25/05/10

Master: pensieri sparsi

(la finale dei 100 agli Assoluti di Cagliari 2008 - Foto Fidal) - La discussione su Cagliari quale sede della finale dei c.d.s. ha sollevato un polverone inaudito. Come argomentato nel precedente articolo, Atleticanet si è fatta cassa di risonanza delle maggiori società master (debitamente elencate). Una addirittura ha esposto il petto al plotone d'esecuzione al fine di ospitare l'eventuale spostamento di sede: chiedere è lecito, per carità. Non voglio entrare nel merito della questione, perchè merito non c'è: la sede della finale dei c.d.s. è Cagliari. Punto. Sarebbe anche un pericolosissimo precedente: ma ve lo immaginate cosa significherebbe se ad ogni sollevazione di alcuni soggetti si dovessero cambiare le sedi dei vari campionati? Sono riflessioni che vanno fatte prima, discusse prima, e le regole decise prima che si prendano decisioni tanto importanti. La nostra proposta è sempre la solita: che la Fidal acconsenta alla creazione di una commissione consultiva di rappresentanti di atleti e società master (e l'esempio che porto è sempre il solito: i master spagnoli) che si seggano a tavolino con chi rappresenta in seno alla Fidal i Master, ed insieme ad essi discutano su come questo mondo dovrebbe essere (meglio) gestito. Poi la Fidal, in qualità di organizzazione statutaria ha tutti i diritti di infischiarsene di ciò che la commissione eventualmente proporrebbe o suggerirebbe, per carità: ma sarebbe il primo deciso passo verso i master, e non il loro sistematico abbandono a scelte dettate dalle convenienze politiche, da campagne elettorali varie, da ripicche personali, malumori, interessi. Leggevo su Noivelocisti.net un commento del nostro amico Edgardo Barcella (risalente a marzo in verità) su una teorica proposta avanzatagli da un consigliere nazionale in Area Master, di un ulteriore autotassazione di 1 euro su ogni tesserato (master). Ciò al fine di avere a disposizione degli stessi master un piccolo tesoretto di 65.000 euro (1 euro moltiplicato per i 65.000 tesserati circa come master) da poter destinare all'attività di vertice. Edgardo, sai qual'è la cosa pazzesca? Non è la legittima richiesta che un determinato ambito del mondo master venga agevolato (che poi sarebbe un volano per attirare altri over-35), ma che qualcuno possa proporti una cosa del genere, quando i master al momento sono quelli che versano già di più tra le diverse categorie (in Lombardia un tesserato Master paga 10 € contro gli 8 € dei senior e il quasi-nulla delle altre categorie). E a fronte di qesta evidente sperequazione, proporre una cosa del genere, a me, che devo cercare di tenere a galla una piccolissima società sportiva, sembra una grande presa in giro. Anche perchè, Edgardo, i master versano la gran parte del budget Fidal e non ricevono assolutamente nulla in cambio. La proposta, da chi ci rappresenta, doveva essere: mi impegno a far sì che una parte infinitesima dello sterminato budget della Fidal (l'1%?) finisca ai master. Federalismo fiscale, lo chiamano così da queste parti del nord.
Ci rendiamo conto che sull'ultimo numero di "Atletica" in 68 pagine non è stata sprecata nemmeno una virgola per i master? Nonostante i Mondiali di Kamloops e gli Italiani Individuali di Ancona? Era evidentemente più importante la pubblicità a pagina intera di un certo brand di abbigliamento sportivo che guarda caso è affine a qualcuno che occupa ruoli importanti nella gerarchia Fidal. Secondo voi, nonostante i fiumi di denaro versato dagli over-35 (vi ricordo anche le tasse di affiliazione e quelle sulle iscrizioni alle gare!) non avremmo avuto diritto almeno ad una riga? Ho voluto vedere chi gestirebbe la rivista, e con sommo rammarico ho notato che riveste uno scranno da Direttore è Stefano Mei.
Scusatemi, ma non si può più sostenere che le risorse debbano andare integralmente al resto dell'attività (che non sia master), perchè altrimenti i master diventano un fondo di beneficienza, un salvadanaio... il bancomat di una Federazione che poi inopinatamente sperpera tali obuli (visti i risultati). E Arese, poi, si permette pure di venirci a raccontare le solite cazzate sui fondi della medesima rivista di regime. Ma poi, ci facessero partecipi delle loro decisioni!! Ve la immaginate una società per azioni, dove chi detiene più del 50% delle azioni, viene sistematicamente bastonato da chi ne ha sì e no l'8%? Questo è quello che succede, ragazzi, praticamente. Noi non si vuole nè il 50%, nè il 40%, nè il 30% delle risorse: è giusto che l'attività di vertice (e soprattutto quella giovanile) sia sostenuta. Basterebbero persone serie, con poteri decisionali (e che possibilmente non si facessero la guerra) e un minimo di risorse (il 5% basterebbe). Altrimenti si è destinati ad andare avanti così, rendendoci protagonisti di scontri senza senso (come questa cosa ridicola della sollevazione popolare per non doversi sobbarcare un viaggio in Sardegna), o quella di lamentarsi delle location dei Campionati Italiani (una commissione suggerirebbe le grandi città, laddove l'offerta logistica sarebbe per tutte le tasche... non penso potrebbe esistere un'altra Bressanone).
E poi una cosa si dovrebbe evitare: la strumentalizzazione. Schierarsi con l'uno o con l'altro. Da parte di chi in Fidal ha in questo momento necessità, interesse a cavalcare il malcontento. Evitare di cadere nei circoli viziosi delle promesse, dei posti, degli scranni, delle risorse date a pioggia (e che poi sono si traducono in tanto fumo). Bisogna avere le palle di dire: "ci spetta!" senza dovercelo far promettere da chiunque esso sia. Non è negoziabile un diritto. Con nessuno.
Per questo una commissione di master per i master, per scavalcare anche le pastoie elettorali che favoriscono le società amiche di Arese. Uno sprone a far meglio, se volete.
Scusate si mi sono dilungato.

Nessun commento:

Posta un commento