23/06/13

Perchè la IAAF non organizza i campionati interplanetari?

Un Tuvalu di troppo?
E' chiaramente una provocazione, ma fino ad un certo punto. E' un pò che lo penso, e dopo aver visto gli ultimi Trials di Desmoines, mi sono convinto che sia necessario iniziarne a parlarne... chissà mai che qualcuno un giorno inizi a pensarla come me. Bene, facciamo salve Olimpiadi e iMondiali di Atletica, ma a me 'sta cosa che molti dei migliori atleti al mondo rimangano a casa da un palcoscenico internazionale per le limitazioni "di Stato" (massimo 3 atleti per Nazione!), mi sta sul gozzo. Vi voglio riportare al senso stesso dello sport, ovvero lo scontro-confronto tra uomini, prima ancora che tra Nazioni. Gli sport individuali non mettono Nazioni contro, ma uomini o donne. La variabile "Nazione" di fatto non porta i "migliori" di uno sport a confrontarsi, ma una selezione che toglie spesso grosse fette di coloro che rappresentano le elitè mondiali dell'atletica. 

Chiaramente gli esempi sono noti: basti pensare ai Trials americani, o jamaicani... o keniani ed etiopi. Manciate di atleti da finale olimpica o mondiale, che verranno di fatto superati nella storia dell'atletica da atleti spesso anche nettamente inferiori a loro. Oppure: atleti di immediato rincalzo che possono godersi la finale olimpica grazie alle selezioni... non si sente la necessità a questo punto di organizzare una manifestazione, oltre a Olimpiadi e Mondiali, che metta di fronte davvero i migliori al mondo, senza distinzione di Nazione? 

Ve li immaginate i 100 metri imbottiti di americani e jamaicani? Oppure il mezzofondo con keniani ed etiopi? A quel punto chi non appartiene a quei sistemi che forniscono frotte di talenti, capirebbe davvero a che punto è nella gerarchia mondiale della propria specialità. Non so se avete visto la finale dei 100hs ai Trials americani: tra super atlete sui 100hs come Kellie Wells, Lolo Jones e Kristi Castlin (tutte accreditate di tempi vicini o sotto i 12"50) fuori dai mondiali di Mosca in un solo botto, correndo in questa circostanza tra i 12"54 e i 12"61. Una di loro avrebbe potuto, non dico vincere, ma arrivare a podio a Mosca. Invece non ci sarà, e così in finale in Russia arriveranno atlete sicuramente forti, ma non al loro livello. Stessa cosa dicasi di Sanya Richards sui 400, oppure Johnny Dutch, che con 48"21 sui 400hs è arrivato 4° in una gara fantastica! Come si fa a non avere ad una manifestazione internazionale un atleta con un tempo che spesso ha consegnato anche la medaglia d'oro? Mi sembra davvero un attentato al mio senso di giustizia sportiva. 

Così forse la IAAF dovrebbe prendere in considerazione l'organizzazione di una sorta di campionato interplanetario (chiamatelo come volete) in cui davvero i migliori si sfidino senza limitazioni date dalla provenienza. Se poi la finale dei 100 vedrà solo americani e jamaicani, ben venga! Sarebbero davvero gli uomini più veloci della terra in quel momento. O anche una finale dei 10000 con soli etiopi e keniani... o i 100hs con 8 missili da 12"50... o la gara di salto in alto piena di russi, o i lanci tedeschi... ma vi rendete conto che razza di gare sarebbero? Non ci sarebbero i doppiati che siamo abituati a vederci nelle gare di mezzofondo, i personaggi naif spediti per rappresentare la Nazione, tutti provenienti dai più svariati Stati in cerca di un posto al Sole. 

Naturalmente i minimi di una simile manifestazione dovrebbero scendere notevolmente, per selezionare le vere élite mondiali, magari limitando anche i turni (non ci sarebbe necessità di scremare il Sogelau Tuvalu di turno, il ciccione che corse i 100 in 15"66 a Daegu nel 2011). Si potrebbe inserire la manifestazione nelle annate tra Mondiali ed Olimpiadi, e di sicuro sarebbe garantita una cosa: lo spettacolo. E' necessario dare giustizia non agli esclusi, ma al senso più intimo di uno sport inviduale.

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