16/03/10

il Duca e l'orgoglio ferito

Torna a graffiare il Duca, dopo un periodo di riflessione, spinto dagli ultimi inusitati avvenimenti e dai continui tonfi dell'atletica italiana. Ancora una volta viene sottolineato dal nostro opinionista un aspetto che altrimenti difficilmente verrebbe enucleato: l'orgoglio-ferito della nostra italianità. Già, perchè nel momento in cui un atleta veste la maglia azzurra cessa di essere cosa loro, di Arese, di Uguagliati, della Fidal e di tutto quel variegato sottobosco che in maniera parassitaria la popola, ma appartiene a tutti gli appassionati, a chi ama questo sport e a chi soffre nel vedere quelle magliette turchesi naufragare in coda ai gruppi, in fondo alle batterie, eliminati dopo i primi turni o, come ha dimostrato Doha, nemmeno essere presenti. Insomma, appartengono agli italiani e non a qualche brand di abbiagliamento sportivo.

L’angolo del Duca: L’inno infranto

Nel mondo in cui viviamo, travolti dall’arroganza di una comunicazione sempre piu’ sfrontata che pone al primo piano valori legati solamente all’apparire piuttosto che all’essere, il senso patriottico è qualcosa di quasi totalmente dimenticato ad eccezione di quei particolari eventi sportivi, Mondiali di calcio, Olimpiadi e grandi manifestazioni internazionali in cui si crea, come per incanto, un senso di ritrovata aggregazione. In questi rari frangenti l’inno di Mameli di cui forse pochi conoscono le parole, rappresenta comunque il nostro ritrovato orgoglio di appartenenza, il desiderio di sentirci tutti uniti intorno al nostro tricolore. Dal calcio alla scherma, dallo sci alla pallavolo, dalla lotta greco romana al nuoto, ogni qualvolta suona il nostro magico inno, il nostro cuore per un attimo si ferma e prova un senso di grande commozione, facendoci anche, diciamolo a bassa voce perché siamo uomini duri, farci scendere una piccola lacrimuccia. Ma a dispetto di tutto questo, esiste uno sport e non uno sport qualunque, senza nulla voler togliere agli altri, la disciplina agonistica definita “La Regina delle Olimpiadi” e quindi la Regina di tutti gli sport, l’Atletica, che ha ormai creato tra i pochissimi appassionati e tifosi che ormai conta in Italia, un incredibile senso di disagio e imbarazzo, nel senso che ormai, quando si effettua qualche importante manifestazione internazionale, ogni vero appassionato e innamorato di questa disciplina si augura che gli atleti della propria nazionale non ottengano nessun risultato prestigioso.
L'altro giorno, girando per la pista di atletica, sentivo gente preoccupata che il buon Donato potesse azzeccare, com’era nelle sue possibilità, un salto da medaglia.
Quest’estate, nell’ambito della spedizione burla, a Berlino, prima della 50 Km di marcia, c’era grande timore che potesse saltare fuori una medaglia tanto annunciata e poi, fortunatamente, non arrivata.
La verità è che Castrado (Arese) e il suo mentore, Petrucci, hanno talmente distrutto la Fidal che, nell’atletica italiana, non esiste piu’ amor di patria, non esiste piu’ tifo, ma esiste solo il desiderio che le cose vadano sempre peggio nella speranza che questi signori abbiano, prima o poi, il pudore di farsi da parte. Ci avete distrutto l’unica gioia che ci rimaneva, ci avete infranto anche il nostro amato inno.
Vergognatevi!!!
IL DUCA

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