11/12/11

Europei di Cross: la speranza è... master

(foto di Giancarlo Colombo/Fidal) - Fa un pò senso leggere la cronaca della gara senior femminile di Velenje, in Slovenia, sul sito della Federazione Europea e scoprire ad un certo punto come Nadia Ejjafini sia considerata la "italian hope", ovvero la "speranza italiana". Nadia Ejjafini è una talentuosa ragazza del 1977, ovvero 34enne nell'anno in corso. Tra tre settimane sarà (per la gloriosa Federazione italiana) in via teorica tesserabile come F35, quindi... master. La seconda delle italiane (e seconda prestazione di tutta la spedizione azzurra) è risultata essere Valeria Straneo, classe 1976, quindi già master de facto da quest'anno. Prendiamo atto che la speranza azzurra è... master visto che dalle giovani non si vede nulla da anni luce. La Ejjafini ha il merito di aver fatto una grande gara, premiata di una prestigioso 4° posto, che è il migliore mai ottenuto da una azzurra nella storia del campionato Europeo: prima di lei il miglior posto era il 9° ottenuto da Patrizia Tisi a Edinburgo 2009 e Sabrina Varrone a Oeiras nel 1999. La preistoria atletica. La Straneo invece, ottiene la 4° prestazione azzurra di sempre, dopo le 3 citate atlete ma al pari di una top-runner come Elena Romagnolo (10^ a Bruxelles '08). Una delle vere speranze del mezzofondo italiano, Valentina Costanza, arriva solo 48^ (su 49 al traguardo) ma probabilmente vittima di qualche crisi fisica. 6^ la formazione italiana nell'overall a squadre con 101 punti ( punteggio di sempre nelle 18 edizioni di campionati europei al femminile): la miglior prestazione italiana è stato il posto raggiunto in 4 circostanze.
Al maschile prova da 7 per Stefano La Rosa, che arriva in fondo al 14° rango, che è il 20° piazzamento di sempre maschile azzurro su 104 presenze-gara nelle 18 edizioni di Campionati Europei. E' anche il suo miglior piazzamento personale nei 4 caps vantati (era giunto 15° a Dublino nel 2009). Gabriele De Nard, a 37 anni e alla 15^ presenza consecutiva, giunge 17°, che è la sua 5^ prestazione di sempre (al pari di altre due) in una carriera culminata con il posto a Thun nel 2004 (miglior prestazione di sempre di un italiano agli Europei di Cross). 23° posto per l'esordiente Kaddour Slimani, che aiuta l'Italia arrivare al posto, che su 18 edizioni significa la 12^ prestazione di sempre così come 12° è il punteggio (84 punti). Insomma nulla di nuovo sul fronte. Soprattutto non ci sono giovani all'orizzonte.
Le note dolenti arrivano appunto dai giovani: nessuna atleta presente tra le Under 23, che in tutte le edizioni di Campionati Europei sono riuscite a presentare una squadra completa in solo 4 edizioni. Tipico della politica-sportiva più becera della Fidasics: meglio non mostrare nulla se non va bene. 
Patrick Nasti tra le promesse giunge 11°, che è la 5^ prestazione di sempre di un italiano al Campionato Europeo tra gli Under 23. Sensibile il suo miglioramento rispetto alla scorsa edizione di Albufeira dove giunse addirittura 55°. Non altrettanto bene gli altri italiani, che hanno portato la formazione all'11° posto tra le nazioni europee, ovvero il 5° rango di sempre su 6 edizioni in cui la categoria è stata presentata agli Europei. 
Disastrosi gli junior, dove si salva solo Giuseppe Gerratana con il 20° posto. La squadra arriva addirittura 15^, ovvero nettamente la peggior prestazione di sempre con 262 punti conquistati (più se ne ha, peggio è...). Il peggior piazzamento fino a quest'anno, era l'11° rango con 183 punti del 2003 ad Edimburgo. 
Infine presenza incolore nelle junior, con solo due atlete (Virginia Abate 35^ e Martina Marlo 66^) e il mancato inserimento nella classifica finale.
Il grande lavoro di questa Fidal si sta comunque vedendo: la naturalizzazione degli stranieri di seconda generazione è ormai alle porte, e così finalmente ci sarà una boccata d'ossigeno ad una specialità che alla Federazione non sanno nemmeno che esista più. 

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