03/06/13

Il record della Borsi e i 15 anni persi dell'ostacolismo italiano

La storia dell'atletica la scrivono i numeri. Non son possibili revisionismi o interpretazioni: esiste solo la fredda verità data da un numero, o meglio, da una successione di numeri. Tempi e misure. Leggiamo il record di 12"76 di Veronica Borsi così: è la quarta italiana di sempre a scendere sotto i 13", dopo Carla Tuzzi e Micol Cattaneo, e dall'anno scorso Marzia Caravelli, che aveva, com'è arcinoto, l'ultimo record italiano di 12"85 a Montgeron. Se contiamo invece le prestazioni sotto i 13", la prestazione della Borsi porta il totale a 6: 2 a testa Tuzzi e Caravelli, e una per Borsi e Cattaneo. Statisticamente la Caravelli è sicuramente l'atleta azzurra che più ha segnato la specialità (così dicono i numeri) vantando ad oggi 6 delle 10 migliori prestazioni all-time, che elenco qui sotto:
  1. 12"76 (0,6) - Veronica Borsi - Orvieto (02/06/2013)
  2. 12"85 (1,8) - Marzia Caravelli - Montgeron (13/05/2012)
  3. 12"96 (-0,1) - Marzia Caravelli - Roma (31/05/2012)
  4. 12"97 (1,1) - Carla Tuzzi - Valencia (12/06/1994)
  5. 12"97 (-0,2) - Carla Tuzzi - Trento (16/06/1994)
  6. 12"98 (-1,3) - Micol Cattaneo - Annecy (22/06/2008)
  7. 13"00 (0,2) - Marzia Caravelli - Cagliari (01/06/2013)
  8. 13"01 (0,7) - Marzia Caravelli - Pergine (23/07/2011)
  9. 13"01 (0,0) - Marzia Caravelli - Arzana (30/07/2011)
  10. 13"01 (0,4) - Marzia Caravelli - Londra (06/08/2012)
Com'è altrettanto arcinoto, la lista all-time dei 110hs è stata devastata nelle ultime 3 stagioni, e due anni solari. 7 dei 10 risultati qui sopra, sono arrivati proprio dal 2011 a al 2013, e naturalmente è logico pensare e tutto sembra far ipotizzare che si fluidificherà ulteriormente. Guardavo la citata lista all-time e mi è venuta in mente questa cosa: cos'è successo all'ostacolismo italiano femminile post-Tuzzi (quindi da metà degli anni '90) e pre-Cattaneo (la prima rondine, diciamocelo, della primavera ostacolista italiana, avvenuta nel 2008). Cioè per 15 anni, cos'è successo all'ostacolismo italiano? Scorrendo la lista si trova la sparata di Margaret Macchiut nel 2006 (13"03), unica mosca bianca di un digiuno quaternario. Non conosco le ragioni, naturalmente, pongo solitamente problemi senza conoscere le risposte. Significativo che in quella stessa lista di sempre compaia all'ottavo posto di sempre Ilena Ongar, che a metà degli anni '70 correva in 13"24. Mi immagino cioè una curva prestativa che non ha seguito il suo corso, che si è interrotta forse troppe volte, e che ha lasciato questa branca dell'atletica femminile scoperta per troppi anni. Non per nulla a chi me lo chiede (in pochi invero...) suggerisco sempre di gettare a capofitto le proprie figlie in cerca di uno sport a fare ostacoli. 

Secondo il ranking dei Paesi di All-Athletics, oggi i 100hs femminili italiani rappresentano la seconda forza europea dietro la Russia (ma di un soffio... l'Italia sembra aver messo comunque la freccia dopo l'ultima infornata di risultati) e la quarta mondiale, dietro agli USA e il Canada, ma davanti all'Australia di quella aliena là che ben conoscete. Naturalmente il ranking si costruiscono sulle prime tre atlete, quindi sulla creme del movimento. 

Altra riflessione: Veronica Borsi, l'italiana più veloce di sempre sugli ostacoli "alti", si colloca al 69° posto di sempre delle liste europee, con la 631° prestazione, insieme a Nina Derbina, Xenia Siska, Julie Baumann e Nicole Ramalalanirina. Ci sono rimasto un pò, perchè la prestazione alle nostre latitudini pare qualche cosa di mostruoso, mentre sul piano storico sembra rivelare quel famoso gap generazionale. Certo, se poi andiamo a leggere le interpreti autrici di quelle 630 prestazioni, trovi dei veri e propria Frankenstein dell'atletica, costruite pezzo per pezzo negli arsenali militari oltrecortina o imballate all'Area 51, accanto agli alieni antropomorfi portati di nascosto dai campi di grano di Rosswell. Comunque cosa vuol dire 12"76? Sembra il classico tempo da correre in una semifinale di qualcosa di molto importante, come successe infatti a Tatyana Dektyarova ai mondiali di Daegu '11 (3^ in semifinale, la stessa battuta al Terra Sarda dalla Caravelli) o Susanna Kallur agli Europei di Goteborg '06. Andando più indietro negli anni, a Bettine Jahn alle semifinali dei mondiali di Helsinki '83, o a Yordanka Donkova nelle semifinali di Roma '83... devo continuare? Insomma, ci siamo capiti: 12"76 è lo Stargate che porta al Paradiso. Ma lo Stargate ha i suoi tempi in cui attivarlo, e ora andrà attivato al momento giusto e al posto giusto. 

Chiudo con una riflessione mia personale: non posso far a meno di pensare al "prima", così come successo con Emanuele Abate durante la stagione indoor (e l'esplosione di Dal Molin). Ora non posso non ricordare la presenza (compare pure nelle foto di Orvieto) di Marzia Caravelli. Marzia ha corso in 13"00 e 13"06 nel giro di un paio di giorni, cioè tempi comunque incastonati nella storia dell'ostacolismo italiano, e che adesso passano necessariamente in secondo piano, benchè piccole pietre miliari. Ora quella rabbia (da atleta non posso non pensare che sorga spontaneo uno spirito di rivalsa immediato), speriamo venga incanalato pacatamente in un meccanismo così delicato come una gara ad ostacoli alti ma corti. Alla fine Marzia è praticamente ai livelli dell'anno scorso. Si preannuncia una calda estate (in attesa di quella vera) di ostacolismo, anche con la pungolatura della Cattaneo, anche lei messasi in scia in fondo al rettifilo prima della chicane. 

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