15/03/10

Pur di cancellare la figuraccia di Doha, la Fidal dà spazio ai master di Capua

Oggi è lunedì, il giorno dopo la seconda catastrofe annunciata della storia dell'atletica italiana. Vabbè, lo ammetto, non ci provo nemmeno più gusto a sparare sulla croce rossa. Quindi vi rubo solo qualche secondo per sottolinearvi questa cosa davvero gustosissima che è apparsa sul sito ufficiale della Fidal, o meglio, sarebbe forse meglio dire che non è apparsa. Ebbene, l'esperienza fallimentare italiana dei mondiali di Doha è già sparita dalla prima pagina, dai titoloni, dalle fotografie, ridotta per qualche ora ad un paio di link in fondo pagina che probabilmente già domani saranno spariti. A livello mondiale siamo uno zero fisso, ma, almeno ad oggi, nemmeno un'autocritica costruttiva. Pensavo che ingenuamente sarebbe apparso qualcuno a giustificare l'ennesimo scivolone verso il basso, ma evidentemente si stanno cercando ancora le scuse. Pensate che goduria: in Qatar disputano un campionato mondiale, dove si presenta il gotha dell'atletica mondiale al coperto, ma la Fidal tra le varie notizie "scialuppa di salvataggio" mette addirittura il cross master di Capua! Mai successo: si erano dimenticati pure dei mondiali Master di Kamloops, ma evidentemente ora le galline vecchie fanno buon brodo. Se sono coerenti, speriamo che replichino a questo punto con gli europei master in Ungheria opposti agli Europei assoluti a Barcellona. Quindi auspichiamo un Howe cancellato dai salti della W35 Flavia Borgonovo, la Di Martino dai salti di Segatel, Schwazer dalla marciatrice Milena Megli, Collio dalle volate di Mario Longo. Nel frattempo un altro giorno è passato e un giorno in più Arese è rimasto al suo posto. A questo punto un giorno in più anche per il Ct Francesco Uguagliati, che dovrebbe prendere atto di esser parte di un meccanismo ormai inceppato dal quale dovrebbe signorilmente fare le valigie. A parte che il Ct dell'atletica in Italia è soprattutto "selezionatore", e, visti i risultati, probabilmente le dimissioni dovrebbero essere un atto dovuto e di onestà intellettuale. Ma ancora nulla (ad oggi). Peccato che in questo gioco al massacro chi ci rimetta veramente siano gli atleti di punta (o quelli che rimangono) di questo sport. L'atletica, quella, ormai è defunta.

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