05/09/12

Rovereto: ci si aspetta la Grenot, e ci si ritrova la Borsi

L. Grenot a Rovereto - foto Gazzetta.it
Tanto tuonò che... non piovve. Libania Grenot sulla pagine della Gazzetta dello Sport aveva promesso l'attacco al record italiano dei 400 a Rovereto, durante uno dei pochi meeting internazionali rimasti sul suolo patrio (una delle tante eredità di questo mandato federale) ma come è noto, ogni 400 ha una sua storia, una sua trama, una sua genesi, e un suo epilogo. Davvero pochi specialisti nella storia della specialità sono riusciti a maneggiare l'argilla del "giro" tanto da poterne ottenere ciò che ne avrebbero voluto. Libania conclude al terzo posto del meeting con 51"24, nella gara spazzata dalla russa Antonina Krivoshapka con 49"94. Non avendo la vista gara, posso solo desumere l'ennesimo passaggio veloce, come ci ha abituato nelle ultime uscite? Rimango della mia idea: forse sarebbe il caso di spostarsi sui 200, dove ha fatto vedere grandi cose (non ultimo il 22"85 con cui si è issata al 2° rango all-time nazionale), senza per altro precludere con detta preparazione l'evoluzione nei 400. A livello continentale già potrebbe essere competitiva a livello dei 400. Poi, in un'ottica a lunghissima gittata (magari già Rio'16? O è troppo tardi?) potrebbe essere la scelta strategicamente più vincente. Nel frattempo sembra che il principe Wallace Spearmon dai 200 si sposti sui 400: vedremo già l'anno prossimo gli effetti che potrebbe avere il viaggio contrario... Per la Grenot 5^ prestazione stagionale personale. Nella stessa gara Maria Enrica Spacca 53"48, ergo, in naturale flessione rispetto a quanto fatto vedere in tutta la stagione. 

Quindi, un pizzico delusi dal mancato record italiano (che è molto vicino alla barriera dei 50"...) l'occhio di bue si è fermato su Veronica Borsi, cui un proditorio infortunio nel momento più sbagliato della stagione le ha negato di sedersi al lauto convivio che il 2012 offriva agli italiani: europei e olimpiadi. Sì, poi c'era da passare per le fauci dei satrapi della Fidal e i loro cervellotici "criteri di convocazione" che essi stessi non hanno mai avuto le palle di attribuirsi, scaricando di volta in volta parte delle responsabilità sul CONI, come se Petrucci (che di lavoro fa anche il sindaco... il potente ha sempre fame di potere), potesse metter parola sui limiti di uno sport che è ha difeso come le matrone siciliane durante i funerali. Strani giorni, viviamo strani giorni. Veronica sciabola a settembre (di rabbia?) un 13"07, che le vale la seconda prestazione personale di sempre: e ora le liste italiane di sempre, tra Caravelli, la stessa Borsi e Micol Cattaneo, sono state davvero devastate da uno tsunami. Micol Cattaneo intanto, nella stessa gara (vinta dalla ceca Lucie Skobakova con 12"95) rimane sotto la soglia di eccellenza-II, ovvero i 13"20, correndo in 13"13. Del quartetto ostacolistico di inizio anno, è in caduta libera la forma della quarta incomoda, ovvero Giulia Pennella, retrocessa a 13"74, che non sono certo tempi che le appartengono. Quatta-quatta le si sta avvicinando Alessandra Feudatari, arrivatale ad un decimino, e per l'anno prossimo potrebbe essere anche lei un "fattore" dell'ostacolismo azzurro. Tra gli uomini, anche Emanuele Abate mette la ridotta, se ridotta è correre in 13"64 (che in Italia è sempre come correre da primi 10 di ogni tempo...). Stefano Tedesco è tornato ai suoi migliori livelli di sempre, tenendo un trend prestativo molto elevato (13"83), mentre Hassane Fofana si attesta a 14"02, pochi cent dal personale. 

Nei 100 femminili, si impone quella Marya Ryemyen (11"20) che la Grenot aveva battuto poche ore prima a Padova sui 200 (che, per inciso, è la specialità dell'ucraina, una delle top sprinter europee nonchè campionessa di Helsinki proprio su quella distanza), mentre Gloria Hooper, pur correndo a 11"74 (3^ prestazione personale "regolare" di sempre) dimostra quanto meno che le manca un pizzico di velocità, se vorrà "sfondare" nei 200. 

Velocisti italiani annacquati, piatto di contorno ai 100 metri. Si salva Jacques Riparelli, che appare il più veloce sprinter del momento sul suolo italiano: 10"35 con 1,0, battendo quelli che dovrebbero essere al momento gli altri due migliori sprinter in circolazione: Simone Collio e Fabio Cerutti, appaiati in un non significativo 10"43. Così, a sorpresa, dalle retrovie ti spunta Delmas Obou, l'ivoriano di San Giuliano Terme (PI) ora Fiamma Gialla, che con un vento con un dato inferiore (0,4) alla serie precedente, ci sfodera un 10"42 da hit parade sprintistica. Personale migliorato di 2 centesimi (10"44 corso l'anno scorso), e quasi un decimo meglio del SB di 10"51 corso però a... Donnas sebbene con vento regolare. Anche Michael Tumi sta tornando piano-piano ai propri livelli pre-infortunio (una spada di Damocle su tutta la stagione), e incastona anche lui il suo 10"43

Altro risultato da copertina, di quelli che pur non portandone il protagonista a mettere il faccione in primo piano, porta ad un "richiamo" in prima, è il 3'41"88 di Mohad Abdikadar, classe 1993, speranza italica del futuro immediato. Personale piallato di oltre 2" (era 3'44"09 stabilito l'anno scorso). Strano: Abdikadar ha iniziato ad andar forte (anche e soprattutto sugli 800, dove è arrivato a 1'48"74 a Trento) solo dall'ultima decade di Luglio. Proprio sugli 800 continua la irta e difficoltosa risalita della china da parte di Giordano Benedetti, ora che gli 800 mondiali sono diventati de facto una gara di sprint... dopo l'exploit di Lignano, ecco finalmente la prova della conferma del trentino: 1'46"29, seconda prestazione personale di sempre. Sempre mezzofondo, ma femminile: Margherita Magnani batte Elisa Cusma a Padova, sembra passata ad essere la numero "1" della specialità, e due soli giorni dopo viene battuta dalla Berlanda a Rovereto. Stanca? Ranking ondivago della specialità. 

Nel lungo elenco di chi si ritrova con badilate di sabbia nel serbatoio troviamo Chiara Rosa: del resto è stata una stagione lunghissima anche per lei. 17,28 e quinta. Simona La Mantia ritorna addirittura sino a 13,34 (7^ in una gara dove comunque anche le vedette hanno saltato 50 cm in meno). Michele Tricca (47"34, 7°) forse non ha fatto il salto di qualità che ci si sarebbe aspettati dopo le magie del 2011: certo, non era il meeting di Rovereto l'appuntamento nel quale avrebbe dovuto esprimere il suo enorme potenziale esibitoci a Tallin (46"09), ma la prestazione mi ha dato il là per questa considerazione. Così sui 400, il più regolare, costante, solido, è stato Juarez Isalbet, che anche in Trentino è sceso sotto i 47": 46"86

Dopo essersi preservato per settimane (tanta era la paura che potesse succedergli qualche cosa) il salvatore-della-patria 2012, ovvero la leggenda vivente Fabrizio Donato, si concede ad una raffica quasi quotidiana di gare, sfidando gli Dei dei Salti. A Rovereto gli tocca in sorte il lungo: 7,66. Bè, anche quando la gara sembra "liscia" Donato ci mette qualche cosa di suo... stavolta, non so quanto gli possa interessare, ma la sua prestazione rappresenta infatti il nuovo primato italiano over-35 (supera il 7,59 di Bruno Frinolli che risaliva al 2005). 

Altre cose? Bè, la fucilata dell'epigono di Jan Zelezny, suo discepolo e seguace, Vitezlav Vesely: 85,66 nel giavellotto. Norberto Bonvecchio dopo la incredibile notorietà raggiunta con il 79,22 di 3 settimane fa, ritorna nel purgatorio dei 72 (72,07). 

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