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03/09/10

"Correre" inciampando sui master

Dopo aver saputo qualche giorno fa che nel nuovo numero di "Correre" si sarebbe parlato di pista master, mi sono messo l'appunto di acquistarne una copia non appena fossi passato davanti ad un'edicola. Detto-fatto, l'altro giorno presso un'area di servizio. Purtroppo è un periodo gramo per la carta stampata: le notizie risultano e saranno sempre più vecchie rispetto alla velocità "a curvatura" che sta dimostrando la rete. Mi sono sempre chiesto quale potrebbe essere il futuro della stampa periodica, divorata dalla velocità in cui sempre più le informazioni viaggiano e con cui raggiungono direttamente il monitor davanti a noi, contrapposto al vincolo di dover fare lo sforzo di scendere dall'auto, tirar fuori l'euro, avere per le mani un futuro rifiuto riciclabile di carta da dover utilizzare, leggere notizie "vecchie" di almeno un giorno. Già, che futuro potrà mai esserci per i periodici? Fra qualche anno probabilmente avremo i nostri palmari a schermo over-sized e le edizioni saranno tutte consultabili lì sopra: con grande sollievo della foresta amazzonica. Ma nell'immediato? Quali strategie porteranno avanti i tycoons dell'editoria per frenare l'emoraggia di lettori più lentamente degli altri? Per... morire più lentamente degli altri? A questi interrogativi ho dato la mia risposta. Chi scrive deve trovare qualche soluzione che non esista già sulla rete: qualche cosa di appetibile, inusuale, brillante. Fornire cioè una qualità di informazione superiore a quella che si troverebbe su internet. La cronaca (per noi i risultati delle gare, ad esempio) è già disponibile ovunque, non è questo che cercano i lettori. Serve che qualcuno dia la propia opinione di quello che è successo. Serve che qualcuno racconti la realtà con le proprie parole. E tanto più l'opinione sarà equilibrata e logicamente sostenibile, tanto più ci sarà interesse a leggere quelle parole. E così i maggiori quotidiani nazionali spesso campano più sui "fondi" di personaggi famosi che vi scrivono, che sulla cronaca delle presente nelle pagine interne. E tanto più il personaggio sarà coerente con le sue idee, tanto più quel fondo troverà una corrispondenza con i lettori che poi vi si identificheranno... e acquisteranno il giornale. Insomma, prendere posizione. Abbiamo bisogno che qualcuno dia forma e parole alle nostre idee, no? Come i cantanti trovano le corde per stuzzicare le nostre emozioni, così qualche giornalista trova la chiave per dar voce alla nostra rabbia, o alla nostra felicità, o alla nostra gioia. Tutto 'sto giro di parole per raccontare quello che mi è successo. Abbiamo già parlato a suo tempo in lungo e in largo dei campionati italiani master di Roma. Ci ritorno proprio a causa del mensile Correre, che passa come testata prima e senza avversari nel panorama giornalistico di settore. Il Wall Street Journal del podismo. Un'autorità in materia. Forse l'unica rivista patinata nel passato e al presente che tratta in qualche modo i master. Purtroppo a mio modo di vedere clamorosamente caduta sui master. Nel numero di agosto infatti viene pubblicato un famoso pezzo di Werter Corbelli (articolista di Atleticanet, nonchè presidente dell'Olimpia Amatori di Rimini) che andò giù di clava e mazza ferrata contro gli organizzatori della manifestazione. Già il titolo dell'articolo "Italiani Master: così non va", rappresentava un epitaffio, la scritta sul marmo della pietra tombale della manifestazione. Bocciata a prescindere evidentemente. Giù randellate su randellate e tutto l'aspetto sportivo in sè, la grandeur di far parte di una cornice come quella dell'Olimpico, la quantità di atleti, le emozioni, le cose positive... tutto smantellato. Non è esistito: edizione fallimentare. Una babele, disorganizzazione maxima, le uniche cose positive (il numero di iscritti) tutte derivanti da aspetti contingenti (come gli stradisti laziali corsi in soccorso della manifestazione, altrimenti deprecabile). Ora, finchè la voce si fosse limitata a quell'area di quel sito che è anche espressione precisa di una determinata corrente politica in seno alla Fidal (penso che non ci sia nemmeno più tanto bisogno di nasconderlo) non ci sarebbe stato nulla da obiettare. Ognuno esprime le proprie opinioni e la propria visione della vita e si fa gli amici che vuole, per carità. Lascia un pò perplessi che una rivista con uno spessore e un lignaggio come Correre riesca a pendere tutta da una parte senza prima una piccola verifica sulle informazioni. Ora, è noto che i ritardi del primo giorno degli italiani furono dovuti a un inopinato caso del destino (ma visto che siamo maligni, pensiamo pure male) per il quale i cavi che trasportavano le fibre ottiche di tutto il sistema informatico furono tranciati tra la nottata successiva al Golden Gala e la prima mattina dei Campionati Italiani Master. Incidente, diciamo così. E senza sistema informatico, poter gestire 3000 iscrizioni a mano diventa alquanto difficile, non credete? Vi chiedo: davvero anche questa può essere una colpa dell'Organizzazione come sostiene il citato articolo che nell'apoteosi finale incredibilmente rinfaccia al predetto staff anche la scarsa cultura sportiva dei giudici quando era altrettaneto risaputo che le due strutture viaggiavano separate? Vabbè e sia: prendo personalmente atto che per Correre fare una semplice telefonata chiarificatrice per acquisire una informazioni necessaria . Ma è comunque passata un'idea degli italiani master davvero parziale, a mio modo di vedere, non veritiera, oscura, strumentale. Qualcuno della redazione di Correre, deve aver a quel punto subodorato che l'attacco frontale con tutta l'artiglieria spianata sul campo di battaglia fosse stato un pizzico eccessivo, e ha così aggiunto un piccolo riquadro in calce all'articolo in cui si legge: "il punto di vista degli organizzatori e le analisi dei dati di un'edizione comunque unica dei campionati italiani master saranno l'oggetto della puntata di Monitor (la rubrica) di settembre". "Ah", mi dico "per fortuna un pò di equità nella valutazione della cosa". Aspetto con trepidazione settembre e il nuovo numero di correre. Nel frattempo mi interrogo su una cosa: ma se invece di parlare dei problemi organizzativi si fosse parlato dei risultati, non sarebbe stato meglio per tutto il mondo master? Invece no: il mondo master diviene sempre la sua complessità come fenomeno e mai l'individualità delle prestazioni. Mi vado così a vedere questa benedetta parola agli organizzatori... che guarda caso è preceduta cronologicamente da un altro articolo di Werter Corbelli sui numeri di Roma. Naturalmente non mancano i riferimenti all'organizzazione e all'ulteriore colpa in pectoris di aver ostacolato, in associazione esterna con il caldo torrido romano, il conseguimento di risultati di livello elevato. Va bene tutto, dai, ma arrivare fino a questo punto! Mi chiedo: Correre sostiene così il punto di vista di Corbelli e quindi di Atleticanet (articoli comparsi uguali sul medesimo sito)? Sarebbe una notizia per tutti... anche e soprattutto per i master.
Chiaramente i risultati vengono liquidati in un trafiletto veloce dove si parla esclusivamente dei 5 o 6 ultra 60enni (per carità, meritevoli, ma come spesso accade dimenticati tutti quelli delle categorie più giovani) di cui per puro caso metà sono proprio dell'Olimpia Amatori di Rimini. L'ho già sentita questa società... Quindi sul 2-0, palla al centro, Correre decide di dare la parola finalmente agli "organizzatori" nella persona di Claudio Rapaccioni.
Chissà mai che in contropiede riescano quanto meno a mettere il golletto della bandiera. L'intervista (4 domande striminzite ad opera di Luca Landoni) invece di tutto parla, tranne che dei problemi organizzativi. Sembra quasi che il buon Claudio sia caduto dalle nuvole, abbia vissuto un'altra edizione di Campionati Italiani Master idilliaci in una dimensione parallela alla nostra e fosse rientrato tra di noi mortali da uno Stargate giusto qualche minuto prima dell'intervista. Ma come, Signor Correre: non ci aveva fatto sapere che avremmo sentito la "parola degli organizzatori"? Si intuiva e si auspicava che dopo gli attacchi ci sarebbero state le difese. Sarebbe stato eticamente corretto far sapere alle schiere di lettori le due campane: non penso che Correre voglia omologarsi al Tg4 o peggio ancora al Tg1. E invece di tutto l'organizzatore parla tranne del casus belli? Possibile che non gli sia stata chiesta una cosa così importante per poter dare la sua versione dei fatti e poter ribattere alle accuse che gli erano state fatte dalle pagine di una rivista di portata nazionale? Quindi, la partita per la rivista milanese dei podisti finisce 2-0: danno ragione ad Atleticanet . E Correre si schiera con loro.

08/10/09

Record Master: la Fidal la vede come noi

(partenza dei 100f35 di Lubiana - foto MySi agency di Marin Garrigues) - La gestione dei record master italiani in qualche modo di cui non conosco i dettagli, sono passati in mano all'Area Statistiche della Fidal. Sapete che sui record master nascono spesso e sovente accese diatribe, discendenti più che altro allo sfasamento dei diversi sistemi di riferimento: italiano (legato all'anno di nascita) ed internazionale (legato alla data di nascita). Tra l'altro ho forse capito quel'è la sorgente che ha creato il nodo gordiano: la IAAF, che nel suo statuto stabilisce che l'attività dei Master inizia al compimento del 35° anno di età. Il passaggio successivo della WMA non è stato altro che partire da lì, dalla data di nascita. In Italia invece si è prediletto il sistema basato sull'anno. Entrambi hanno i propri "pro" e i proprio "contro". Giusto un mesetto fa ricordavo come avessi paventato il dubbio (l'anno scorso nel forum di masterstrack, qui il link), ma coloro che intervenirono mi stroncarono subito: meglio la data di nascita... Vabbè, rimarrà una questione insoluta per ancora tanti anni. Tra l'altro mi sembra che la WMA sia un pò granitica come istituzione, e molto rigida, o meglio: molto povera di iniziative che non siano i mondiali. Torniamo da questa parte dell'Alpi. Avendo scelto il sistema sull'anno di nascita (mi sembra che sia attuato anche dei tedeschi, che del mondo master sono la massima espressione), la conseguente questione dei record viene automaticamente risolta: sono italiani i record (o meglio, migliori prestazioni italiane) quelle ottenute dagli atleti che nell'anno hanno compiuto (o compiranno) l'età di inizio della categoria. Su Atleticanet Corbelli e Fasolato nei loro preziosi file, inseriscono una divisione sui record: la famosa dicitura "pre". Di fatto il record lo attribuiscono in maniera internazionale, attribuendo però all'atleta che non ha compiuto l'età alla data di ottenimento della prestazione, la citazione di "pre-primatista". Ok, metti mai che domani la Fidal accolga il sistema internazionale: chi va a prendersi i record "post"? Bella domanda... La seconda questione è quelli che io chiamo "i record a cascata". Secondo quelli che sono i più appassionati statistici dell'atletica master italiana (sempre Corbelli e Fasolato), se un atleta ottiene un record in una specialità inferiore a quella della specialità in cui gareggia, automaticamente diviene il detentore del record in entrambe le categorie. Sono sempre stato un pò critico su questo aspetto. Anche perchè la rigida suddivisione in categorie impone una suddivisione anche dell'attività e di quello che vi avviene. Ogni categoria, per me, fa storia a sè stante, a prescindere delle rivoluzioni che possono accadere nelle categorie superiori. Certo, a livello statistico è una notizia (e che notizia!) che un atleta di 5 anni più anziano abbia ottenuto una prestazione migliore. Ma, appunto, rimane una notizia. Questa visione del mondo dei record master l'ha accolta anche la Fidal, visto che i rari casi in cui è avvenuto il record a discesa, ha comunque inserito il record ottenuto nella categoria. Il caso di specie è la 4x100 maschile, dove una fenomenale staffetta M40 a San Sebastian corse in uno strabiliante 42"57. Tempo "assoluto". La 4x100 M35 rimane invece ancorata al 43"00 di Lubiana dell'anno scorso. Chiaramente conosco la situazione per avervi avuto una parte attiva. Ma la stessa cosa dicasi tra 4x100 M50 e M55, nella svedese M40/M35, nella marcia 50 km M45/50, nella marcia 20 km addirittura in 3 casi, nella marcia 10 km in un caso... solo per fare qualche esempio. Quindi, a questo link trovate i record ufficiali della Fidal aggiornatissimi al 7 ottobre.

20/09/09

Scudetti Master ad Asi Veneto e Olimpia Rimini

(a sinistra, la foto dell'Atl. Asi Veneto tratta dal loro sito, a destra l'Olimpia Rimini dal sito della Fidal Emilia) - Non c'ero. Quindi non posso farvi vivere i momenti di questa due giorni master di Firenze che ha attribuito i due titoli italiani di società master. Rosa Marchi diceva che non esiste una manifestazione simile (a sua conoscenza) in giro per il Mondo. Andiamone allora fieri, perchè è un momento di aggregazione senza pari. Diamo subito gli onori ai vincitori, cioè l'Olimpia Amatori Rimini di Werther Corbelli tra gli uomini, e la Ateltica Asi Veneto di... Rosa Marchi tra le donne. Quindi due scudetti al Nord, una conferma (l'Olimpia Amatori di Rimini) basata su un vero e proprio Dream Team con alcuni dei migliori master italiani in circolazione (Lamberto Boranga, Mario Riboni, Marco Segatel per citare i primi che mi vinegono in mente) e una novità assoluta, quella Asi Veneto che è diventata una sorta di roccaforte inespugnabile con l'arrivo di campionesse di prima grandezza come Lusia Puleanga e Fabia Dandolo (senza dimenticarsi Barbara Ferrarini). Merito ancor maggiore per l'Asi Veneto il fatto che lo scudetto femminile fosse finito a Roma negli ultimi 6 anni: proprio Roma e la corazzata ASD Romatletica (l'anno scorso Acsi Campidoglio Palatino) ha dato del filo da torcere alle venete, giungendo a soli 19 punti (1272 vs 1753) ma con la formula dei 100 punti al primo arrivato, "poi a scalare" è ben noto come basti una gara andata storta per scivolare nella classifica e trovarsi in mezzo ad una vera e propria rivoluzione. Al terzo posto della classifica in rosa un'altra società veneta, l'Idealdoor Libertas S. Biagio di Treviso, staccata di 57 punti dalla vetta, quindi la Liberatletica Aris di Roma, già vincitrice dello scudetto nel 2003. Non mi è dato di sapere se una società veneta abbia mai vinto una scudetto tra le master, sicuramente a livello societario è un buon prologo alla finale di Caorle dove l'Assindustria Sport Padova si presenterà come campionessa uscente (ma come campionato di società nazionale assoluto, lasciatevelo dire, i nuovi c.d.s. valgono sicuramente meno dei campionati master). Tra gli uomini secondo trionfo consecutivo dell'Olimpia Amatori Rimini: l'anno scorso un proditorio errore di inserimento dei dati attribuì la vittoria solo ex-post, lasciando nel frattempo che i milanesi dell'Ambrosiana caricassero la coppa in pullman e prendessero la strada della madunina. Poi l'amara scoperta, e il rimescolamento. Brutta cosa. Quest'anno è andato tutto liscio e l'Olimpia Amatori di Rimini ha vinto agilmente con 23 punti di scarto sulla sorprendente Vittorio Alfieri di Asti (1227 a 1250). Per i romagonli un impressionante media di 96,153 punti-gara, che significa arrivare in media al 4° posto di ogni gara delle 13 previste. Solo terza l'Ambrosiana del DT Ettore Brolo, falcidiata in partenza di una serie di sfortunati infortuni: 1208,5 punti, con solo mezzo punticipino in più dei veneti dell'Atletica San Marco di Venezia. A livello individuale poi svilupperò qualche cosa, per intanto qualche record italiano nelle staffette è caduto (a proposito: veramente gran cosa e gran lavoro da parte di Giusy La Cava della Fidal nazionale aver approntato una simile pagina dei record societari delle staffette!!). Gli altri risultati devo guardarmeli ancora attentamente, anche se già posso dirvi che nei 200hs F40 la Campionessa del Mondo Cristina Amigoni dovrebbe aver abbassato il record di Barbara Ferrarini portandolo a 30"29. Nadia Dandolo record unvece nei 3000 F45 con 10'05"90. Comincia ora l'attesa per lo studio di tutti i risultati tecnici... Quanti record italiani saranno caduti? Vedremo nella prossima puntata!

05/06/09

Atleticamaster.it: il resoconto dei c.d.s. dell'emilia romagna

(foto tratta dal sito www.atleticamaster.it) - Copio-incollo per il nostro blog di master, il resoconto scritto da Werter Corbelli relativo ai c.d.s. master dell'Emilia Romagna.

Scritto da Werter Corbelli - A Bologna sabato e domenica scorsi è stato disputato il Campionato Regionale di Società Master, in anticipo sul resto d'Italia. Come da pronostico si sono riconfermate tra gli uomini la squadra dell'OLIMPIA AMATORI RIMINI (con 10.456 punti complessivi) e tra le donne quella delle cuginette dell'ATLETICA SANTAMONICA MISANO (con 8.564 punti). Partecipazione nell'insieme ridotta e sintomo di un movimento master regionale che, al di là della punte, trova difficoltà per un rilancio su più larga scala, nonostante la regioni sia avvantaggiata dal fatto di ospitare continuamente campionati di categoria.

L'OLIMPIA AMATORI RIMINI ha distanziato sensibilmente la rivale LA FRATELLANZA MODENA che ha concluso a 9.611 punti; e quindi anche questa società sarà presente alla Finale di Firenze a settembre. Per un posto in Finale invece restano in lizza in attesa degli esiti dalle altre regioni nel prossimo week-end l'ATLETICA IMOLA SACMI (8.764 punti) e l'ACQUADELA BOLOGNA (7.885 punti). Ricordiamo che lo scorso anno la 30° società è stata ammessa con un totale di 8.438 punti. In campo femminile l'ATLETICA SANTAMONICA invece ha trovato la sola concorrenza dell'ACQUADELA BOLOGNA fermatasi a 5.589 punti con 13 punteggi utili; probabilmente troppo pochi per aspirare ad un posto nelle 26 società femminili ammesse alla Finale (lo scorso anno il limite è stato di 6.818 punti).

Sul piano delle prestazioni individuali il punteggio più alto maschile è stato quello di Mario RIBONI (1913-M95, Olimpia Amatori Rimini) con un lancio del peso da 3 kg. a 5,56 che gli hanno fruttato 1.057 punti. Mentre la prestazione femminile più "pagata" è stata quella di Rossella ZANNI (1964-F45) con 869 punti per un crono di 33"55 sulla gara ibrida dei 200 ostacoli che le vale anche come miglior prestazione italiana "pre" di categoria; a cui ha aggiunto 866 punti grazie a mt.1,47 nel salto in alto. Sganciandoci dal parametro delle tabelle e restando a più pertinenti valutazione tecniche vanno segnalate le prestazioni di Luigi FERRARI (1959-MM50, Olimpia Amatori Rimini) con 55"95 sui 400 mt. e soprattutto 2'06"77 sugli 800 mt. e del compagno di squadra Franco MAFFEI (1958-MM50) con 4'26"81 sui 1.500 mt. e 9'49"18 sui 3.000 mt. Nei salti in estensione il 39enne modenese Diego ZAMBELLI (1970-MM35, de La Fratellanza Mo) è planato a 6,59 in lungo e 13,54 nel triplo. Nel salto in alto Marco SEGATEL (1962-MM45. Olimpia Amatori Rimini) è stato frenato da un fastidiosa tendinite e così dopo aver valicato mt.1,81 ha rinunciato a proseguire. Tra le donne una nota tutta speciale va dedicata a Giuseppina CIRULLI (1959-F50, Atl. Santamonica Misano) tornata a calcare la pista dopo una lunghissima parentesi: primo assaggio sui 200 metri corsi in 31"61 (e 761 punti). Ricordiamo che la laziale è stata per dieci anni consecutivi campionessa italiana assoluta dei 400 ostacoli, con un totale di 47 presenze in nazionale. Ben tornata di cuore da tutti i master.

La nota polemica. Sembra lo si faccia apposta a contestare e riprendere l'operato della Federazione ed in particolare quello dell'Area Master. Ma come si fa a tacere?!! Quest'anno nel regolamento dei C.d.S. è stabilito che sia nella Fase Regionale che nella Finale Nazionale per i salti in estensione e le gare di lancio siano previste solo 3 prove. Già le perplessità e i malumori erano forti con la limitazione a sole 4 prove come stabilito negli anni passati. Così nella Federazione hanno pensato bene di recepire quanto richiesto dalla base... Ci piacerebbe conoscere le paternità di simili "genialate". E' l'ennesima riprova della distanza che esiste tra Federazione e base, dell'insensibilità e anche mancanza di buon senso. Non si venga a dire che i master saltatori e lanciatori rischino di affaticarsi troppo con 6 prove perché una sonora risata sotterrerebbe chi lo sostiene. Non si venga a dire che le gare rischierebbero di avere durata troppo lunga, quando con la tecnologia informatica disponibile e delle giurie-gara normodotate la gestione non sarebbe assolutamente di ordinaria pianificazione. Invece viene da riprendere una frase di un film di Moretti. "...continuiamo a farci del male..."

24/02/09

Ancora sulla ridda di record

Guardando l'articolo della memoria storica vivente del mondo master italiano, Werter Corbelli, su Atleticanet (qui l'articolo) ho appreso due cose: la prima è che c'è discrasia tra i record elaborati da Claudio Rapaccioni per il sito Fidal e lo stesso Corbelli per quanto riguarda il peso M35 mentre la seconda è che esiste un record "listed" sui 5 km marcia indoor, specialità che nella medesima tabella Fidal non è riportata. Andiamo per ordine: nel peso M35 Claudio riporta un 19,09 di Giovanni Tubini ottenuto a Genova nel 1999. Corbelli riporta invece un 19,21 di Marco Dodoni del 2007, nell'anno da "pre" (è del 1972). Dal Soglio (classe 1970), avendo lanciato a 19,20 avrebbe stabilito il record italiano solo ad età compiuta e non già quello considerato dalla Fidal (che valuta a tutti gli effetti i "pre" nella categoria) che sarebbe appunto di 19,21. Quindi, classifiche del 2007 alla mano (dal sito Fidal... talmente hanno investito nell'informatizzare i risultati che sono in formato word...) sveliamo l'arcano. Ebbene ha ragione Corbelli. Il 10 febbraio 2007, a Schio, Dodoni lanciò 19,21 stabilendo di fatto il record italiano "pre" (ma valido a tutti gli effetti). Ergo modifico il mio aggiornamento dei record italiani 2009...

13/02/09

Enrico Saraceni al terzo record italiano del 2009: 50"35 sui 400 M45

Ieri sera ad Ancona (12/02/2009, qui il link a tutte le gare del 2009) ennesimo record italiano M45 del 2009 (della premiata ditta Longo-Saraceni): dopo l'esplosivo fine settimana di Mario Longo e dei suoi stratosferici 60, dove a dir del vero era passato in secondo piano un record italiano di indubbio valore, come il 22"85 stabilito sui 200 M45 di Enrico Saraceni, ecco la risposta dello stesso atleta pescarese, che si è migliorato in due settimane di più di un secondo e mezzo nei 400, scendendo a 50"34 (95,05 AGC) e avvicinandosi virtualmente al WR della categoria (49"89, che però potrà essere abbattuto, date le note vicende sulle date di nascita, solo a partire dal 2010). E' questo il 18° record italiano abbattuto nel 2009 (o 17° se consideriamo le categorie "chiuse" senza possibilità di "cascate" prestative... mi piacerebbe l'ulteriore intervento di Rosa Marchi a tal proposito, considerato che Werter Corbelli ammette nei suoi comunicati tale eventualità, come nel caso del record ricaduto negli M40 di Mario Longo). Nella medesima riunione di Ancona ottima prestazione di Edgardo Barcella, M35 al PB sui 400 con 51"32 (89,32 AGC) nella batteria dove si è dovuto purtroppo ritirare Massimilano Poeta. Nelle serie si rivisto anche l'esordio del finalista mondiale di Clermont Ferrand, Pierluigi Acciaccaferri, M40, che ha conso in 53"96, mentre il campione d'Europa M35 con la 4X400, Fausto Salvador, ora M40, ha corso in 55"16 (83,72). Roberto Di Luzio, M45 del '60 è sceso ad un buon 57"49 (85,55 AGC), mentre la moglie, Paola Tiselli, ha percorso i due giri di pista in 1'00"65 (82,81 AGC).

Aggiorniamo così i nuovi record italiani ottenuti nel 2009:
  • 60hs M35: 7"76 - Andrea Alterio
  • 60hs M35: 7"81 - Andrea Alterio
  • 60hs M35: 7"93 - Andrea Alterio
  • 60 M40: 6"94 - Mario Longo
  • 60 M45: 6"94 - Mario Longo
  • 60 M45: 7"02 - Mario Longo
  • 60 M45: 7"06 - Mario Longo
  • 60 M45: 7"10 - Mario Longo
  • 200 M45: 22"85 - Enrico Saraceni
  • 400 M45: 50"34 - 12/02/09 - Ancona - Enrico Saraceni
  • 400 M45: 52"02 - Enrico Saraceni
  • 800 M60: 2'20"85 - Dario Rappo
  • asta M60: 3,30 (eguagliato) - Ghi Arrigo
  • triplo F40: 12,04 (eguagliato) - Moroni Maria Costanza
  • 800 F50: 2'30"65 - Anna Pagnotta
  • 3000 F50: 11'04"35 - Maria Lorenzoni
  • asta F50: 3,30 mt - Carla Forcellini
  • asta F50: 3,00 mt - Carla Forcellini

    Record Europei:
  • alto M45: 2,00 (eguagliato) - Marco Segatel

10/02/09

Chiarimenti (sempre sui record)

Bene, dopo la massa di record (dovremo essere già a 17 nel 2009... ma forse 16 per la Fidal) ci troviamo (come al solito) ad alcuni dubbi interpretativi e a puntualizzazioni. Vediamo in ordine:
  • Sul sito dell'EVAA (la federazione Europea di Atletica Master: pensate era sempre stato http://www.evaa.nu/, e miracolosamente, dopo ricerche sconfinate l'ho ritrovato in Svizzera con un .ch) viene riportato come Record Europeo Master nel salto in alto M45 quello di Marco Segatel di 2,03 ottenuto a Clermont. Come mi faceva notare Werter Corbelli, Segatel a Clermont non ha mai saltato 2,03, bensì 1,97. Il suo 2,03 lo ottenne nel 2007 a Genova, quando ancora non era 45enne. Ergo il record europeo è "solo" 2,00 metri ottenuti da Marco in 3 circostanze: ad Aosta nel 2008 e a Caravaggio e Modena nel 2009. Il record del mondo è invece 2,04. Conclusioni? Non solo la WMA non ha ben chiaro quello che succede a livello apicale tra i master, ma anche la EVAA.
  • Capitolo Mario Longo. 6"94 è un tempo (corso da un quasi 45enne) che lascerà necessariamente il segno nella storia. Poi magari, visto che è arrivato tanto in alto (ottenendo il minimo per gli italiani) non è detto che non possa migliorarlo ulteriormente e riuscire a scendere sotto i 6"90. Leggendo sempre Corbelli (che ormai cito come un classico latino) è emerso che il tempo di 6"94 sarebbe anche il record M40 (migliorato quindi il 6"96 dello stesso atleta). Qui mi vedo un pò in confusione e francamente non so cosa farà la Fidal. Mi spiego: se le categorie per la Fidal sono all'anno di nascita, il record ricade a tutti gli effetti negli M45. Se si va con la data di nascita, ricadrebbe invece negli M40. Poi c'è l'effetto-cascata: cioè, il record ottenuto in una categoria superiore, se migliore rispetto a quello tabellato in una categoria inferiore, è considerabile record per la medesima categoria inferiore? Ci sono due scuole di pensiero. chi dice sì e chi dice no (che ovvietà...). Sul piano sportivo, probabilmente sarebbe giusto. Sul piano istituzionale le categorie fanno vita a sè e probabilmente dovrebbero vivere di vita propria. Per inverso: mettiamo che un cadetto dovesse ottenere un record italiano inferiore a quello di un allievo, gli sarebbe conteggiato come record allievi (e cadetti)? Non lo so, ametto l'ignoranza. Ma penso che la regola da seguire dovrebbe essere la stessa, sia per i giovanissimi che i meno giovani, altrimenti complicheremmo ancora di più un quadro di per sè già agitato.