Nemmeno il tempo di rimanere allibiti dalle cancellazioni eccellenti ai prossimi mondiali di Daegu (due possibili-probabili finalisti come Steve Mullings e Mile Rodgers) che subito si mette in evidenza un altro sprinter, ancora di estrazione caraibica: Richard Thompson. Due giorni fa, sulla pista di Port of Spain, Trinidad & Tobago, Richard sciabola un incredibile 9"85, che è un pezzettino di storia atletica dello sprint, indubbiamente. 46° crono di sempre, 9° performer, che eguaglia gente come Justin Gatlin, uno degli sfidanti epocali di Carl Lewis, Leroy Burrell, la meteora Olusoji Fasuba, e uno degli sprinter del momento: proprio quel Mike Rodgers che rischia di non accovacciarsi sui blocchi nelle batterie dei mondiali per essere stato beccato con degli stimolanti nelle urine (e non certo per minzionare meglio). E così, via due, dentro uno: anzi, dentro due, perchè il sostituto di Steve Mullings è quel Nesta Carter che l'anno scorso a Rieti carbonizzava la pista in 9"78, quarto uomo della storia dei 100 metri. La finale a questo punto potrebbe vedere 4 giamaicani, Dix, Gatlin, Thompson e Lemaitre. Alla somma di 8, toglietene uno per le più disperate motivazioni (false partenze, tremarella, crisi amorose) e potremmo comunque già avere un bel quadretto d'insieme di quella che è la gara più attesa dei mondiali.
Tornando a Thompson, faccio alcune considerazioni. La prima è che ha ottenuto il suo personale migliorandolo di 4 centesimi. Aveva infatti il famoso 9"89 corso nella finale olimpica di Pechino dove conquistò l'argento arrivando comunque... primo, nella gara riservata agli umani. Quindi non proprio l'ultimo dei moikani. 8 le volte in cui è sceso sotto i 10", l'ultima delle quali risale a due anni fa, nella finale dei 100 metri ai mondiali di Berlino, dove giunse 5° con 9"93. C'è da dire che Thompson riesce ad essere sempre performante nelle occasioni che contano (finali mondiali e olimpiche), e questo dovrà essere tenuto presente da tutti coloro che vogliono vincere medaglie (perchè no, a questo punto anche dall'oro in giù) a Daegu. Altro aspetto: Thompson ottiene il record nazionale di Trinidad: cancellato il 9"86 di Ato Boldon, che cozzò contro questo tempo addirittura in 4 circostanze prima di ritirarsi.
Infine, guardando i risultati della gara di Port of Spain, si evidenziano alcune cose molto interessanti: Trinidad & Tobago potrebbe essere la formazione alternativa a Giamaica e USA nelle staffette veloci: infatti dietro a Thompson si è piazzato Keston Bledman (figlioccio di Braumann e compagno di allenamento di Tyson Gay), con 10"06 (quest'anno 9"93 a Clermont, Florida). Terzo il "vecchio" Aaron Armstrong (34 anni e 10"07), e vicinissimo al proprio PB di 10"03. Solo quarto Marc Burns, con 10"09 (finalista ai mondiali di Berlino, Osaka, Helsinki e alle Olimpiadi di Pechino). Poi Callender 10"12 e Darrel Brown 10"13. Quest'ultimo fenomeno di incredibile precocità che all'età di 18 anni, dopo aver strabiliato nelle categorie allievi e junior (10"09 all'età di 17 anni), nel 2003 arrivò secondo ai mondiali di Parigi Saint Denis con 10"08 ad un solo centesimo dal vincitore Kim Collins in una gara che col senno di poi fu riscritta (squalificati Tim Montgomery e Dwain Chambers per doping). Gara comunque molto veloce, quella di PoS: 2 record personali, e 4 record stagionali.
Per concludere: nella gara femminili dei 100 metri, tale Semoy Hackett con il vento contrario di 2,2 avrebbe corso in 11"00: se non è sbagliato il dato del vento, un altro fenomeno caraibico. Nei 200 maschili, Rondell Sorrillo con 1,6 corre in 20"16, che stando alla scarsa attenzione nella specialità durante il 2011, rischia di essere tempo da finale mondiale, a pochissimo dal discorso medaglie (occhio a Dix: ricordate questo mantra). 6° tempo mondiale dell'anno, ma Steve Mullings è fuori per i noti motivi, Rakieem Salaam non ha passato le forche dei trials americani, Nickel Ashmeade non ha la forma di maggio... occhio a Sorrillo quindi.