22/08/09

Gianni Merlo sulla Gazzetta e le infinite possibilità di Arese

(a destra, Gianni Merlo) - Se prendete la Gazzetta dello Sport di oggi, trovate un articolo di "fondo" nelle pagine dedicate all'atletica, dove si traccia un bilancio tutt'altro che positivo della spedizione italiana di Berlino. Certo mancano ancora 3 carte (Claretti, Gibilisco e 4x100), ma nemmeno con 3 medaglie (suppongo) si potrà pensare che tutto quello che si è visto in Germania si possa catalogare come "decente". Gianni Merlo, uno dei giornalisti più noti nel mondo del giornalismo sportivo, analizza la situazione abbastanza velocemente (penso a causa degli spazi a disposizione sulla rosea), in attesa delle ultime due giornate di gare, e magari di un super articolone finale dove gettare fuoco e fiamme su quella che è l'atletica italiana di oggi. Si cita il tracollo epidemiologico dovuto al venire meno dei giochi della gioventù, lo scarso supporto economico ai tecnici, costretti ad emigrare ad altri sport. Poi quello che secondo me è l'unico aspetto sbagliato della vicenda: appellarsi ancora una volta ad Arese per risolevvare il baraccone e chiedere una svolta culturale. Ma quante volte dobbiamo perdonare Arese?? Non sono bastati i fallimenti di Helsinki 2005, Osaka 2007, Pechino 2008, Berlino 2009 per decretare il fatto che non solo Arese, ma soprattutto la pletora di persone che gli girano intorno forse non sono all'altezza della situazione? Cosa che era da compendere sin dall'inizio, visto che i conti bisognava farli immediatamente, nel 2005, escludendo la marcia dalla bilancia dei pro e contro. Invece no: perdona ieri, perdona oggi, perdona domani, e l'atletica è diventata quella che è oggi. Un sport interstiziale, che vive ai margini del mondo sportivo mondiale, e dove le punte (tutte) sono in realtà il frutto di una semina che non è certa attribuibile al mandato di Arese. Negli ultimi 5 anni, dacchè Arese manovra il baraccone, quali grandi atleti italiani sono esplosi e si sono imposti a livello internazionale in Mondiali ed Olimpiadi? Licciardello lo possiamo considerare tale? E poi? A Berlino sono apparsi sul palcoscenico mondiale atleti di 20, 21 anni, delle potenzialità che molti dei nostri giovani magari possedevano 5 anni fa! Da noi quale giovane è uscito e si è imposto al mondo negli ultimi 5 anni? Howe? Ma Howe è l'esempio vivente di come il più grande talento vivente mai avuto in Italia non vada gestito!
Ma poi: sapete cosa ci frega sempre? Gli Euroindoor. L'unica manifestazione dove vediamo vincere delle medaglie internazionali, e che è invece bisfrattato dai grandi nomi dell'atletica continentale. Per colpa di quella manifestazione, Arese ha fatto i muscoli grossi massimizzando vittorie che nel carnet di una Federazione non possono valere che 1/100 di una vittoria olimpica o mondiale. Quindi, mi rivolgo a Gianni Merlo: il vero problema è che l'atletica italiana è diventata specchio della politica cui assistiamo quotidianamente in tv. Ci sono favori e favori, promesse e promesse. Do ut des. A distanza di un anno e mezzo, con l'emarginazione sempre maggiore delle società militari dal mondo dell'atletica di società nazionale, assistiamo sgomenti a come le cose vadano sempre peggio. Non so se l'effetto e la causa possano essere collegate, ma trovatemi un altro motivo. Ai gruppi militari interessa principalmente il campionato di società: tolto quello (o com'è nell'attuale formula, relegati ad una manifestazione come il Top Challange ormai scimiottato dalle società sportive civili) vengono meno anche i presupposti per i quali si debba mantenere in vita un gruppo sportivo. E non è detto che qualche Dirigente o Generale dei vari corpi di Polizia non stia pensando di ridimensionare l'impegno nell'atletica. Anzi. E una volta tolti i gruppi sportivi militari, spariranno anche gli atleti che potranno permettersi di fare una vita da professionisti. E chi li paga dopo gli atleti "top"? Arese e il suo entourage ha pensato erroneamente che favorendo le grandi società sportive civili (espellendo le società militari dai c.d.s.) avrebbe favorito l'attività di base. Invece quelle stesse società lo hanno pesantemente tradito, acquistando a destra e manca atleti non certo cresciuti nei loro vivai, cercando stranieri comunitari e non, tutto per vincere uno scudetto che di fatto vale molto ma molto poco. Belle soddisfazioni, eh? Ancora si ha negli occhi lo scempio della finale A oro di Lodi dell'anno scorso...
Politica, infine, che non solo ha emarginato le squadre militari, ma che ha anche azzerato le volontà delle piccole società, quelle che VERAMENTE fanno attività di proselitismo capillare, negli oratori, nei campetti di provincia. Gli è stata tolta la facoltà di partecipare ai c.d.s. se non allestendo squadroni di 25 atleti di tutte le età: impossibile! A loro, di fatto viene negata la possibilità anche di esprimere un voto nelle elezioni federali di qualsiasi livello, nonostante possano vantare centinaia di ragazzi nel loro vivaio in più delle società blasonate. Quindi, per concludere, Sig. Gianni Merlo: sarebbe il caso che Arese, il suo staff, questi organi federali ormai compromessi dal patto scellerato con alcune (poche) società civili, vadano a casa e diano spazio a qualche nome nuovo (Mennea? Simeoni?) che l'atletica l'ha vissuta con grande entusiasmo, onestà, semplicità, genuinità e che all'atto del loro eventuale insediamento studino il modo di cambiare il peso e le responsabilità di chi veramente fa in modo di portare i giovani su una pista di atletica (e non già chi ha il solo interesse di vincere lo scudettino di legno). E chi, poi, dà loro il modo di seguire i loro sogni fornendogli il tempo e il denaro.

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