, siccome ha una grossa carica di ironia, ha precisato pure che potrebbe ricandidarsi.

28/02/10

Italiani Assoluti: 1 argento, 3 bronzi e 4 record italiani dagli over-35

(Elisabetta Artuso in una gara open-air) - In un'edizione quasi da ritorno all'anno zero dei campionati italiani assoluti indoor, noi parliamo dei risultati degli over-35, che sempre più, edizione dopo edizione, conquistano spazi (lasciati vuoti da chi dovrebbe seguire) per mancanza di materiale umano. Pochissimi atleti al via, gare quasi sempre di modesto spessore tecnico (fatta eccezione per qualche vincitore di "nome"): se poi pensate che c'è pure un campionato di società collegato (il c.d.s. italiano consideratelo come lo scudo fiscale: favoriti alcuni soggetti in maniera disgustosa a discapito, a questo punto lo possiamo dire vista l'emoraggia di atleti di punta, PURTROPPO dei gruppi sportivi militari). 1 argento e 3 bronzi le medaglie conquistate dagli over-35, oltre che quattro record italiani di categoria (ancora una volta con gli 800 F35 a farla da padrona, visto che subiscono l'ottavo scossone in meno di due anni!). Da Andrea Alterio è arrivato un bronzo sui 60hs (8"06) che poteva essere qualcosa di più: probabilmente l'Alterio dell'anno scorso avrebbe vinto il titolo, ma ogni anno fa fede a sè, lo sappiamo tutti. John Mark Nalocca ha dimostrato di essere una spanna sopra gli altri (oltre che denotare un fisic-du-role superiore a tutti i presenti): peccato corra "solo" in 7"93. Nei 3000 7° Lorenzo Lazzari, e non so francamente se nei 1500 avrebbe potuto ottenere di più. Nell'asta 9° posto di Davide Bressan che quest'anno sembra inchiodato a 4,90. Il lancio del peso è diventato tradizionalmente un covo di over-35: Paolo Dal Soglio (de facto M40) lancia 18,06 e conquista il bronzo (il record M40 rimane quindi ad Alessandro Andrei, 18,49 nel 2000 a Genova). Dietro di lui 5° Marco Dodoni (1972) con 17,56. 12° Daniele Tiozzo (1973) con 14,66. Bronzo anche per la 45enne Mara Rosolen nel lancio del peso femminile: lanciare 13,94 gli è bastato per portare a casa la terza piazza. Se avesse lanciato come la settimana scorsa a Schio le sarebbe arrivato adirittura l'argento. Negli 800 femminili fuochi d'artificio (anche statistici!). Nella prima batteria Lucia Pollina (1975) corre in 2'12"54 e stabilisce il nuovo record italiano F35, abbassando il suo precedente record di mezzo secondo ma non riuscendo nell'impresa di qualificarsi per la finale. Nella stessa serie ritirata Patrizia Spuri. Passano una manciata di minuti e scende in pista Elisabetta Artuso (1974) che spazza via tutto così come aveva fatto all'aperto e cala la mannaia sul freschissimo record della Pollina: 2'10"84. Vinta la batteria. Staccata la Baggiolini, saltata verso i 400 metri per un contatto. In finale poi la Artuso addirittura arriva a ridosso della Cusma (conquistando l'argento) e stabilisce un record a questo punto davvero irraggiungibile: 2'06"98. 4^ Barbara Lah nel salto triplo a pochi centimetri dal podio (12,86 vs 12,93). Nella marcia Elisabetta Perrone con 13'29"89 ottiene il nuovo record italiano F40 (raggiungendo il 5° rango): più di 40" in meno del record di Milena Megli ottenuto nel 2008. Seguono le prestazioni di tutti gli over-35 agli italiani assoluti.
  • argento: 800 (2'06"98) - Elisabetta Artuso (1974) - Forestale
  • bronzo: peso (13,94) - Mara Rosolen (1965) - Fiamme Oro
  • bronzo: 60hs (8"06) - Andrea Alterio (1973) - Fiamme Gialle
  • bronzo: peso (18,06) - Paolo Dal Soglio (1970) - Carabinieri
  • 4^ triplo (12,86) - Barbara Lah (1972) - Italgest
  • 5°: peso (17,56) - Marco Dodoni (1972) - Forestale
  • 5° marcia (13'29"89) - Elisabetta Perrone (1968) - Forestale
  • 7° 3000 (8'18"75) - Lorenzo Lazzari(1974) - Fiamme Oro Padova
  • 7 ° marcia (13'32"59) - Orsini Gisella (1971) - Forestale
  • 9° asta (4,90) - Davide Bressan (1975) - Fiamme Oro Padova
  • 9° 800 (2'12"54) - Lucia Pollina (1975) - Cus Palermo
  • 12° peso (14,66) - Daniele Tiozzo (1973) - Riccardi
  • 13^ 800 (2'19") - Emanuela Baggiolini (1972) - Cus Cagliari
  • ncl peso - Gianluca Francioni (1973) - Fanfulla Lodigiana
  • rit 800 - Patrizia Spuri (1973) - Forestale

22/03/09

Per il 2010 grandi rivoluzioni nei record maschili?

Se la federazione internazionale, la WMA, avesse adottato il sistema italiano nell'attribuire i record mondiali (anzichè le date di nascita) Bernard Lagat, keniano naturalizzato statunitense, classe 1974, avrebbe ottenuto un incredibile filotto nel mezzofondo indoor: 1500, miglio e 3000. Il 3'36"82 sui 1500 è inferiore al 3'37"40 del grande interprete delle manifestazioni indoor, l'irlandese Marcus O'Sullivan. Nel miglio il 3'51"34 demolirebbe il 3'58"13 dell'altro specialista Eamonn Coghlan. Ed infine il 7'35"41 sui 3000, sarebbe più di 5" inferiore del tempo del campione olimpico Dieter Baumann. Ma Lagat è del '74 e bisognerà aspettare il 2010 per vedere se riusicrà a imitare (o migliorare) le prestazioni indoor del 2009. Dragutin Topic, per parte sua, ha sfiorato il suo stesso record di 2,30 (saltando 2,28), mentre l'americano Derek Miles (classe '72) si è avvicinato al mpm di Jeff Hartwig (5,82 vs 5,88) nel salto con l'asta. Anche per il bulgaro Nikolay Atanasov vale lo stesso discorso di Lagat: l'8,11 nel salto il lungo gli farebbe ottenere un posto nella storia come primo over-35 sopra gli 8 metri. Il record "listed" attuale è il 7,98 del rumeno Bogadn Tudor. Ma siccome Atanasov ha "solo" 34 anni e qualche mese, è necessario il remake del salto di Torino (e magari la stessa pedana...) per entrare nella storia dell'atletica "master". Impossibile ad oggi il record del triplo (visto il 17,44 di Sir Jonathan Edwards), ma lo stesso, il 16,48 del tedesco Friedek è un salto notevole. Nelle liste mondiali IAAF compaiono anche 3 italiani: Andrea Alterio con il suo 7"76 nei 60hs, Paolo Dal Soglio (l'atleta più "anziano" del mondo nelle liste indoor del 2009 al maschile) e Marco Dodoni. Entrambi nel peso.