08/09/12

l'immortalità sportiva di Aries Merritt: 12"80 a Bruxelles

Aries Merritt, per chi non lo sapesse, fa parte della generazione "Grosseto-'04", quella di LeShawn Merritt, Dayron Robles, Kerron Clement, Godfrey Mokoena, Nadine Muller, Jessica Ennis, Svetlana Shkolina, Kelly Ann-Baptiste, Shalonda Solomon... eeee, lo vogliamo dire? Andrew Howe, che di quella edizione fu probabilmente la stella, con i due ori nei 200 e nel lungo, che ormai fanno parte dell'epos atletico italico. A differenza di molti dei qui citati, Aries Merritt ha condotto un'esistenza sportiva nei sobborghi dell'ostacolismo mondiale, a non molta distanza dal centro, ma comunque abbastanza da dover prender i mezzi per farsi una "vasca" nei negozi downtown. 

Mentre Aries conduceva la sua carriera da impiegato degli ostacoli ad elemosinare corsie per i meeting, colui che gli arrivò a un anno luce di distanza in Maremma, 8 anni or sono (13"56 a 13"77), Dayron il cubano, iniziava e (praticamente) terminava la sua parabola sportiva ostacolistica, toccando a metà di questo percorso, il dono dell'immortalità olimpica. Era il 2008, sulla carlinga esibiva già l'argento ai mondiali indoor di Mosca oltre che alle tracce di santità (sportiva) ereditate dai poteri olimpici, quando a Ostrava sciabolava l'allora nuovo record mondiale: 12"87. Tra i suoi averi, arriverà poi anche l'oro mondiale... indoor, mentre rimarrà (fino ad oggi) una chimera il titolo mondiale all'aperto. Quando alla fine lo raggiunse, l'anno scorso a Daegu, il Fato ci mise la "mano" in tutti i sensi, facendolo squalificare per un tocco da-moviola a danno di Liu Xiang. Ma ogni Semi-Dio ha avuto il suo tallone. 

E Aries dov'è stato in tutti questi anni? Ve lo state chiedendo? Aries, dopo il clamore italico ormai lontano un viaggio a curvatura, è ritornato a galla solo l'anno scorso, quando ancora negli States dominava l'enormità di Lord Fener Oliver. Non che nel corso di questi anni abbia corso in 13"50, eh... ogni anno ci stava un risultato sotto i 13"20... o meno. Il 2005 fu del tutto negativo. Nel 2006 la vittoria ai campionati NCAA indoor e outdoor, ma il 5° posto ai campionati americani. Poi il  13"12 col quale arrivò 5° al meeting di Losanna: ci stanno anche 4 volte sotto i 13"20. Nel 2007, anno dei mondiali di Helsinki, il 6° posto ai trials, ed un solo vero acuto: il 13"09 al meeting Galan di Stoccolma. Nell'Annus Holimpicus 2008, l'inopinato 4° posto ai trials, e un SB di 13"24. Anno da buttare. Sono anni in cui abbandona molto l'attività al coperto, per concentrarsi per gli appuntamenti outdoor: nel 2009 centra finalmente la qualificazione alle Forche Caudine dei trials (3° con lo SB di 13"15), e si presenterà a Berlino, dove uscirà malamente in batteria con 13"70. Altro anno da buttare. il 2010 è l'anno peggiore di tutta la sua carriera: tempi altissimi, 3 sole prove sui 110hs, con un over-14" e un 13"95 con il quale a giugno avrà già chiuso la bottega. Il 2011 nasce invece il suo stellone, quello che lo porterà ad Olimpia. Si esibisce in totale su una 20ina di gare nei 110hs e la media dei risultati è probabilmente vicina o inferiore ai 13"20. A Daegu raggiunge il primo risultato degno di nota dopo l'oro di Grosseto: l'accesso alla finale mondiale, dove sarà solo 6° con il peggior tempo dell'anno fino a quel momento. E poi, nel 2012, l'apoteosi. Il titolo mondiale indoor di Istanbul, quello olimpico a Londra, il record mondiale sui 110hs, e quello personale sui 60hs: 7"43. Annus Memorabilis. 

Ieri sera, su una delle piste del Re Baldovino di Bruxelles, ha osato pure ledere la maestà di chi era entrato in pista con il carrozzone di chi doveva impressionare, stupire, sconvolgere, turbare... il Puma Bolt e la Bestia Blake. I record, è un assioma, non arrivano mai a comando. Hanno la loro sacralità, la loro aura misteriosa. Pretendono rispetto, li devi vezzeggiare, ballarci insieme per molto tempo, ipnotizzarli, prima di colpirli in maniera ferale al cuore. E' quello che ha fatto Aries tutto l'anno. Ci ha danzato insieme a quel record del mondo, quel 12"87 di Dayron, fino a peccare di arroganza prima di Losanna: "batterò il record del Mondo!". Detto-fatto. Falsa partenza. Squalificato. Il record ha preteso il suo scalpo nel modo più plateale: gettato fuori dal Salone da Ballo. E così Aries ha dovuto ricominciare a vezzeggiarlo, riappacificandosi: 12"95 a Birmingham, 12"97 a Belino. Solo allora gli Dei degli Ostacoli hanno capito che forse, Colui il quale era entrato tra gli immortali olimpici, fosse l'uomo giusto. A Bruxelles, di fianco a lui, il prode Jason Richardson, uno strumento umano di musica sugli Hs: uno Stradivarius vivente. Che non si dicesse che non ci fosse nessuno in uno dei momenti "storici" della specialità. Ma anche il terzo di Olimpia, il jam Hansle Parchment. Quello che sarebbe dovuto essere il quarto olimpico, Serghey Shubenkov, castrato in semifinale a Londra. Colui che ha segnato la carriera di Merritt dell'ultimo lustro, David Oliver. Il campione del Mondo di Berlino '09, quando Aries naufragò in batteria, Ryan Braitwaite. Per rendere tutto idilliaco, ne mancava solo uno: proprio Dayron Robles. E allora sì che lo sport ci avrebbe fornito una volta di più tutto quanto, niente escluso, che solo un Colossal ti sa dare.

Aries parte come un razzo. Al secondo ostacolo è già in testa, e il gap con Richardson aumenta sempre di più. Ma Stradivarius-Richardson non è uno da 13"30, quindi quel divario già a vista sembra preludere a qualche cosa di gigantesco. Non fa nemmeno l'errore di buttarsi sul traguardo dopo l'ultimo ostacolo, mantenendo la corsa potente e fluida. 12"80. La storia dei 110hs spazzata e riscritta nel giro di pochi secondi. E Aries, ora, è davvero uno degli Dei di questa specialità, anche se il copione prevede le riconferme nelle stagioni successive, prima di giganteggiare definitivamente. La sua grandezza è fornita da alcuni dati: nelle 59 volte con cui l'uomo è sceso sotto i 13", nessuno dei 14 atleti che sono riusciti in tale impresa titanica, è stato capace di correre in una sola stagione 8 volte sotto i 13" (più 2 ventose...). Dayron Robles, nel 2008, arrivò a 7. Nella classifica generale dei sub-13", Merritt sale al secondo posto, al pari di Dayron Robles e David Oliver, con 8 volte. Con 11 "centri" troviamo Allen Johnson. Sono solo 9 gli uomini nella storia che sono scesi almeno due volte sotto i 13". 

Bè, mi sembra di aver detto tutto. Non la rileggo, se ci sono errori, amen. 

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