17/05/10

Scoop-Webatletica: la guerra tra i (poveri) velocisti italiani fa una vittima: Fabio Cerutti

(nella foto, una staffetta che non vedremo a Barcellona... c'è un Fabio Cerutti di troppo) - Notizia che ha dell'incredibile e che grazie alle radicate conoscenze del Duca emerge solo oggi. Una guerra intestina nel gruppo di velocisti italiani più rappresentativi: una terremoto in un bicchiere di limoncello, considerata la nomea della specialità velocistica italiana a livello internazionale (l'ultimo semifinalista in una grande manifestazione internazionale è stato Madonia a Tokyo '91, 19 anni fa). Nonostante questo, costoro sarebbero riusciti (condizionale d'obbligo) ad arrivare a farsi guerre tra poveri, come sapientemente ha intitolato nel proprio pezzo il Duca. La vittima sarebbe Fabio Cerutti, inibito (fonte Gazzetta) ad indossare la maglia azzurra della nazionale per un anno intero. Le cause? Leggete il brano qui sotto... Grazie "Castrado" Arese e grazie prof Uguagliati: due fari nella nebbia del'atletica italiana.

LA GUERRA DEI POVERI

C’è uno straordinario libro di quasi cinquant’anni fa che, al di là di come la si voglia vedere in un epoca in cui i valori non esistono assolutamente più, racconta cos’era la vita un tempo, cos’era e cosa è stata la guerra, cos’è realmente la sofferenza e cosa significa credere in un ideale con la successiva presa di coscienza di aver sbagliato tutto e dover cercare, in qualche modo, di recuperare. E’ la storia autobiografica di un partigiano della seconda guerra mondiale, Nuto Revelli, che descrive in modo sublime una delle pagine piu’ tristi e drammatiche della recente storia d’Italia, la ritirata dalla Russia in cui oltre 14000 persone morirono e le altre 4000 che sopravvissero si ritrovarono, una volta tornati, a dover scegliere da che parte schierarsi nell’ultima parte di quell’assurda guerra in cui ci si uccise, tra vicini di casa, per il colore diverso di una camicia. La guerra dei poveri, appunto e, vi sembrerà strano, lo spunto per tale citazione me l’ha dato un episodio curioso avvenuto in questi giorni nel mondo dell’atletica italiana che conta, si fa per dire, ed è passato ovviamente sotto poche righe battute da qualche quotidiano sportivo. Fabio Cerutti, velocista azzurro dell’Atletica Riccardi, è stato escluso per un anno dalla possibilità di partecipare alle staffette italiane nelle massime competizioni internazionali, per non aver risposto alla convocazione federale di un raduno collegiale. Per quelli che non lo conoscessero, Cerutti è uno dei piu’ forti specialisti italiani nei 100 mt., con un personale di 10”13, ed anche nei 60 mt. indoor dove, l’anno scorso, con 6”56 ha conquistato una medaglia d’argento agli Euroindoor di Torino. E’ quindi un ottimo atleta, dotato di una partenza bruciante, talora anche troppo, nel senso che spesso incappa in qualche falsa partenza che, con i nuovi regolamenti, potrebbe dargli non pochi problemi. In ogni caso uno dei velocisti di punta della nostra nazionale che, sicuramente, a livello di staffetta 4x100 quest’anno agli Europei di Barcellona potrebbe provare a centrare un podio che, si sa, di questi tempi sarebbe visto come un’oasi nel deserto. Ed allora perché tanta rigidità, per non aver partecipato ad un raduno collegiale, pur in presenza di una disposizione che appunto prevedeva tale punizione estrema?? E qui entriamo nel campo dei pettegolezzi, ma devo fare informazione e mi sembra doveroso riportare anche delle voci che, a ben vedere, potrebbero essere veritiere. Il buon Cerutti ha effettivamente saltato il raduno federale, ha realmente fatto questa cosa gravissima dettata dai massimi vertici federali, ma pare abbia anche fornito le opportune giustificazioni, inviando preventivamente una lettera che motivava la sua assenza con l’imminente matrimonio, i preparativi per lo stesso e, pare, la consegna di alcuni mobili che doveva avvenire proprio in quei giorni del raduno. Ed allora nessuna indulgenza? Sembrerebbe di si, nel senso che gli sgherri di Castrado avevano accettato in un primo tempo la giustificazione e passato sopra all’assenza di Cerutti, salvo che, udite, udite, alcuni suoi compagni di nazionale avrebbero sottoscritto una lettera in cui avrebbero chiesto ai tecnici preposti di far rispettare la norma e cosi’ sarebbe scattata la clamorosa squalifica. Ora non posso chiaramente fare nomi e cognomi e, ribadisco, si tratta di un pettegolezzo che forse mai sara’ confermato ufficialmente. Rimane certa la squalifica, rimane certa la lettera inviata da Cerutti in cui giustificava ampiamente i motivi della sua assenza, rimane certo pensare che ci si possa privare di un atleta di spicco per un cavillo procedurale, rimane certo il fatto che tra Cerutti e un altro velocista italiano esiste da anni una grande rivalità ed antipatia reciproca. Nella pochezza assoluta dell’atletica italiana, in che altro modo si potrebbe definire questa squallida vicenda se non …… la guerra dei poveri. IL DUCA

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