18/03/10

C.d.S. Indoor: buono il primo esperimento

(foto di Michelangelo Bellantoni della Tribuna di Ancona durante gli italiani Master: probabilmente più gente che durante gli assoluti) - Alla fine hanno vinto gli stessi due team vincitori dei Campionati di Società master tenutisi nella stagione open 2009 a Firenze: Olimpia Amatori Rimini tra gli uomini e Atletica Asi Veneto tra le donne. Ma questi erano i primi campionati master indoor, la prima edizione sperimentale caldamente auspicata anche da noi di Webatletica (che in minima parte abbiamo contribuito nella formazione del regolamento). Al termine dell'articolo mi lancerò in qualche considerazione, ma prima diamo spazio a chi ha meritato gli onori della cronaca. Tra gli uomini vittoria netta della compagine di stanza in Romagna: 6962 punti, che sono uno sproposito davvero difficile da superare per chiunque. La media-gara fa esattamente 870,25, cioè una condotta di punteggi impossibile per qualsiasi altra società italiana in questo momento. Del resto nella formazione ci sono personaggi del calibro di Marco Segatel, Max Clementoni, Lamberto Boranga, Luciano Acquarone... cioè atleti che nelle loro categorie hanno davvero pochi avversari e che hanno scritto la storia del masterismo italiano. Tant'è che a più di 300 punti è arrivato il Cus Romatletica: 6640 punti, cioè 40 punti a gara in meno rispetto a Rimini: un abisso. L'abisso è completato con il resto delle formazioni maschili: il terzo posto a quasi 1000 punti dalla Romagna, conquistato dall'Arca Atl. Aversa Agro Aversano (6093 punti). Probabilmente aver avuto la situazione sott'occhio in diretta si sarebbe assistito ad una ben più interessante lotta per il terzo gradino del podio, con la già citata Atl. Aversa, l'Atletica San Marco Venezia (6063 punti), i 6036 punti della Fratellanza Modena e i 6002 della Sandro Calvesi di Aosta. L'Ambrosiana batte la Capriolese nel derby lombardo per una manciata di punti: 5936 a 5930. Parlando con il DT della Nazionale Master, Claudio Rapaccioni, ci si è stupiti della grande partecipazione nelle staffette 4x200, segno che i team ci tenevano ad entrare nella classifica finale.
Tra le donne, vittoria altrettanto netta dell'Atletica Asi Veneto, pur priva di qualche pezzo da 90 (come Lusia Puleanga e Barbara Ferrarini). 6445 punti sono anche qui davvero troppi per qualunque formazione italiana in questo periodo storico. Troppo forti anche da rimeggiate. Dietro alle venete, ancora una volta il Cus Romatletica con 5922 punti, e anche qui un netto distacco tra la prima, la seconda e la terza società, l'Atletica Santa Monica di Misano (5383 punti).

Possiamo fare già un primo consuntivo di questo primo campionato italiano di società master indoor sperimentale? Credo di sì.
Innanzi tutto "un'iniziativa", una cosa positiva: una proposta anche nostra che diventa realtà. Non sempre e solo lamentele o critiche senza proposte. E' una cosa molto positiva, non credete? Un dialogo, un ponte con chi dovrebbe gestire il mondo master e sappiamo che tra i vari problemi che affiggono l'ufficio in questione, al primo posto (presumo) ci sia il reperimento delle risorse. E' la solita solfa che vi sto propinando da mesi: i master versano 100 e ricevono zero. Arese tiene tutto per i suoi faraonici progetti che ci stanno riempiendo di medaglie internazionali: questa è una cosa risaputa... Questo campionato era sperimentale: serviva per osservare se sarebbe stata una cosa da poter riproporre e cosa (nel caso) si sarebbe dovuto modificare. I commenti a tal proposito sembrano essere unanimi: nessuno parla di "inutilità" del campionato. Molti ci tengono e di conseguenza molti hanno le loro idee, mutuate com'è giusto che sia, dalle proprie realtà.
Penso che i problemi maggiori sorgano su alcuni aspetti (mi sono letto l'articolo di Werter Corbelli relativo allo stesso argomento): un regolamento dei c.d.s. è come una legge elettorale. Se esce in un modo, favorisce qualcuno, se esce in un altro, ne favorisce altri. Nella mia ingenuità (naturalmente da responsabile di una piccola società di "giovani" master che non potranno mai vincere un c.d.s. se non tra 30 anni) ritenevo e ritengo tutt'ora, che il vero obiettivo di un c.d.s. master (a livello indoor) sia garantire la massima partecipazione e non "ragionarlo" come fanno i senior (o meglio: come facevano... ora il c.d.s. senior è qualche cosa in più di un campionato interregionale di qualche anno fa). Corbelli propone, a mio modo di vedere, una cosa difficilmente praticabile: la scissione del campionato italiano di società indoor da quello individuale. Troppo oneroso: per i master e per le società. Non tutti abitano nelle Marche o lì vicino. Si rischia poi un flop clamoroso dovuto alla scarsa partecipazione che non è di certo una cosa auspicabile nella promozione del movimento verso le categorie più giovani. Due viaggi ad Ancona a proprie spese nel giro di poche settimane (mi piacerebbe conoscere le società che riescono a permettersi in tutti i casi il pagamento degli alberghi e dei viaggi degli atleti in tutte le circostanze) sono davvero troppi.
Questo discorso si collega strettamente con il secondo quesito: chi dovrebbe partecipare ad un campionato italiano di società indoor master? Sempre per Corbelli bisognerebbe convocare le prime società classificate del campionato outdoor di qualche mese prima. Io non la vedo così: i meriti eventualmente si conquistano sul campo nella stagione (poi nei master la mortalità e la rinascita societaria sono all'ordine del giorno), non si eridatano dalla stagione precedente. Visto che non c'è la possibilità logistica (mancano piste) e pratica (manca il tempo) di avere una prima fase, ritengo ancora una volta giusto che tutte le società indistintamente possano presenziare al campionato di società indoor. Poi i reali valori in campo, come ha dimostrato questo campionato indoor, emergono comunque e non ci sono assolutamente scossoni di alcun genere su chi poi andrà a vincere il titolo.
Esitono 14 specialità indoor: quest'anno, come concordato con Claudio Rapaccioni, si è ritenuto di individuare 7 gare più una staffetta per rendere più partecipato il c.d.s.. 7 gare ottenute da 7 atleti diversi, più la staffetta. L'ipotesi promossa da Corbelli di utilizzare i punteggi ottenuti in 10 gare (cioè 9 più la staffetta) ma con gli atleti che potrebbero portare 2 risultati ha un grosso difetto: favorirebbe le società con i master over-70, considerato l'arcinoto "problema" dello sfasamento delle tabelle che supervalutano le loro prestazioni a danno delle categorie più giovanili, che per ottenere i medesimi risultati dovrebbero avere tra le loro fila fenomeni della natura. L'idea delle 7 gare con 7 atleti diversi pone proprio un limite a questa sperequazione data da questo possibile elemento, dando più spazio alla squadra globalmente intesa. Poi nell'ipotesi dei 2 punteggi ad atleta, ipoteticamente con 5 atleti si parteciperebbe ai c.d.s.. Nella modalità di quest'anno, il minimo era chiaramente 7.
Sul sistema di punteggio (a punti o a posizioni) francamente non ho inclinazioni di alcun genere. Sicuramente con la classifica a posizioni le distanze risulterebbero più vicine, ma penso che alla fine la squadra più forte vinca comunque, sia in un modo che nell'altro.
Adesso studieremo delle valide proposte per la stagione 2011.

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