24/09/12

C.d.s. assoluti: and the winner is...

Già, chi? A qualcuno piacerebbe, eh, che indorassi i vincitori... non lo farò, non mi interessano. Dei c.d.s. assoluti, non mi interessa proprio nulla, se non i risultati dei singoli atleti. Ecco, si salva solo lo spirito libero dei ragazzi (quelli che ancora vivono le trasferte come gite scolastiche) e che con il loro entusiasmo pennellano di colore una manifestazione discesa dall'iperuranio delle menti illuminate degli ultrasettantenni consiglieri nazionali (o qualche anno in meno). I bavosi architettano di continuo nelle catacombe sotto la Via Flaminia i loro arzigogoli normativi, per favorire le tal squadre, contro le tal altre, Demoni dissacratori di uno sport di cui hanno lasciato solo le ossa. Forse per questo, ormai senza denti, continuano a succhiare da quell'osso quanto più possono. Guardatevi la foto dei vincitori con il Capo dalle 8 teste (magister nelle 8 imprese che possiede a vario titolo) là davanti: di una tristezza sconcertante, ma direi, come dicevo tempo fa, la fotografia perfetta di 8 anni mortiferi.  

Non è che la politica di cui sentiamo tanto parlare sui giornali sia un mondo a sè stante della vita quotidiana. Se a tanto si è arrivati, è perchè tutti i meccanismi della società del nostro Paese (anche in piccolo) hanno riproposto lo stesso identico modo di ritenere la "gestione della cosa comune" cosa di esclusiva pertinenza di qualcuno e non di tutti. Anzi "Cosa loro" persino le tasse che gli paghiamo per gestirla. Oggi tutto funziona nello stesso modo: la politica nazionale, la politica regionale, quella delle amministrazioni locali e non potevano mancare anche le gestioni delle organizzazioni sportive. Tutti gestiscono le cose nostre dicendoci che lo fanno per ideali che non hanno, che non hanno mai avuto, che lo fanno "per NOI!"  e il risultato l'abbiamo sotto gli occhi di tutti: nessuno di noi poveri umani oggi può più accedere democraticamente alla stessa gestione della cosa pubblica apportando nuove idee, quel quid di ingenuità che rende più onesta ogni organizzazione. E' tutto esclusivamente cosa loro. Ce l'hanno rubata dalle mani e nemmeno a pensarla si trova la soluzione per arrivare a dire la nostra in quelle sedi, a proporre un'alternativa, ovvero dirgli in faccia che sono a seconda dei casi, dei ladri, dei malandrini, dei bastardi, dei malintenzionati. 

I casi si ripetono, in un devastante effetto a cascata, in organizzazioni di uomini piccole o grandi che siano. Mi vengono in mente quante persone per mantenere vive le nostre prerogative di cittadini onesti, hanno perso la propria vita. "Martiri laici" li chiamano. Oltre a loro, la voragine che la loro scomparsa ha creato nell'esistenza delle loro famiglie. La cascata di dolore sulle persone che credevano in loro, e su tutti i cittadini che in loro hanno creduto e in cui credono tutt'ora, sperando che il loro sacrificio non sia stato vano. Perchè ora è così: magistrati, poliziotti, carabinieri, i loro familiari, sono morti invano per darci un Paese migliore ma che la spudorata realtà attuale ha usurpato.

Io non dico che questi gestori dell'atletica siano così infami come i politici di oggi. Ma lo stesso ci hanno portato via l'entusiasmo e la felicità del nostro piccolo scrigno di sogni, come vorremmo che quel ritaglio di giornata che gli dedichiamo, restasse. Persone che non possedendo una colonna vertebrale, e che sfidando le leggi della fisica, hanno l'arroganza di ripresentarsi senza nemmeno più utilizzare da coperta un programma politico. Almeno hanno scoperto le carte. Nemmeno la presa per il culo velata ci riservano più: e allora il messaggio è chiaro, lapalissiano: il voto in cambio del favore. A questo ci siamo ridotti. Il peggio del servilismo politico.

In tutto questo contesto, non vi sembra surreale la felicità di una squadra che esulta per uno scudetto figlio di mille intrallazzi normativi, dove praticamente nessuno di quella società è figlio del vivaio? Parliamo di mercenariato puro, di cosa se no? I vivai rappresentano i cuori pulsanti di ogni società, ne incarnano l'amore più puro, perchè implicano degli investimenti nel lunghissimo periodo, dove i risultati non si ottengono mai dall'oggi al domani, e probabilmente, in molti casi, non si vedranno mai. Il senso di fare qualche cosa per qualcun'altro. Il mercenariato è fare qualche cosa per sè stessi e basta. 

Ecco, combatto il mondo surreale dei famelici e bramosi accalappiatori di c.d.s., con l'amore di chi vive questo sport infischiandosene degli scudetti, dei piazzamenti, delle promozioni e delle retrocessioni, ma dando solo la possibilità ai ragazzi e a chi lo chiede, di far parte di una piccola famiglia itinerante e gioiosa. Questo è un piccolo scrigno di gioia, molto più che l'artefazione di un gruppo di Lanzichenecchi aggregati forzatamente a suon di dollaroni sotto un'unica maglietta.

L'atletica in Italia è morta principalmente per questo motivo: è morto l'amore che ci lega a qualche cosa, soppiantato dal facile successo. E se a farlo è sono stati coloro che per decenni hanno inculcato a decine di atleti come me quei valori che adesso hanno platealmente rinnegato, il decesso è ancor più amaro. Ma sapete come si dice, no? Contenti loro... 

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