 (nella foto, Roberto Bolle, ballerino freelance)
(nella foto, Roberto Bolle, ballerino freelance) - Ho appena scoperto che 
Roberto Bolle,  l'Etoile della Scala, di fatto successore dell'inimitabile Rudolf  Nureyev è diventato... master. Non vi sto prendendo in giro, giuro. Un  altro 
over-35  in più e sicuramente di primo piano sulla scena internazional-artistica. Sapete  perchè lo cito? Per un suo aforisma che ho appena letto e che fa  riflettere: "
Il fisico risente dello  stress che subisce il corpo e anche di quello psicologico. E' naturale  che il pubblico e la compagnia che aspettano l'artista ospite abbiano  gli occhi puntati su di lui e si aspettino la grande performance.  Bisogna stringere i denti e mascherare qualsiasi problema fisico. Non si  può sbagliare". Dell'aforisma che lo riguarda, vestiamoci di ciò  che più ci interessa: non siamo campioni e anche se vincessimo decine  di titoli mondiali (master), tutto avrebbe una sua dimensione. Una cosa è il Convent Garden,  il Bolshoi, l'Opera e la Scala, un'altra lo stadio di  Lahti, di Riccione... Voglio sottolineare l'altro aspetto: noi master (ma  non solo), spesso ci presentiamo alle gare e nel 
pour-parlè pre-gare lamentiamo i  nostri incessanti infortuni: scuse? Troppo triste sostenere questi  discorsi. Se ci si presenta ad una gara è perchè... si può correre! Si  ha voglia di gareggiare e divertirsi: perchè doversi continuamente  giustificare? Non dobbiamo dimostrare nulla a nessuno, no?! Mi ha  scritto una mail recentemente un master di primo piano del nostro mondo:  non ha mai detto nulla del proprio (serio) infortunio (benchè io stesso  avevo notato qualche cosa, guardandolo da fuori... ora si è operato e  dovrebbe essere tutto a posto), benchè abbia inficiato di parecchio le  sue prestazioni...  un Signore, non c'è che dire (ed io che mi sono  lamentato di qualche piccolo strappettino!). Siamo entusiasti del nostro  piccolo mondo! Le dinamiche dei "senior" non ci devono appartenere.  Chiusa parentesi. Torniamo alle gare dei master del fine settimana, dove  segnalo il probabile record mondiale di 
Gabre Gabric nel lancio del peso F95 col  nuovo attrezzo da 2 kg. Segue una piccola cronaca dei migliori risultati del fine settimana, e un pò di risultati in AGC. Buona lettura.
- Dopo che nello scorso fine  settimana aveva parlato della pioggia di record spurii, sottolineando il  fatto che gli unici record in specialità "olimpiche" erano stati quelli  di Umbertina  Contini (la demolizione del record F60 dei 200, ed il pareggio di  quello dei 100 a 15"17), a Scorzè la stessa Contini con un colpo solo ha  cancellato l'affolata lavagna dei record dei 100 F60 e ha scritto una  nuova entusiasmanete pagina di masterismo made-in-Italy: 14"70 con 1,1  di vento a favore (92,15%). Elenchiamo: prima donna italiana sotto i 15" (dopo i  60 anni), anche se Emma Mazzenga ha corso un 14"8 manuale (ma che si sa, la  trasposizione in tempi elettrici pone poco al di sopra dei 15"). Tre  tempi tabellati per la Fidal cancellati in un solo botto: i due 15"17  della stessa Contini e della Sangermano, e il già citato 14"8 manuela di  Emma Mazzenga13"89Emma Mazzenga: 17"70 (91,67%) contro  il 17"06 corso a Lubiana nel 2008 (virtualmente il 100 F60 più veloce  della storia in Italia). 4° record italiano per la portacolori  dell'Atletica Città di Padova nel corso del 2010 (due volte i 100, i 200  outdoor e i 60 indoor. Per aver una pietra di paragone internazionale,  il record europeo dei 100 F60 è il già citato  della Hoffman (e la  Contini a livello internazionale sarà de facto W60 solo da agosto). 12°  record detenuto dalla Contini (staffette nazionali incluse): il più  veccho ancora detenuto è quello nei 100 F45 manuale: 12"9 nel 1998.  Sempre a Scorzè, non troppo lontana dal suo record 
- A Reggio Emilia  c'è mancato poco che Marco Morigi (1960) l'uomo-nuovo della velocità in salsa  master, dopo aver riscritto la storia dei 60 indoor M50, potesse  riscrivere quella dei 100... sempre M50. Con un vento di soli 0,5 a  favore ha infatti fermato Chronos, il Dio del Tempo, a 11"74, soli 6  centesimi peggio dell'11"68 stabilito solo un anno orsono da Salvino Tortu  (1959). Sempre secondo le vecchie tabelle, il risultato equivale a un  notevole 93,52%  AGC. La stagione all'aperto è solo iniziata, ne vedremo sicuramente  delle belle. Nella scia di Morigi, ottimo 12"12 (91,17%)  di Massimo  Clementoni (1959) che, avendo saltato praticamente tutta la  precedente stagione all'aperto 2009, entra nell'Arena dei tori con  affilate banderillas. Anche lui è della partita. Lamberto Boranga  (1942) piazza il miglior salto dei master del fine settimana in termini  di AGC: 10,63  e 92,82%.  La gara "reale" è stata poi vinta da Diego Zambelli, 1971, con 12,71. Per  una volta Luigi Ferrari non ottiene la miglior prestazione over-35 del  fine settimana: il suo 4'30"25 sui 1500 gli fa ottenere un quasi-90 (89,95%),  inferiore al 90,01% di Vincenzo Andreoli  (1957) a Scorzè, totalizzato con 2'12"48 sugli 800: sono nella stessa  categoria.... scintille. Vicinissimo anche l'M45 del 1961, Marco Moracas: 4'26"62 e 89,56%.
 
- A Novara,  Campionati Regionali Master. Nella velocità in grande evidenza l'M40 Mauro Graziano:  11"53 e  23"38 (91,45 e 91,79%), che  per un proditorio infortunio ha praticamente dovuto bypassare la  stagione indoor. L'M40 Stefano Quazza balza a 1,96 (88,47%), mentre nel lancio del peso lo  stilista Ottavio  Missoni sfiora... i 100! Ebbene sì, il suo 8,52 lanciato  a 89 anni gli vale 98,26%, miglior punteggio AGC del weekend. Segnalo altresì  che Daniela  Ferrian ci ha davvero preso gusto che la sua nuova "dimensione"  over-35: 28"69  e 87,70%.  Il record italiano di categoria (28"34) appartiene ad Elena Montini, e  questa è davvero una cosa strana, visto che corre solitamente 800 e  400. Nel lancio del peso, si rivede in pedana la star Gabre Gabric:  secondo il data-base Fidal è del 1914, F95. Il suo lancio è di 5,20 con il  nuovo attrezzo da 2 kg: nuovo record italiano, gioco-forza! L'AGC mi viene  quasi paura a scriverlo: 162,00%, qualcosa di inimmaginabile. Domanda: sarà il  nuovo record del mondo? Direi di sì, visto che la Kotelko è ancora M90 e  sicuramente non dovrebbero esistere altrettanto W95 in circolazione  (Ruth Frith non è W100?). A chi lo diciamo?
 
- A Milano,  dopo oltre un anno di assenza a causa di alcuni infortuni, c'è il  ritorno dell'asso albanese Arben Makaj (1967): con un tornado di vento  contro (-2,8) corre "tranquillamente" (come mi ha comunicato via sms) in  11"42 (91,69%)  Permettetemi di essere contento per il ritorno di Arben, una persona  cristallina e modesta come poche mi è capito di conoscere. Sui 400 mi  sembra d'obbligo segnalare due prestazioni: quella di Paolo Bertaccini  (1965) che ha corso il giro della morte in 54"28 (88,16%), tempo che si lascia andare  ad un commento: siamo di fronte all'uomo del posto d'onore nella  categoria M45? Mi vengono in mente Fausto Bianchi e Giuseppe Romeo,  quali ulteriori personaggi "da podio" (quest'ultimo distraendolo solo  per un attimo dagli 800, sua gare principe). Una 4x400 principesca.  Sempre nei 400 milanesi, ottimo 56"40 (88,40%) di Carlo Vismara (1959), recente recordman  dei 500: assente Ettore  Ruggeri (ma che fine ha fatto?) è lui l'uomo da battere nel giro  di pista M50: io segnalo solo che dal Brasile tornerà tra pochi giorni  (e per un mesetto circa) Antonio La Capra (1960), che in una assolata gara a Fortaleza a  febbraio (là era piena estate) ha fermato i cronometri a 54"62:  vediamo se riusciamo a portarlo giù all'Olimpico. Passando agli  ostacoli, suggerisco sempre di guardare su che piste va Stefano Longoni  a gareggiare: in 3 gare all'aperto ha viaggiato ad un media superiore  ai 2 metri al secondo di vento... contro. Al Giuriati "solo" 1,7  (contro) e 15"15  (85,22%).  Stefano, non venire a Donnas (se mai dovessero esserci gare), per  carità!
- A Genova si rivede finalmente Alessandro Gulino (1973, 5° ai mondiali  di Lahti e campione d'europa in carica sui 400 a Lubiana-08), che  proprio sul giro di pista ottiene 50"47 (89,48%): già in palla.
- A Pavia è  andato invece in onda il meeting internazionale "Della Valle"  (freddo e bagnato raccontano i tesrimoni oculari), con alcuni over-35  (di primo piano) della nostra atletica in evidenza. Del resto, coi  minimi everestiaci (bello il neologismo, no?) previsti, non sarebbero  potuto essere altrimenti... perchè non inserire una gara master, come  fanno negli USA in tutti i grandi meeting? Questione di cultura  generale: in Italia i master sono il 65% dei tesserati, ma contano per  l'1%, vengono considerati indistintamente tutti come M90 (con tutto il  riverito rispetto a chi pratica atletica oltre i 90 anni e che porta  tanto lustro al nostro mondo) e per loro non si specano due righe. Mai.  Comunque sia, nei 100 Maurizio Chceccucci corre in 10"44 (95,74%, dopo una batteria a 10"64): primo  italiano al traguardo, davanti a tanti giovani virgulti nazionali che  stantano a crescere. Non c'entra coi master, ma è giusto ricordare il 45"97 di Marco Vistalli sui  400: gran tempo. Nei 400hs, il nostro amico cubano Aramis Diaz Martinez (non  lo conosciamo, ma virtualmente, visto che è nato nel 1974, è uno di  noi) vince la gara con 51"09 (95,93, miglior prestazione di un over-35 in  Italia nel fine settimana). Sorpresa (in chiave master) nei 1500  femminili, dove Maria  Vittoria Fontanesi (1974, 88,22%) batte Silvia Casella (1972, 89,14%): 4'29"84 a 4'30"86. 
- A Bari,  Marcello De  Cesare (1974) lancia una bordata nel giavellotto a 62,80 metri (67,56%). Nei  200 Zaccaria  Facchini (1957) 25"33 e 90,34%. 
 
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