10/01/13

Queenworld: i pimo temporale arriva dalla Russia

Nella carrellata della prima settimana di gare indoor femminili, non si segnalano grandissime prestazioni, anche perchè la stagione è proprio agli albori. Segnalo comunque l'impressionante miglioramento nel triplo della russa Irina Gumenyuk, (classe '88) salita a 14,48 a San Pietroburgo, di gran lunga il suo nuovo personale (vantava un 14,24 indoor dell'anno scorso e un 14,14 all'aperto nella Gardaland dell'atletica russa, ovvero Cheboksary). Gran 2000 sempre in Russia, sotto gli Urali, ad Ektarinburg: 5'44"08 per Svetlana Kireyeva (seguita a poca distanza da un paio di connazionali). Nel mezzofondo veloce riflettori e palcoscenico (dopo solo un weekend di gare, naturalmente) per Anzhelika Shevchenko: già 2'04"33 sugli 800 ma soprattutto 4'11"22 sui 1500 (entrambi i risultati stabiliti a San Pietroburgo). Nell'alto, a Celyabinsk, giusto ieri, l'armata rossa mette già due atlete sopra l'1,90, ovvero la "nuova" Oksana Starostina (1,91, nuovo PB, a 1 cm da quello assoluto), e la più talentuosa Marya Kuchina (stessa misura e vittoria della gara), classe '93, con un personale di 1,97 del 2011 (a 17 anni), bronzo dietro la Trost a Barcellona l'anno scorso ai mondiali junior (nella foto insieme dopo la conclusione della gara), argento nel 2009 ai mondiali allievi a Bressanone e Campionessa Europea junior a Tallin nel 2011: una predestinata, visto che si tratta di russi. Nei 60hs la leadership mondiale è al momento in mano... anzi, nei piedi, di Marzia Caravelli con il famoso 8"12. Già da questo fine settimana dovrebbe partire i primi Pershing e Cruise... li vedremo!

60 metri

7.361.1.Montell DOUGLAS86GBRF11.Lee Valley (GBR)06.011113
7.382.2.Nadezhda PALEYEVA85RUSF1.Yekaterinburg (RUS)07.011107

800 metri

2:04.331.1.Anzhelika SHEVCHENKO87UKRF1.St. Petersburg (RUS)06.011109
2:07.092.2.Polina DONTSOVA89RUSF2.St. Petersburg (RUS)06.011066

1500 metri

4:11.221.1.Anzhelika SHEVCHENKO87UKRF1.St. Petersburg (RUS)05.011138
4:19.312.2.Claire TARPLEE88IRLF1.Sheffield (GBR)06.011075

2000 metri

5:44.081.1.Svetlana KIREYEVA87RUSF1.Yekaterinburg (RUS)07.011140
5:46.362.2.Yelena SOBOLEVA82RUSF2.Yekaterinburg (RUS)07.011128
5:48.823.3.Anna SHCHAGINA91RUSF3.Yekaterinburg (RUS)07.011114

60hs

8.121.1.Marzia CARAVELLI81ITAH11.Ancona (ITA)05.011134
8.172.2.Svetlana TOPILINA85RUSF1.Yekaterinburg (RUS)07.011123
8.333.4.Franziska HOFMANN94GERH11.Chemnitz (GER)05.011089

alto

1.911.1.Oksana STAROSTINA88RUSF2.Chelyabinsk (RUS)09.011110
1.911.1.Mariya KUCHINA93RUSF1.Chelyabinsk (RUS)09.011110
1.893.3.Irina ILIYEVA95RUSF3.Chelyabinsk (RUS)09.011090
1.884.4.Yevgeniya KONONOVA89RUSF1.St. Petersburg (RUS)06.011080
1.884.4.Hanne VAN HESSCHE91BELF1.Gent (BEL)06.011080

triplo

14.481.1.Irina GUMENYUK88RUSF1.St. Petersburg (RUS)06.011147
14.192.2.Viktoriya DOLGACHYOVA91RUSF2.St. Petersburg (RUS)06.011116


08/01/13

Panorama mondo dopo una settimana: Van Den Broeck 1'48"4 a Gent

Van Den Broeck: 1'48"46
Ecco una carrellata dei migliori risultati attualmente tabellati in giro per il mondo. Segnalo che fuori dai confini patrii si sono cimentati su distanze spurie alcuni ostacolisti italici. Nei 200 l'americano James Taylor spara subito un 20"92 negli States, mentre sicuramente uno dei risultati più significativi del primo weekend di gare in giro del mondo, è l'800 del belga Jan Van den Broeck, capace di siglare un corposo 1'48"46, vero e proprio specialista delle indoor (5° ai mondiali di Istanbul dell'anno scorso, e 1'47"12 di PB al coperto) ma fuori in semifinale agli europei di Helsinki dell'anno scorso e addirittura in batteria a Barcellona '10, quando aveva 21 anni. Nell'asta dalla Germania continuano ad uscire saltatori come cavallette... 5,65 per Tobias Scherbarth, di cui l'anno scorso non si aveva traccia significativa nelle grandi competizioni. 

55 metri a Nashville
6.271.1.Brent LEE90USAF11.Nashville (USA)05.011103
6.30-2.Brent LEE90USAH11.Nashville (USA)05.011086

60 metri
6.701.1.Diogo ANTUNES92PORF11.Pombal (POR)05.011104
6.701.1.Cyle CARTY90GBRF11.Lee Valley (GBR)06.011104

200 metri
20.921.1.James TAYLOR90USAF71.University Park (USA)05.011146

800 metri
1:48.461.1.Jan VAN DEN BROECK89BELF11.Gent (BEL)06.011126
1:49.102.2.Hans OMEY86BELF12.Gent (BEL)06.011107

50hs
6.971.1.John Mark NALOCCA88ITAF1.Nice (FRA)05.011020
6.982.2.Samuele DEVARTI90ITAH11.Nice (FRA)05.011017
6.99-3.Samuele DEVARTI90ITAF2.Nice (FRA)05.011013
7.01-4.John Mark NALOCCA88ITAH21.Nice (FRA)05.011007

55hs
7.563.3.Claudio DELLI CARPINI91ITAF1.Storrs (USA)05.011040

60hs
7.821.1.Nick GAYLE85GBRF1.Lee Valley (GBR)06.011118
7.832.2.Koen SMET92NEDF1.Apeldoorn (NED)05.011115
7.843.3.Brendan AMES88USAF1.Boulder (USA)05.011112
7.854.4.Richard ALLEYNE83GBRF1.Lee Valley (GBR)06.011110

alto
2.241.1.Sergey ZASIMOVICH86KAZF1.Yekaterinburg (RUS)07.011110
2.232.2.Peter HORÁK83SVKF1.Essing (GER)06.011101

asta
5.651.1.Tobias SCHERBARTH85GERF1.Leverkusen (GER)05.011157
5.651.1.Konstantinos FILIPPIDIS86GREF2.Leverkusen (GER)05.011157
5.503.3.Shawn BARBER92USAF1.Akron (USA)04.011115

lungo
7.941.1.Maksim KOLESNIKOV91RUSF1.St. Petersburg (RUS)05.011113

triplo
16.121.1.Michele BONI81ITAF1.Ancona (ITA)05.011060
15.942.2.Ricardo JAQUITE89PORF1.Lisboa (POR)06.011041
15.942.2.Marcos CALDEIRA88PORF2.Lisboa (POR)06.011041


07/01/13

Il sipario lo apre Marzia Caravelli: 8"12

Aveva finito la stagione con l'inopinata semifinale di Londra '12, comunque la si voglia vedere, l'acme della sua carriera agonistica. Parlo naturalmente di Marzia Caravelli. Carriera di fatto ri-esplosa solo da pochissime stagioni e che, pare, per recuperare il tempo perso, costringa l'atleta friulana a fare gli straordinari. Così come è ormai sua peculiarità, la sua preparazione diventano le gare, e le gare diventano la sua preparazione: visti i risultati, direi che la strada sembra essere quella giusta. La prima impresa dell'anno atletico su pista è naturalmente la sua, così come l'anno scorso. 8"12 ad Ancona ieri, che è a 2 cent dal minimo per gli europei e a 8 dal suo personale... e soprattutto a 15 (7"97) dal record italiano di Carla Tuzzi risalente al 1994. Nella lista all-time, la Caravelli, prima della Tuzzi, ha però ancora davanti (8"02) Micol Cattaneo (tornata prepotentemente in auge l'anno scorso) con la quale le promesse di disfide sono succulente. La Caravelli, poi, si cimenta sui 400: 57"06

Comunque: non male l'esordio di Giovanni Mantovani sui 60hs: 7"94 nella prima run e 7"99 in finale, dove è stato eguagliato dal più navigato Andrea Cocchi (stesso tempo). Al 5 di gennaio il tempo di Mantovani è il World Lead... un pizzico di notorietà effimera almeno per un giorno. 

Forse di estremo spessore il 16,12 nel triplo di Michele Boni, con un salto ancillare a 16,05. E dire che il miglior salto di tutto il 2012 era stato in 16,18 all'aperto... ottimo inizio, direi. 

06/01/13

Dalla prima lettera di Queenatletica ai Consiglieri Federali in quota atleti

Carissimi. Non siamo i Corinzi, e io non sono San Paolo, ma è giusto iniziare da qui. E' passato già più di un mese dalla nostra ultima visita, nel sinedrio di Mediolanum, allorquando fu nominato l'Eletto e voi foste tra i suoi prescelti, apostoli di un popolo di una moltitudine di atleti. Eccoci dunque al primo problema, che, nella vostra qualità di "rappresentanti in quota atleti" spero possiate risolvere anche in brevissimo tempo. Ebbene, leggendo la lettera ai Colossesi di Michele Belluschi (che trovate a questo indirizzo), emerge un quadro assai bizzarro di cui l'organo di cui fate parte si è distinto: il campionato italiano di mezza maratona, valevole anche per il campionato di società di corsa su strada, è stato conficcato come un paletto nel cuore nel petto di un vampiro, nel pieno della stagione invernale: come spiega l'amico Michele, la notizia comparsa su Podisti.net parla del 17 febbraio (a Verona) quale data per il campionato: data che peraltro si è conosciuta solo ieri. 

Carissimi fratelli, preparare una mezza maratona in 40 giorni è dote esclusiva dell'Altissimo, che rimase nel deserto per un pari numero di giorni e di notti in piena astinenza. Perchè dunque innalzarci a un tale livello di vocazione dovuta solo a chi è toccato dalla Santità? Ora, la settimana prima, si apprende, ovvero l'11 di febbraio, si saranno i campionati italiani individuali di cross ad Abbadia di Fiastra (MC). La settimana successiva, il 24 febbraio, si terrà invece la prima fase dei campionati di società di cross valevoli per l'ammissione alla finale nazionale che si terrà l'11 di marzo. Il discepolo Michele, nella lettera ai Colossesi, ci dice che il 17 di febbraio si terranno anche i campionati italiani indoor, senior e promesse dove parteciperanno diversi mezzofondisti. In Lombardia, in data 17 febbraio, si terranno inoltre i campionati regionali di mezza maratona. Fratelli carissimi, gli atleti lombardi, benchè dotati di umile spirito di abnegazione, non hanno ancora ricevuto per intercessione divina, il dono dell'ubiquità, dovendo quindi scegliere tra Vittuone (luogo dei campionati regionali) e Verona (luogo dei campionati italiani di mezza maratona). 

Ebbene, tutte le date di cui prima, come ricorda il prefato, erano state stabilite con ampio anticipo, tranne quella dei campionati italiani di mezza maratona: perchè dunque sciabolare quella sciagurata data? Se qualcuno si fosse preso la briga, così per ischerzo, dopo che tutte le gare erano già state pianificate, di indicare l'unica data in cui non collocare il campionato italiano di mezza maratona, avrebbe scelto il... 17 febbraio. Perchè dunque, proprio il 17 febbraio

Fratelli, finalmente avete la possibilità, dopo solo un mesetto dalla vostra elezione, di far vedere quello che avevate promesso pubblicamente, ovvero di essere dalla parte degli atleti; di migliaia di appassionati della strada che con questa inopinata sciabolata del 17 febbraio, si vedono compromesse le loro possibilità agonistiche, stravolti i loro piani di allenamento, creato danni a chi in quella stessa data organizzava eventi simili con in palio titoli federali... ecco, ora sta a voi, dall'alto della vostra investitura, e dal fatto che rappresentate 170.000 atleti, la stragrande maggioranza dei quali provenienti dalla strada, andare a far cambiare le cose nel sinedrio federale.

Carissimi, concludo con la mia personale soddisfazione: finalmente abbiamo qualcuno assiso lassù nei cieli, al fianco delle divinità, che ci ascolterà ogni qual volta avremo delle problematiche che riguardino gli atleti. E ne abbiamo tante, già ne è pronta un'altra: intanto buon lavoro e fateci sapere cosa avete fatto in nome di tutti quegli atleti che vi hanno eletto e di cui siete espressione. Grazie amici. Ci trovate sempre qui, allo stesso indirizzo.

Con amore fraterno, Queenatletica.

05/01/13

Bum-Bum Gambelli: record F50 sui 200 alla prima uscita

Nemmeno il tempo di finire di attribuire i premi per i migliori master dell'anno, che Annalisa Gambelli, neo F50, va nel palazzetto di Ancona e polverizza il passato della specialità. Proprio oggi, infatti, l'atleta della S.E.F. Stamura Ancona, corre un clamoroso 27"62 sui 200, arriva seconda nel compund generale (da master F50!) mettendosi dietro una bella manciata di ragazzine, e, come detto, mette il proprio sigillo sul record italiano F50. Il record, in precedenza, era detenuto da Gianna Lanzini, con 28"53: 9 decimi limitati in una botta. Questa è la cronologia recente del record.
  • 29"72 - Zucchi Silvana - Torino - 08/02/2003
  • 28"56 - Ferrian Daniela - Ancona - 06/03/2011
  • 28"53 - Gianna Lanzini - Ancona - 11/03/2012
  • 27"62 - Annalisa Gambelli - Ancona - 05/01/2013
92,18% il corrispettivo in AGC, che è il primo grande botto della stagione. Sopra il 90% le prestazioni, ricordo sono di caratura internazionale. Solo per avere un metro di paragone: non so la data precisa di nascita (a livello internazionale è quella la discriminante, e non l'anno) ma ai mondiali di Jyvaskyla dell'anno scorso, con quel tempo, la Gambelli sarebbe arrivata nettamente seconda, a 4 decimi dal titolo iridato. Lo stato di grazia dell'atleta risale però all'anno scorso, quando un pò a sorpresa strappò il prestigioso record dei 200 F45 (all'ultimo anno di categoria) correndo in 27"12. E' il 5 record che ottiene (due sono in vigore, ovvero i due sui 200), e tutti e 5 sono stati ottenuti nelle Marche. 

Atletica e Scuola, la grande bufala

Sapete, no, qual'è il mantra della politica-atletica italiana? La scuola!! non c'è dirigente, politico, tecnico o giornalista specializzato che, di fronte al quesito Madre sulla vera ragione della crisi dell'atletica, non indichi al primo posto la scuola. La crisi dell'atletica italiana partirebbe cioè, dando credito a questo assunto, da lontano, lontanissimo, ovvero dalla crisi di vocazioni che attanaglia questo sport sin dal primo cancello di entrata, ovvero nel variegato mondo scolastico. Del resto, è un mantra talmente radicato nella nostra cultura sportiva, che pure io ci avevo creduto ma...  ieri sera, discutendo di atletica con l'amico Gianluca Zuddas (dopo l'articolo di ieri sulla necessità di studiare l'abbandono di atleti con appositi strumenti di analisi) e basandoci sui freddi numeri, è invece emersa quella che appare come un bufala colossale. La questione "scuola", nell'atletica, non esiste! Ovvero, quello che ci viene raccontato da tempo (la mancanza o l'assenza di reclutamento) in realtà è un problema molto marginale rispetto a quello che sembra il vero problema dell'atletica, cioè... l'abbandono di questo sport da parte dei ragazzi DOPO il reclutamento!! Parliamoci chiaro: non è che il reclutamento sia uno strumento funzionale, eh... ce ne rendiamo conto tutti, ma una volta letti i dati come ve li mostreremo, vi ricrederete sulle vere problematiche dell'atletica attuale. 

Mentre discutevamo di queste cose con il citato Gianluca Zuddas, questi ha preso e autonomamente ha analizzato i dati dei tesseramenti alla Federazione degli ultimi 10 anni producendo una tabella molto significativa. Quello che è emerso è pazzesco, a mio modo di vedere, e la cosa più pazzesca, mi sembra di capire, è che nessuno lassù (o laggiù) in Fidal non si sia mai accorto prima della falla gigantesca che si è aperta e che sembra si stia ampliando a dismisura. L'idea che ho proposto allo stesso Gianluca e Sonia Marongiu, che ha contribuito alla discussione, era quella di un rubinetto che butta nella vasca acqua (gli atleti) e vi sia nella stessa vasca una falla che fa uscire la stessa quantità di acqua che vi era entrata. E capirete ben presto il perchè.

Per le analisi vi rimando direttamente alle qui sotto allegate tabelle. Ma alcuni dati vale la pena enunciarli per capire di cosa sto parlando. Si sono tolte le statistiche relative alle categorie ragazzi e soprattutto esordienti, i cui dati sono in crescita esponenziale e di cui, personalmente, nutro dubbi e sospetto che il dato sia modificato da balzelli normativi che impongono il tesseramento a ragazzi che fanno tutt'altro sport, la nostra attenzione si è focalizzata sui cadetti, continuando via-via sino ai Senior.

Orbene, guardate la tabella 2 qui allegata. Il numero di cadetti tesserati dal 2001 al 2011 è impressionante, visti i dati che poi si riscontrano tra i senior. Tra maschietti e femminucce si va dagli oltre 15.000 del 2002 (picco massimo), agli 11.000 del 2008, picco minimo. Dal 2008 in poi, si registra invece una sostanziale crescita, con un trend che si conferma tale anno per anno: l'anno scorso i tesserati nelle categorie cadetti sono stati circa 12.500. Diciamo che mediamente i cadetti tesserati in questi ultimi 10 anni sono stati circa 12.000. Riflettiamo su questo primo dato: il dato, pressochè costante, e superiore ai 12000 ragazzi, attesta un fatto incontrovertibile ed è bene ribadirlo: ogni anno "entrano" nella categoria cadetti più di 12.000 atletini in erba. Un esercito, dove il campione statistico imporrebbe delle grandi riflessioni ai gestori della cosa pubblica, ovvero i decision makers della Federazione, atteso che poi sui campi-gara passano i covoni di sterpaglie e i rettilinei sembrano la Main Street di qualche paesino del Far West abbandonato. 

Con 12.000 atleti all'anno, anche calcolando tassi di abbandono fuori range, vi posso già fare una considerazione: il proselitismo nella scuola funziona, o funzionicchia, ciò che davvero non funziona viene dopo. Sembra lapalissiano! I cadetti, poi, non dimentichiamolo, rappresentano il primo vero anello della catena sportiva agonistica, perchè un ragazzino a quell'età ha già tendenzialmente abbracciato lo sport che lo accompagnerà nel suo periodo da teen-agers.. 

Ragioniamo su un altro dato: i tesserati alla Fidal sono circa 150.000. 12.000 atleti immessi nella nel calderone nella categoria cadetti significano ben l'8%! Vuol dire che ogni anno, solo da quel gate/cancello che è la categoria cadetti la Federazione possiede una risorsa umana inestimabile. Certo, non saranno mai i dati del calcio, che si muoverà nell'ordine delle centomila unità all'anno, o degli altri sport di squadra, ma 12000 ragazzini non sono certo pochi, visto che l'atletica di vertice si concretizza poi con poche decine di atleti. 

Vediamo quindi i tassi di abbandono. Quando si passa alla categoria allievi avviene già la prima rasoiata al quorum di atleti entrati. Addirittura tra le ragazzine c'è il dimezzamento netto delle tesserate: nel 2001 si passò, ad esempio, da 6600 cadette a 3076 allieve. Meno della metà! Ma secondo il CONI, che ha fornito dati complessivi sullo sport italiano giovanile, il calo fisiologico tra le due classi d'età si attesta attorno al 8/9%, non al 50%! Vuol dire che tutte quelle ragazzine perse dall'atletica sono finite dritte-dritte a fare un altro sport!

Il trend è più o meno confermato negli anni successivi, come si può vedere bene dal grafico preparato da Gianluca. Paradossale, guardando quello stesso grafico, che negli ultimi 4 anni, nonostante l'innalzamento del numero delle tesserate nella categoria cadette, sia rimasto invariato il numero delle tesserate allieve... 

Tra i maschietti il dato è altrettanto impressionante, anche se, anzichè con dimezzamenti veri e propri, si arriva al 40% circa in meno di "passaggi" (per il CONI, anche qui, la perdita netta è solo del 10%... altre centinaia di ragazzini che vanno verso altri sport, evidentemente). Altra riflessione: non siamo degli sprovveduti e sappiamo benissimo cosa avvenga in quegli anni delicati. Il passaggio tra le scuole dell'obbligo, gli spostamenti più lunghi per raggiungere i luoghi delle prime vere scelte di vita... nuove amicizie, nuove compagnie. Ma vi lascio questo primo interrogativo: non è già a questo punto fuorviante sostenere che il problema sia il proselitismo di fronte ad una perdita netta annuale, dal passaggio tra una categoria all'altra, di ben 6/7000 atletini, corroborata poi dai dati del CONI secondo cui la perdita di tesserati nello sport complessivo tra quelle fasce d'età non superi il 10%? Non è forse qui che per prima bisogna intervenire, prima che indicare il proselitismo come unica e originaria ragione del malessere dell'atletica?

Tra le donne, nel passaggio alla categoria juniores, avviene un'ulteriore pazzesco dimezzamento. Nel solo arco di 4 anni, delle circa 6000 ragazzine che erano entrate con la categoria cadette, ne rimangono circa 1500: solo il 25% del totale! Secondo il CONI, dovrebbero attestarsi invece tra il 55% e il 60%! Un dato impressionante, non trovate? Altra riflessione: qui le ragazzine sono già inquadrate in una scuola dell'obbligo. L'abbandono sembra essere meno giustificabile da problemi esogeni all'atletica, ma chiaramente endogeni. Da fattori di qualità del "prodotto atletica", piuttosto che dalle reti amicali. Per i ragazzini invece il trend di abbandono sembra seguire la stessa strada di un 40% in meno rispetto alla categoria precedente, contro l'oltre 50% che registrano le junior. Ma andiamo avanti.

La corsa verso gli inferi statistici rallenta solo verso la categoria promesse, dove però le strade sono già tracciate dalla categoria precedente e dove le variabili indipendenti (scuola, amicizie, sirene da altri sport...) hanno un impatto molto inferiore. Il dato sulle promesse femminili sembra aver toccato uno zoccolo duro, che, nonostante le oscillazioni delle altre categorie, rimane più o meno ancorato sulle mille unità. Dall'inizio del percorso, sei anni prima, delle 6000 ragazzine ne sono rimaste 1000: poco più del 16%. Ritorno adesso col mio mantra: davvero il vero problema dell'atletica italiana è il proselitismo, se l'84% delle atlete si perde quando ormai sono già dentro il sistema in soli 6 anni? Il fenomeno fin qui riscontrato, rallenta anche tra i maschietti, come è ben desumibile dalla tabella: a fronte di una media (degli ultimi 10 anni) di circa 7000 cadetti, rimangono alla fine, dopo la spremitura, circa 2200 promesse, ovvero il 31% del totale entrato. Il doppio rispetto alle donne. Sono davvero "fisiologici" questi cali tanto da invocare un proselitismo così agguerrito? Secondo i dati del CONI, no. Basterebbe limitare questi cali al 50% per vedere un'atletica super-affollata.

Ma veniamo al punto cruciale. Le senior. I dati, che non sono disponibili scremati e che di conseguenza aggregati, parlano di tesserati nella categoria senior rispettivamente di circa 6000 uomini e circa 2500 donne (fatta una stima ad occhio degli ultimi 10 anni). Un attimo... la categoria senior dura però dai 22 anni sino ad infinito... diciamo che per facilitarci il compito dura dai 22 ai 35, ovvero 13 anni. Tralasciamo il dato dei master tesserati come senior (si stima siano oltre un migliaio) per non essere impietosi. Pensate un pò: chiaramente la curva seguirebbe un trend negativo negli anni successivi alla categoria promesse, e non so minimamente dove tornerebbe positiva (necessariamente, visto che i master sono in continua ed esponenziale crescita). Ma se spalmassimo il dato delle tesserate donne sui 13 anni di categoria, verrebbero fuori dati ridicoli per una federazione di 150.000 tesserati. Ovvero... in Italia ci sarebbero poco meno di 200 senior femminili per ogni anno, dal primo dopo la categoria promesse sino al primo anno della categoria master! Incredibile, non trovate?! 

Sarebbe interessante conoscere il dato complessivo delle senior nei successivi due anni dopo la categoria promesse, ma sconcerterebbe: avremmo sicuramente una perdita netta di atlete provenienti dalla categoria cedette superiore al 90%!!! Probabilmente molte di più: su 100 cadette, arrivano alla categoria senior 3/4 atlete! Vedete un pò voi che razza di proselitismo bisognerebbe fare per raddoppiare quel numero, senza che si modifichino strada facendo tutte le criticità del sistema-atletico italiano.

Per gli uomini, come per tutto il trend precedente, i dati sono leggermente migliori, ma rimane una ferita clamorosa. Vogliamo fare un'altra riflessione? Ebbene, di tutti quei senior di cui abbiamo parlato prima (circa 8500 tra uomini e donne) quanti corrono su strada? Una caterva! Se si potesse conoscere il numero di senior che praticano l'attività su pista troveremmo giusto i 300 atleti tesserati per i gruppi sportivi militari e qualche sparuto highlander che serve per riempire le batterie delle serie inferiori (o per non far saltare o lanciare in solitudine i "campioni"). Tutto questo per dirvi, che un senior che pratica l'attività su pista oggi, è paragonabile ad un Gronchi Rosa. 

Ora, mi collego con quanto scritto ieri sul tasso di abbandono che andrebbe analizzato nello specifico, non con macrotabelle: è il prodotto-atletica che va migliorato, che va reso accessibile ai più, e non limitato continuamente e progressivamente. Paradossalmente le politiche degli ultimi anni, invece di rendersi conto di queste problematiche, hanno trasformato questo sport (nella sua configurazione su pista) come qualche cosa di elitario, riservato a pochi. E la gente se nè andata: i ragazzini se ne sono andati, i senior se ne sono andati... che senso ha praticare uno sport agonistico se non c'è alcuno sbocco che non sia partecipare alla 4x100 dei c.d.s. assoluti? Vanno date opportunità a tutti, anche ai medio-bassi (almeno in una fase di rinascita) con iniziative rivolte alla collettività piuttosto che (esclusivamente) alle elite.

Come? Classifiche a punti che premino ogni prestazione, anche quelle di chi arriva dietro, e non solo di coloro che arrivino sul podio. Minimi più abbordabili, manifestazioni più "aperte", un diverso rapporto tra giudici e atleti, campionati di Serie "B" per chi non ottiene il minimo per andare a quelli assoluti... addirittura si era pensato ad una suddivisione di categorie anche tra le promesse e i master, così da accorpare ai campionati master un campionato degli M30  (come esistono già in altre parti del mondo) e poi di una macro categoria che va dai 22 ai 30 (come nel ciclismo): voi non pensate che qualche senior di seconda fascia ambirebbe a vincersi il suo titolino nazionale anche correndo i 100 in 11"? Certo un titolo secondario rispetto a quello assoluto, ma un obiettivo, un motivo in più per rimanere...

Insomma, non ho la bacchetta magica, ma è chiaro che continuare a sostenere che il vero problema sia la scuola e il proselitismo è, stando ai dati, fuorviante. E' un problema, uno dei tanti, ma come abbiamo visto qualcuno si deve rimboccare la maniche per tappare le troppe falle della vasca...

Tesseramenti Italia 2001-2011 Cadetti Assoluti 

04/01/13

L'azienda Fidal e l'utopico Ufficio "Studio, Sviluppo e Progettazione" Atleti

Se in via estremamente ipotetica la Fidal fosse un'azienda che sfornasse il prodotto "atleti" come bene materiale e io ne fossi l'Amministratore Delegato ( faticosamente appena insediato dopo uno scrutinio serrato con l'altra cordata reazionaria) una delle prime cose che farei appena assiso sulla nuova poltrona in pelle umana, sarebbe alzare la cornetta e chiamare i responsabili del settore "Studio, Sviluppo, Progettazione degli Atleti". "Come... non esiste questo Ufficio??" ribatto alla segretaria. Non c'è problema: lo creo. Ci ritroviamo così, dopo pochissimo tempo, nella mia bella sala riunioni con vista sulla iridescente e mondana Via Flaminia. Insonorizzata, naturalmente. Ho voluto farmi assistere da persone con un minimo di capacità organizzative, piene di entusiasmo, con percorsi universitari nella raccolta di statistiche e nella loro successiva elaborazione: non mi faccio affiancare certo da soggetti scodinzolanti: a me servono persone pensanti, non portaborse o utili idioti che mi sostengano quando c'è da votare qualche cosa. Sono fatto così e questa è la mia azienda... gli altri la portassero avanti come vogliono. 

Il primo incontro con i miei professionisti è quello più importante. Devono capire sin da subito quello che voglio da loro. Sono rimasto in questo campo da troppo tempo e ho un mio pallino che vorrei condividessero per poi tradurlo in uno studio, in un lavoro. 

"Ragazzi, ho un problema...". I ragazzi mi guardano, pronti a scrivere sul loto taccuino e a porre eventuali domande. "Allora, il settore produzione funziona... più o meno. Ogni tot anni abbiamo l'atleta fuoriserie... ci vince le medaglie, e siamo tutti contenti. Gli operai, ok, non percepiscono grandi stipendi, ma chissà come riescono sempre a plasmare ottimi prodotti con costi della manodopera assolutamente incredibili: nemmeno in Cina riescono a produrre atleti a prezzi così concorrenziali". I ragazzi, naturalmente, assentono: la manodopera dei plasmatori di atleti molto spesso è uguale a zero. "Poi abbiamo la fortuna dei contributi statali che ci consentono di portare avanti la fase evoluta del prodotto "atleti". Abbiamo diversi impianti, come sapete, sparsi sul territorio: in Veneto, nel Lazio, in Emilia... Anche qui, bene o male che sia, c'è. Funziona e non funziona: ci lavoreremo su con altri settori dell'azienda per ottimizzarli in sinergia con il nostro Ufficio: sono troppo distanti da noi al momento ma deve cambiare il sistema di produzione. Il mio problema è da un'altra parte...". I ragazzi, si guardano: nessuno si distrae. "Sulla ricerca di materie prime (gli atleti), anche lì, ci sarà un altro settore della ditta che si occuperà delle problematiche: sappiamo bene cosa bisogna fare e dove cercare queste benedette materie prime... Il problema è complesso ed entriamo in concorrenza con altre imprese fortissime... ma ce la faremo, vedrete. Ecco quindi il problema: com'è possibile che dalle materie prime che faticosamente riusciamo ad estrarre dal territorio, otteniamo 100 atleti e che poi dopo soli pochi anni dalla produzione, ne arrivino alla "commercializzazione" solo cinque o sei? Dove sono finiti gli altri 94 o 95? Ma soprattutto: di quei 94 o 95, dove sono finiti tutti quelli che erano i prodotti migliori, quelli che erano in testa alle classifiche di qualità, ovvero le loro categorie, quelli che erano talmente perfetti da aver siglato dei record regionali e italiani... dove sono? Io qui, sulla carta, ne vedo appunto pochissimi pronti da vendere: eppure tutte quelle prestazioni mostruose le hanno ottenute solo pochi anni fa! Ci abbiamo rimesso un sacco di investimenti di "tempo"... e per fortuna la manodopera era quasi gratuita... 

Ok, ora viene il bello: "quindi ho pensato ad una cosa: non c'è sviluppo di questa azienda se non si comprende perchè ciò che è seminato, ovvero i nostri investimenti di tempo degli operai, siano andati in fumo! Voglio sapere dove siano finiti questi ragazzi! Ne và del buon nome dell'azienda!". Mi rendo troppo tardi di aver alzato la voce... ma nessuno dei ragazzi si intimorisce. "Quindi, ecco cosa dovrete fare: prendetevi le classifiche degli ultimi anni, poi stabiliremo quanti: cadetti, allievi, junior... i primi dieci di quelle classifiche. O 20, vedete voi! Di ognuno di essi, studiatevi ogni aspetto: cosa facevano, specialità e prestazioni, e cosa fanno adesso. A me interessano non quelli che ce l'hanno fatta, ma quelli che non sono spariti! Voglio sapere dove siano finiti! Ho bisogno di un'indagine epidemiologica profonda su di loro."

"Quindi: prima fate un censimento su questi ragazzi... in una seconda fase bisognerà cercare di contattarli ad uno ad uno. So che è difficile, ma vi pago per questo! Appartenevano ad una società? Ecco... contattate la società! Quando li avrete finalmente contattati inizierà il vostro vero lavoro cerebrale, quello per il quale vi chiedo la massima professionalità: un'intervista in profondità sui motivi del loro abbandono o della loro caduta negli inferi delle prestazioni. Dobbiamo capire quali sono queste motivazioni: se sono causate dai genitori, dalla scuola, dall'allenatore, dalla difficoltà di allenarsi, da delusioni derivanti dalle gare, dal calo delle prestazioni dovute al rapporto con il proprio coach, dalle mancate convocazioni alle rappresentative regionali, da un diverso atteggiamento del loro coach in seguito all'esplosione prestativa, dal prodotto-gara che forniamo che dicono sia davvero scarso, dall'assenza di impianti e strutture per allenarsi... bisogna analizzare se quei problemi derivino da fattori esogeni alla nostra azienda o endogeni. Dobbiamo capire se si può intervenire per far in modo che i talenti rimangano, o se il tutto dipende da cause sulle quali non possiamo intervenire. E poi dobbiamo capire se il fenomeno sia localizzato o generalizzato, se possiamo circoscriverlo o meno. Dobbiamo sapere: se non sappiamo, se non ci conosciamo, non amiamo la nostra azienda". 

"Fatta questa prima parte di studio... non so quanto potrà durare... un anno? Due? Non importa! Trarremo delle conclusioni. Troveremo delle ridondanze, delle circostanze statistiche significative: i motivi comuni dell'abbandono di questi benedetti ragazzi. Cercheremo quindi, ed è la terza fase, sulla base del vostro studio, di approntare strategie che possano servire ai ragazzi che verranno raccolti nei prossimi anni a rimanere... non possiamo permetterci di buttare continuamente alle ortiche centinaia di ragazzi tra i quali, statisticamente, uno o due potrebbero essere le fuoriserie di domani! E' illogico! Per la soluzione dei problemi che alla fine di tutto riscontrerete, appena avremo i dati in mano, ci troveremo ancora qui e ne discuteremo: molte teste riescono ad arrivare molto più lontana di una sola". 

I ragazzi hanno compreso benissimo: uno studio a 360° non sul perchè non ci siano atleti, ma perchè questi abbandonino: non è forse più facile, nel bilancio aziendale, migliorare un prodotto, piuttosto che ricrearselo da zero continuamente puntando tutto sulla speranza che sia quello giusto? 

03/01/13

Per Aries Merritt è giunto il tempo di introdurre i 200hs e staffette con ostacoli

Su spikes-mag sono comparse negli scorsi giorni alcune frasi significative del Merritt-pensiero sull'attuale mondo ostacolistico mondiale, e che la dice lunga sul fatto di poter dare a diversi protagonisti che non hanno altro sbocco che i 110hs, una seconda specialità dove mettersi in mostra. Del resto, nelle corse, gli ostacoli sono l'unica specialità che vincola i propri protagonisti a super-specializzarsi (non che gli altri non lo facciano, eh... è che il ripiego in altra specialità risulterebbe meno invasivo) visto che non esiste una distanza intermedia. Comunque, questo quello proferisce la massima autorità mondiale (attuale) in tema di ostacoli: "penso che gare d'esibizione o corse su distanze diverse negli ostacoli, come i 200hs, possa essere davvero un'ottima evoluzione di questa specialità. Soprattutto per me adesso, che ho acquisito una buona tecnica sugli ostacoli e posso correre un buon 200". E ancora: "Correvo i 300hs durante le high school, ed ero bravino sulla distanza... così i 200hs sarebbero perfetti. Mi piacerebbe anche che si facessero più regolarmente staffette sui 110hs, e che fossero inserite durante le gare valide per qualche campionato importante". "Per gli Stati Uniti potrebbe essere una grande chance di vincere una medaglia d'oro, visto che abbiamo una marea di top-hurdlers". E infine: "Penso anche che avere delle staffette 4x110hs possa aumentare l'importanza dei 110hs stessi e renderli più vicini come visibilità allo sprint. Sarebbe una gara simpatica ed emozionante da guardare. Gli ostacoli sono sempre una gara imprevedibile e può sempre succedere di tutto!". Sono d'accordo. Bisogna trovare per la vecchia atletica, altre formule che fermo restando la sacralità dei gesti atletici, dia più spettacolo e metta in mostra le capacità di questi atleti fenomenali su distanze diverse... E poi, qui in Italia, la storia mondiale dei 200hs l'abbiamo scritta anche noi, visto che il record del mondo dovrebbe ancora appartenere a Laurent Ottoz, con 22"55 corso nel 1995 (era la Pasqua dell'Atleta?). Meglio addirittura di Colin Jackson e di Kevin Young. Nei migliori 30 risultati di sempre, addirittura 8 risultati ottenuti da tre atleti italiani (lo stesso Laurent, Stefano Cellario e Fausto Frigerio). 

E c'è pure... lo sprinter John Regis! Kevin Young, nell'anno del record mondiale fantascientifico dei 400hs a Barcellona '92, corse in "solo" 22"74. Su wikipedia si parla di Andrew Turner quale nuovo primatista mondiale: in realtà le mie fonti dicono che il 22"10 di Turner è stato ottenuto su pista in rettilineo. 
  1. 22.55         Laurent Ottoz ITA 20.04.70 1 Milano 31.05.1995 
  2. 22.59 +0.2 Darryl Wohlsen AUS 06.03.73 1 Brisbane 14.03.1996 
  3. 22.63 -0.3  Colin Jackson GBR 18.02.67 1 Cardiff 01.06.1991 
  4. 22.68         Stefano Cellario ITA 16.03.72 1 Modena 17.09.1997
  5. 22.69 ±0.0 Glenn Davis USA 12.09.34 1 Bern 20.08.1960 
  6. 22.69         Colin Jackson GBR 18.02.67 1 Nantes 08.09.1998
  7. 22.72 +1.6 Laurent Ottoz ITA 20.04.70 1 Milano 25.05.1994
  8. 22.73         Stefano Cellario ITA 16.03.72 1 Brescia 07.09.1997
  9. 22.74 -0.8  Kevin Young USA 16.09.66 1 Belfast 31.08.1992 
  10. 22.77 -0.3  Nigel Walker GBR 15.06.63 2 Cardiff 01.06.1991 
  11. 22.79 -0.7  Axel Schaumann FRG 04.07.61 1 Stuttgart 29.08.1982
  12. 22.79 -0.3  John Regis GBR 13.10.66 3 Cardiff 01.06.1991
  13. 22.81 -3.1  Colin Jackson GBR 18.02.67 1 Thurrock 12.09.1993
  14. 22.86 +0.9 Darryl Wohlsen AUS 06.03.73 1r1 Brisbane 26.03.2001 
  15. 22.92 ±0.0 Dick Howard USA 22.08.35 2 Bern 20.08.1960
  16. 22.93         Nat Page USA 26.01.57 Santander 16.09.1989
  17. 22.93         Fausto Frigerio ITA 13.02.66 Milano 06.06.1990
  18. 22.94         Stéphane Diagana FRA 23.07.69 1 St Paul de la Réunion 29.10.1994 
  19. 22.95 -0.9  Kyle Vander-Kuyp AUS 30.05.71 1 Sydney 21.03.1995
  20. 22.96 +1.9 Carlos Sala ESP 20.03.60 1 Santander 09.09.1987
  21. 22.98 +0.4 Laurent Ottoz ITA 20.04.70 1 Milano 04.05.1996
  22. 22.99 ±0.0 Fausto Frigerio ITA 13.02.66 1r2 Milano 07.06.1989
  23. 23.00 -0.9  Rohan Robinson AUS 15.11.71 2 Sydney 21.03.1995
  24. 23.02         Jonathan Nsenga BEL 21.04.73 2 St-Paul 13.09.1997
  25. 23.03 +1.0 Paolo Della Santa SUI 11.09.73 1 Langenthal 20.05.2000
  26. 23.04         Laurent Ottoz ITA 20.04.70 1 Milano 21.05.1992

02/01/13

Master dell'anno F40: testa-a-testa Baggiolini-Neumann


Prosegue la mia carrellata relativa ai master dell’anno, categoria per categoria. Già assegnati i premi a F35 ed M35, ecco oggi alla categoria F40, che ha visto un testa-a-testa davvero all’ultimo punto tra due delle più rappresentative atlete del masterismo italico, ovvero Emanuela Baggiolini e Denise Neumann. L’alloro cinge però la testa della sola Baggiolini, grazie soprattutto al bottino ottenuto con i diversi record italiani ottenuti sia sui 400hs che sui 400. Dall’altra parte Denise Neumann, nell'anno di grazia 2012 laureatasi campionessa mondiale indoor sui 200 metri ad Jyvaskyla, e autrice di una super-stagione, purtroppo non coronata dal massimo allora Queenatletico per pochissime vicissitudini (come l’abbandono dei 200 metri di Comacchio per presenziare ai contemporanei c.d.s. assoluti). Vediamo comunque nel dettaglio la sfida che si è conclusa con un punteggio di 184 a 179.

Emanuela Baggiolini, a causa un lunghissimo infortunio patito addirittura nell’inverno del 2011 e trascinatosi per diversi mesi, ha fatto la sua comparsa sulle pista a stagione già inoltrata. Ciò nonostante in pochissime settimane è riuscita ad ottenere il minimo per gli italiani assoluti sui 400hs, e a stabilire una raffica impressionante di record (ben 4) sulla distanza in soli 10 giorni: dal 20 al 29 giugno, data in cui ha fissato l'ultimo e nuovo record italiano F40 dei 400hs, ovvero 1’01”73. Sulla strada dei record è poi caduto quello sui 400 (58”74, prima donna italiana over 40 a scendere sotto i 59”), e infine, a stagione conclusa, quello dei 200hs: 29”88 con -1,0 di vento. Sul versante titoli italiani, per lei è arrivato il “solo” scudetto sui 400hs a Comacchio, mentre l’apice della stagione agonistica, l’ha sicuramente raggiunto a Zittau, durante i campionati europei. Titolo nei 400hs (e 4x400 con annesso record italiano della categoria inferiore) e argenti su 400 e 800. Gli ori internazionali, tra europei e mondiali, staffette incluse, sono saliti così a 14, le medaglie totali a 25, e solo in due circostanze la Baggiolini non è arrivata a podio (nei 200 di Sacramento ’12 e Nyreghyhaza ’10). Punti finali per lei: 184. Vedremo se nella traslitterazione finale per l’assegnazione del premio generale, tutto questo sarà sufficiente per vincere il titolo del master dell’anno.

A pochi punti da lei, come dicevo, è invece arrivata Denise Neumann, capace di una sontuosa apparizione ai mondiali di Jyvaskyla, culminata con il prestigioso alloro iridato nei 200 F40 con il tempo di 26”29 (record italiano). Sarà poi bronzo nei 60, dove curiosamente correrà in 8”14, che è lo stesso tempo al centesimo che le permise nel 2011 di vincere l’argento agli Europei di Gand. Sul fronte titoli italiani, per Denise sono arrivati ben 3 scudetti, ovvero quello dei 60, dei 200 indoor e sui 100 outdoor. Il totale dei suoi titoli individuali vinti in carriera è salito così a 7, mentre con le staffette si arriva a 10. La stella? Anche in questo caso, ammasso di record italiani per lei durante la stagione: 3 indoor (i 60 metri, portati a 8”08) e i 200 (il citato 26”29 di Jyvaskyla), oltre che i due miglioramenti sui 100 outdoor, limati sino a 12”66, prima che la siciliana Maria Ruggeri si accaparrasse l’ultima manche con 12”64. E segnalo anche il record sui 150: il 19”30 corso a Milano. Di sicuro una stagione fenomenale. Il premio per la master dell’anno è ancora tutto da giocarsi, visto che entreranno in gioco altri parametri che mi sto studiando. Nulla è deciso… vedremo.

Le altre? A terminare un podio prestigioso, troviamo l’ex azzurra Maria Costanza Moroni, finita a 93 punti, che oltre ai diversi titoli italiani, si è catechizzata il record italiano di salto in lungo con 5,53, che, di questi tempi, è misura per nulla disprezzabile nemmeno a livello assoluto. Quarta Giusy Lacava, 84 punti, tre titoli italiani e tre argenti europei a Zittau (e 4^ ai mondiali indoor sui 400). Al quinto posto, nonostante le evidenti minori opportunità di mettersi in luce (poche gare nei programmi della pista), la marciatrice Roberta Mombelli: 80 punti, i titoli italiani indoor e outdoor della specialità, e le 4 medaglie internazionali: due argenti ai mondiali indoor e due bronzi agli europei di Zittau. Prima di chiudere, è giusto segnalare anche la stagione di Alessandra Lena, penalizzata in questo piccolo premio solo dal fatto di non aver svolto attività internazionale: 4 titoli italiani come solo la lanciatrice Sapienza ha saputo fare nella categoria. Vi lascio alla classifica nel dettaglio (per ampliarla, clikkare sull'immagine). 


01/01/13

Il mito di Emilio Lunghi nel primo novecento

La storia di Emilio Lunghi a questo link... 
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-08-08/latletica-italiana-ando-america-120501.shtml?uuid=AbMgUJLG

Buon Queen Anno... di rinascita

Quest'anno sono comparsi su Queenatletica circa 320 "pezzi", la quasi totalità scritti dal sottoscritto, anche se qualche prezioso collaboratore ogni tanto è comparso, alleviandomi il peso del trascinamento del sito e chiunque esso sia stato, lo ringrazio di cuore. Se prendo il  dato degli ultimi 4 anni (dal mio blog di archiviazione, web-atletica.blogspot.com) si arriva ad oltre 1600 articolini: praticamente uno al giorno e nonostante le mille attività out-of-the-net. Troppi per pensare di continuare a questo ritmo senza cadere in qualche stato di schizofrenia (se già non è successo...). Quest'anno appena passato mi ha però insegnato tante cose, ed è stato per questo forse il più proficuo, almeno dal punto di vista delle crescita personale. 
Ho compreso meglio soprattutto su come vadano le cose nel dietro le quinte di questo piccolo mondo che ho voluto conoscere direttamente, quello della politica-atletica italiana. Sono "sceso" dalla rete, e ci ho messo la faccia, per cercare di cambiare ciò che ritengo un sistema troppo vecchio, ancorato ancora a vecchie logiche e che considera ancora l'atletica quella di 30 anni fa. Non ci siamo riusciti. Ma come ho scritto decine di volte non è l'atletica che è cambiata, ma proprio la società in cui viviamo: quello che di negativo si è visto da un certo periodo a questa parte, è stato lo sfasamento tra vecchie concezioni e nuove strade prese dalla società. 
Le dirigenze sono il nostro vero problema, e come si sta vedendo a tutti i livelli quando si parla di cariche elettive, la cosa più difficile è convincere qualcuno che è forse giunto il momento di mettersi da parte. Dovrebbero esserci dei paletti normativi: dopo tot te ne vai, punto. Guardate la politica nazionale: non è surreale che la "svolta" verso la 3^ Repubblica sia guidata dalle stesse-medesime persone che hanno ucciso le prime due? Ovvero quelle che ci hanno annegato nel fango? Il ladro che consola il derubato e gli prospetta come fare in futuro a non essere derubato. Tutto questo è surreale! Ancor più difficile oggi è però per i "giovani" arrivare fino in cima, perchè, come si è visto, si va avanti sono con la propria rete di conoscenze (e naturalmente, più si è anziani e più le reti sono fitte...) piuttosto che con la forza delle proprie idee. Tutto questo rappresentano ostacoli reali al cambiamento. Spero che qualcuno, leggendo quello che ho scritto in questi mesi, sia riuscito a vederla come me, ad intravedere la graniticità di un sistema che va rivoluzionato per consentire alle idee di farla da padrone sulle raccomandazioni.
Comunque, l'inizio dell'anno deve vederci con lo spirito positivo: ricomincia l'atletica praticata, che è quello che più emoziona a... scriverne. Ricominciano i risultati, i dati, le statistiche, le gesta e mi piacerebbe continuare a raccontarle attraverso la mia lente mentale senza perdere l'entusiasmo che mi ha guidato in questi anni. Ci fosse qualcuno disposto a dare una mano a scrivere di atletica in generale (non della propria società, o della propria piccola impresa personale, eh...) a buttar nel calderone qualche idea sana, sono qui. Le idee devono circolare, anche le più strampalate. Anzi, le più strampalate ci aiutano a capire quanto siano logiche le nostre... ma se non c'è nessuno che le mette in dubbio, come possiamo migliorarci? Criticate, criticatemi, buttate idee, storie, ipotesi... il calcio ha fatto fortuna perchè una massa di incompetenti si è messo a dire la propria su aspetti di uno sport di per sè stesso opinabile. Dovremmo fare così anche noi: ognuno che dice la propria ed "opina", ipotizza, critica, elucubra, teorizza. Se penso all'atletica degli ultimi 30 anni, ovvero quella che mi sono trovato al fianco mentre la vita scorreva, ho notato che questo sport è diventato silenzioso; una catena di montaggio di risultati...  le gare stesse sono diventate una catena di montaggio, senza più nemmeno le emozioni del confronto uomo-contro-uomo, o donna-contro-donna. Ognuno persegue il suo piccolo risultato, avulso da tutto ciò che lo circonda, compresi gli avversari, e l'atletica perde così il senso stesso della sua esistenza, ovvero quel confronto tra esseri viventi che è l'anima dello sport.
Bè, buon 2013... so di essere banale. Desiderio nel cassetto? Non perdere troppo tempo, perchè sappiamo che in questa vita i secondi, i decimi e soprattutto i centesimi volano via in un attimo. E personalmente mi piacerebbe salvare qualche decimo in qualche gara...