27/09/12

Fidal, la proposta folle: e se la base riuscisse a dire finalmente la sua?

E' mesi che ogni tanto penso a quanto sia ermetico e blindato il sistema elettorale della Fidal. Negli anni, nel più diffuso menefreghismo di tutti (o semplicemente all'oscuro di tutti), figuri modesti hanno creato meccanismi elettorali inespugnabili, artificiosi, perversi, un porcellum per garantirgli la permanenza alla guida del potere (di casta) in eterno. Per le vie da loro disegnate, per qualunque giovane o qualunque persona animata da sani principi, la scalata non dico "al potere", ma semplicemente ad un atto democratico quale può e deve essere "dire la propria" su una cosa cui si prova parecchia passione, sembra impossibile. La cosa surreale è che nonostante vi sia una fiumana di persone, composta da tecnici, appassionati, atleti, che vorrebbe cambiare tutto il sistema, questi si ripresentano ancora sfacciatamente come prima, immutabili e imperscrutabili. Tanto la buriana prima o poi passa, no? E poi si gioca proprio sulla passione delle gente e sul fatto che chi fa parte di questo mondo, lo fa su base volontaria, e già si è talmente tirati coi tempi della vita quotidiana, che appare difficile se non impossibile strappare altro tempo all'umana esistenza quotidiana per perorare delle idee... politiche, ancorché se innovative e rivoluzionarie. Il sistema impedisce il cambiamento: punto e a capo. 

Così, mi si perdonerà, questo mondo ha creato le condizioni per essere affollato di ultrasettantenni nullafacenti, che proprio in virtù del fatto che non hanno nulla da fare (tranne qualcuno che possiede 8/9 aziende da portare avanti e allora l'intento della sua presenza sembra essere tutt'altro), hanno trovato il loro momento di piccola gloria riflessa.

Come è noto, da master 40enne, non ce l'ho certo con i settantenni, ma semplicemente con i settantenni che non avendo nulla da fare, imbavano con la loro funesta presenza-assenza le normative federali, o che dormono alle riunioni dove si decidono le sorti di migliaia di tesserati (qualcuno di loro è pure giovane, ma quel giorno lì in cui ha votato a favore delle norme-porcata, manco se n'è accorto), lasciano tracce della loro inettitudine e menefreghismo in ogni dove, pur di farsi spesare un viaggetto in giro per il mondo (speriamo che quanto meno i parenti più stretti se lo siano pagati da loro il viaggio), o farsi ficcare in qualche organismo internazionale nonostante l'assoluta incapacità politica e relazionale (magari senza sapere nemmeno le lingue). 

Se poi l'alternativa è rappresentata da un gruppo di persone di pari età (se non superiore) vuol dire che il futuro è davvero cupo. Ai giovani, a chi ha le idee, a chi vuole colorare il mondo, ma soprattutto a chi rappresenta davvero qualcuno, non è data alcuna possibilità, perchè poi al voto andranno altri settantenni, ovvero i presidenti delle società, che avranno vedute della nostra atletica simili a quella di chi se ne andrà e di chi si insedierà. Non c'è davvero speranza, nemmeno per i prossimi quattro anni, a meno che una persona, davvero super-partes, coagulasse attorno ad un progetto giovane, rivoluzionario, entusiastico, gioioso, tutti. Ma c'è?

Allora ecco quello che ho pensato... se Maometto non va alla montagna (so che citare Maometto di 'sti tempi è pericoloso), perchè la Montagna, ovvero la stragrande maggioranza dei tesserati, non va da Maometto? La mia idea sembra semplice, forse troppo rivoluzionaria, ma se avesse uno sbocco, una catena parallela al potere costituito che potrebbe davvero dire la propria.

Un sindacato dei tesserati, degli atleti, dei tecnici, di chi AMA davvero questo sport.
Un unico organismo composto da migliaia di appassionati (necessariamente tesserati) che troverebbero così un canale per esprimere il proprio dissenso e le proprie pretese sulla gestione della cosa pubblica, cioè la nostra atletica. Un ente esterno, composto da migliaia di persone, appunto. per rivendicare diritti che sono stati calpestati a più riprese dai satrapi della Fidal. Che possa promuovere anche azioni risarcitorie nei confronti di chi promulga norme a cazzo-di-cane (solitamente un marchigiano, sembrerebbe, dopo le esternazioni di uno del cerchio magico), avendo poi pure la bavosa arroganza di ripresentarsi alle elezioni successive come se nulla fosse. Noi dobbiamo liberarci da queste persone indegne!! Procacciatori di cadreghe, di prebende, di agevolazioni, di esenzioni, di distacchi, di rimborsi. BASTA!

E secondo voi potrà farlo nella migliore delle ipotesi l'ALTRA cordata? Gente che non si riesce a staccare dall'osso nemmeno dopo 40 anni che le è rimasta attaccata con le gengive? Hanno colonizzato e manipolato tutto il sistema elettorale, e non c'è davvero speranza se non trovare una soluzione esterna. 

Ma pensate che in linea super-teorica si era previsto all'interno del Consiglio Nazionale della Fidal delle figure che potessero perorare le cause delle diverse componenti: consiglieri eletti in quota Atleti (ma che atleti non lo sono più da anni... ma che sono stati lo stesso tesserati tali per quella carica), e che sempre in linea super-teorica avrebbero dovuto difendere la categoria. L'han fatto? Dubito... e i consiglieri in quota tecnici? Ha difeso i tecnici? Dubito... e i due Consiglieri responsabili dei master? Qui stendiamo un velo pietoso, va... 

Un sindacato ha un potere enorme: se chi ne fa parte è animato dai giusti propositi e principi, può davvero far paura. Può raccontare ai suoi iscritti quello che succede; può chiedere di essere ricevuto dai vertici della Fidal e comprendere dove si intenda andare; può opporsi; può scioperare; può denunciare; può scrivere e avere un suo organo di stampa; può davvero coagulare il dissenso; può fare proposte alla Fidal che altrimenti non sarebbero mai ascoltate, visti tutti i filtri al rinnovamento che sono stati posti dai gerontocrati; può difendere i propri tesserati dai soprusi...

Sarebbe la rivoluzione degli atleti contro il sistema delle società. Sarebbe la presa di coscienza di  un'atletica come sport individualistico, contro quello esclusivamente societario che ci hanno inculcato in 40 anni di storia atletica. Del resto tutti i competitors delle proprie elezioni hanno fatto il pellegrinaggio a Modena per cosa? Per accattivarsi gli atleti o i Presidenti, secondo voi? Dai. Non ci sarebbe quindi bisogno di passare per mille pastoie burocratiche per far sentire la propria voce: o aspettare 4 anni per semplicemente "sperare" che cambi qualche cosa. Siamo illusi se pensiamo in questo modo: tutto cambia per non cambiare. Anzi, con Arese non hanno nemmeno avuto la cortezza di dire che cambierà qualche cosa. Con lui non cambia e non cambierà: chi lo vota, a queste condizioni, non potrà non farlo solo in virtù di uno... scambio. Altrimenti perchè eleggere uno così? 

Questa è quindi la mia proposta: basterebbe un'iscrizione simbolica di un centesimo, dopo aver sottoscritto uno statuto. Poi si eleggerebbe (democraticamente, con un'assemblea via-web) un Segretario e lo si sparerebbe in faccia a questi cadreghisti imbullonati alle loro sedie-Fidal. 

Vi sembra follia? 

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