22/01/09

Intevista alla campionessa elvetica Monica Pellegrinelli

Che bella intervista! Monica Pellegrinelli, di Bellinzona, una delle più forte ostacoliste elvetiche degli ultimi 15 anni a livello assoluto, pluriprimatista mondiale master, nonchè campionessa mondiale ed europea. La ringrazio con affetto per il tempo che ci ha dedicato a rispondere alle mie domande... ne esce il ritratto di una donna, più che di una atleta, con tanta grinta e molta modestia, rispetto e tanto amore per questo sport. Un esempio, per chi la segue e chi ha la fortuna di allenarsi (e vivere) con lei. Grazie!

1- Monica Pellegrinelli: puoi presentarti ai lettori italiani? I tuoi record, i tuoi titoli, il tuo passato e il tuo presente atletico...

Monica Pellegrinelli, sono nata a Bellinzona 43 anni fa. Ho iniziato a praticare sport diversi dall’età di 11 anni (soprattutto basket, nuoto e atletica). Mi piaceva molto lo sport in generale e soprattutto mi piaceva molto la competizione. Una cosa che ho davvero nel sangue! Se penso che ho fatto persino una mezza maratona a 20 anni?!? Ma poi si arriva ad un punto dove se si vogliono davvero ottenere dei risultati si devono fare delle scelte… e a 21 anni arriva anche per me il momento della specializzazione. L’incontro con Fiorenzo Marchesi, con di conseguenza la possibilità di avere un maestro sugli ostacoli, e non da ultimo la mia gia buona capacità in questa specialità, ci ha fatto optare per i 100 ostacoli. In una sola stagione (1986) passo dal 15” al 14” arrivando 3a ai campionati Svizzeri assoluti. Da li in poi colleziono 36 medaglie ai campionati svizzeri assoluti all’aperto e indoor (11 d’oro). Nel 1991 realizzo il mio record personale sui 100 ostacoli 13”25 che mi vale il biglietto per i Mondiali di Tokyo, dove ottengo il 25° rango. Durante la mia lunga carriera realizzo diversi record Ticinesi negli ostacoli e nel lungo (5.97 m) e nell’eptathlon (5129 punti).

2- Che progetti sportivi hai per il 2009? Nel 2008 non ti si è vista molto sulle piste!

Il 2008 era iniziato alla grande con alcune gare indoor a gennaio e inizio febbraio che mi davano ottime sensazioni. Poi l’infortunio e lo stop di un paio di mesi. Ho persino pensato che era ormai il segnale che non avrei più potuto correrli questi benedetti ostacoli. Ma la testardaggine è grande e piano piano ho ripreso ad allenarmi, prima solo per tenermi in forma e poi qualche allenamentino di velocità per far compagnia a ragazze e ragazzi che alleno. E cosi via mi son rimessa in pista e a fine settembre ho partecipato ai campionati svizzeri di staffette (3. rango nella staffetta Olimpionica dove ho corso la frazione dei 100 m finali) e per finire in bellezza ho corso il solo 100 ostacoli della stagione vincendo i campionati ticinesi assoluti in 14”31 anche se ventoso +2,6. Ero felice perché questo è quello che amo fare…correre. Per il 2009 non ho ancora fatto progetti. Penso che non farò più molte gare, pensavo comunque di iscrivermi ai Campionati Europei Master Indoor ad Ancona, poi si vedrà. Ormai non faccio progetti, prendo quello che viene con la consapevolezza che non durerà all’infinito.

3- Cosa vuol dire correre dopo i 40 anni vicini ai 14"? Lo sai che riusciresti ancora a correre una finale di un campionato italiano assoluto??

Beh sinceramente fino a poco tempo fa, non ritenevo di fare davvero dei risultati cosi buoni, io mi sono sempre confrontata fino a 40 anni solo con le atlete “assolute” in quanto mi ritenevo pienamente una di loro. Correre in 13”86 i 100 ostacoli a 41 anni era una cosa “normale” anzi mi arrabbiavo quasi quando non scendevo sotto i 14”. Essere tra le migliori svizzere, ma anche tra le migliori italiane è stato sempre un motivo di orgoglio e di sfida personale. Ho corso molto in Italia, in diversi meeting ho ben figurato e mi sono sempre trovata molto bene. Mi sono persino allenata molto con una ragazza italiana (Sabrina) che veniva da noi per gli allenamenti guidati da Marchesi, ed è stato molto stimolante e ho imparato tanto.
4- Ho visto che nei 100 ostacoli hai vinto il primo titolo elvetico nel 1990, e l'ultimo nel 2002 (5 titoli all'aperto e 7 indoor.... ma i miei dati arrivano al 2006): un'incredibile longevità ad altissimi livelli! Qual'è il tuo segreto?
Longevità atletica sinonimo di passione, l’unico segreto è divertirsi a fare quello che si fa. Sono anche stata relativamente fortunata e brava a non avere troppi problemi fisici gravi. Ho combattuto molto con infiammazioni varie ma sono sempre riuscita a risolverle, con pazienza e adattando tutto al tempo che passa. Pensare di poter fare a 40 anni gli stessi allenamenti che si facevano a 20/25 anni è stupido oltre che presuntuoso. Capire che le cose vanno cambiate e adattate tutto all’evolversi del fisico è stato il segreto. E poi una grande “testa dura” non lo nego, quella ci vuole, fa parte del gioco.
5- E di conseguenza: qual'è la tua filosofia di allenamento? Hai un allenatore? Quante volte ti alleni alla settimana?
Con Fiorenzo Marchesi, che mi allena da 23 anni, abbiamo capito che si doveva puntare sulla qualità dei movimenti e non sulla quantità. Ormai avevo una base alle mie spalle che mi permetteva di tralasciare alcuni fattori per puntare piuttosto su altri. Niente più allenamenti di 2 o 3 ore, tutto doveva rientrare in poco più di un’oretta. Per esempio il lavoro di forza lo abbiamo modificato molto e praticamente i “pesi” come si intendono (tipo ½ squat) non li faccio più ormai da un bel po’. Sono stati sostituiti da esercizi di forza con il peso del corpo, di forza veloce, di coordinazione, di tecnica, di forza elastica. Sono tornata a volte ad allenarmi come una ragazzina di 15 anni. E’ divertente e poi riscopro movimenti che non facevo da un po’.

6- Cosa pensi del movimento master internazionale? E' un mondo che frequenti o preferisci confrontarti con le giovani atleti "professioniste"?

Penso che il mondo Master sia una bella cosa. L’ho frequentato quando accompagnavo Marchesi alle gare. Trovo poi che in questi ultimi anni sia davvero esplosa la popolarità delle gare master. Penso che la gente senta il bisogno di tenersi in forma a ogni età e che prepararsi per una gara sia un buon stimolo per allenarsi e fare sport con continuità. Io personalmente fino a 40 anni non ho fatto mai gare master, poi giunta ai 40 ho pensato ma si dai provo a farli per vedere se i record sono battibili…e cosi è iniziata la sfida ai record mondiali degli 80 ostacoli e dei 60 ostacoli. Sfida che per il momento sto vincendo. Ma i record non sono eterni e un giorno arriverà una quarantenne pimpante ostacolista che batterà anche i miei.. cosi è lo sport.
7- Pensi di partecipare alle prossime manifestazioni internazionali master?
Come ho gia detto prima per me non esiste sport senza competizione, nel limite del possibile, e quindi penso che ad Ancona ci sarò per difendere il mio titolo Master…poi per il futuro vedremo, non faccio troppi progetti. Comunque io il virus della passione per l’atletica l’ho preso e non voglio mica guarire, anzi spero di contagiare più persone possibili!!

8- Ritieni che sia necessario inserire dei minimi di partecipazione alle grandi manifestazioni internazionali master?

Riguardo ai limiti di partecipazione, beh sinceramente ultimamente si vedono alle gare delle cose per cui ti chiedi se non sia il caso di metterli davvero i limiti. Il problema non è tanto per limitare il numero di iscritti, ma di non far durare troppo le gare gia lunghe tipo la maratona o la marcia, soprattutto per una questione di organizzazione. Poi un’altra ragione per potrebbe essere quella di dare una certa “dignità” alle gare. Ad esempio ho visto in un 1500 m concorrenti camminare praticamente tutta la gara, questo per me fa perde il significato corretto di questa disciplina atletica. Quindi benvenuti limiti di partecipazione ma che siano bel studiati.

9- Ci sono atleti master che ti hanno particolarmente impressionato?

Impressionata forse no, ma ho ammirato alcuni atleti che ho visto nelle gare master. Si tratta di atleti che erano fortissimi quando gareggiavano con gli attivi e che poi per parecchi anni non ho più visto gareggiare. Improvvisamente li ho rivisti in pista tipo 10/15 anni dopo e mi sono sembrati “normali”. Ad esempio Devenport (110 ost.) l’ho rivisto ai Mondiali Master di Melbourn alla fine degli anni ’80. Addirittura non è riuscito ad andare in finale. Questa cosa lo ha reso umano ed ero impressionata dal fatto che comunque avesse voluto mettersi in gioco malgrado sapesse di non essere più il migliore. Ho poi rivisto con piacere Willie Banks il triplista famosissimo alla fine degli anni 80 (è stato praticamente quello che ha lanciato la moda del far battere le mani al pubblico durante la rincorsa) a San Sebastian ai Campionati Mondiali all’aperto, dove è giunto solo secondo saltando praticamente tre metri meno del suo personale. Ammiro pure molto tutti gli atleti che riescono a stare sulla cresta dell’onda per molti anni, e in particolare Marlene Ottey che ho rivisto con piacere a Donnas quest’anno.

10- Ma hai avversarie che ti possono impensierire? O lotti solo contro il tempo?

Io entro in pista per dare il massimo. Le avversarie le rispetto, di qualsiasi livello sono, e per me non si è mai vinto a priori contro nessuno. Nelle gare ad ostacoli soprattutto ho visto alcune volte atleti nettamente favoriti sbagliare e perdere delle gare che sembravano facili da vincere. Comunque è chiaro che nelle gare Master che ho fatto l’obbiettivo prioritario per me restava migliorare i record.
11- Com'è il mondo master svizzero? In crescita? Ci sono "talenti" all'orizzonte?
Il mondo master Svizzero è simpatico e ben organizzato. Non siamo tantissimi come in Italia ma il livello a mio parere è piuttosto elevato in alcune discipline. Per esempio negli ostacoli siamo sempre molti ad ottenere medaglie e ottimi risultati. Cristine Müller nelle varie categorie che ha passato sinora ha sempre ottenuto un sacco di medaglie e di record. Penso che mediamente sia un movimento di qualità piuttosto che di quantità.
12- Che differenza c'è tra il mondo atletico svizzero e quello italiano a livello di organizzazione di gare (puoi sbizzarrirti...)?
A livello organizzativo in Svizzera siamo abbastanza bravi, penso…almeno secondo la mia esperienza fatta negli anni un po’ in giro per l’Europa. Abbiamo degli stadi moderni piuttosto funzionali con belle piste. Poi qualche inghippo può sempre succedere specialmente con i sistemi di cronometraggio. La cosa che a me da più fastidio è quando non ci sono orari di gara prestabiliti e quindi non sai bene per che ora ti devi preparare. Comunque anche in Italia ho trovato posti dove tutto è andato benissimo e gli atleti erano soddisfatti. Mettere nelle condizioni migliori possibili per dare il meglio dovrebbe sempre essere l’obbiettivo degli organizzatori. La differenza maggiore invece tra Italia e Svizzera la l’ho riscontrata quando ero al mio massimo livello. Gareggiavo spesso in Italia e non ho praticamente mai incontrato atlete che non fossero praticamente professioniste. Da noi li si può contare sulle dita di una mano quelli che possono veramente fare atletica a tempo pieno. In Italia, come pure in altre nazioni europee, un giovane emergente che si vuole dedicare professionalmente allo sport ne ha la possibilità, se raggiunge uno standard di base.
13- Chi è Monica Pellegrinelli fuori da una pista di atletica?
Sono una donna normale che vive semplicemente come la maggior parte delle persone, lavoro quale contabile in una ditta nelle vicinanze di Lamone, come d'altronde ho sempre fatto da quando avevo 18 anni. Lo sport e soprattutto l’atletica ha avuto e ha tutt'ora una parte importante nella mia vita. Alleno giovani atleti dal 2001 e poi da 2 anni ho pure il brevetto di starter.
14- Come mai la scelta di fare lo starter?
Starter perché trovo che sia un ruolo importante nelle gare di sprint e di ostacoli. Un pessimo starter può rovinare una gara a un’atleta che si è preparato per molto tempo. Una partenza rubata e non segnalata può compromettere la gara degli altri atleti e questo mi ha sempre un po’ indispettito. Penso che chi ha praticato sprint possa avere maggiore sensibilità e conoscere meglio la tempistica di attesa tra il pronti e lo sparo in modo che tutto fili per il meglio. Poi però mi sono accorta che questo mio nuovo ruolo andava un po’ a scapito di quello di allenatore, non permettendomi di vedere le gare di atlete e atleti che alleno. Quindi mi toccherà lasciar da parte, per il momento, questo ruolo per concentrarmi al meglio su quello di allenatore che mi appassiona molto e dal quale ho gia avuto belle soddisfazioni.
15- Vuoi farti una domanda che non ti è stata posta e alla quale avresti voluto sentirti e risponderti...?
Nessuna domanda! Non sono il tipo a cui piace troppo parlare di se e delle che cose che ho fatto. Mi piace correre, allenarmi, stare in mezzo ai giovani e vivere in questo mondo pieno di persone interessanti. Trovo che lo sport ci accomuna in una filosofia di sacrificio e di fatica e ci fa vivere con pienezza i momenti in compagnia e anche quelli in solitudine.

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