20/11/09

L'angolo del Duca: Giù le mani dai supereroi!

(foto dal corriere.it) - A livello mondiale il 2009 si è chiuso, come l’anno precedente, nel segno di Usain Bolt, meraviglioso atleta le cui imprese sono andate bel al di là del pur fantastico mondo dell’atletica, per farlo assurgere, ritengo, al ruolo del piu’ straordinario sportivo dell’anno. Le sue prestazioni sono state paragonate a qualcosa di soprannaturale nel senso che il perfetto connubio della sua forza, potenza ed elasticità ha permesso che potesse ottenere riscontri cronometrici impensabili per un essere umano e fatto si che la sua corsa potesse essere accostata a quella di un felino.
Ma il marziano Bolt suscita anche tante invidie ed allora si parla di doping e si ironizza sulla sua Nazione di provenienza,la Giamaica, come se tutto quanto riconducibile a tale popolazione debba essere il raggae o la marijuana, ma dimenticando che, per tradizione e genetica , le corse veloci hanno rappresentato, da sempre, per questo popolo, un autentico sport nazionale e vero motivo di vanto nei confronti del mondo intero.
Ma si sa, i personaggi molto famosi, in quanto tali, sono soggetti a grandi consensi, ma talora avversioni, frutto di invidia o semplicemente di fattori epidermici. Trovo quindi normale che la gente comune possa criticare Bolt, avanzare dei dubbi sulla liceità dei suoi risultati, come trovo normale che i giornalisti cerchino di metterlo in difficoltà, per fare il titolone piu’ grosso, con domande irriverenti su cui, purtroppo, qualche volta, si costruiscono interviste mettendo in bocca dell’intervistato parole non dette che creano polemiche. Quello che pero’ non capisco è come possa un appassionato di atletica criticare Bolt, mettere in dubbio la sua personale correttezza di atleta, snobbare le sue prestazioni, lamentarsi che si parla troppo di lui e che si da poco spazio ad altri piu’ meritevoli di lui, affermare che irride gli avversari perché prima delle gare ama giocare e scherzare.
La cosa incredibile è che queste critiche le ho lette e sentite dare sia da appassionati che praticano mezzofondo, quindi un pochino meno addentro alle logiche fisiche e mentali di un velocista, ma addirittura da atleti specializzati nella velocità, i quali dovrebbero solo osservare veneranti ed entusiasti le imprese di cotanto eroe.
Scusatemi, ma questa volta voglio veramente assurgere a depositario della verità…
Bolt è l’atleta piu’ perfetto che sia mai esistito perché racchiude in se l’ideale combinazione di elementi indispensabili per superare ogni limite di velocità che si potesse immaginare fosse insuperabile da un essere umano.
Il suo superpotere nasce dal perfetto connubio di forza, esplosività, reattività dei piedi, frequenza ed ampiezza, il tutto sviluppato su un fisico di 196 cm. Sembra banale e semplicistico, ovviamente non lo è, ma il segreto di Superman Bolt è la sua altezza, quella stessa altezza che un tempo i guru dell’atletica ritenevano non adatta per un velocista, ma che invece rappresenta l’elemento in piu’ per superare ogni limite. Questo non significa, chiaramente, che basta essere alti ed anzi tale caratteristica comporta molto spesso una serie di problemi. Innanzitutto è molto piu’ difficile costruire un’adeguata massa muscolare su un atleta alto, perché le lunghissime leve necessitano di un allenamento ben piu’ duro e mirato. In secondo luogo, problema ancor maggiore, tutti gli atleti con il bacino alto subiscono, per il contraccolpo della corsa e degli allenamenti mirati in tal senso, una serie di microtraumi, alla schiena, maggiori rispetto ad un atleta normodotato e questo, oltre a comportare problematiche dolorose alla schiena stessa, rende piu’ facile l’insorgere di tutte quelle patologie muscolari e tendinee che hanno la loro origine, sempre, dalla schiena stessa.

E non dimentichiamo mai che puoi essere perfetto, ma poi ti giochi tutto in pochissimi centesimi di secondo e allora subentra la mente con la sua capacità di controllare la concentrazione e la deconcentrazione che si traduce poi, dopo lo sparo, nel miglior connubio possibile tra contrazione e decontrazione. Bolt non irride i suoi avversari, prima e dopo le gare, affronta le prove con l’allegria che gli deriva dalla consapevolezza della sua forza fisica e questo gli consente di non sprecare un briciolo di energia negativa che spesso, su altri atleti, ha avuto degli effetti deterrenti (uno per tutti Asafa Powel). In altre parole, un fisico perfetto in una mente perfetta: la “tempesta perfetta”. Alcuni mesi fa, in un mio intervento sul doping, fui molto categorico e anche provocatorio su tale argomento. Oggi sarei un bugiardo se dicessi che metterei le mani sul fuoco per Bolt ma, come detto, ci sono delle esigenze di showbusiness che valgono per tutti gli sport e che spesso obbligano i grandi atleti a sottostare a delle regole perverse. Queste regole pero’ non alterano i valori in campo e quindi, se bisogna sollevare sospetti, è totalmente da ipocriti farlo solo su chi vince ed è piu’ forte degli altri.
Quello che mi sento dire, con assoluta certezza, è che vi sono degli indiscutibili riscontri oggettivi su Bolt. La sua carriera agonistica è stata assolutamente lineare e consequenziale nel senso che ha cominciato ad andare fortissimo da juniores, quando la sua massa muscolare non era ancora sviluppata completamente, ha resistito alle pressioni psicologiche che spesso distruggono atleti che esplodono molto giovani e poi, con la definitiva crescita muscolare ed anche maturità mentale, ricordo la finale di Osaka dei 200 metri in cui corse con una scarpa slacciata, ha raggiunto quei risultati che era logico aspettarsi da lui.
Vi lascio con la sua straordinaria progressione dal 2002 ad oggi ( dai 16 ai 23 anni) con la speranza che la sua corsa meravigliosa prosegua senza intoppi perché l’atletica mondiale ha veramente bisogno di un supereroe come lui e i supereroi vanno rispettati.
IL DUCA

In allegato la carriera di Bolt.

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