11/06/13

Punto 4,2 di pagina 74 del Vademecum: quando la burocrazia uccide l'atletica

Mi è arrivata questa mail da un mio amico, che mi sento di condividere. Il Presidente Fidal Alfio Giomi si è dimostrato molto sensibile in questo inizio mandato sul tema della "semplificazione", tanto da farmi interrogare se non sia possibile anche affrontare questo tema che mi è sempre stato molto caro: l'integrazione dei ragazzi stranieri residenti, che non siano qui con un permesso di soggiorno per sport... ovvero ragazzi non professionisti, che vanno a scuola con i nostri ragazzi, che vivono le problematiche della nostra società (crisi compresa) ma che alla fine vengono esclusi da percorsi educativi con piccoli ostacoli burocratici insormontabili. Qui sotto la storia di Kossi raccontata da Federico Nettuno.

Mi trovo a scrivere per rendere noto come nel regolamento FIDAL ogni tanto emergano articoli che portano danno a chi pratica con tanta passione e sacrificio questo sport. 

In occasione dei campionati italiani junior e promesse di Rieti 2013 la mia società, la Nuova Atletica Fanfulla Lodigiana, ha iscritto l'atleta KOUDOKPO Kossi Jean Luc nelle staffette 4x100 e 4x400. In mattinata è arrivata però dalla FIDAL la seguente risposta: 

Spett. le Società, siamo spiacenti di comunicarvi che l'atleta in oggetto non può partecipare ai Campionati Italiani Promesse in quanto non è stato "tesserato continuamente sin da allievo per una qualsiasi Società affiliata alla Fidal" come da punto 4.2 di pagina 74 del Vademecum Attività 2013. 

Il ragazzo è nato in Togo e si è trasferito in Italia all'età di 16 anni con i fratelli e la madre per ricongiungersi con il padre che lavorava in Italia da diversi anni. Come molti ragazzi, per integrarsi meglio, ha scelto il calcio nella squadra dell'oratorio come attività sportiva. Dopo un paio di anni, grazie ad un suo compagno di classe che praticava atletica leggera, ha deciso di iniziare a correre. Passione, sacrifici ma anche tanto divertimento lo hanno portato a correre i 60m in 7"28, i 100m in 11"46, i 200m in 23"00 ed i 400m in 52" e moneta, ma cosa più importante il ragazzo si è integrato crescendo e maturando nuove amicizie sul campo.

Ora per lui, come per tanti, i campionati italiani di Rieti raprresentavano un obiettivo, non solo sportivo ma anche di crescita ed integrazione: la prima trasferta con i coetanei, il vedere una città nuova, incontrare tanti ragazzi e ragazze provenienti da tutta Italia, vedere dal vivo gare di alto livello... tutti stimoli che devono portare i ragazzi di questa fascia d'età a continuare a praticare sport.

Purtroppo la regola creata dalla FIDAL per evitare episodi successi in passato, dove venivano tesserati atleti provenienti dall'estero solo per vincere campionati (un atleta della mia società ha perso anni fa a livello junior un titolo nel salto in lungo andato ad un atleta mi pare lettone tesserato solo per l'occasione!) o partecipare ai CDS, non permette a ragazzi come Jean di partecipare ai campionati italiani perchè arrivati in Italia troppo tardi!!!

Quindi nessun ragazzo straniero arrivato in Italia dopo i 16 anni potrà mai partecipare ai diversi campionati italiani! Credo che mettere questo vincolo nel regolamento abbia escluso e discriminato molti ragazzi stranieri che si trovano nella stessa condizione di Jean la cui unica "colpa", secondo la FIDAL, è quella di essere arrivato in Italia troppo da grande!

Secondo il mio modesto punto di vista, i campionati italiani allievi, junior e promesse, oltre agli obiettivi agonistici dovrebbero anche avere obiettivi educativi! Ritengo lo sport un mezzo fondamentale per l'integrazione dei ragazzi stranieri e questa norma creata dalla FIDAL per colpa di qualche furbetto del passato fa si che escluda molti ragazzi la cui unica "colpa" è quella di essere venuti tardi in Italia.

Concludo questo mio sfogo con la speranza che la FIDAL inizi a pensare di più agli atleti tesserati sia che essi siano esordienti o master, sia che essi siano italiani o stranieri. E' giusto tutelare i campioni che, forse, portano le medaglie... ma non è giusto continuare a dimenticarsi di tutti gli altri che pagano il tesseramento. Spero tanto che l'atletica di questi ultimi anni non faccia morire la passione che è dentro di me fin da quando ero bambino.

 FEDERICO NETTUNO

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